giovedì 5 agosto 2010

I giochi delle donne

Più o meno tutte le donne che conosco si lamentano perché i loro uomini:
- guardano il calcio
- giocano a calcio
- giocano a calcetto all'oratorio
- giocano a fantacalcio
- guardano la formula1
- giocano al simulatore della formula1
- si sfiancano con la PS/il DS/la WII
(Poi magari qualcuna si lamenta perché vanno al bar, a giocare a carte, a pesca, a caccia, a trans, però io non le conosco. Però mia mamma si lamentava del biliardino, adesso si lamenta dei francobolli. Una delle mie blogger preferite ha il marito che per divertimento legge saggi marxisti, e non mi fate dire niente sui mariti che per sport fanno paracadutismo, vah!).

Gli uomini, poverini, giocano.
Simulano violenza, competizione, sudano, bestemmiano, si sfogano e si divertono.
Una volta mio marito è andato a giocare a nonsocosa con un amico da poco diventato papà.
"Come sta la moglie?" faccio io.
"Non so".
"Come non sai?"
"Ci siamo trovati per giocare, mica per chiacchierare".


Più o meno tutte le donne che conosco hanno il LORO vizietto.
Chiaccherano.
Si scambiano emozioni, idee, suggerimenti, lamentele.

Le donne chiacchererebbero con la commessa, la mamma, la vicina, le amiche.
Per ore.
Ieri sera, ad esempio, mi sono dedicata alla nobile arte della chiacchera
durante uno dei miei sublimi incontri con le mie stupende amiche galline.
Tra risate convulse, sfoghi, pettegolezzi al vetriolo, si sono fatte le 22, poi le 23.
"Ragazze è tardissimo".
Poi tutte lì davanti al mio cancello, le coglionazze, come delle adolescenti,
per altri 10 minuti, 20, mezz'ora lì a salutarci e aggiungere chicche, "le ultimissime poi basta eh!".


Ma la vita odierna è avara di occasioni per le chiacchere.

Con la mamma molti incontri sono un "ragguaglio veloce" alla E.R. mentre si trasporta un qualche nipotino dalla casa dei nonni alla macchina. Una cosa tipo:
"Bambina, 1 anno, è stata dalla nonna mentre la mamma lavorava. Ha mangiato? Ha dormito? UAAAAAAA, La stiamo perdendo, è meglio andare, ti chiamo domani cia-cia-ciaoooo"

Con le commesse bando a ciance. "Mi passi tutti i vestiti in saldo che avete della mia taglia. Veloce, che devo comprimere in mezz'ora lo shopping represso di 3 mesi!".

Con le vicine si può fare Napoli cinque minuti mentre una stende il bucato sul balcone,
ma non è di grande soddisfazione.

Con le amiche vere, porca zozza, abbiamo più puntate arretrate che riprendere Beautiful dopo 7 stagioni di interruzione. E' sempre e comunque un coitus interruptus sul più bello.

Ma la donna moderna, compressa da ritmi sincopati, stanca, stressata, più o meno depressa,
ha un fantastico alleato. 
Internet.
Per fare shopping, decidere le vacanze, farsi i caxxi degli altri su Facebook, per dichiarare a tutto il mondo quanti libri ha letto su Anobi, per cinguettare messaggi criptici su Twitter. 
Ma, soprattutto, per incontrare altre donne e simulare la nobile arte della tessitura di relazioni sociali.
Poi non dite che noi non giochiamo.

Io ho iniziato nel lontano 1997. 
In principio furono le chat IRC, con i colleghi dell'associazione studentesca internazionale.
Si partiva "very focused" e poi si finiva alle 3 di notte a cazzeggiare come fossimo al pub. 

Poi arrivò ICQ, e, in contemporanea, C6 (=ci sei?), la chat della TIM con cui potevi simulare il rimorchio più sfrenato. Bastava dichiararsi donna in un'epoca in cui le donne sul web erano una rarità e WHHHHOOM in men che non si dica, pesci di tutte le razze abboccavano. 
Prevalentemente pescecani e  plancton. E, ovviamente, qualche esperimento di incontro dal vivo si faceva pure. Qualcuno ha trovato l'amore. Io trovavo solo buoni amici con problemi endocrinologici e apprendisti serial stalkers.

L'amore lo trovai ad una festa, e fu affascinato dallo scoprirmi amministratore di mailing list (ma secondo me più dalla mia minigonna). Manco a dirlo, ci scambiammo l'e-mail.
La prima e-mail fu un di lui marpionesco check del tipo "volevo solo verificare che mi avessi dato una casella e-mail esistente".
Il secondo incontro fu letteralmente virtuale: mi chiese di uscire in chat. 
Posso dire che da un inizio così non potevano che nascere due autentici nativi digitali quali sono i nostri figli.

E, di lì a poco, eccomi a ravanare in lungo e in largo un web acerbo e vuoto di contenuti, alla spasmodica ricerca di tutte le dritte per organizzare un matrimonio. 
MSM = matrimonio-sposarsi-matrimonio era diventata la mia fissa. 
Qualcosa di cui non POTEVO parlare con lui. Non più di tanto.
Se avesse saputo che avevo fissato la data delle nozze con la mia migliore amica un anno prima che con lui...non ci sarebbe stato alcun matrimonio.
E poi con chi disquisire di preparativi, di bomboniere, di viaggi di nozze e di tutto il mondo di emozioni, timori, avvenimenti eccitanti di quel periodo?
Ma con le RAGAZZE DEL FORUM, ovvio! 
Un forum di future sposine divenne la mia seconda casa.
A tutte le ore mi collegavo e chiacchieravo virtualmente con quelle che, giorno dopo giorno, erano amiche sempre meno virtuali e sempre più quotidiane, reali, concrete.
Sono passati 10 anni, ma con quasi tutte loro siamo ancora in contatto,  dopo innumerevoli forum meeting alcune sono ancora amiche, chi su facebook, chi nella vita reale. 

Ma, nel frattempo, non chiacchieriamo più di matrimoni, 
e ci siamo disperse nel web, alla ricerca di consigli e poi spalle per condividere le successive esperienze della vita. Chi il divorzio. Chi la singletudine di ritorno. Chi l'infertilità. 
La maggior parte di noi la maternità.
Ed è nel 2004, a test di gravidanza ancora caldo, che mi sono proiettata nell'ormai sfaccettato universo
dei forum di mamme. Forum strutturati, organizzatissimi, con schede profilo, nickname, maschere di ricerca e i post rigorosamente divisi per topic.
Alla ricerca della cicogna, gravidanza, parto, allattamento, le mamme mese per mese, ecc.
Un mondo diverso. Affollatissimo. Caotico. Dove trovi mamme che la pensano come te 
e mamme che si scannano per far valere le loro idee su parto, allattamento etc.
Un luogo di momenti leggeri (pochi), ma, soprattutto, di raccolta di informazioni. Esperienze, consigli, links, documenti. Non c'è tempo per grandi chiaccherate, c'è molta solidarietà, ma la maggior parte delle ore si dibatte, si discute, si cerca di venire a capo del metodo Estivill per la nanna o di capire se è rigurgito o solo riflusso. Sono forum di reciproco sostegno, di informazione. Un distillato di SoS Tata in diretta e interattivo.

2008, seconda gravidanza.  A parte l'intensissima partecipazione al forum Parto Naturale, 
a cui devo l'ispirazione per aver cercato e ottenuto un VBAC, il modo di vivere il web è cambiato.
Ci sono i blog. 
Non più chiaccherare al mercato o alla stazione centrale in mezzo a centinaia di galline in un brusio infermale. Non più o non solo.
Ora ci sono questi speakers'corners. Dove alcune mamme speciali sintetizzano le loro emozioni, le loro esperienze. Mamme normalissime, ma speciali solo perché il loro diario lo pubblicano e lo condividono. Speciali perché si ritagliano nella scrittura creativa un momento per loro.
Il fenomeno del mom-blogging. (Mom-blogging è il mio filone preferito, ma in realtà ci sono blog di cucina, di fumetti, di qualsiasi cosa).
Giri per la rete e, pian piano, ti crei un network di blogger preferite (Si, preferite, perché le donne bloggano molto di più degli uomini! E se mi chiedete perché rileggetevi la prima parte del post). 
E impari a conoscere il loro stile, i caxxi loro, e il loro giro di fans, di cui leggi i commenti e le discussioni. 

Alcune blogger hanno trasformato il loro diario in un supermercato con un'esibizione di brand, sponsor, persino con le slot machines: se ti lanci nei famigerati "Candy" puoi essere estratta per ricevere un premio. (Io non vinco mai una mazza, però). 
Se ti cimenti col raccontare qualche spiritosaggine puoi essere notata dalla marca di pannolini 
e cooptata per qualche iniziativa di marketing.
Un marketing drammaticamente one-to-one, incredibilmente nuovo, sottilmente intrusivo
perché allude e ammicca con le sembianze del consiglio disinteressato dell'amica.
E' il tempo del social networking, del social blogging, del social tutto.

Non  usciamo, non guardiamo la tele, non trombiamo, ma stiamo ore con i culoni sulla sedia a socializzare virtualmente, e a scambiarci una serie esagerata di informazioni, link, video, immagini, pensieri, cazzate, vita.

Ed eccomi qua. Da 4 ore in procinto di farmi una doccia e andare a dormire, sono finita sul sito di una delle mie blogger preferite, dove era in corso una chat tra le partecipanti.
Sì, perché un blog, è un'universo vivo, pieno di dialogo, di dibattito.
Perché il blogger è fondamentalmente narcisista, altrimenti scriverebbe su un file word o sul diario segreto.
Invece il blogger non scrive solo per sé, perché non solo ama scrivere ma anche esternare. Picconare. Stuzzicare. Si compiace della sua spiritosaggine, trae godimento dai consensi, sopporta stoicamente le critiche, perché in fondo così tanta attenzione non te la davano nemmeno i nonni quando recitavi la poesia di Natale. (Come faccio a saperlo? eh....sapeste!).
Ricevi e dai attenzione, stimoli, idee. 
Non è solo chiaccherare. E' simulare la relazione, è vivere una relazione dei nostri tempi.
Comoda. Veloce. Digitale. In remoto. Globale. On Demand. 
Un gioco perfetto per le donne del 2010.

P.S. La chat è stata uno spasso. Un delirio, proprio come una chiaccherata vera tra donne. 
Un parlarsi addosso, ascoltarsi, rincorrersi, passare di palo in frasca. 
Bambini, sesso, il posto più strano, come siete vestite, come cambia la vita dopo, che libro state leggendo. Il tutto veloce, sincopato, nevrotico ma anche empatico (Stai male? mi dispiace! Piange il bambino? Vai, ti capisco!). 
Al centro di tutto una splendida padrona di casa, che ha accolto tutte, ha tenuto le fila del delirio con abilità. E che stasera ha cessato di essere per me un lontano broadcast (il libro, gli aneddoti succosissimi, le fotografie stupende da ammirare da lontano) ma è stata, per un pò, l'amica della porta accanto. 
E con lei le sue amiche, già sparite nella loro Matrix quando stavo appena familiarizzando.
Ma che diamine, c'é il blog, c'é facebook, ci saranno mille occasioni per incontrarsi e chiaccherare, e per poi perdersi di nuovo.
Non è una droga meravigliosa il web?





































13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao pamen, sono maura.
Ieri sera da Wonder c'ero anch'io!!E ti ho scoperta lì...mi hai fatto crepare dal ridere e mi piace come scrivi, ora piano piano mi leggerò il tuo blog!
Ciao e buona giornata!!!!

Mammabradipo ha detto...

Anch'io c'ero ieri da wonder!!! Che bella serata! mio marito credo che mi abbia presa per pazza una volta per tutte...mi stavo scompisciando davanti al pc!!!
mitica! ;)

PAMEN ha detto...

Ciao ragazze!! è stata proprio una serata divertente!!

Maura, il mio blog è più occasionale di quello di Wonder, anche perché essendo poco anonima scrivo solo cose abbastanza politicamente corrette :-)

un bacione!

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Wonderland ha detto...

Eccomiii :D Grazie di questo bellissimo post Pamen e grazie per ieri! Adesso arriva anche il mio...TREMATE O VOI SMUTANDATE! buahauau

Diana (Apple Pie) ha detto...

Ciao Pamen!
Ho letto il post ol sorriso ebete sulle labbra..quanto mi ci sono rivista!
W il web, si...
..e ieri sera mi hai fatto scompisciare dal ridere!

Vale ha detto...

Ciaooo!! C'ero anche io sììì... A parte che sono dovuta scappare per "risveglio improvviso" del piccolo mostro. Condivido appieno il tuo post. Delizioso. Un abbraccio!

Anonimo ha detto...

Ciao Pamen...nella "blog-chat-mamme-senza-mutande" c'ero anche io!!! ci hai fatto morire dal ridere!!!...perchè mamme divertenti, ironiche e spiritose come voi, non ne ho mai conosciute!!!
comincerò a leggere il tuo blog, sei simpaticisssima!!! ;-)
...alla prossima chattata smutandata!

sabilar
ilaria|trettatreeenne|grafica|childfree

PAMEN ha detto...

ciao ilaria...mi sa che Wonder ha catalizzato molte mamme ironiche e un pò fuori...questa è la dimostrazione che non tutte le mamme perdono ironia e senso dell'umorismo...:-)
grazie per i complimenti...
mi piace molto la definizione "child-free", che è ben diversa da "child-less", come suggeriva su vanity fair della settimana scorsa la psicologa Bernardini :-)

ciao a tutte!

Chiara ha detto...

ciao Pamen, ci riprovo.... bellissima serata, simpatiche le mamme e non, e delle belle scoperte. come il tuo blog che ora mi vede assidua lettrice. Condivido il tuo post in ogni punto, soprattutto "Non è una droga meravigliosa il web?", te lo dice una blog-addicted! A presto, Chiara

Ondaluna ha detto...

Ciao Pamen, grazie di avermi regalato questa bella lettura!

Giuliana ha detto...

è vero, gli uomini giocano "per gioco" e le donne per intrattenere relazioni.
rimango però convinta che ci sono anche spazi fisici che le donne vorrebbero occupare per puro diletto e che invece si negano in nome di una qualche sanzione sociale. banalmente, al web si può giocare fra le quattro mura di casa, in tempi che non interferiscono con la vita familiare, mentre uscire (lo dici tu stessa che si comprime lo shopping di tre mesi in mezz'ora) è un'altra cosa, consentita agli uomini ma non alle donne.
lo so, però, sono fissata :)

PAMEN ha detto...

Ciao Giuliana!

sei davvero convinta che la negazione di questi spazi fisici sia "esogena" ossia imposta?
Perché io mi sto convincendo, invece, che sia, in molti casi, frutto di una scelta.
Certo, ci immoliamo, ci sacrifichiamo, rinunciamo a tutto: ma spesso nessuno ci punta il mitra addosso.
I nostri mariti ci preferirebbero in molti casi più egoiste e felici e meno lagnose e colpevolizzanti...Non trovi?

Quando veramente veramente vogliamo qualcosa non ci ferma nessuno. E' solo che troviamo sollazzo in cose diverse, e anche se abbiamo delle passioni, preferiamo in molti casi ripercorrere lo stereotipo della mamma iper-responsabile, iper-presente e iper-perfezionista ed esaurita che tirarci fuori dal cliché.

Io sto facendo questa riflessione ogni tanto:mi lamento, ma cosa faccio per cambiare le cose?
La verità è che non sono COSI' motivata ad organizzarmi per andare in palestra,
ma prova a negarmi le mie uscite con le amiche.
Quando davvero teniamo a qualcosa il modo lo troviamo, secondo me....(parlo di donne sufficientemente emancipate, ovviamente...)

ciao ciao! Pat