domenica 21 marzo 2010

Chiuso per lutto

Due morti in famiglia in 20 giorni. In due paesi stranieri.
La mamma in America.
Il marito trasloca l'ufficio.
La collaboratrice domestica in malattia a tempo indeterminato.
La casa in preda al caos.
La baby sitter laureanda in preda ad attacchi di ansia.
Una coda infinita di lavori da consegnare.
Una numero consistente di potenziali clienti in attesa di preventivi.
Sette mesi di sonno limitato causa lavoro serale e/o vari malanni filiali.
La primavera che non arriva e l'inverno che non se ne va.
La figlia piccola ben lontana dall'autonomia comunicativa e di spostamento, che richiede
attenzioni continue, preferibilmente materne.
Vita sociale: ai minimi termini.
Ultima seduta dal parrucchiere: visibilmente troppo remota.
Ultima cena romantica: 1 anno fa.
Ultimo cinema: non pervenuto.
Ultimo pomeriggio di svago: non pervenuto.

E, in fondo, va tutto bene. Salute, lavoro, amore, figli, amici.
Nessun vero ingorgo esistenziale, solo un attimo di traffico intenso.
Un momento in cui è facile rimpiangere il passato e idealizzare il futuro.

Per fortuna la morte ci ricorda il senso della vita.
Vivere. Ogni giorno. Come se fosse l'ultimo.

Se fumassi ora me ne accenderei una. Mi accontenterò di farmi un bel thé.

venerdì 5 marzo 2010

LE CESARICHE

Chi mi conosce sa che quando si parla di parti cesarei i miei occhi si iniettano di sangue e
parto con le mie filippiche...Probabilmente tante donne mi hanno preso per una invasata fanatica (soprattutto quelle che hanno partorito in posizione litotomica al Civile oppure accettato senza fiatare dei cesarei pretestuosi), i miei familiari mi hanno supportato e sopportato fino alla nascita di Valentina, ma adesso, giustamente, non ne possono più.
Ma la stampa specialistica ha raccolto il mio sfogo! YEPPA!!

Antefatto: nel mitico periodico indipendente UPPA (Un Pediatra Per Amico), un'oasi di intelligenza nel mare di stupidità e opportunismo della stampa dedicata ai genitori, una lettrice scrive chiedendo se può sperare in un parto naturale dopo due cesarei. Le suggeriscono di abbandonare le speranze.
Mi scateno manco fosse il mio l'utero che verrà affettato inutilmente per la terza volta, e rispondo per le rime. Risultato? Risposta del direttore e, udite udite, pubblicazione del mio messaggio (ovviamente tagliato) in parte ad un bell'articolo di Ivana Arena (che onore!).

Qua sotto trovare il mio intervento originale, nel link qui sopra il PDF dell'articolo, mentre, per chi si forse perso le puntate precedenti...il racconto del mio VBAC.