martedì 31 agosto 2010

So' ragazzi....

SBOOOONG PAM Aiaaaaaa BUM Fermati, maledetto! Adesso devi arrenderti! 
BENG SBANG POOOOOOPI POPI Corri Federico, ora la sconfiggiamo, tua sorella!
Ma uffaaaaaaa ma loro non mi fanno giocare!! SBANG Aiaaaa Ueeeeehhhh Ma lui mi ha fatto maleeeeee!!! NOOOOOO BANG Lui mi ha tirato i capelli!! No è stata lei che ha iniziato!!! BUUUUUUM Lasciatemi entrare nella casetta!! Mammmaaaaaaaaa!!! 


Esterno giorno.
Tiepido pomeriggio di fine estate.
Sotto il portico di casa mia quattro nani trai 5 e i 7 anni, tra cui il mio primogenito, si stanno ricorrendo,
prendendo a mazzuolate, tirando oggetti e stanno producendo 100 decibel di inquinamento acustico
tra trombette, urla acutissime, sbattimenti di oggetti.

No, i quattro non si odiano. Anzi, chiedono spesso di poter giocare insieme.

A poca distanza, la mia secondogenita, dopo aver spazzolato avanzi di patatine dai piattini di carta,
decide di muovere i suoi tenerissimi e barcollanti primi passi (cammina da pochi giorni)
in mezzo alla guerriglia, tra ruspe che volano e rastrelli usati a 'mo di spada.
Un suo quasi coetaneo identico a JackJack degli Incredibili sta nel prato e si ciuccia palline impolverate
dalla cesta dei giochi.

Nonostante il caos (e i vicini che chiudono le persiane in modo sospetto) è per me un bel momento.
I 4 nani extra sono, infatti, accompagnati dalle loro mamme, con le quali condivido una surreale
ma piacevole conversazione.
Si salta di palo in frasca, tra continue interruzioni e sporadici interventi per
sedare la sommossa. Ci si confronta, si scambiano esperienze, ricette, commenti sui reciproci vestiti,
informazioni sul lavoro, sugli eventi mondani del paese (come, ad esempio, l'imminente inaugurazione del nuovo supermercato, con ricchi premi e cotillon). Qualche pettegolezzo di quelli soft.
Si asciugano moccoli, si mettono cerotti, si raccolgono mutande e patatine, e intanto si organizzano incontri, si pianificano ritorni in piscina, si dibatte di attualità, e si avanzano proposte (te lo presto io quel libro, ti do un pò di omogeneizzati che io non uso più) che poi finiranno dimenticate, tra un urlo e un altro.

Ovviamente l'incontro non ha nulla a che vedere con i piacevolissimi meeting "sole donne"(altrimenti noti come "le cene delle galline"), poiché ha, come obiettivo primario "far giocare insieme i bambini".
Ma l'obiettivo secondario ("scambiare due parole tra di noi e sottrarci alla infinita noia degli infiniti pomeriggi delle infinite estati con i bambini") è pienamente raggiunto.
La solidarietà mammesca funziona.
La condivisione rinfranca. Rallegra. Alleggerisce. Fa viaggiare veloce la lancetta dell'orologio.

Quando le mamme sono anche persone carine come le mie amiche,
i giocattoli tornano magicamente nei cestoni e la merenda viene sparecchiata in un battibaleno.
Quando il cancello si chiude, cala il silenzio,
e mi ritrovo rintronata, ma più felice. Meno sola.
I miei nani continuano a giocare.




"Mi puoi spiegare una cosa" chiedo al mio primogenito.
"Ti trovi bene con i tuoi amici? Sei contento se vengono qua?"
"Certo, mamma!" fa lui, sgranando gli occhioni.
"Ma allora perché vi pestate tutto il tempo e vi fate mille dispetti?"
"Perché siamo dei bambini, mamma!" sospira lui, probabilmente pensando "Mi sembra ovvio.
Ti devo spiegare proprio tutto eh!".

Eh già....chettelochiedoafare!

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