martedì 30 agosto 2011

Let's go.



Avete mai provato a convincere una duenne in piena crisi isterica che proprio in QUEL momento lei deve allacciarsi le cinture di sicurezza?
Sotto lo sguardo inflessibile di una stronza hostess ungherese che continua a ripetere "Madam, you HAVE to fasten the seatbea..."
- "YES, I KNOW!" (tu vattene, cazzo, che noi la risolviamo!).
Finché il vicino di posto bergamasco, mosso a compassione, ti aiuta a immobilizzare l'indemoniata, schivando gli spruzzi di bava alla bocca.
La hostess figadilegno si leva dalle scatole, l'aereo può finalmente iniziare l'atterraggio e tu puoi mettere a tacere la satanassa con un abbraccio consolatorio e con il sciuscio (=ciuccio). 
E, una volta tranquillizzata, la tenera creatura decide che, sì, adesso le va di mettersi le cinture di sicurezza. 
Ovviamente da sola, quindi si mette a studiare tutta assorta 
come chiuderle. Cling clang clong. Peccato che l'aereo sia ormai atterrato da un pezzo, e che la folla dei turisti prema per arrivare tempestivamente al nastro bagagli (dove attenderà quaranta minuti con quaranta gradi. Ma questa è un'altra storia).

Si è conclusa così la nostra avventura praghese, un piccolo viaggio per me storico. 
Per la prima volta dopo forse vent'anni insieme ai miei genitori e a mio fratello.
Primo viaggio aereo di Valentina e prima volta in una grande città.




Viaggiare con i piccoli è eroico e masochistico.
- Mamma ho fame.
- Mamma ho freddo/caldo.
- Mamma sono stanco.
- Mamma non riesco a dormire se non c'è buio.
- Mamma quando arriviamo?
- Mamma questo non mi piace.
- Mamma in batto (=in braccio).
- Mammaaaaa sbing bong sbang ahhhhhhh è ftato luiiiiii - Nooooo è stata leiii....
- Vojo stare quiiiii (quando bisogna andare).
- Vojo andare a zocareee (quando bisogna stare).
- Voglio andare in tram! (quando bisogna camminare).
- Voglio andare in metropolitana! (quando si prende il tram).


Praga è maestosa, magica, poetica, viva, incredibilmente brulicante di arte, cultura, concerti, eventi, musica, shopping.
Fiumi di giovani, fiumi di turisti, fiumi di birra.
Ma, ovviamente, non mi sono potuta dedicare a mostre, aperitivi, visite culturali.
Un pò perché quando conosci una città così bene ami anche startene in disparte e annusarla lontano dalla folla.
Un pò perché, a parte il giorno dedicato al funerale e alla famiglia allargata, ho avuto altri programmi.


Il parco.
L'altro parco, nell'isola dei bambini.
Il parco dei dinosauri.
Il parco sulla collina.
Il labirinto degli specchi.
Il plastico ferroviario.
Il castello.
La funicolare.
Il negozio di giochi.
Il ristorante con l'angolo giochi.

Grazie alla sovrabbondanza di adulti accompagnanti, tuttavia, mi sono concessa anche alcuni piccoli privilegi.
Una fruttuosa mattinata di shopping con mia mamma tra il centro e il più spettacolare shopping center mai visto.
Una serata al teatro Nazionale per lo spettacolo di Lanterna Magika dedicato ai miti dell'antica Praga.
Una passeggiatina pomeridiana per il centro con mio marito.
Alcune ore di sonnellini pomeridiani in cui ho anche letto un intero romanzo e mezzo Vanity Fair (!).
Un giro notturno con il termometro intorno ai 10° (25 meno che in Italia).
Abbiamo quasi sempre mangiato in ristoranti céchi (facendo esercitare i figli nella nobile arte dell'adattarsi),
scolandoci fantastici boccali di birra ben fredda.



Alla fine è stato bello. Persino rilassante. Infinitamente più godibile di qualsiasi hotel con animazione (dove ti manca ogni libertà e il rispetto di alcuni fondamentali diritti umani).
E mi ha lasciato addosso una gran voglia di tornare a viaggiare.
Ma anche di andare a teatro, di ascoltare musica, di assaggiare nuovi cibi, di leggere (leggere seriamente, intendo), di tornare a ballare e a sciare.



Non posso tornare giovane. Però, dopo alcuni anni di sopravvivenza...posso tornare a vivere.
E l'autunno è il periodo perfetto per ricominciare a vivere.
Un corso di ZUMBA FITNESS (sottotitolo "più sexy a ritmo di musica")?
Un corso di Tango Argentino?
O di fotografia?
O....
La madre degenere che c'è in me inizia a fremere di propositi e a sbavare all'idea di poter grattare qualche ora per sé tra il lavoro e l'uscita da scuola.
Il primo viaggio è pindarico.
E' scattato il conto alla rovescia: meno 12 alla riapertura dello zo...ehm delle scuole!!



martedì 23 agosto 2011

Ali e radici.

E' che non riesco a togliermi dalla mente questo momento:

E questa casa, che non c'è più:


E le altre persone che non ci sono più. (Anche se ce ne sono delle nuove).


E quell'ultima passeggiata:

E' per questo che parto per Praga con il nodo alla gola.
Lo stesso nodo alla gola che avevo quando scattavo quest'ultima istantanea dell'aeroporto, al decollo.

Perché sapevo che era l'ultima volta che vedevo mio nonno.

Sono passati quattro anni dall'ultimo saluto, davanti all'hotel Beranek.
Diciassette mesi dalla sua morte.
Ma è un lutto che non aveva ancora avuto la sua celebrazione e che era stato vissuto da ognuno di noi in modo separato, addirittura con l'oceano di mezzo.

Adesso torniamo, insieme, a Praga. Forse la città che amo di più al mondo.
E con noi c'è anche Valentina.
Portiamo il futuro con noi a salutare il passato.
Perché la scusa del viaggio è una cerimonia di saluto a chi non è più qui.
Ma in realtà sarà bello esserci ancora una volta insieme, io, i miei genitori e mio fratello, dopo non so quanti anni (quindici? diciotto?). E, insieme a noi, la mia nuova famiglia.

Vado a seppellire (anche se solo metaforicamente) un pezzo importante della mia infanzia.
Le lunghe estati in un mondo diverso, a cui ripenso ora con struggente nostalgia.
I mille ricordi: le passeggiate, il fiume, la metro. I suoi dolci. Lei.
Lei che non ha una tomba.
Fra poco saranno cenere nel vento e nell'erba, insieme.
Tornano uniti dopo la penosa sopravvivenza terrena di lui a lei. Dieci anni di non vita.

L'amore per i miei nonni era ogni volta da riallacciare.
All'inizio eravamo arrugginiti, un pò spaesati.
Ma poi i bambini e i vecchi si riuniscono nei riti.
La minestra con gli spaghettini, il vestito da sposa della mamma, la banana, i biscottini, i pigiami in regalo.
E ci scioglievamo. Tornavamo a parlare la stessa lingua, a condividere pasti, momenti, esperienze.
I giochi e i libri da riscoprire. Vecernicek. Le gite, le giostre, il pozzo.
In sottofondo i fiumi di racconti in arretrato con cui mia mamma e mia nonna cercavano di colmare la lontananza di tanti mesi.
E poi arrivava quel momento.
Quando le loro mani che si sbracciavano sparivano dietro all'angolo.

(Ecco, se ho avuto un trauma nella mia infanzia è stato quello.
Io non sopporto gli addii. Anche se sono degli arrivederci, io odio gli addii.
Ed è un trauma che ho continuato a sublimare con vari  amori a distanza, in occasione delle rotture affettive di varia natura, persino ogni volta che abbraccio alcuni dei miei più cari amici, che, guarda caso, sono lontani. Per me anche salutare le maestre di asilo dei miei figli l'ultimo giorno di scuola
è rivivere quel trauma.
Ed è un trauma che ho cercato di evitare ai miei figli.).


Ali e radici



la mia anima divisa a metà
Sai che un giorno o l'altro
lo sai che partirò
non mi chieder quando
perchè questo non lo so. (Eros Ramazzotti).


Ali e radici.
Quelle radici mi sono pesate finché ho spiccato il volo. 
E adesso che ho le ali...torno alle mie radici. 

Una cosa è certa. A Praga continuerò a tornare. 
Quel nodo in gola si attenuerà, anche se i ricordi, gli odori, i suoni resteranno vivissimi nella mia mente
Ci saranno altri modi, altre scoperte, altre libertà per godere della sua magia.

E adesso andiamo. 
Ci aspettano nuovi odori, nuovi suoni. E nuovi ricordi. 


martedì 16 agosto 2011

Meet the blogger

Un'altra avrebbe detto: "Avvisami quando partite, che inizio a riordinare".
Lei, invece, mi ha chiesto un SMS di notifica della nostra partenza "così inizio la DERATTIZZAZIONE".
Lei è Chiara, conosciuta virtualmente un anno fa nella chat di Machedavvero 
(in cui io mi feci notare per la confessione di essere smutandata e di aver resistito alle avance del marito pur di non abbandonare il salotto virtuale).
Da qualche giorno Chiara non è più solo un'amica digitale, perché ho raccolto il suo invito e sono andata con tutta la famiglia a trovarla alla Casa di Heidi.




Una giornata super rilassante trai monti e il laghetto, tra un bagno e una battaglia dei nostri galletti maschi. Ed è stato subito come averli conosciuti da sempre, i Cialtrons, e soprattutto lei, Chiara.
Così easy-going, solare, con la sua ospitalità calda ma informale.

D'altra parte mi sono fin da subito trovata in sintonia con lei. 
Con i suoi post, con i suoi commenti, con il suo modo di pensare.
Cosa affatto scontata, perché il microcosmo delle blogging moms è punteggiato di personaggi molto diversi tra loro.

Volendo stilare una rozza fenomenologia della mater bloggans mi vengono in mente alcune categorie. Come ad esempio:

La fuoriclasse.
Di mestiere fa la giornalista o la scrittrice, e infatti  scrive con grazia e stile inconfondibili.
Si identifica in un personaggio di un film o di un telefilm.
Non ha meno di due-tre figli, che trascina con nonchalance in viaggi incredibili.
Il codazzo delle commentatrici adoranti è infinito. 
Ma, salvo qualche sporadica risposta ai commenti, la fuoriclasse non ha tempo o voglia per coltivare più di tanto le blog-amicizie.
E, se le avanza qualche notte libera, scrive un libro o lavora per una famosa trasmissione televisiva.

La creativa
La mater creativa scrive per condividere con il mondo le sue creazioni. Che si tratti di cucina, design, cake design, artigianato, scrap books, mei tai di design, filastrocche o lavoretti per i bambini, le stupende fotografie delle sue opere alimentano un database che spesso da origine a veri e propri portali, e attira per lo più altre creative. A volte trasforma la sua passione in un business, vendendo le sue opere o creando una sorta di testata. A volte si limita ad autocompiacersi dei momenti poetici della sua vita immortalata in deliziose cartoline contemplative e poetiche dal titolo "this moment". Le madri "normali" possono solo ammirare da lontano e attingere le idee più semplici da copiare (con risultati scarsini).

L'impegnata
La madre impegnata è una madre perennemente indignata, se non terribilmente arrabbiata. Per sublimare la sua incazzatura, non si limita a scrivere ma alimenta dei veri circoli di discussione su temi forti: la discriminazione delle donne, le buone pratiche di cooperazione femminile, lavoro e conciliazione, il degrado della scuola, coaching mammesco, ecc. In prima linea nelle manifestazioni neo-femministe di protesta politica, non disdegna, occasionalmente di spendersi per la prevenzione del cancro, per la sicurezza stradale dei bambini, contro l'abbandono dei cani in strada.
L'egocentrica.
Si lamenta di essere stressata. Perché i suoi figli non dormono e lei lavora a tempo pienissimo, tipo 12-16 ore al giorno. Ma poi di quelle 16 ore almeno 4 le passa ad esternare a reti unificate (stima per difetto considerando un post al giorno, commento ai commenti del post, annuncio del post su 6 social network, commento ai commenti sui 6 social network, partecipazione attiva a vari dibattiti sui blog altrui e, se capita, qualche forum). Twitta alla velocità della luce, per ogni post emette dieci comunicati stampa, si autocita. Il suo argomento preferito? Sé stessa e tutto ciò che la riguarda: cosa mangia, cosa compra, cosa legge, cosa si mette, talvolta i suoi figli, più spesso i suoi sponsor. Ma non scambiatela per edonista e disimpegnata: al contrario, lotta strenuamente contro le sue tentazioni di shopping compulsivo. E se proprio cede, lo confesserà in rete, pubblicando le foto della refurtiva.

La madre equo-solidale.
Salutista, vegan, biologica. La madre e.s. partorisce con lotus birth, porta i figli in fascia fino alla prima ernia del disco, li allatta a richiesta fino a che non possono acquistare legalmente alcolici, li spannolina a 3 mesi (e, se non ci riesce, sceglie solo pannolini lavabili). Non usa assorbenti ma coppette mestruali in silicone. Fa yoga e meditazione, applica il metodo Montessori (ma all'occorrenza anche Steiner va bene). Spesso ha lasciato la città e si è trasferita in una prateria. Via web, il suo contatto con la modernità, promuove uno stile di vita da amish e, talvolta, cerca di vendere manufatti o libri.

La varie ed eventuali.
E poi ci sono quelle come me, Chiara, e tante altre, le blogger non classificabili.
Non abbiamo sponsor, non organizziamo give-away, non pubblichiamo reportage artistici, non estorciamo voti per prestigiosi blog award, non abbiamo libri o app da vendere.
Qualche bollino in home page sì, ma con moderazione e autoironia (soprattutto se si tratta di premi o autocertificazioni di qualità).
Siamo sensibili a cause socio-ecologiche, abbiamo qualche sprazzo di creatività, ma i nostri post scaturiscono dalle nostre emozioni e dal nostro umore, non da un piano editoriale.
Scriviamo perché scrivere è terapeutico, condividiamo perché la condivisione fa sentire meno soli e più forti.

E, appena possibile, usciamo dai confini della blogsfera e ci incontriamo.
E, dopo la casa di Heidi, abbiamo già un nuovo appuntamento: il MOM Camp!

venerdì 12 agosto 2011

Gemellaggio tra blog

Dopo avermi insignito del prestigioso riconoscimento BAB
la mia collega blogger Chiara
ha invitato me e tutta la famiglia nel suo buen retiro alpino.
E così domani conoscerò the Cialtrons,
la mia amichetta virtuale diventerà più reale
e potremo macchinare per il mitico raduno delle mamme blogger.
Evviva!!!

giovedì 11 agosto 2011

Il sesso forte (d'inverno).













Avendo guardato in gioventù molti telegiornali, so bene che quando fa caldo è opportuno:
- vestirsi leggeri;
- stare all'ombra nelle ore più calde;
- preferire frutta e verdura al cotechino con le verze;
- se indispensabile, accendere un ventilatore o un condizionatore.

Questi astutissimi accorgimenti mi hanno sempre permesso di condurre una vita normale anche da giugno a settembre. Anche da mestruata. Anche da incinta. Anche durante un trasloco o i viaggi estivi.

Invece c'é chi, al primo caldo, si sente debole.
Spossato.
Deprivato delle sue energie vitali.
Depauperato del suo naturale vigore.
Meno performante.
Meno scattante.
Meno scintillante.

Forse è quello che è capitato al marito A.M.
Perché, (senza ovviamente farsi influenzare da quella cattivona della pubblicità),
ha investito in farmacia 20,00 € (Venti/00 Euro, pari a 38.725 lire italiane, trentottomilasettecentoventicinque)
in cambio di (UDITE UDITE):
1 scatola 
contenente
10 flaconcini (+ 2 in OMAGGIO!) 
di
NATURAMIX VIGORE- BIOATTIVATORE DI ENERGIA
Per una risposta immediata nei periodi di intensa attività.
Concentrato di ginseng, eleuterococco, guaranà, mirtillo.
Tale, straordinario,  ritrovato della fito-scienza :
- svolge una pronta azione tonico-energizzante;
- supporta i processi enzimatici e metabolici;
- favorisce una adeguata protezione antiossidante.
Ammazza!!
Finalmente svelato il segreto di tanto tonico vigore 
nell'erigere
castelli di sabbia 
e piste per le biglie.

sabato 6 agosto 2011

Download & reload

Il ritorno dalle vacanze è un lungo download.




Scarichi la macchina.
Scarichi una vagonata di bucato puzzolente sul pavimento.
Scarichi 527 tra foto e video.
Scarichi 320 messaggi di posta elettronica.
Scarichi vari etti di sabbia dell'adriatico.
Scarichi ricordi e ricordini.
Scarichi le canzoni che ti ricorderanno questa estate.
Scarichi la prima di 13 lavatrici.

E mentre ti aggiri per la casa, improvvisamente così enorme, silenziosa, confortevole
e amata...ti rendi conto che alcune vacanze più che ricaricarti ti scaricano le pile del tutto, 
fino in fondo. 


E il paradosso è che, mentre continui a scaricare....ti senti già ricaricata! 

venerdì 5 agosto 2011

Lasciate che i pargoli...

Let me take you far away,
you'd like a holiday... (Scorpions)


Quando la tua giornata è scandita da un numero spropositato di pasti, ma hai sempre fame.

Quando le urla dei bambini ti accompagnano sostanzialmente 24 ore al giorno, con delle punte inarrivabili di inquinamento acustico nelle sale comuni.

Quando il vicino di ombrellone ti guarda e dice "Voi siete qui GIA' da due settimane, eh? Si vede...".

Quando il tranquillo padre di famiglia ti confessa candidamente che "il terzo figlio? E' capitato. Certo non sarebbe capitato se fossi venuto prima in questo hotel, perché questo hotel è il migliore ANTICONCEZIONALE del mondo". 

Quando la figlia duenne, intenta a sceneggiare i suoi giochi Nemo e Marlin sbotta severa dicendo 
"Non ne poffo più!".

Quando il rispettabile professionista, aiutando a spingere i bimbi su Albertone il dragone
si lascia scappare "Aò! 'mo li spingiamo tutti oltre gli scogli e poi levamo pure er tappo!" 
(risatine nervose degli astanti).

...capisci che:

1. la vacanza non è stata esattamente come la sognavi. E comunque, è agli sgoccioli.
2. gli hotel per bambini sono posti altamente diseducativi e pure un po' tossici.

Non si finisce mai di imparare!

martedì 2 agosto 2011

Lost

Ho perso mia figlia.
Mia figlia è scomparsa in spiaggia.
Per dieci minuti. Dieci minuti di puro terrore.





Ore 12. Valentina e Alessandro giocano sotto l'ombrellone,
tra i lettini extra-size del nostro bagno. 
Valentina è nuda, abbiamo iniziato pigramente a raccogliere le nostre cose per salire in albergo e fra poco le metteremo un pannolino asciutto.
Ci fermiamo a chiacchierare con le vicine di ombrellone.
Ad un certo momento butto l'occhio dove, fino a pochissimi minuti prima, i bambini giocavano. 
Valentina non c'è.
- Dov'è Valentina? chiedo, mentre i miei occhi frugano impazziti in tutte le direzioni.
Poi sento solo la mia voce:
- Valentinaaaaaaaa!?! (tono interrogativo)
- Valentinaaaaaaaa!! (tono deciso)
- Valentinaaaaaaaa! (tono angosciato)
- Valentinaaaaaaaa!!! (tono disperato).
Intorno a me è come se fosse piombato il silenzio, mentre urlo non sento alcun rumore, vedo che tutti alzano gli occhi nella mia direzione, e molte persone si uniscono alla ricerca.
Non sta capitando a me. Non è vero.
 Non riesco a formulare un pensiero compiuto, è come se vedessi la scena dall'esterno.

Mi precipito in riva al mare, alla disperata ricerca della testina di ricci biondi, del culetto roseo e paffuto. Niente.
- Com'è la bambina, signora? Com'è vestita?
- Bionda, alta così, con i ricci, è nuda, ha 2 anni.

Lo ripeto a tutti quelli che mi fermano, anche al bagnino vestito di rosso, che è già in comunicazione via radio non so bene con chi.
- Valentinaaaaaaaa!!! urlo sempre più forte.
- Hai berzo bambina? 
Mi chiede l'ambulante senegalese sparapanzato sulla sedia da mare.
- E' bionda, alta così, con i ricci, si chiama Valentina- gli dico in un un soffio, con la voce strozzata. 
E lui: - Ma no preoccupa, poi trovano sembre.
Vorrei mandarlo a quel paese, ma non ho tempo da perdere.
Corro di qua e di la impazzita, scandagliando ogni centimetro della spiaggia.
Il  marito, Alessandro, tutti i vicini di ombrellone, tutti stanno cercando.
Non è al parco, non è al mare, non è in strada, in reception nessuno l'ha vista.
Sento i battiti del mio cuore nelle orecchie come un tamburo e corro di qua e di là, senza riuscire a pensare nulla.

Poi mi ritrovo a correre verso l'interno della spiaggia, 
una signora mi dice: "Forse l'hanno trovata!".
Corro all'impazzata, finché non la vedo passare dalle mani di una signora corpulenta e abbronzatissima alle braccia del suo papà.
Aveva raggiunto il parco giochi del bagno vicino, dove non era mai stata prima.
- Valentinaaaaaaaaaaaaaaaa!- urlo, mentre iniziano a sgorgarmi le lacrime dagli occhi.
- Io le ho chiesto se si chiamava Valentina, ma lei mi ha risposto di no!
mi dice il donnone inquietante, con il suo vocione.
"Ettecredo" penso, mentre ringrazio la signora e stringo Valentina.

Mi sta tornado il sense of humour, mi sta tornando il respiro, mi sta tornando a scorrere la vita nelle vene.
"Sei scappata dalla mamma, come il pesciolino Nemo!" le dico, incapace di trattenere il tono arrabbiato.
Lei mi guarda, interrogativa, e dice solo "Vojo andare ad attalena!".

lunedì 1 agosto 2011

ho bisogno di una vacanza

...da questa vacanza!
e siccome non posso urlare non mi resta che scatenare un lungo, liberatorio, urlo virtuale:
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh