domenica 29 aprile 2012

Le lacrime della sposa



Ieri si è sposato Carlo, amico storico e testimone di nozze del marito A.M.
E' stato un matrimonio semplicemente perfetto, una festa indimenticabile.
La giornata stupenda.
Un fantastico ricevimento su una nave antica.
Le coste più suggestive del Lago di Garda, sovrastato dal Monte Baldo innevato.
Ma, soprattutto, è stato un matrimonio pieno di emozioni.
La tensione della mamma.
Il nervosismo del papà, che si tormentava un herpes sotto il cerotto.
L'eccitazione buffa dei bambini, reporter improvvisati alle prese con una Polaroid vintage.
L'allegria degli amici, per un giorno spensierati come in gioventù (soprattutto se, come noi, 
privi di figli a cui badare,  grazie al generoso aiuto di qualche nonno).
E la gioia commossa della sposa.
E la sposa mi ha fatto un regalo. 
Le sue lacrime di gioia mi hanno distolto dal cinismo quotidiano, riportandomi all'inizio della mia vita matrimoniale, 10 anni fa.
La favola.
La felicità.
L'entusiasmo dell'inizio.
Sapevo che il matrimonio non è tutto rose e fiori, ma confidavo che l'amore e la volontà avrebbero tenuta viva la magia.

Ma tenere viva la magia è davvero difficile. E non parlo solo di me.
"La maggior parte delle coppie dei nostri amici si sta separando" ha detto uno degli invitati, ieri.
Anche trai miei conoscenti non vedo molta magia.

C'è quella che dopo la chemioterapia torna dai genitori per non dover fare da serva ad un marito che non ricorda più la promessa "nella buona e nella cattiva sorte".
C'è quella che sotto gli occhiali da sole nasconde un livido, e io spero tanto che abbia solo preso uno spigolo ma non ci giurerei.
C'è quella che dopo aver tenuto in piedi da sola il matrimonio per tanti anni ha tirato i remi in barca e ora viene accusata da tutti per aver voluto tagliare i rami ormai secchi.

E nemmeno le principesse Disney se la passano bene, in barba a tutti i miti con cui ci hanno cresciuto.


Però ci sono anche L. e P. che dopo una vita e un'impresa insieme camminano ancora tenendosi per mano e si apprestano ad aprire insieme un'altra impresa.
E M. ed E. che, in barba alla crisi, alla casa piccola e alle difficoltà, hanno appena suggellato i loro voti coniugali dando vita alla terza creatura.
E come dimenticare T. e V. che ancora non hanno coronato il loro sogno ma che hanno affrontato il dolore più uniti e complici che mai.
La magia è come un orto, perché dia i suoi frutti va coltivata.
Prima di tutto dentro di sé e poi in coppia, attraverso la condivisione non solo di impegni, responsabilità e scadenze, ma anche di tempo, spazio, esperienze, emozioni.

Gli sposini stanno partendo per tre settimane in Nuova Zelanda.
E gli sposini di 10 anni fa?
Hanno deciso di festeggiare il decennale tornando a concedersi tempo e leggerezza.
Il musical a Milano, la mostra di Klimt a Venezia, la giornata relax alla spa, il saggio di tango argentino da preparare, un weekend speciale in un hotel 5*...Riusciranno i nostri eroi a riaccendere la magia?

lunedì 23 aprile 2012

Ieri ho compiato tre anni.

Cosa rimane della festa quando anche l'ultimo ospite se ne è andato?
Un tappeto di briciole.
Una distesa di avanzi.
Una valanga di piatti e bicchieri di carta pieni e vuoti.
Palloncini e festoni sbilenchi alle pareti.
Bottiglie di spritz pronto e di spumante da finire a canna.
Due metri cubi di carte, fiocchi, imballaggi.
Due ombrelli che qualcuno ha dimenticato.
Una tavolata piena di regali.
Due bambini che barcollano di stanchezza ma non possono smettere di provare tutti i nuovi giochi.
E, nel cuore, tanti bei ricordi e tanto affetto. 



Quando io ero piccola le festicciole erano intime, per lo più familiari,
solo eccezionalmente allargate agli amici.
Ai miei bambini e ai loro coetanei vengono tributati festeggiamenti che, se paragonate alle
spartane celebrazioni degli anni '70, paiono il giubileo della regina Elisabetta.
Talvolta il rituale torta e candeline viene replicato ad uso e consumo di tutti i pubblici di riferimento del festeggiato: all'asilo o a scuola, a casa, dai nonni, con gli amici, per un totale di una settimana di festine, torte, regali e fiumi di cocacoladeibimbi

Dopo essermi opposta alla Santa Lucia a tappe ("Vieni, oltre che da nonne e zie è arrivata Santa Lucia per te anche dalla vicina, andiamo a vedere cosa ti ha portato!" "Mamma lasciami giocare, non poteva portarmeli tutti insieme in un solo posto i regali?"),
ho cercato di concentrare anche la celebrazione dei compleanni.
Niente più locali a pagamento o pagliacci improbabili, torte con costose foto o cialde personalizzate con i personaggi, niente gonfiabili scalmana-bimbi.
Una cosa semplice, a misura di treenni.

E questa volta c'erano proprio tutti a festeggiare Valentina.
Le sue amichette del cuore, i nostri amici più cari, tutti e quattro i nonni, gli zii, persino la morosa di mio fratello. E, per la prima volta, lei si è goduto tutto: ospiti, regali, la corona da reginetta,
le candelone azzurre.
"Ieri ho compiato tle anni all'afilo, mentle oggi li ho compiati alla cafa mia", ha sentenziato.
E' stato bello, intimo, caldo.
Un grandissimo sbattimento prima e dopo, ma poi mi basta rivedere le foto e ripensare alla sua felicità per concludere che ne è valsa la pena.
Questa vita è un delirio, una corsa ad ostacoli, a volte una guerra continua.
Però siamo vivi e sani, e siccome entrambi i fatti sono un miracolo,
bisogna proprio fermarsi a brindare!
E c'è forse modo migliore di festeggiare che avere vicino tutte le persone a noi più care?

venerdì 20 aprile 2012

La principessa azzurra.

Valentina.
Tina.
Tella (questo lo hai inventato tu).
Polpetta (questo l'ho inventato io, guardandoti le cosce). 
O anche Maria Polpetta, principessa di Bolognina.

Domani è il tuo terzo compleanno.
Che cosa ti regaleremo?
La casa dei MiniPony (sic)?
Rapunzel da pettinare?
Oppure dieci sedute dall'esorcista? 





O, forse, soffiando le tre candeline uscirai magicamente dai terrible two e non ci regalerai più le tue epiche sceneggiate in cui ti contorci sul pavimento con la bava alla bocca?
C'è da dire che quando Satanasso poi esce da te dopo i tuoi leggendari capricci, tu torni da noi angelicata e, a volte, ci annunci, soave: "Adeffo ho finito e fono bona!".

Nemmeno tre anni e sai già cosa vuoi. O meglio, sai benissimo cosa NON vuoi.
Se prepariamo le decorazioni di Pasqua tu proponi di fare l'albero di Natale.
Se il latte è freddo lo chiedi caldo. Ma appena l'ho scaldato lo rifiuti perché lo volevi freddo.
Se in settimana bianca ti annuncio che andiamo in un bellissimo parco giochi sulla neve tu ci informi che vuoi andare solo in parchi giochi SENZA neve.
Se per caso per colazione c'è la torta tu preferisci una fetta di frittata alle cipolle fredda della sera prima.
Se il dottore nonché sindaco ti offre una caramella tu rifiuti sdegnata e gli dici che è brutto.
Se il tuo amico Alessandro ti invita a casa sua gli rispondi seccatissima: "Non fi veno a cafa tua, io vado a cafa mia! Laffami in pase!".
E se devono venire ospiti da noi, ti accerti che non sarà per sempre: "Ma poi fe ne va a cafa sua?"

La pipì? Accetti di farla solo se tuo fratello finge di competere con te per chi arriva prima al water. Chissà quando mangerai la foglia e capirai che quando Ale esclama "Azzidenti!" strizzandomi l'occhiolino non sta sentenziando la tua vittoria, ma solo che tu sei ancora una tontolina intortabile e lui il primogenito complice.
Intanto hai già capito che con tre moine tuo papà diventa creta nelle tue mani, piccola seduttrice in erba.  E io non te l'ho certo insegnato io, come si fa, "Gattina for dummies" non è trai miei manuali di riferimento.

Però forse un pò di sense of humor te l'ho trasmesso. Altrimenti non mi spiegherei come, a nemmeno tre anni, tu possa uscirmi con delle battute irresistibili. Come quando, intorno al bidet, parlavamo di pulizia della patatina. Tu hai la patatina mentre mamma ha la patatona. Ma che la tua fosse la Pata-Tina e la mia la Pata-tlifia (=Pata-trizia) davvero mi ha fatto rotolare dalle risate.

Non ho avuto bisogno di insegnarti che benché femmina, non devi sentirti relegata ad un mondo di rosa e di pailettes.
Lo sai benissimo. E quindi colori gli album tutti di marrone, decori di nero le uova di Pasqua e sulla tua torta vuoi solo candeline ATHURRE, perché azzurro è il tuo colore preferito.

E in effetti hai dedotto dai cartoni Disney che catturare un principe azzurro  è un must della felicità muliebre.  
Nel frattempo, però, avresti anche deciso di sposarti una femmina, da grande. 
E, nell'attesa, ti sei auto-definita una PRINSIPEFFA ATHURRA.


Per ogni paio di scarpine nuove mi fai le feste, ma poi adori infilarti gli stivalacci di gomma con i disegnini del calcio di tuo fratello.
Maschiaccio? Solo per alcune cose. Poi diventi materna e dolce quando nutri i trenini o dormi con un peluche sotto la maglietta... Per non parlare di quando mi rubi le tollane e i pennelli da trucco.

Quando nasce un bambino nasce anche una mamma. Il 21 aprile del 2009 io sono ri-nata per la seconda volta, riscattando le ingenuità dei miei primi quattro anni di maternità e forse di tutta una vita.
Ho iniziato a combattere per farti nascere secondo natura e continuo a combattere. Per allattare, per evitarvi i farmaci, per l'acqua pubblica, per farvi respirare aria decente, per la parità. Se già prima ero rompiscatole di mio adesso sono diventata una scassapalle attivista.

Il fatto è che mi piacerebbe lasciarvi un mondo anche solo un pochino meno schifoso. Soprattutto a te che sei femmina, e che per raggiungere i tuoi obiettivi nella vita dovrai sfoderare il doppio della grinta.
E sono abbastanza sicura che ci riuscirai.

Quando ho scoperto che nella mia pancia nuotava una femmina ho pianto lacrime copiose di gioia.
Ed in effetti tu sei una gioia, e noi siamo tutti pazzi di te. 
Sei l'ultima arrivata, eravamo già una famiglia, ma mai come ora che ci sei tu.
I tuoi primi anni non sono stati proprio una passeggiata, ma adesso arriva il bello.
Mi fai arrabbiare. 
Mi fai ridere di cuore. 
Mi sfinisci. 
Mi stupisci.
Puoi essere allegra o musona. 
Solare o lunare. 
Pazzerella o maestrina. 
Affettuosa o implacabile.

Ma comunque sei una benedizione, un dono, una ventata di amore e di futuro per i tuoi famigliari, per chi ti conosce e ti vuole bene.

Felice compleanno, Valentina. 
con smisurato amore
la tua mamma (e il tuo papà)

giovedì 5 aprile 2012

Di tango e di pattinaggio.

Fervono i preparativi per il saggio di fine anno.
Per una volta non le recite dei figli, ma l'esibizione di tango argentino di noi genitori.
Due minuti di esibizione che già ci fanno penare.

-Bambini, adesso vi faccio vedere il video dei nostri maestri che ballano.
- Bravi!
- Eh sì, sono campioni del mondo.
- Campioni di cosa?
- Campioni di tango.
- Mi fai vedele antola i CAMPIONI DEL TAVOLO?


Poco dopo aver visto un video con l'esibizione della Kostner, Valentina si dimena sul pavimento.
- Cosa fai?
- Vojo fale a PETTINATRICE!
- La pettinatrice?
- Fi.
- E perché salti e balli se vuoi fare la parrucchiera?
- Ma noooo. No vojo fale la pallucchiela. Vojo fale come Calolina, Calolina Koscel!