sabato 23 luglio 2011

le ultime parole famose...

Negli ultimi anni abbiamo trascorso le nostre vacanze in comodi bungalow.
Prima di prenotare il fantastico hotel superaccessoriato
avevo espresso alla titolare le mie perplessità sulla grandezza delle camere.
Che mi aveva risposto da perfetta commerciale:

" (..) C'è anche da dire che in un albergo al mare, la necessità della camera è diversa da quella di una vacanza in montagna: durante il giorno si è sempre fuori, in spiaggia. E anche se capita UNA giornata di pioggia, i bambini giocano nella stanza dei giochi, non si sta in camera....".

Ma certo, che sciocca. In camera ci serve solo il letto in fondo.
E poi, perché mai dovrebbe piovere a fine luglio?

Eh già...

Previsioni per la prima settimana di vacanza:






Previsioni per la seconda settimana di vacanza:






Armiamoci. Anzi armaci che partiamo

Hai studiato i pro e i contro di ventitré alternative.
Ti sei iscritta a quarantadue newsletter di hotel.
Hai proposto e concordato la destinazione delle vacanze.
Hai negoziato il trattamento e i servizi.
Hai prenotato e pagato la caparra (in tempo per lo sconto early birds).
Hai chiamato per confermare l'arrivo e impostato il navigatore.

Hai chiesto e richiesto di poter viaggiare senza lo sportello del vanoportaoggetti sulle ginocchia che è rotto da un anno. 
Ma siccome hai delegato a un altro familiare maggiorenne la gestione della macchina, 
la questione dello sportello è stata accidentalmente dimenticata sia al momento della revisione (fatta dopo un anno dalla scadenza e una multa di 161,00 euro) sia al momento del tagliando. Opps! Quindi sai che viaggerai con lo sportello sulle ginocchia (ma almeno la revisione è fatta).

Hai svuotato il frigo, buttato l'immondizia, regalato gli avanzi ai vicini.
Hai creato e salvato la playlist delle vacanze, con le canzoni attualmente preferite dai figli e qualche hit di stagione.

Hai comprato/preparato/lavato/stirato/radunato giusto qualche oggettuccio.
Tipo:
Sapone, bagnoschiuma, pigiami, documenti di tutti, magliette, shampoo, balsamo, olio capelli, calze, mutande, reggiseni, canotte, body, calze, gel capelli, scarpe, ciabatte, borse, 
cappellini, costumi, deodorante, pantaloncini, pantaloni, spazzole, penne, matite, gomme, canotte, giacche a vento,  maglioncini, limetta, tagliaunghie, jeans, tessere sanitari, protezioni solari ( tre, diverse),  crema viso, felpe, lavaviso, spazzolini, dentifricio, macchina fotografica, sandaletti gomma passeggino, trucchi, cavetti vari, occhiali sole, bijoux, giornali, fazzoletti carta, bavaglie, preservativi (ah ah ah! beh non si sa mai...) burri cacao, tappi orecchie, 25 giochi per il viaggio, cellulare, carica batteria, assorbenti, pupazzi, biberon, medicine, borsa mare, ciucci, cerotti, pannolini, lozione antizanzare, lozione dopo puntura, pile di scorta, ciambella mare, termometro, aquilone, sacchetti vuoti, secchiello e paletta, 12 formine per la sabbia e 10 biglie, pomata arnica/fargan, ombrello, blocchi carta, puzzle, nintendo DS, librini per bambini, salviettive, acqua per viaggio, cremina culetto, forbicine, CD musicali, portatile, navigatore, tavolini da disegno per la macchina, auricolare.

Hai assemblato il 98% di questi oggetti, riponendolo in borse.
Hai fatto fare a buona parte di queste borse tre piani di scale.
Hai dato da bere alle piante, hai disposto per la loro sussistenza in tua assenza, hai cercato di lasciare in casa un ordine decente.

E sai perfettamente che, quando il cancello di casa si chiuderà alle vostre  spalle,
lui gogolerà soddisfatto: " Che bello, adesso PORTO IN VACANZA LA MIA FAMIGLIA!".

venerdì 22 luglio 2011

La più potente di tutte le droghe.

Quasi 800 giornate insieme.
Di cui più di 500 in braccio. O appesa al mio polpaccio.
Pianti, capricci, piccole grandi sfide estenuanti. 
Febbri, vomiti, tanta, tanta cacca da pulire.
Un richiamo continuo che, a volte, è come un cappio al collo:
- Mammaaaaa mammina!!
- Sono al bagno, amore. Mi lasci sola un minutino??
- In braccio!! In braccioooooooo!!!!
Notti surreali, di risvegli e pianti, in cui non sai come farai a sopravvivere. 
(poi sopravvivi sempre). 
Le hai dato la vita, ma oltre alla sua si è presa pure la tua.
La sensazione che il tempo non passi mai, che la fatica non si alleggerisca mai.

E invece il tempo passa.
La fatica diminuisce ogni giorno, impercettibilmente.
Ogni giorno più autonoma, meno cozza, più simpatica, adorabile, indipendente.
E ogni giorno è prezioso, fuggevole. Già fra pochi mesi sarà diversa  al massimo in un anno non sarà più la polpetta buffa che è ora.Ha finito oggi il suo primo anno di asilo nido. Con il rammarico della maestra: "E' diventata così brava ed autonoma e ora se ne va!".


E poi, un bel giorno, succede una cosa.
La stai coccolando e lei ti guada con gli occhi dell'amore e ti mugugna qualcosa di incomprensibile con la bocca ripiena di ciuccio.
-....
- Cosa hai detto? Sputa il ciuccio!
E lei sputa il ciuccio, ti guarda innamorata e ripete:
-Ti vojo tanto bene, mammina!

E all'improvviso tutta la fatica sparisce, e ti scoppia dentro un amore folle, una felicità che cancella ogni sforzo.
E capisci che non c'è niente che non faresti per quella creatura, 
e che non esiste soddisfazione amorosa, lavorativa, personale paragonabile nemmeno lontanamente alla gioia 
che può darti l'amore del tuo bambino.

giovedì 21 luglio 2011

Eva contro Eva?

United we stand. Divided we fall.
Pink Floyd




Donne nemiche tra di loro? Un luogo comune? Esistono buone prassi di alleanza al femminile?
Questo il tema lanciato da Monica, aka Ponti Tibetani con l'iniziativa #DonnexDonne.
Un nuovo circolo di discussione al femminile.
Fiumi di parole, di esperienze, di idee, che vogliono ora confluire in una rassegna di esempi virtuosi.

Una bella sfida.
Perché il pensiero corre subito alle colleghe competitive pronte a farti le scarpe appena sparisci per partorire.
Alle cognate rancorose e livide che tessono tele oscure e seminano zizzania.
Alle rappresentanti dei genitori che si scannano di loro per decidere se fare o meno
un regalo condiviso alle maestre dell'asilo.
Alle frequentatrici di forum mammeschi che si lapidano a suon di giudizi universali: tu non allatti quindi sei cattiva, tu hai applicato il Metodo Estivill quindi sei una madre degenere.
Altro che luogo comune.

Ma d'altra parte, homo homini lupus, perché mai dovrebbe spettare alla donna fare un'eccezione?
Perché dalle donne ci si aspetta solidarietà?
Perché ci si aspetta solidarietà tra le categorie umane svantaggiate.

Ogni anno muoiono 350.000 donne di parto.

Ogni anno muoiono 200.000 donne di violenze (dato fortemente sotto-stimato, perché mancano tutte le bambine e i feti femmina che non vedono la luce).
Una donna su tre ha subito, almeno una volta nella vita, violenza fisica, sessuale o psicologica.
In Italia la disoccupazione femminile è del 49%: una donna su due non lavora, e ogni anno 800.000 donne sono costrette ad abbandonare il loro lavoro in seguito ad una gravidanza.
Può bastare per sostenere che il femminismo ha ancora tantissima strada da fare?
Credo che non sia necessario un elenco di tutte le discriminazioni femminili perpetrate dalla società, dalla politica, dall'economia, dallo spettacolo, dalla pubblicità e....dalle altre donne.

Non c'è bisogno, perché le donne lo sanno.
Se sei giovane, se sei vecchia.
Se sei bella, se sei brutta.
Se hai un compagno o se non ce l'hai.
Se sei madre o se non lo sei.
Se allatti o se dai la formula.
Se sei un ingegnere o una soubrette.
In ogni caso, se sei donna, subisci discriminazioni e ricatti. 
Da uomini e da donne.
E la tua vita è un salto ad ostacoli.

Ecco perché un pò di solidarietà gioverebbe. A tutte e a tutti.
Per un mondo più equo, più sensato, meno stupido e violento.

Ma, da che mondo e mondo, divide et impera è la prassi di chi comanda.
Quanti galletti, ognuno nel suo pollaio.
Un gallo è per definizione un figo, e fa i fatti suoi mentre le galline che si scannano tra di loro...
sono solo delle galline.

Bene, e le prassi positive? 
penserà a questo punto il lettore attento (che magari ha fretta di leggere altri 45 blog).
(E lo penserà forse anche il marito antimarketing, principale vittima dei miei pippolotti femministi).

Ci sono e io le ho toccate con mano.
Non parlo dell'insostituibile aiuto di mia mamma e di mia suocera.
O del sostegno morale e concreto delle mie fantastiche amiche.
Parlo di donne che si aiutano senza essere legate da un sentimento
o da un immediato utilitarismo.

Le donne del forum Parto Naturale, un forum di donne che credono che "Non cambieremo il modo di stare al mondo senza cambiare il modo di venire al mondo".
Donne che dedicano tantissimo tempo ad accogliere, consigliare, confortare e aiutare altre donne
nella scelta di vivere gravidanza e parto in modo naturale.
Una rarità in tempi in cui il 39% dei parti sono cesarei.
La solidarietà di queste mamme, prodighe di consigli ed esperienza, mi ha aiutato  nel mio percorso verso il mio fantastico parto naturale dopo un cesareo violento e pretestuoso.
Alcune di loro mi hanno aiutato persino durante il travaglio con suggerimenti e incoraggiamenti.
(ma una descrizione fantastica di questo luogo virtuoso la da la mia ominima siciliana, TrinityPat).

Le donne del GAS (gruppo di acquisto solidale) del Paesello, nato per 
permettere a chi ne fa parte di acquistare prodotti sani, biologici,  rispettosi 
del lavoro dei produttori,  senza inutili sprechi di energia; il tutto senza dover spendere 
eccessivamente. Ognuno dei membri contribuisce secondo le sue possibilità alla gestione degli 
acquisti e a quella del gruppo. L'impegno è grande, ma anche la soddisfazione.


Le allieve dei miei corsi di formazione. Ogni mese incontro impiegate, commesse, segretarie. 
Molte di loro mi raccontano di capi stronzi e maschilisti, che le considerano un costo e le sfruttano fino al midollo, senza alcun rispetto. E poi aggiungono "per fortuna ho un bel rapporto con le mie colleghe, senza il loro aiuto me ne sarei già andata".

Piccoli esempi, lo so.
Ma fa più rumore un albero che cade o una foresta che cresce?




Partecipano all'iniziativa:


e altre...(l'elenco completo è qui)

martedì 12 luglio 2011

Ruspe in affido

Valentina mostra una precoce vocazione da assistente sociale.

La sua missione è riunire le famiglie disperse e ricongiungere i piccoli con i loro genitori.
Piccoli di qualsiasi specie, animata o no.

I peluche-gatto? Tutti insieme nel suo letto.
I pesciolini di gomma? "Etto fatto, pittolo Nemo, tu qui ed etto qua tuo papà!".
La piccola Rapunzel? "La ftrega ha rubato 'a bimba ma poi 'a bimba torna da sua mamma".
Le scarpine bimbe? Nella scarpiera con le scarpe mamme.
Le barchette? Tutte nello stesso laghetto "Etto, pittola barchetta, è arrivata 'a tua mamma".




Ma quando si è messa a organizzare l'adozione di una ruspina blu da parte di una ruspona gialla
("Etto, pittola rufpa, adeffo etta è 'a tua mamma") ho fatto fatica a contenere la cinica razionalista che c'è in me.
"Glielo dici tu  che le ruspe NON SONO mammiferi?" ho chiesto al primogenito.

"Ma mamma, NO!" mi ha rimproverato il seienne: "Questo è il SUO gioco, e se glielo rovini lei ci rimarrà malissimo!".
Ok, ok!! Eviteremo di crearle questo trauma, allora!

A volte un seienne può essere un distillato di saggezza meglio della Tata Lucia di SOS Tata.


domenica 10 luglio 2011

Bambini di campagna

Sono stata una bambina di città.
Non ho mai desiderato vivere in campagna perché la mia vita era quella lì e a me piacevano anche i giardinetti in mezzo al traffico, le panchine di cemento, i cortili pieni di ragazzini.
E poi appena possibile i miei genitori ci portavano al lago.

Oggi è stata una domenica rovente, di quelle segnalate dai telegiornali con "emergenza caldo".
Ma i miei bambini non se ne sono accorti.
Appena svegli sono stati presi da un evento che per me sarebbe stato scioccante e che loro hanno già visto molte volte: un uccellino morto da osservare e salutare.


Il resto della giornata è trascorso tra bagni, tuffi, giochi in giardino, scivolate, raduni di barchette, esperimenti di giardinaggio, sessioni di spruzzino e di altalena.
Corse infinite, ghiaccioli da sgocciolare nell'erba, pipì nel vasino da sciacquare con la canna, gatti in fuga da rincorrere.



I miei bambini vivono nel verde, a piedi nudi, in mutande o in costume.
Spesso mangiano frutta e verdura che che hanno raccolto loro stessi.
Vanno a salutare le mucche col cui latte sono fatti i formaggi che mangiano.
Hanno visto un vitello o un puledro nati da pochi minuti.
Sanno cosa vuol dire raccogliere le uova ancora calde.

Ci sarà un giorno in cui ci chiederanno un motorino per evadere da questo paradiso
e riunirsi con dei coetanei brufolosi e scazzati, lo so.

Ma adesso sono felici.
Selvaggi e felici.
E nulla mi rende più felice della loro felicità.