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venerdì 15 febbraio 2013

1 billion rising e altre rivoluzioni




Si è avvicinata al palco con i suoi volantini.
Una bella ragazza.
Mi ha spiegato che il 14 febbraio in tutto il mondo le donne si sarebbero trovate nelle piazze per ballare contro la violenza e mi ha chiesto se noi del M5S potevamo annunciarlo, se potevamo promuovere l'evento.
E poi, prima che le rispondessi, ha aggiunto, pensierosa: "Forse è meglio di no, il vostro supporto potrebbe essere strumentalizzato".
Mi ha lasciato il volantino e se ne è andata.
Così martedì scorso, a pochi minuti dalla serata TsunamiTour di Brescia, ho scoperto dell'iniziativa "One billion rising." Ballare contro la violenza.

E con il pensiero sono tornata alla mia prima volta in piazza, esattamente due anni fa, per Se Non Ora Quando, iniziativa che nasceva come apartitica (e oggi è il braccio armato femminile dei partiti e partitini di sinistra). E a tutte le volte successive, con il Comitato Civico. 
E a tutti gli appelli, alle collette come " Due Euro per Dieci Leggi"

E mi sono resa conto della mia trasformazione, in soli due anni.
Non solo da cittadina poco interessata alla politica ad attivista sfegatata. 
Ma anche nel tipo di attivismo. 
Sono passata dalla protesta alla proposta.
Il mio impegno sta per passare dalla protesta in piazza 
alla proposta di legge.

Fino a pochi mesi fa mi sarei messa qualcosa di rosso e sarei corsa a ballare. 
Invece fra un paio di settimane diverse amiche di tutta Italia saranno in Regione e in Parlamento.
Donne normali, come me. 
Che lavorano, con o senza figli, che quasi sicuramente hanno subito discriminazioni,  limitazioni, violenze psicologiche o fisiche.

Come non si combatte il cancro (solo) scrivendo post rosa, ma informando le persone e cambiando stile di vita, non si combatte la violenza (solo) ballando, ci vogliono leggi severissime, 
investimenti formativi nelle scuole, prevenzione attiva.
E prima della violenza di genere, va prevenuta la violenza, e, quindi, la disperazione, la solitudine, l'ignoranza. Bisogna ricreare reti di solidarietà, al femminile ma non solo. 
Perché i carnefici sono a loro volta vittime.

Alle mie amiche, cittadine oneste e semplici, che fra pochi giorni diventeranno onorevoli e consigliere, 
io chiederò un impegno speciale per combattere discriminazioni e violenze sulle donne ma anche sui bambini, sui gay, sui "diversi" di qualsiasi tipo. Pene severissime per il femminicidio, per le violenze sessuali, inasprimento delle misure anti-stalking. E farò tutto il possibile per aiutarle in questo obiettivo. 
Ho ballato anche io, e continuerò a ballare. 
Aiutando quelle donne e quegli uomini che entreranno nella stanza dei bottoni non per rappresentare multinazionali, banche, istituzioni estere. 
Non per difendere mignotte minorenni, igieniste dentali superdotate, figli di papà analfabeti, faccendieri, fotografi ricattoni, giornalisti amici, industriali amici, mafiosi amici, sindacati amici, lobby amiche, ladri e ladruncoli di tutti i tipi. 
Non (solo) per aumentare il Prodotto Interno Lordo, diminuire lo spread, varare lo scudo fiscale.
Ma per rappresentare tutti noi.
Noi che vogliamo vivere semplicemente e tornare ad amare uno Stato che, finalmente, ci difenda dalla fame, dalla discriminazione, dall'inquinamento, dall'ignoranza. E dalla violenza. 

giovedì 1 marzo 2012

Qual migliore testimonial?

Lo so, magari vi ho un pò sfrittellato le palle con le mie riflessioni ecologiste e preferireste leggere qualche storiella familiare tragicomica...(ne ho diverse in archivio, ma mi manca il tempo!!)


Ma come faccio a non condividere questo?




Alessandro è testimonial della nostra prossima manifestazione.
E questa volta verrà con noi, insieme ad altre mamme e ad altri bambini.
Perché è del loro futuro che si parla: prima iniziano a capire che dovranno rimboccarsi le maniche 
per ottenere il rispetto di tutti i loro diritti (compreso quello alla salute) meglio è.

- Ale, guarda, sei sul manifesto contro l'inceneritore.
- !! Ma dove lo metterete? 
- Dappertutto in paese.
- Che bello, diventerò una star!

Per niente narciso, il ragazzo.

domenica 26 febbraio 2012

Dove è morto Gesù. O forse dove vive.

- Mamma, ma Gesù è morto in questa montagna?

- No, amore. Gesù è morto in Palestina. Non in Val di Fassa.
- Ma allora perché sulla cima della montagna c'è una croce?
- Beh...spesso gli alpinisti quando arrivano sulla vetta...piantano una croce.
- Perché?
- Perché? Mah...Perché si sentono più vicini a Dio? Perché si sentono Dio?
Interviene il Marito A.M. e B.C. (Bravo Cristiano):
- Forse per dire grazie a Dio.
- Per che cosa?
- Per essere arrivati vivi lassù. Per il cielo blu. Per la montagna. 


Ho scoperto che la polemica anti-crocifisso si è estesa dalle aule scolastiche alle vette delle montagne.
Le Dolomiti sono patrimonio dell'Umanità, non della Cristianità, pertanto qualcuno si sente offeso dal crocifisso piantato su ogni cima.
Meno male che non si sentono offesi anche dai tetti aguzzi dei campanili, dei tetti scoscesi, dalle cime appuntite dei pini che si protendono prepotentemente verso l'alto, verso l'infinito.

Polemiche a parte, pochi luoghi sono più alti e spirituali di una cima alpina,
di un bosco ammantato di neve, del bagliore accecante del sole che brilla sulla distesa bianca.


Se hai la fortuna di sottrarti alla caciara multicolore degli impianti, delle piste
e delle baite dove si suona musica da discoteca, in montagna puoi ascoltare il più sublime dei silenzi,
respirare l'odore penetrante degli abeti, godere del blu vibrante di un cielo incontaminato.

Io non ho alcun Dio a cui dire grazie, ma davanti alle Dolomiti non puoi non dire grazie,
non puoi non rimanere senza fiato, non puoi non commuoverti davanti a tanta bellezza, tanta perfezione.

E, incontrandosi nei sentieri di montagna, le persone si salutano gentilmente. 
Anche le stesse persone che probabilmente nell'ascensore di un parcheggio cittadino si ignorerebbero.
Perché a contatto con la natura si diventa più umili, meno arroganti, forse anche più felici.
Io ero felice davanti a questo spettacolo:


Emozionata e felice.
Respiravo a pieni polmoni e godevo della pulizia, dell'armonia, persino dell'acqua deliziosa che sgorgava dal rubinetto.
E dopo una settimana ho impacchettato nei ricordi l'aria pura e la bellezza 
e siamo tornati nella pianura violentata e soffocata dallo smog e dalla stupidità dell'uomo.
Nella terra dei centri commerciali, delle fabbriche dismesse e delle discariche.
Nella provincia dove hanno spacciato per progresso e modernità l'orrido inceneritore portatore di morte e di soldi sporchissimi.
Nella pattumiera d'Italia, l'ex Leonessa che ha saputo ridurre persino le colline del Garda
in un cementificio.

Ci aspetta una nuova stagione di sfide, di manifestazioni, di casino.
Io sono pronta.
E c'è un'immagine che per me vale più di cento croci e di mille crociate.
Perché è la più grande fonte di energia e di ispirazione della mia vita.
Un'immagine di questa vacanza che porterò nel mio cuore per sempre.
Questa:

venerdì 11 novembre 2011

#2eurox10leggi: verso la cittadinanza attiva.

un cappuccino per dimenticare (la crisi)

Domenica mattina. 
Elegante pasticceria cittadina.
Via vai di fighetti metropolitani. Macchinone, vestiti firmati.
Sono seduta al tavolino con due carissime amiche.
Donne capaci, per cui provo grandissimo affetto e stima.
A loro confido che, in questo momento di enorme incertezza e preoccupazione, mi crogiolo nell'essere lì, circondata da lusso e profumi inebrianti: una piccola parentesi di leggerezza e vacuità per distrarmi dal pensiero dominante della mia vita. 
Che non è più solo: "come costruire un futuro per me e per la mia famiglia".
Ma anche: "Come contribuire, nel mio piccolo, a fermare la follia autodistruttiva del nostro paese".

Le mie amiche, però, mi sembrano molto distanti da questa mia urgenza di impegno civile.
Una commenta che "non bisogna farsi fagocitare perché tanto è inutile". 
Una racconta delle molte ore trascorse in un gruppo di lettura con altri giovani uomini e donne, a scannarsi per l'interpretazione di un romanzo. 
Mentre il paese è sull'orlo del tracollo.
Mentre non ci sono più garantiti i diritti fondamentali sanciti dalla nostra costituzione: 
diritto al lavoro, alla salute, alla salubrità dell'ambiente, all'uguaglianza, alla libertà di manifestazione del pensiero, a una giustizia equa.

Non voglio giudicarle.
Io stessa mi sono svegliata dal torpore individualista solo in tempi recenti.
Certo, l'essere diventata genitore proietta il mio senso dell'esistenza più in là della mia mera esistenza,
e sento prepotente l'aspirazione ad un mondo più equo e più sano per i miei figli.
Ma non è solo questo. 
In fondo i miei genitori mi hanno trasmesso un'etica e il senso della responsabilità 
pur avendo sempre disdegnato qualsiasi forma di impegno che andasse al di fuori della sfera privata o familiare. 

Il fatto è che oggi non possiamo più limitarci ad essere responsabili tra le pareti di casa.
Il mio mantra è diventato: 
"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno li a guardare”.(Albert Einstein).
Chi ha colpa, ad esempio dei recenti disastri ambientali che seminano morte e distruzione? 
"Sono io elettore, il responsabile, quando non vigilo sull’ operato degli eletti, non li stimolo, 
controllo, quando dopo aver espresso il mio voto delego ad altri in toto e mi allontano  dalla cosa pubblica, dalla vita associativa, dal volontariato". Questo l'intenso e accorato intervento di un cittadino e amministratore.

A scuotere quotidianamente il mio egocentrismo è la mia intensa frequentazione del web,
dove ho la possibilità di interagire con persone straordinarie, aprire i miei orizzonti e scoprire ogni momento cose nuove, (e, ahimé, nuove fonti di preoccupazione).
La gente inizia a volersi rimboccare le maniche.
Si moltiplicano le iniziative di cittadinanza attiva: referendum, petizioni, manifestazioni, comitati civici.
La mia taverna sta per trasformarsi in un laboratorio di idee per futuri amministratori locali di buona volontà.

E persino le donne, spesso maestre nell'arte di lamentarsi a vuoto, iniziano a mettere insieme iniziative via via più concrete. Dalle generiche recriminazioni di Se non ora quando alle Giornate di blogging collettivo (sulla scuola, sulle buone pratiche al femminile ...), ci si avvicina sempre più a costruire, proporre, ideare.

Un esempio? #2eurox10leggi, l'iniziativa di un gruppetto di blogger che sta raccogliendo i soldi per pubblicare su un quotidiano la proposta di 10 leggi che diminuiscano la discriminazione e la penalizzazione subite dalle donne nel nostro paese. 
Leggi a favore delle donne, ma anche della società nel suo complesso, visto che, ad esempio,
la questione femminile si intreccia alla annunciata estinzione degli italiani.
Solo una parte decrescente delle donne italiane riesce a lavorare, produrre e creare una famiglia, ma quasi nella metà dei casi una scelta esclude l'altra. Le donne, perno della famiglia e della società sono tagliate fuori dalle gerarchie produttive e decisionali, con pesanti ricadute in termini di benessere collettivo ma anche di natalità, di fiducia, di qualità della vita.

Contribuire ad una richiesta di leggi è già una piccola forma di impegno diretto, significa già uscire dall'apatia, ricominciare non solo a sperare ma anche ad agire.
Volete passare anche voi dalle parole ai fatti?
Potete prendere l'impegno a versare qualche quota, ma, soprattutto, dire la vostra sulle leggi che verranno richieste ai nostri futuri amministratori.
Anche solo interrogarci su che leggi vorremmo per migliorare la nostra vita è un passo.

Un piccolo passo verso i paesi che vengono - con successo- guidati da donne.
La Merkel, la Halonel (Finlandia), Mary McAleese (Irlanda), ma anche Dilma Rousseff (Brasile), Cristina Kirchner (Argentina), Pratiba Patil (India), Ellen Johnson Sirleaf (Liberia) Laura Miranda (Costarica)...fino al Ruanda, primo paese al mondo per numero di parlamentari donne (oltre il 50%) dove una classe dirigente femminile ha   restituito al paese un futuro (per saperne di più).

Impossibile? 
Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. 
E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.
San Francesco 
E, se ci pensate, ogni giornata della donna media italiana è la dimostrazione che impossible is nothing.


martedì 4 ottobre 2011

Si vede che ce lo meritiamo

Il popolino di Facebook si agita e si indigna per l'esito del processo Kercher.
Il popolino di Facebook è uno spaccato dell'Italia.
Italia che è sempre facilmente agitabile per i casi di cronaca.
Oh come ci distraggono bene dalle cose importanti con la cronaca!!
Tutti morbosamente interessati a Cogne, ai fratellini di Gravina, a Sarah di Avetrana,
a Yara, a Melania Rea, adesso a Melanie (anzi, di Melanie non gliene frega niente a nessuno,
ma tutti hanno le idee chiarissime sul ruolo dei due imputati e del nero, di cui manco ricordano il nome. Bravi!). Critichiamo la TV ma poi ci spippoliamo Vespa, la d'Urso e compagnia cantante.


Poi esce una notizia di una gravità inaudita, come il colpo di spugna sulla immensa strage nascosta legata ai rifiuti (quella di Gomorra) e nessuno batte ciglio.
Anzi, tutti convinti che sono quegli sporcaccioni del sud a inondarci con i loro rifiuti a noi virtuosi del nord (!).

In Italia ci stiamo facendo letteralmente ammazzare dalle eco-mafie, nel totale disinteresse!


Io vivo in Pianura Padana, quinto posto più inquinato al mondo
Abbiamo tassi SPAVENTOSI di incidenza di tumori e di malattie tremende.
Però le nostre conversazioni sono piene della cronaca (prevalentemente nera, ovvio) con cui ci facciamo distrarre.
Se avete anche solo un malato o un morto per tumore in famiglia vi siete mai chiesti quanto sia fatalità e quanto causa evitabile?


Care mammine tutte preoccupate di quante volte al giorni i tesorini fanno cacchina,
fatevi un giretto in oncologia pediatrica.
Oppure date un'occhiata a questi dati:

Un estratto della presentazione di Marino Ruzzenenti (dati completi del link sopra)


Siete le stesse mamme che, alla richiesta di una firma contro l'ennesimo eco-mostro,
avete risposto annoiate che avevate in macchina la carta d'identità.
(E poi passate la vita a imbottire di antibiotici i vostri bambini e a stressarli perché mettano la maglietta della salute!).
Fra qualche giorno vi chiederò di unirvi alla protesta popolare di fronte alla provincia di Brescia per evitare l'ecomostro che minaccia il nostro futuro.
E voi mi guarderete con un sorriso mezzo di compatimento, che si riserva ai fanatici.
Poi mi direte "grazie per quello che state facendo".
Ma quel giorno avrete qualcosa di più importante da fare.


Perché vi illudete che la cosa non vi riguardi.
E tornerete a preoccuparvi della cacchina di Gigetto, di quanto bene si mangia alla mensa.
E di Amanda Knox.

giovedì 29 settembre 2011

God save the spritz

Ore e ore a volantinare, a parlare con le persone.
La nonna. - Signora, venga alla conferenza. Non vorrà mica lasciare che avvelenino i suoi nipotini?
Il negoziante - Guarda che se costruiscono questo mostro nel giro di 10 anni tu resti senza clienti.
La ragazza con il piercing. - L'unica soluzione è fare un gran casino, però abbiamo bisogno di te.
Ad ogni target il suo messaggio.

Poi però la gente è venuta. Duecento, almeno. 
A sentirsi dire che viviamo in uno dei cinque posti più inquinati al mondo.
Che siamo la provincia numero uno per tumori, asma, inctus, infarti.
Che l'UE sanzionerà l'Italia per le misure assolutamente insufficienti per contrastare l'inquinamento.
Che non abbiamo bisogno di inceneritori, perché abbiamo già sufficiente energia elettrica.
E per smaltire la pollina ci sono sistemi più innocui e più efficaci.
Ma che non godono dei finanziamenti pubblici che fanno gola a questi bastardi.
La gente ha partecipato,  qualcuno ha polemizzato, poi si iniziava a fare filosofia:
"La provincia in questa fase è il nemico o un interlocutore? Blablabla".

Ho preso in mano il microfono.
Mi sono presentata come "una cittadina e una mamma".
(In questo paese di merda se c'è un'unica cosa che fa sempre effetto è dire che sei una mamma. La mamma è sempre la mamma). Poi ho fatto un appello ai concittadini.
"Il comitato non è fatto di extraterrestri, siamo gente come voi. Non diteci "fate così, fate cosà", venite con noi. Ci aspetta una dura battaglia legale. I Comuni sono dalla nostra parte ma non hanno soldi per noi (e intanto guardavo negli occhi il sindaco). Le imprese non hanno soldi. Noi siamo pochi, non possiamo arrivare dappertutto. Ma se ognuno di noi ci mette 10 euro e un pò di collaborazione possiamo farcela".

Mi hanno applaudito e poi hanno aperto il portafoglio.
Un collega del direttivo mi ha detto: "Mi sei piaciuta, allora non sei una spaccamaroni solo con noi!".
Ne sono stata felice.

Il direttivo del comitato civico. 
La dimostrazione pratica che un obiettivo comune può davvero unire persone diversissime per età, esperienza, idee, orientamento politico, carattere.
Alcuni di loro non mi piacciono.
Ma è  bellissimo il gioco di squadra, il farsi ognuno in quattro.
Imparare ad apprezzare ognuno per i suoi pregi.

Il giorno dopo la maestra della polpetta, scherzando, mi ha chiamato "la nostra suffragetta".
Ne sono stata orgogliosa.
E' bello avere degli obiettivi.
E' bello poter convogliare la rabbia in attività, progetti. 
Non so se sono tagliata per la politica.
Però non sono tagliata per stare zitta e nemmeno ferma.

E, dopo l'impegno, un pò di leggerezza.
Un pomeriggio al parco, con i bambini e con la mia migliore amica.
Che non ha esitato a spararsi 60 km per stare un pò con me, per incastrarsi un pò nella mia vita.
Il gelato, una partita di calcetto all'oratorio.
Chiacchiere, idee.
Magari faranno anche loro il corso di tango argentino, magari andremo insieme alla milonga a coprirci di ridicolo e sentirci giovani, vivi e scemi.
Ma come cavolo ci si veste per andare alla milonga?
Non ho niente da mettermi.
Non ho tempo né soldi per fare shopping.
E...chissenefrega!


















Poi l'aperitivo home-made: Dio benedica l'inventore dello spritz casalingo!
Ghiaccio, fettina di arancia. Crostini con il paté di melanzana.
E per i bambini, montagne di pop corn davanti alla tele!
'Fanculo le regole per una volta!
Tanto data la probabilità elevatissima di ammalarci è meglio spassarsela.














Di nuovo soli, io e i piccoli mostri biondi.
(Il loro papà è impegnato a salvare un altro pezzetto di mondo).
Io ero felice, e loro lo sapevano. Perché erano buoni, allegri.
Hanno fatto persino meno casino del solito (vabbeh, se dimentichiamo il tappeto di pop corn non scoppiati sul pavimento).
Dopo un lungo bagno con una anti-ecologica dose extra di schiuma,
abbiamo letto il nuovo libro di storie della Virginia, coccole e tottue  e poi si sono addormentati senza storie.
E io ho pensato a tutte le cose che avevo ancora da fare.

Poi ho deciso, che, invece, mi sarei ritagliata un momento per rivivere le mie emozioni.
Solo un momento.
Il prossimo obiettivo è vicinissimo e ambizioso, da domani si torna a correre.
Da domani, però.

lunedì 13 giugno 2011

Anche a me batte il quorum di felicità

Non trovo parole migliori per esprimere quello che provo, devo proprio citare la collega blogger Panzallaria
"Non ha vinto questo o quel partito oggi. Oggi ha vinto il passaparola, l’attivismo delle persone. Ha vinto la mia vicina che ha stampato i volantini informativi per il referendum e li ha infilati in tutte le buchette, ha vinto la signora che ha passato la domenica sulla spiaggia per invitare i bagnanti ad andare a votare, a fine giornata. 
Ha vinto il banchetto improvvisato in mezzo alla via, quelli al bar che raccontavano pubblicamente perché votare  e perché votare si. Ha vinto la Rete, quella reale e quella virtuale dei tanti che – lontani dalla politica di palazzo e dai Comitati ufficiali –  hanno fatto di tutto perché la soglia dell’attenzione rimanesse alta.
Ha vinto l’Italia che ha capito che non è con i “tanto non cambia niente” che si può vivere bene in un Paese ma che ha voluto cambiare davvero le cose. (...)
Grazie alla Rete possiamo. E non parlo della Rete web, parlo di un concetto sociale che si sta affermando e che usa il web ma non ne rimane invischiato e ne vede anche i lati negativi . Parlo della capacità di andare oltre l’indignazione e di attivare MOBILITAZIONE."

57% di votanti. Quattro SI schiaccianti. Questa è la risposta al premier che ci ha invitato a disertare le urne: un politico con le palle avrebbe cercato di convincerci per il NO, sarebbe stato più dignitoso.
VERGOGNA a chi non ha voluto dedicare un quarto d'ora per esprimere la sua posizione.  A chi se ne frega di esprimere posizione su temi come il NUCLEARE o l'ACQUA.  Chiunque egli sia.  Per fortuna 26 milioni di italiani sentono di avere un DOVERE CIVICO e MORALE. E non solo diritti. 


martedì 3 maggio 2011

Out of blog 2: di latitanze e di militanze

E' vero. E' un sacco che non scrivo.
E mi manca tantissimo il mio spazietto-sfogo.

Ma ci sono momenti in cui vivere non ti lascia tempo per raccontare cosa stai vivendo.
C'è stato un corso per genitori che ci ha impegnato molte sere.
Ci sono stati tre compleanni, una Pasqua e innumerevoli feste da organizzare.
Cene, amici, parenti, regali, uova, caccia alle uova Pasquali.
Ci sono state gite di Pasquetta e weekend fuori porta del Primo di Maggio.
C'è stata la dichiarazione dei redditi da compilare.
E il sito web della scuola di Ale da finire.
E qualche influenza di fine stagione.
E qualche retata all'IKEA per acquisti primaverili.
E il lavoro, ovviamente.

Ma, soprattutto, c'è stato  LUI. Anzi, esso. IT.
No, mica il marito, eh!!
Lo schifoso inceneritore che vogliono costruire nel Paesello per bruciare merda di pollo,
tantissima merda di pollo, e produrre (poca) energia. Da rivendere.
In sostanza una impresa si becca CINQUE MILIONI DI CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO (soldi nostri!!! Avete presente quanti asili si fanno con 5 milioni? 3 o 4 ma belli grandi...).
per costruire sta 'merda, poi ci guadagna per bruciare la merda. E noi ci respireremmo la pollina,
i fumi di diossina, le emissioni dell'andirivieni dei camion.

Eh no!
Io e il marito AM ci siamo trovati alleati e compatti nella battaglia.
Ci siamo uniti al Comitato Civico.
Siamo andati alle assemblee.
Abbiamo studiato i documenti.
Abbiamo raccolto firme.
Fatto banchetti per le firme.
Promosso altri banchetti per le firme.
Manifestato davanti alla provincia urlando "No all'inceneritore che porta il tumore!" e "Aria pulita per i nostri bambini!".
Deciso di non comprare più il pollo in offerta all'ipermercato.
E di rivedere molte scelte d'acquisto.



E poi io mi sono lanciata nell'ennesima delle mie imprese della serie "armiamoci e parto (io, da sola)".
Ho studiato la piattaforma Wordpress e ho creato:
http://www.comitatocivicobedizzole.it/

Che ne dite, sono assente giustificata??

lunedì 14 febbraio 2011

La mia prima volta. Se non ora quando (Brescia)











Piove, fa freddo, ci sono i noiosi controlli per le targhe alterne.
I mass media non hanno dato alcuna attenzione alla manifestazione (se non per ridicolizzarla).
Saranno tutti a rincoglionirsi davanti alla tele o ad accalcarsi nei centri commerciali.

Mi sento un pò pirla mentre con la macchina mi avvicino al luogo della manifestazione.
Perché penso che non ci sarà nessuno, che probabilmente non serve a niente,
che manifestare è qualcosa di un pò vecchio, un metodo che non ho mai condiviso.

Cosa mi ha spinto qui?
La voglia irrefrenabile di esprimere il mio dissenso in modo VISIBILE.
Perché nel web è tutto un dibattito, un fermento di idee:
ma tutto ciò è invisibile agli occhi dei più, dei governanti e della massa alla TV.
I giornali scrivono che B. non ha perso consenso? 
Non resta che trovarsi fisicamente e fare un pò di baccano. Magari non servirà a niente, io però desidero esserci lo stesso.

Ma, mentre parcheggio, mi emoziono a vedere piccoli gruppi di donne con la sciarpa bianca al collo. 
Io sono da sola. Nessuna delle mie amiche mostra alcun interesse per quello che probabilmente definiscono "politica". 
(Poi si lamentano perché non ci sono gli asili e perché sul lavoro sono penalizzate in quanto donne). 
I miei genitori probabilmente pensano che sono diventata pazza o comunista.
In realtà sono solo preoccupata. 
Perché il mio paese è in uno stato di forte decadenza economica e morale.
Chi ci governa è impegnato a difendersi dai processi e a tenere a bada l'harem.
Non vedo nessun passo concreto per l'ambiente, per le famiglie, per le donne, per i bambini,
per la salute pubblica. 
Non vedo riforme, non vedo progetti, non vedo idee.
Un mangia mangia ormai spudorato, un andare a puttane che non è più metaforico
che è stato legittimato in nome della privacy.

La manifestazione è stata una sorpresa.
Relegata in una piazza minore, senza l'autorizzazione ad una amplificazione decente (dalla "liberale" giunta di destra).
C'erano donne ma anche tantissimi uomini e bambini. 
C'erano striscioni, palloncini, musica, allegria, sono state portate esperienze, ci si è confrontati. 
La gente discuteva, parlava!! Lontano dagli schermi dei pc, finalmente occhi negli occhi!

Ho incontrato donne che lavorano nella sanità e che ogni giorno lottano per garantire il rispetto della legge sull'aborto.
(Perché per la donna che decide di interrompere la gravidanza non ci sono più i ferri della mammana ma 
umiliazioni e difficoltà non meno pesanti).

Ho incontrato donne che lavorano nella scuola e non si arrendono al taglio delle risorse, e cercano di 
metterci sempre più passione, entusiasmo, nuovi progetti.

Ho incontrato donne che si impegnano per difendere altre donne dalle violenze, che in questo paese sono punite meno che altrove, e che sono in fondo legittimate da una cultura dove "è la donna che se la va a cercare".

Ho incontrato gente di orientamento politico diverso, per lo più gente lontana dai partiti e dai sindacati,
gente che era lì non "manipolata" da qualcuno come vogliono farci credere, ma per propria iniziativa.

Ho visto gente che ha a cuore il futuro dei propri figli, e, anziché trincerarsi nel qualunquismo, nello scetticismo,
nell'indifferenza....almeno si chiede cosa si può fare. 
Scendere in piazza non risolve i problemi ma è meglio che restare in casa a guardare Buona domenica.

Sono tornata a casa piena di energia positiva, e, come dice Chiara, "indifferente ai commenti dei politicanti  ignoranti e lontani da noi mai come oggi". 

Chiedendomi se tra quelle donne (o tra le tante fantastiche blogger che conosco) 
non possono essercene alcune con i valori e le capacità per cambiare le cose.

E chiedendomi cosa posso fare IO, nel mio piccolo, per cambiare le cose.