sabato 26 febbraio 2011

Allattare che incubo?! Un titolo socialmente pericoloso!

Caro direttore

in copertina del Vanity Fair n°8 campeggia il titolo "Anna Valle, allattare che incubo".
Nell'intervista l'attrice racconta le sue difficoltà nell'allattare, 
ma non emerge nulla sulle (ottime) motivazioni che l'anno spinta ad allattare sua figlia per ben 8 mesi o sul fatto che, forse, l'unico aiuto che ha ricevuto per superare le sue difficoltà è stato il suggerimento di smettere.

Io sono riuscita ad allattare in tutto 3 anni nonostante enormi difficoltà e le indicazioni errate e contraddittorie di puericultrici e pediatri e, 
quando i media lasciano passare il messaggio che "allattare è un incubo" io mi arrabbio molto.

Perché, secondo l'associazione culturale pediatri, solo l'1% dei bambini italiani arriva al sesto mese allattato al seno in modo esclusivo così come prescriverebbe l'OMS.
Perché le mamme vengono scoraggiate in tutti i modi con assurde restrizioni di orario e pressioni sul peso del bambino, e non ricevono incoraggiamento e i giusti consigli per superare le inevitabili difficoltà (allattare è un processo naturale, psicologicamente poco conciliabile con i ritmi della donna moderna).
Perché i convegni di aggiornamento per i quali gli operatori sanitari prendono crediti formativi sono spesso organizzati dalle multinazionali del latte.
Le stesse che violano sistematicamente il Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, con operazioni di marketing illecite e una vera e propria corruzione degli operatori sanitari a cui viene offerto di tutto in cambio di più prescrizioni di latte artificiale (Per maggiori info: http://www.ibfanitalia.org/)

L'alimentazione artificiale provoca ogni anno la morte di 1-2 milioni di neonati, per lo più per diarrea 
(mentre le madri si svenano per procurare il latte artificiale che percepiscono come "migliore").
E da noi? I neonati allattati artificialmente alimentano un ricchissimo business tra latte in formula e accessori, non muoiono certo di diarrea, ma secondo l'Associazione Culturale Pediatri, è aumentato dell'800% in dieci anni il ricorso alle cure pediatriche per i piccolissimi. Come dire che, con buona pace dei media ignoranti e della politica, 
alleviamo bambini sempre più fragili ed esposti ad infezioni fin dai primi mesi di vita. Per la gioia del business sanitario e farmaceutico.
E le loro madri? Nel 39% dei casi già private della magia del parto naturale (visto che anche il cesareo è un business, in Italia, in barba ai rischi enormi che comporta), rinunciano ad un'esperienza meravigliosa e incredibilmente salutare per madre e figlio. 
Per sfinimento, per solitudine e, soprattutto per la diffusa ignoranza e la sistematica forzatura di un processo naturale e di per sé perfetto.

Il tema non è glamour e infatti nessuno se ne preoccupa. Ne vogliamo parlare?

Pamen




PS per approfondire: http://www.facebook.com/vanityfairitalia
dove Luisa Mondo di IBFAN Italia porta a Vanity Fair alcune argomentazioni per approfondire il tema in modo più serio!



giovedì 24 febbraio 2011

Le mamme degli altri.

Scrive la collega blogger Panzallaria di intense frequentazioni con gli amici dei figli e le loro madri, rese difficili non tanto dalla volontà quanto dai limiti di spazio.

Oh come vorrei vivere a Bologna!
Ma probabilmente qualsiasi posto d'Italia sarebbe meglio della provincia di Brescia.

Mi ritengo una persona mediamente simpatica, piuttosto aperta e socievole, 
disponibile a metter in gioco la mia casa e il mio tempo quando si tratta di vita sociale.
Siccome trascorro metà del mio tempo con i miei figli al paesello, 
mi piacerebbe frequentare di più i loro coetanei e le loro madri, perché conoscere persone è arricchente per i grandi e per i piccoli. 
Ma, salvo qualche preziosa eccezione, questo mio desiderio si scontra con la natura cavernicola delle genitrici locali.
Che le rende praticamente INFREQUENTABILI.
Cosa intendo dire?? OK... faccio parlare qualche esempio...

Cena di classe. 
Mamma di D.: Siediti pure tu al centro della tavolata, io me ne sto volentieri in disparte
perché tanto di chiacchierare NON MI IMPORTA NIENTE.
(Simpatica come un mal di denti!)
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MammadiB.:  Sentiiiii....visto che alla gita pioveva, perché non organizzi un pomeriggio per i bambini, magari in un parco acquatico? 
Così stanno un pò insieme.
Pamen: Bella idea, grazie MammadiB.
Passa un mese. Trenatcinque telefonate, locandina, giro di inviti, prenotazione, coinvolgimento della maestra.
Pamen: Ciao, MammadiB, hai visto che ho organizzato il pomeriggio al parco aquatico, mi aiuti a coinvolgere un pò di altri genitori?
MammadiB: Beh, sì, bello, comunque io non posso venire.
(Mavaffanc...!)
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MammadiG: Ah, si, io il mio G lo mando dalle Madri Canossiane. 
Ci tengo che abbia una educazione CRISTIANA. E poi è una buona scuola, non come la statale che è piena di GIARGIANIS (*)

GIARGIANIS (*)= simpatico e CRISTIANO modo di definire gli extracomunitari.
(Un altro buon motivo per iscrivere Ale alla Statale!).
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Fine febbraio. Splendido pomeriggio di sole. Da un mese mi trovo da sola quasi tutti i pomeriggi al parco
con i bambini. Che si scalmanano felici. Mentre io mi rompo amorevolmente le balle.
Le uniche madri presenti sono straniere e interagiscono solo tra di loro in ostrogoto.
Pamen a MammadiF: Venite al parco dopo la scuola?
MammadiF: Ma scherzi? Con QUESTO FREDDO? No, non vorrei che F. si AMMALASSE.
(Come mai la madre media italiana tiene il figlio tappato in casa da ottobre a maggio e esce di casa solo per 
andare dal pediatra o al pronto soccorso con cadenza settimanale? 
Come mai io passo per degenere ma i miei figli in otto anni di vita complessivi hanno preso l'antibiotico UNA VOLTA a testa?)
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MammadiL: Mi sento sola, non conosco nessuno.
MammadiM:Eh già.
Pamen: - Vediamoci domani in pasticceria per un caffè!
MammadiL: Volentieri!
MammadiM: Io non posso.
Pamen: MammadiL, visto che siamo tu ed io, perché non vieni a casa mia per il caffè?
MammadiL: Ah...beh...mi spiace, forse vengo, forse no. Sai, ho delle commissioni da sbrigare. 
(Poi non viene, non si fa viva e non ricambia mai l'invito).
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MammadiA: Grazie per aver invitato A alla festa di Alessandro. Solo che noi martedì andiamo a musica alle 17. Possiamo venire MA SOLO PER UN QUARTO D'ORA.
Pamen: 8-O (strabuzza gli occhi). Beh vedi tu, ti chiedo solo di farmelo gentilmente sapere, perché l'anno scorso ho prenotato per venti bambini poi dieci non si sono presentati e nessuno mi ha informato.
MammadiA: Si, certo. Allora facciamo così se non mi vedi vuol dire che NON HO POTUTO VENIRE! 
(Ma sei scema o mangi sassi?)
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SMS Anonimo.
"Ciao grazie per l'invito ma non possiamo venire alla festa".
(Ah. Ma chi caXXo sei?)
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MammadiA: Ciao, scusa, volevo dirti che non ho ancora dato i soldi per il regalo alla maestra, ma considera anche me, te li do quando ti vedo!!
Un mese dopo.
MammadiA: Ciao, ah, senti, io il regalo alla maestra l'ho fatto da sola, visto che era passato molto tempo. 
(si, è sempre la stessa mamma di A, il genio della lampada!!).

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MammadiN: Dai, Pamen, vediamoci lunedì, facciamo merenda insieme!!
Lunedì pomeriggio. Non viene, non risponde al telefono o agli SMS. 
Aspetto inutilmente fuori dalla scuola con i nani scalpitanti.
Incontro il marito tre giorni dopo e gli chiedo se è viva.
MammadiN via SMS: So che mi hai dato per dispersa ma sai ho avuto degli IMPREVISTI!
(e sticaxxi...e avvisare no?)
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Riunione di presentazione della Scuola Primaria (così si chiama ora la Scuola Elementare).
Dopo aver presentato progetti, materie, attività, laboratori, le insegnanti lasciano spazio alle domande.
Coro di mamme belanti e ansiose: "Ma come si mangia in mensa???"
Nessun'altra domanda viene posta.
MammadiS: Ah, io me lo vado a prendere e lo riporto a scuola tutti i giorni, così almeno sono sicura che MANGIA BENE!

Ma perché le altre mamme sono ossessionate da cosa mangiano e da quanto cagano i loro figli E IO NO? 
Cosa ho che non va? Sarà per questo che l'operazione socializzazione NON MI RIESCE?

lunedì 14 febbraio 2011

La mia prima volta. Se non ora quando (Brescia)











Piove, fa freddo, ci sono i noiosi controlli per le targhe alterne.
I mass media non hanno dato alcuna attenzione alla manifestazione (se non per ridicolizzarla).
Saranno tutti a rincoglionirsi davanti alla tele o ad accalcarsi nei centri commerciali.

Mi sento un pò pirla mentre con la macchina mi avvicino al luogo della manifestazione.
Perché penso che non ci sarà nessuno, che probabilmente non serve a niente,
che manifestare è qualcosa di un pò vecchio, un metodo che non ho mai condiviso.

Cosa mi ha spinto qui?
La voglia irrefrenabile di esprimere il mio dissenso in modo VISIBILE.
Perché nel web è tutto un dibattito, un fermento di idee:
ma tutto ciò è invisibile agli occhi dei più, dei governanti e della massa alla TV.
I giornali scrivono che B. non ha perso consenso? 
Non resta che trovarsi fisicamente e fare un pò di baccano. Magari non servirà a niente, io però desidero esserci lo stesso.

Ma, mentre parcheggio, mi emoziono a vedere piccoli gruppi di donne con la sciarpa bianca al collo. 
Io sono da sola. Nessuna delle mie amiche mostra alcun interesse per quello che probabilmente definiscono "politica". 
(Poi si lamentano perché non ci sono gli asili e perché sul lavoro sono penalizzate in quanto donne). 
I miei genitori probabilmente pensano che sono diventata pazza o comunista.
In realtà sono solo preoccupata. 
Perché il mio paese è in uno stato di forte decadenza economica e morale.
Chi ci governa è impegnato a difendersi dai processi e a tenere a bada l'harem.
Non vedo nessun passo concreto per l'ambiente, per le famiglie, per le donne, per i bambini,
per la salute pubblica. 
Non vedo riforme, non vedo progetti, non vedo idee.
Un mangia mangia ormai spudorato, un andare a puttane che non è più metaforico
che è stato legittimato in nome della privacy.

La manifestazione è stata una sorpresa.
Relegata in una piazza minore, senza l'autorizzazione ad una amplificazione decente (dalla "liberale" giunta di destra).
C'erano donne ma anche tantissimi uomini e bambini. 
C'erano striscioni, palloncini, musica, allegria, sono state portate esperienze, ci si è confrontati. 
La gente discuteva, parlava!! Lontano dagli schermi dei pc, finalmente occhi negli occhi!

Ho incontrato donne che lavorano nella sanità e che ogni giorno lottano per garantire il rispetto della legge sull'aborto.
(Perché per la donna che decide di interrompere la gravidanza non ci sono più i ferri della mammana ma 
umiliazioni e difficoltà non meno pesanti).

Ho incontrato donne che lavorano nella scuola e non si arrendono al taglio delle risorse, e cercano di 
metterci sempre più passione, entusiasmo, nuovi progetti.

Ho incontrato donne che si impegnano per difendere altre donne dalle violenze, che in questo paese sono punite meno che altrove, e che sono in fondo legittimate da una cultura dove "è la donna che se la va a cercare".

Ho incontrato gente di orientamento politico diverso, per lo più gente lontana dai partiti e dai sindacati,
gente che era lì non "manipolata" da qualcuno come vogliono farci credere, ma per propria iniziativa.

Ho visto gente che ha a cuore il futuro dei propri figli, e, anziché trincerarsi nel qualunquismo, nello scetticismo,
nell'indifferenza....almeno si chiede cosa si può fare. 
Scendere in piazza non risolve i problemi ma è meglio che restare in casa a guardare Buona domenica.

Sono tornata a casa piena di energia positiva, e, come dice Chiara, "indifferente ai commenti dei politicanti  ignoranti e lontani da noi mai come oggi". 

Chiedendomi se tra quelle donne (o tra le tante fantastiche blogger che conosco) 
non possono essercene alcune con i valori e le capacità per cambiare le cose.

E chiedendomi cosa posso fare IO, nel mio piccolo, per cambiare le cose.

venerdì 11 febbraio 2011

Se non ora quando? Chi è stufo alzi la mano.



"Scendere in piazza" è una parola che mi ha sempre fatto venire l'orticaria. 
Fin da quando assistevo, al liceo, ai cortei dei miei coetanei, che si facevano strumentalizzare da movimenti politici e marciavano compatti e uniti per saltare il compito di matematica.

Ma domenica scenderò in piazza.
Senza vessilli, senza partito. Da cittadina onesta, da donna, da madre.

Per dire:
- basta al potere politico in cambio dei favori sessuali/personali
- basta alla mignottocrazia difesa sguainando il sacro diritto alla privacy

- basta ad una Italia dove le donne non hanno voce, non hanno lavoro, non hanno rispetto.
(a iniziare dalle mura di casa, visto il dilagare della violenza domestica impunita, dato il numero di denunce insabbiate dalla polizia che dice: Signora faccia pace con suo marito! Cosa c'entra? C'entra tantissimo, con 
questa cultura del "in fondo se la sono cercata". Non è certo un caso se negli altri paesi europei la violenza sulle donne è sanzionata MOLTO PIU' SEVERAMENTE che da noi!)

- basta a questo degrado NAUSEANTE che ci fa perdere di vista il paese che perde colpi, il debito pubblico che si ingigantisce, il futuro che fa paura
- basta all'immagine triste e svilente del nostro paese nel mondo.
- basta al sistematico vilipendio alla nostra Costituzione, alla politica di mezzucci e marchette, anziché scelte coraggiose.

Per citare alcune donne che stimo molto:
"Non andrò a manifestare contro Berlusconi, bensì contro un sistema che di certo lui ha contribuito a creare e a diffondere in Italia, ma che nessuno dei suoi avversari ha mai cercato seriamente di cambiare.
Scenderò in piazza perché vedo un Paese che non mi piace, dove non si investe sul futuro, dove le donne sono considerate alla stregua di oggetti, dove essere intelligente e preparato spesso serve a poco, perché la meritocrazia non conta niente." Stefania 

"Le cronache pruriginose degli ultimi giorni ci insegnano non che Berlusconi è un porco, ma che questo SISTEMA deve cambiare, che la rappresentazione politica (e quindi di chi ci rappresenta agli occhi del mondo) dell’Italia è triste e svilente." Francesca - Panzallaria

"Il mio auspicio è che il significato dell'evento venga ben compreso da tutti, anche da chi non ha ricevuto adeguate informazioni, da chi pensa che sia una manifestazione "femminista", da chi pensa che sia contro Berlusconi o le prostitute." Chiara


"Cosa chiedono oggi le donne italiane? Paradossalmente, in un Paese che si definisce libero, chiedono, 
proprio come i ragazzi tunisini ed egiziani, libertà di parola, di pensiero, maggiore democrazia, guerra alla
corruzione, accesso alle professioni. In uno dei Paesi più sviluppati del mondo, nel disinteresse generale,
stiamo assistendo a una crescente svalutazione del pensiero e della volontà femminile, a una spinta per il
ritorno a casa, a una perdita costante di lavoro e di prestigio. Il nostro è il Paese d'Europa dove le donne
lavorano meno fuori casa, e dove, nonostante alcuni casi eclatanti, la rappresentanza nelle istituzioni e nei
luoghi del potere si riduce ogni anno." (Dacia Maraini)




In tanti paesi i giovani si stanno ribellando al dominio dei vecchi dittatori, si sottraggono alla TV rincoglionente, e si organizzano via web per lottare per la democrazia.
Per noi è giunto il momento di sottrarci al torpore dell'indifferenza, del qualunquismo, del "tanto non serve a niente", e iniziare, almeno, a dire BASTA!

Venite anche voi, domenica?

sabato 5 febbraio 2011

Cari genitori.

Voi vi indignate perché il premier viene spiato e la sua privacy violata.
Perché i giudici (comunisti) lo perseguitano per verificare le ipotesi di sfruttamento della prostituzione e di concussione.

Io mi indigno perché conosco molti ragazzi e ragazze che hanno voglia di lavorare, che vorrebbero costruirsi una famiglia, ma non hanno un lavoro, e nessuno è disposto ad assumerli, con il costo del lavoro alle stelle. 
Di questi ragazzi molti hanno studiato duramente, sono preparatissimi e si sentono dire che sono "troppo qualificati", per cui non rimane loro che andare nei paesi più civili, dove viene premiato chi merita e non chi conosce la persona giusta.
A cosa serve un ministro della Gioventù senza portafoglio? A ciucciare altre risorse pubbliche?
Dove è il governo che pensa ai giovani e al futuro? 
Dove è il governo che promuove la meritocrazia quando al potere vedo solo vecchi, pregiudicati, e figli di papà?
Quando le decisoni politiche vengono prese anche da un Renzo Bossi detto la Trota, bocciato tre volte alla maturità?

Io mi indigno perché conosco piccoli imprenditori hanno l'acqua alla gola, anche a causa dei balzelli statali mai aboliti, e, finita la cassa integrazione non potranno comunque liberamente licenziare i loro operai fannulloni protetti dai sindacati, e saranno costretti a fallire.
Dove è il governo di destra a favore dell'impresa e della meritocrazia?

Io mi indigno perché un Governo di ispirazione liberale ha ritenuto giusto salvare 
un mostro succhiarisorse come Alitalia, e coprire i buchi e le magagne di tante aziende pubbliche che andrebbero solo privatizzate, come Poste e Ferrovie.


Io mi indigno perché si taglia su tutto, ma non sui privilegi della casa dei politici o su missioni militari assurde con l'Afganistan (500 milioni all'anno).
Non mi sembra che la Spagna abbia avuto chissà che ripercussioni negative dall'essersi tirati indietro da quella follia.

Io mi indigno perché l'unico modello di donna vincente che ci propinano è il puttanone della TV e del bunga bunga, mentre le mamme lavoratrici vengono discriminate e buttate fuori dal lavoro. 

Vi siete dimenticati? E' successo anche a me. Dopo entrambe le gravidanze mi sono presa un calcio in culo e tante attestazioni di stima dai posti dove lavoravo con successo. 
Se ho un lavoro (precarissimo) è solo perché ho scelto di essere autonoma.
Meno della metà delle donne italiane accede al mondo del lavoro.
Dove è il Governo che tutela la libertà di lavoro? A cosa ci serve la ministra delle pari opportunità?

Io mi indigno perché vivo in un mondo senza asili, senza parchi, con un'aria irrespirabile.
Dove sono le politiche a sostegno delle famiglie, cosa si fa per l'ambiente di serio, a parte le domeniche a piedi?

Io mi indigno perché crolla mezza Pompei, nell'abbandono, e l'unica cosa che sa dire il Ministro della Cultura (un poetuncolo  ex comunista senza alcun merito se non l'amicizia con B.)? "Non è colpa mia".

Io mi indigno perché pago le tasse, ma per poter lavorare SEI ore al giorno 
devo spendere ogni mese NOVECENTO euro per mandare i miei figli ad asili privati.
Perché quelli pubblici non ci sono o sono fatiscenti e mal gestiti, con continuo giro di supplenti.
Tanti proclami dalla Ministra Razionalizzatrice che avete applaudito.
Ma voi non avete idea quante madri si sono dovute licenziare perché nessuno concede il part time e 
i tempi prolungati a scuola sono stati tagliati insieme ai fondi per i laboratori, la sicurezza degli edifici, la carta igienica.

Ma a voi cosa ve ne frega, in fondo, di tutto ciò?
Voi la vostra vita ve la siete vissuta.
Ci avete trasmesso che per essere felici bisogna comprare.
Che i rifiuti differenziati chissenefrega, al massimo li bruciamo e pace se poi ci respiriamo le scorie.
Che i mezzi pubblici no, siccome fanno schifo prendiamo tutti la macchina.
Che votare al referendum no perché "ci hanno rotto i coglioni".
Avete lavorato una vita, 
ma avete avuto l'opportunità di migliorare drasticamente il vostro benessere,
e ora vi godete la pensione che a noi sarà negata. 

Non sono di destra, non sono di sinistra.
Non sono per la maggioranza, né per l'opposizione, che non esiste.
Non sono bigotta, non sono moralista.

Sono per la libertà. 
Per la meritocrazia.
Per la libera concorrenza.
Per l'onestà. 
Per la democrazia.

Ci sono delle leggi fondamentali dello stato, come la Costituzione, che sono la garanzia della democrazia, per ottenere le quali ci sono voluti secoli e secoli di lotte e rivoluzioni. 
Non si può TOLLERARE che queste leggi vengano ignorate. Potere legislativo, esecutivo e giudiziario sono tre cose distinte. 
Per fare le leggi paghiamo profumatamente 1000 parlamentari (anche se metà sono pregiudicati, cocainomani e ladri). Perché mai il Governo deve continuamente legiferare al posto del Parlamento, fregandosene del Parlamento in modo NON DEMOCRATICO? Allora che faccia un editto, mandi a casa i parlamentari e faccia tutto lui, così torniamo alla MONARCHIA ASSOLUTA e finiamo questa farsa!

Non va giudicato per la sua vita privata? 
Tutti i politici, tutti gli uomini di potere lo sono, lo sono sempre stati.
I leader di un paese dovrebbero essere un esempio di correttezza e dignità. 
E tutti hanno pensato che Marrazzo beccato a trans abbia fatto bene a dare le dimissioni.
E non credo che nessuno sarebbe tenero con un Niki Vendola beccato con un giro di 
giovani prostituti.

Va giudicato per la sua opera politica? 
Allora, per favore, mi spiegate dove sono tutti i miglioramenti "incompresi" di 16 anni di Berlusconi??
E' troppo poco tempo per riparare a tutti i danni dei comunisti?
Non gli si può attribuire alcuna responsabilità perché in Italia non gli hanno permesso di cambiare nulla?
Eppure le leggi che gli interessavano le ha fatte, anche se incostituzionali.

A voi sta SIMPATICO  questo puttaniere che UMILIA così tanto il ruolo delle donne da mettere le sue troie al potere e da lasciare che sia invivibile la vita di tante lavoratrici oneste...Con le sue battute cafone, con il suo sbattere in faccia i suoi soldi a destra e manca, con la sua ignoranza del mondo reale fuori dai suoi salotti dorati.
"Cosa deve fare una giovane precaria?". "Sposare il figlio di Berlusconi", ha risposto, il bavoso.
Che divertente!
Io dico che in un paese civile una battuta così sarebbe stata sufficiente per farlo dimettere.



Come ha scritto un mio caro amico: 
"Mi domando che deve inventarsi per non farsi piu' votare...forse stuprare Ratzinger con un crocifisso e scatenare una guerra termonucleare globale dichiarando di essere frocio e comunista, di odiare il calcio, la formula 1, sanremo e la mamma...ma non basterebbe, temo, sta pure tirando la pubblicita' di Cetto Laqualunque ;-)".


Rispetto le vostre opinioni e la vostra simpatia ma non posso condividerla. 
Perché io invece lo trovo misogino, volgare, fanfarone, irresponsabile, nauseante. 
E mi vergogno profondamente che questo minorato sessuale ci rappresenti nel mondo. 
Tutti gli altri dittatori sono almeno più furbi, perché il bunga bunga lo fanno in modo più discreto.

mercoledì 2 febbraio 2011

Animatori da rianimare


- Il 1 febbraio è il compleanno di Ale... 
ho detto qualche tempo fa a G., l'amica/cliente ristoratrice che ha un locale dove organizza feste per bambini.
- ...e ho bisogno di un animatore bravo, che animi 15 o 20 bambini senza costarmi una fortuna!
- Ci penso io!! Chiamo subito la mia amica bla bla un mago BRA-VIS-SIMO bla- bla- bla un gioco dietro l'altro, un'inventiva pazzesca bla bla solo 70 Eur...
- AGGIUDICATO! Lo voglio!

Driiiiiinnn
- Sono G.! Ho trovato il numero del mago. Si chiama A.
- A.? Ma non sarà mica quel buzzicone stordito che ha animato la tua festa di Halloween? 
Quello che faceva addormentare i bambini con i suoi indovinelli?
- NOOOOOOOO, ma FIGURATI!!!!Una semplice omonimia.

Driiiiiiiiin
- Mago A.? Ciao sono Pamen. Verresti ad animare la festa di compleanno del mio bambino il 1 febbraio? 
- Ma certö! Dove si tiene?
- Al locale D. di Paesello.
- Ah! Ma certö! Sono venuto lì ad animare la festa di HALLOWEEN lo scorso ottobre!
- AAAAAAAHHHHHH Orca tro...che COINCIDENZAAA....
BENE, senti, bella la tua animazione alla  festa di Halloween, eh...
ma non è che potresti organizzare qualche gioco? Non so, tipo coinvolgerli tutti? 
- Ma certö!

Ed eccoci al 1 febbraio. 
Il buzzicone stordito arriva in ritardo, vestito da clochard.
Non fa nemmeno una magia.
In compenso costruisce decine di topi con i palloncini, di colore nero, viola, grigio.
Propone un UNICO gioco di gruppo: il lancio dei topi-palloncini. 
A metà della festa sta intrattenendo TRE bambini narcolettici con i suoi indovinelli: 
"Chi è questo? Topol...Ma certö, Topolino! BRAVI!"
Uah Uah.
Intanto tutti gli altri si scalmanano nella Gabbia (aka "Area Bimbi") tirandosi palloni e bucando palloncini.
La panzerotta, unica under 2 in un gruppo di pre-schoolers, presiede l'unico scivolo, da cui allontana qualsiasi altro essere vivente con urla belluine "Noooooo ammmme tu viaaaaa tu butto!".

Mentre i bambini fanno merenda e sono tutti seduti ad ingozzarsi di patatine, il Mago A. approfitta del fatto che non possono scappare e infligge altri indovinelli,
a cui risponde da solo.
Al momento del taglio della torta sparisce.
Ricompare per i regali, esprimendo tutta la sua utilità: mette in fila i bambini ognuno col suo regalo in mano e poi dirige il traffico, con la maestria del vigile urbano. 
-Tu! vieni qui! Cosa hai portatö ad Alessandro? Vediamo...Alessandro, scarta il regalo!
Bello. Grazie. Ciaö. Puoi andare. Avanti il prossimo.

All'ora pattuita in pacca depone la pompa per i palloncini, reclama la sua parcella,
raccatta le sue cianfrusaglie e se ne va, lasciando la festa in pieno svolgimento
(e tre quarti dei partecipanti, che si animano benissimo da soli).

Eh no. 
Alla prossima festa mi metto un naso rosso, mi sparo una Red Bull endovena e ci penso io.
Baby dance, rubandiera, gioco delle sedie, quattro cantoni, palloncino che scotta, la mummia. Li restituisco ai genitori stramazzanti.
E con i 70 euro risparmiati mi regalo un massaggio al cioccolato.

Ma certö!


martedì 1 febbraio 2011

Sei anni



A sei anni non sei più piccolo, anzi esci dal mondo dei piccoli.
Ma sei geloso se la tua sorellina beve il latte la sera, e ne chiedi un pò anche tu.

A sei anni nulla ti diverte di più che dire cacca merda puzza pipì. Anzi, si, forse scoreggia.
Ma sai già pronunciare dei nomi irripetibili di dinosauro.

A sei anni vuoi andare al cinema e guardi senza paura Monster's house e Jurassic Park.
Ma poi rimani imbambolato anche davanti a Pingù, Pooh, Barbapapà e gli altri eroi di tua sorella. 

A sei anni ti è appena spuntato il primo dente permanente, ma ancora c'è davanti il suo corrispettivo da latte che dondola. Non vedi l'ora di poter riporre il dentino sotto il cuscino per vedere se, come ai tuoi amici arriverà la fatina dei denti a portarti il soldino. Ma, allo stesso tempo, attendi con apprensione che la tua bocca assomigli ai  merli di  una torre medievale.

A sei anni sei preoccupato dall'idea che presto dovrai andare a scuola.
Ma mi informi con orgoglio che all'asilo stai lavorando su un quaderno tutto per te,
il tuo primo quaderno.

A sei anni ti ritrai schifato se tua sorella ti dà un bacio umido di saliva.
Però poi scaccoli il naso, ti pulisci la bocca nella manica, e dopo la pipì scappi via senza lavarti le mani perché hai fretta di tornare a giocare.

A sei anni vorresti stare 24 ore al giorno attaccato ai videogiochi.
Ma se te lo impediamo,  sei capace di giocare per ore con una stellina di plastica e due pupazzetti  e mi comunichi soddisfatto puoi continuare a giocare a Super Mario "con la fantasia".

A sei anni sei già così lontano e diverso da quel fagottino rugoso che mi hanno messo in braccio quel martedì 1 febbraio di 6 anni fa.
Ma questa sera sei venuto a reclamare la tua coccola della buona notte, e quando
ti ho abbracciato, scricciolo ossuto, sapevi di buono, sapevi di bambino. Il mio bambino.

Buon compleanno, amore mio.
Mi sono goduta intensamente ciascuno di questi sei anni,
e ogni tuo compleanno è sempre più vicino a quello successivo.
Puoi crescere un pochino più lentamente, per favore?