La telefonata con la mamma? uccisa dalle urla.
Rispondere alla mail del cliente? non se ne parla neppure.
Mi hanno reclamato violentemente.
- Costruiamo la casetta Duplo?
- Facciamo un treno con le formine?
- Facciamo la lotta sul tappeto?
- Mamma guardiamo insieme i miei quaderni?
- Ante io ho il puaderno, guadda io!
- Guardiamo harrypotter?
- Novojo ellitottel, mi metti la calica di centouno?
- Giochiamo con il presepio.
- Ma cosa è 'sta puzza, Gesù Bambino ha fatto la cacca?
- Alloa jii vado a tambiare i pannolino. Etto fatto!
- Ma chi è il papà di Gesù? La mamma si capisce, ma qui dentro ci sono un sacco di uomini...
BING. SBANG. BENG
- Ho fameeee
- Mamma ma la Tella mi picchia!
- Non è velo!
- E invece siiiiiii.
BING. SBANG. BENG
- Devo fare la pipiiiii
- Adesso devo fare la tattaaaaa!
Bbing sbeng.
- Mamma cusiniamo insieme?
- E' prontooooo.
- Un attimooooo.
- Ciao a tutti!!
- Papà!!!!
E' appena trascorso un pomeriggio di allenamento.
Una preparazione psicofisica.
Anzi, una vera e propria VACCINAZIONE.
Assumere il principio patogeno a piccole dosi stimola la risposta immunitaria dell'organismo, no?
E allora io sto seguendo una PROFILASSI, per poter sopravvivere all'imminente
PANDEMIA che sconvolgerà il mio precario equilibrio mentale:
LE VACANZE DI NATALE.
Che bello finalmente arrivano le vacanze. Così ci si riposa un pò.
Ci sono giorni in cui temo che il concetto di RIPOSO troverà spazio nella mia vita
solo quando sarò in CASA DI RIPOSO.
Beh se non schiatterò prima, ovviamente.
Auguri, comunque, eh!
Visualizzazione post con etichetta maternità.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta maternità.. Mostra tutti i post
lunedì 19 dicembre 2011
venerdì 1 aprile 2011
The power of love
Vigilia di un corso super importante.
Sono in ritardo su tutte le mie tabelle di marcia a causa dei giorni persi per precedente malattia nanesca.
Stanchezza arretrata.
Corsa con il tempo per preparare il corso in mezzo a mille impegni.
Salti mortali per gestire il nano a casa con la seconda febbre in un mese.
Prima giornata del corso. Venti in aula, preparati ed esigenti.
Tutto bene. Ma all'uscita mi rendo conto che ho 18 ore per arrivare preparata alla seconda puntata.
Entro in casa e vengo assalita dai figli.
Il padre ha gli occhi fuori dalle orbite. La nana piange ed è in modalità cozza.
Riesco a leggere la posta sciroppandomi, in contemporanea, un Babbapapà (Barbapapà) e un Tottolino (Topolino) dietro l'altro su YouTube. Fortuna che ho un monitor 22 pollici.
Messaggio dell'amica del cuore dalle Seychelles.
Mi scrive di giochi con le onde, aperitivi con biretta e lime, branchi di delfini, stelle cadenti, reef.
Quasi quasi sentirei lo scium scium delle onde e invece...
Tella bella! No, Tella butta! Tella be-lla! No, tu butta! AAAAAAHHHHH
Mammmmaaaaa ho fatto la cacca mi pulisciiiii?
(Un uomo di sei anni è comunque un uomo. Un giorno di febbre lo fa sentire autorizzato ad essere servito e riverito e smerdato per una settimana. Oppure finché la mamma gli dice no. Ma dire no a volte costa energie preziose).
Driiiin
Telefonata dall'altra amica. Dopo sofferta singletudine, sembra aver trovato il principe azzurro!
Mollo la cozza piangente al padre e riesco a cogliere, tra gli urli, solo qualche dettaglio irresistibile, tipo il primo incontro (Uéééééé) come si chiama, come è (Vojo a mammaaaa) e cosa f....Hai finitooooooooo? Il padre mi rimolla la cozza che mi sbava addosso una scia di catarro e lacrime.
Lo intravvedo scappare con Autosprint sotto il braccio e poi sento la chiave del cesso.
Clic clac.
Le tazze della colazione che sbroccano dal lavandino.
(Un padre che molla il lavoro per stare con i figli malati è un bravo papà e un marito collaborativo.
Ma è sempre un uomo. Non gli si può chiedere di essere una donna).
La casa è nel caos, causa assenza della signora delle pulizie da una settimana.
C'è una valanga di bucato da smerdare e svomitare. Fazzoletti smoccolati e trenini in ogni dove.
Eppure non vorrei essere alle Seychelles. Andrebbe bene anche una cantina. Insonorizzata.
Ore 21. Dopo una giornata massacrante ho messo a nanna i pupi.
Ore 1.20. Ho lavorato altre 6 ore e piombo nel letto.
Ore 2. Svegliata da un urlo e vomito della piccola, che ha la febbre. Olé.
Non poteva scegliere giorno peggiore in tutto l'anno.
Tra le 2 e le 4 svegliata 4 volte. Latte, coccoina, ancoa coccoina.
Sei una santa. Mugugna il marito, sotto le coperte.
Sei una santa. Mugugna il marito, sotto le coperte.
Dalle 4 alle 6.30 un abbondante e ristoratore sonno (!).
Ore 7 di un nuovo giorno. Di nuovo al pc, con 2 figli piagnulenti, un provvidenziale marito baby sitter che si alterna trai moccoli, SuperMario e il portatile.
Per contenere lo stress si è messo i tappi per le orecchie, perché dice che il rumore lede la sua mucosa gastrica. Se gli chiedo qualcosa strizza gli occhi e urla EHHHH ricordandomi la Luisa, vecchietta rimbambita che si sposò mio nonno tanti anni fa.
Ore 14. Sole splendente.
Abbandonata la tuta smoccolata, mi sono truccata, vestita e entro nella sala conferenze del bellissimo albergo. Fuori c'è una lussuosa targa su cui campeggia il titolo del corso e il mio nome.
In aula ci sono tutti, sono tornati a sentire me. Un bel respiro e via.
All'improvviso non sento più la stanchezza, solo adrenalina nelle vene
e voglia di fare quello che sto facendo.
"Trova un lavoro che ami e non dovrai lavorare un solo giorno".
Forse questo motto cinese è un pò esagerato.
Però l'amore è la più potente energia del mondo.
L'amore per i figli, per un uomo, anche per il lavoro, sì.
Tornando a casa, in macchina, penso che se il mondo fosse governato dall'amore,
invece che dalla brama di potere, di petrolio e di figa...sarebbe un mondo migliore.
Un mondo governato dall'amore materno, magari.
Un mondo governato da madri. Invece che da figli (di puttana).
A volte l'assenza di sonno fa fare sogni potenti.
giovedì 24 febbraio 2011
Le mamme degli altri.
Scrive la collega blogger Panzallaria di intense frequentazioni con gli amici dei figli e le loro madri, rese difficili non tanto dalla volontà quanto dai limiti di spazio.
Oh come vorrei vivere a Bologna!
Ma probabilmente qualsiasi posto d'Italia sarebbe meglio della provincia di Brescia.
Mi ritengo una persona mediamente simpatica, piuttosto aperta e socievole,
disponibile a metter in gioco la mia casa e il mio tempo quando si tratta di vita sociale.
Siccome trascorro metà del mio tempo con i miei figli al paesello,
mi piacerebbe frequentare di più i loro coetanei e le loro madri, perché conoscere persone è arricchente per i grandi e per i piccoli.
Ma, salvo qualche preziosa eccezione, questo mio desiderio si scontra con la natura cavernicola delle genitrici locali.
Che le rende praticamente INFREQUENTABILI.
Cosa intendo dire?? OK... faccio parlare qualche esempio...
Cena di classe.
Mamma di D.: Siediti pure tu al centro della tavolata, io me ne sto volentieri in disparte
perché tanto di chiacchierare NON MI IMPORTA NIENTE.
(Simpatica come un mal di denti!)
-------------------
MammadiB.: Sentiiiii....visto che alla gita pioveva, perché non organizzi un pomeriggio per i bambini, magari in un parco acquatico?
Così stanno un pò insieme.
Pamen: Bella idea, grazie MammadiB.
Passa un mese. Trenatcinque telefonate, locandina, giro di inviti, prenotazione, coinvolgimento della maestra.
Pamen: Ciao, MammadiB, hai visto che ho organizzato il pomeriggio al parco aquatico, mi aiuti a coinvolgere un pò di altri genitori?
MammadiB: Beh, sì, bello, comunque io non posso venire.
(Mavaffanc...!)
-------------------
MammadiG: Ah, si, io il mio G lo mando dalle Madri Canossiane.
Ci tengo che abbia una educazione CRISTIANA. E poi è una buona scuola, non come la statale che è piena di GIARGIANIS (*)
GIARGIANIS (*)= simpatico e CRISTIANO modo di definire gli extracomunitari.
(Un altro buon motivo per iscrivere Ale alla Statale!).
-------------------
Fine febbraio. Splendido pomeriggio di sole. Da un mese mi trovo da sola quasi tutti i pomeriggi al parco
con i bambini. Che si scalmanano felici. Mentre io mi rompo amorevolmente le balle.
Le uniche madri presenti sono straniere e interagiscono solo tra di loro in ostrogoto.
Pamen a MammadiF: Venite al parco dopo la scuola?
MammadiF: Ma scherzi? Con QUESTO FREDDO? No, non vorrei che F. si AMMALASSE.
(Come mai la madre media italiana tiene il figlio tappato in casa da ottobre a maggio e esce di casa solo per
andare dal pediatra o al pronto soccorso con cadenza settimanale?
Come mai io passo per degenere ma i miei figli in otto anni di vita complessivi hanno preso l'antibiotico UNA VOLTA a testa?)
------------------
MammadiL: Mi sento sola, non conosco nessuno.
Pamen: - Vediamoci domani in pasticceria per un caffè!
MammadiL: Volentieri!
MammadiM: Io non posso.
Pamen: MammadiL, visto che siamo tu ed io, perché non vieni a casa mia per il caffè?
MammadiL: Ah...beh...mi spiace, forse vengo, forse no. Sai, ho delle commissioni da sbrigare.
(Poi non viene, non si fa viva e non ricambia mai l'invito).
-------------------
MammadiA: Grazie per aver invitato A alla festa di Alessandro. Solo che noi martedì andiamo a musica alle 17. Possiamo venire MA SOLO PER UN QUARTO D'ORA.
Pamen: 8-O (strabuzza gli occhi). Beh vedi tu, ti chiedo solo di farmelo gentilmente sapere, perché l'anno scorso ho prenotato per venti bambini poi dieci non si sono presentati e nessuno mi ha informato.MammadiA: Si, certo. Allora facciamo così se non mi vedi vuol dire che NON HO POTUTO VENIRE!
(Ma sei scema o mangi sassi?)
-------------------
SMS Anonimo.
"Ciao grazie per l'invito ma non possiamo venire alla festa".(Ah. Ma chi caXXo sei?)
-------------------
MammadiA: Ciao, scusa, volevo dirti che non ho ancora dato i soldi per il regalo alla maestra, ma considera anche me, te li do quando ti vedo!!
MammadiA: Ciao, ah, senti, io il regalo alla maestra l'ho fatto da sola, visto che era passato molto tempo.
(si, è sempre la stessa mamma di A, il genio della lampada!!).
-------------------
MammadiN: Dai, Pamen, vediamoci lunedì, facciamo merenda insieme!!
Lunedì pomeriggio. Non viene, non risponde al telefono o agli SMS. Aspetto inutilmente fuori dalla scuola con i nani scalpitanti.
Incontro il marito tre giorni dopo e gli chiedo se è viva.
MammadiN via SMS: So che mi hai dato per dispersa ma sai ho avuto degli IMPREVISTI!
(e sticaxxi...e avvisare no?)
-------------------
Riunione di presentazione della Scuola Primaria (così si chiama ora la Scuola Elementare).
Dopo aver presentato progetti, materie, attività, laboratori, le insegnanti lasciano spazio alle domande.Coro di mamme belanti e ansiose: "Ma come si mangia in mensa???"
Nessun'altra domanda viene posta.
MammadiS: Ah, io me lo vado a prendere e lo riporto a scuola tutti i giorni, così almeno sono sicura che MANGIA BENE!
Ma perché le altre mamme sono ossessionate da cosa mangiano e da quanto cagano i loro figli E IO NO?
Cosa ho che non va? Sarà per questo che l'operazione socializzazione NON MI RIESCE?
martedì 1 febbraio 2011
Sei anni
A sei anni non sei più piccolo, anzi esci dal mondo dei piccoli.
Ma sei geloso se la tua sorellina beve il latte la sera, e ne chiedi un pò anche tu.
A sei anni nulla ti diverte di più che dire cacca merda puzza pipì. Anzi, si, forse scoreggia.
Ma sai già pronunciare dei nomi irripetibili di dinosauro.
A sei anni vuoi andare al cinema e guardi senza paura Monster's house e Jurassic Park.
Ma poi rimani imbambolato anche davanti a Pingù, Pooh, Barbapapà e gli altri eroi di tua sorella.
A sei anni sei preoccupato dall'idea che presto dovrai andare a scuola.
Ma mi informi con orgoglio che all'asilo stai lavorando su un quaderno tutto per te,
il tuo primo quaderno.
A sei anni ti ritrai schifato se tua sorella ti dà un bacio umido di saliva.
Però poi scaccoli il naso, ti pulisci la bocca nella manica, e dopo la pipì scappi via senza lavarti le mani perché hai fretta di tornare a giocare.
A sei anni vorresti stare 24 ore al giorno attaccato ai videogiochi.
Ma se te lo impediamo, sei capace di giocare per ore con una stellina di plastica e due pupazzetti e mi comunichi soddisfatto puoi continuare a giocare a Super Mario "con la fantasia".
A sei anni sei già così lontano e diverso da quel fagottino rugoso che mi hanno messo in braccio quel martedì 1 febbraio di 6 anni fa.
Ma questa sera sei venuto a reclamare la tua coccola della buona notte, e quando
ti ho abbracciato, scricciolo ossuto, sapevi di buono, sapevi di bambino. Il mio bambino.
Buon compleanno, amore mio.
Mi sono goduta intensamente ciascuno di questi sei anni,
e ogni tuo compleanno è sempre più vicino a quello successivo.
Puoi crescere un pochino più lentamente, per favore?
lunedì 1 febbraio 2010
Cinque anni fa
Cinque anni fa la mia esistenza si svolgeva nei confini familiari del mio ego.
Perché anche il più intenso degli amori romantici è, fondamentalmente, egoistico.
Appaghi per essere appagato, dai per ricevere, cerchi la tua felicità.
Poi, il 1 febbraio del 2005, la mia vita precedente si è congelata,
e sono rinata. Come mamma.
Cinque anni fa il senso di tutto è cambiato.
Venendo al mondo, quel piccolo cucciolo d'uomo ha catalizzato tutte le attenzioni e ogni respiro di due genitori e ha fatto rincitrullire quattro nonni.
Oggi il cucciolo è un pò meno cucciolo, ma ha gli stessi occhi grandi e dolci.
Ha lunghe gambette da cerbiatto e braccia secche, ricci sempre meno biondi,
una parlantina inarrestabile e la logica incontrovertibile dei bambini.
Animato da inesauribile energia, scopre il mondo: le prime amicizie, i primi amori,
il fascino indiscutibile della tecnologia, come è giusto per un piccolo nativo digitale.
Oggi il cucciolo ha avuto la sua prima vera festa: amici, regali, torta, palloncini, persino due pagliacci.
Si è così incredibilmente divertito e crogiolato nell'essere protagonista dell'evento da dichiarare, solenne: "Io non voglio che questo giorno finisca mai, quindi non andrò mai a dormire".
Amore mio.
Posso fare anche io un capriccio?
Io non voglio che la tua infanzia finisca mai, e quindi adesso mi guarderò le 347 foto della tua festa e
cercherò di stampare a fuoco nella mia mente anche questo momento di felicità.
Perché nulla mi rende più felice della TUA felicità.
Perché anche il più intenso degli amori romantici è, fondamentalmente, egoistico.
Appaghi per essere appagato, dai per ricevere, cerchi la tua felicità.
Poi, il 1 febbraio del 2005, la mia vita precedente si è congelata,
e sono rinata. Come mamma.
Cinque anni fa il senso di tutto è cambiato.
Venendo al mondo, quel piccolo cucciolo d'uomo ha catalizzato tutte le attenzioni e ogni respiro di due genitori e ha fatto rincitrullire quattro nonni.
Oggi il cucciolo è un pò meno cucciolo, ma ha gli stessi occhi grandi e dolci.
Ha lunghe gambette da cerbiatto e braccia secche, ricci sempre meno biondi,
una parlantina inarrestabile e la logica incontrovertibile dei bambini.
Animato da inesauribile energia, scopre il mondo: le prime amicizie, i primi amori,
il fascino indiscutibile della tecnologia, come è giusto per un piccolo nativo digitale.
Oggi il cucciolo ha avuto la sua prima vera festa: amici, regali, torta, palloncini, persino due pagliacci.
Si è così incredibilmente divertito e crogiolato nell'essere protagonista dell'evento da dichiarare, solenne: "Io non voglio che questo giorno finisca mai, quindi non andrò mai a dormire".
Amore mio.
Posso fare anche io un capriccio?
Io non voglio che la tua infanzia finisca mai, e quindi adesso mi guarderò le 347 foto della tua festa e
cercherò di stampare a fuoco nella mia mente anche questo momento di felicità.
Perché nulla mi rende più felice della TUA felicità.
Iscriviti a:
Post (Atom)