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sabato 17 agosto 2013

Meid-in-Italì

campagna pubblicitaria D&G

Qualche giorno fa, mentre combattevo la dolce noia agostana sfogliando Vanity Fair, sono stata colpita da questa campagna pubblicitaria di D&G, gli stilisti considerati (e autocelebrati) come grandi ambasciatori del made in Italy nel mondo.

(Sì, gli stessi che recentemente hanno chiuso i negozi e imprecato via tweet perché qualcuno ha osato definirli evasori dopo una condanna per frode fiscale.
Perché si sa, i grandi contribuenti, nel nostro paese, anziché vergognarsi o scusarsi, si indignano e rinfacciano sguaiatamente tutte le tasse che hanno pagato e il bene che hanno fatto nel paese. Come se un assassino si offendesse perché quell'unica volta che ha ammazzato conta poco rispetto a tutto il resto della sua vita in cui si è comportato bene).

L'immagine ritrae, in un antico chiostro, donne curatissime, appariscenti e molto addobbate,
intente in una tipica "sceneggiata alla napoletana"...
Me le immagino lagnose, urlanti, eccessive, sguaiate, volgari nonostante i bei vestiti. 
Ma le donne italiane sono così? 
Beh, in effetti, almeno qualche celebre esemplare mi viene in mente, ahimé. 
 

E gli uomini? Eleganti, bamboccioni, comparse di poco spessore. 
"Quale sarà il messaggio che la campagna voleva trasmettere?" mi sono chiesta, senza sapermi dare una risposta. Ma l'immagine mi ha messo a disagio, mi ha fatto un pò vergognare...

Questa mattina su Facebook qualcuno dei miei amici definiva come "divertentissimo" lo spot USA per la FIAT 500L, nel quale l'auto è venduta con un optional particolare: una famiglia di italiani che vive sul sedile posteriore. 


Lo spot USA per la Fiat 500 L
Lo spot USA per la Fiat 500 L

Nello spot della 500 una coppia americana, composta e morigerata, sceglie "the most stylish car we've ever had" e finisce per scorrazzarsi una famiglia di italiani (per l'esattezza napoletani): 
madre, figlio e, parrebbe, di lui fidanzata. 
(Il maschio alfa italico ancora non pervenuto).

I tre sono maniacalmente curati nel look, ma chiassosi, sguaiati, così ignoranti da non sapere che negli USA c'è il dollaro e non l'Euro. 
Ovviamente non parlano una parola di inglese, ma ne vanno praticamente orgogliosi, sono gli americani a doversi adattare ad espresso, fettuccine, partite di calcio e urli. 

L'icona della mamma italica, poi, soffocante e petulante, 
che alleva bamboccioni e poi non vuole che se ne vadano di casa, si preoccupa solo dell'eleganza e non, ad esempio, di una improbabile inversione a U proposta dal navigatore. 
E, come risultato, il figliolo è un perfetto mentecatto fighetto, 
preoccupato delle scarpe che indosserà al matrimonio e spudoratamente fedele al mito del latin lover impenitente. 
"Vorrei accarezzare la tua morbida pelle e portarti sulla spiagga deserta e poi baciarti..." scrive il fedifrago tentatore all'americana così ingenua da cascarci (intanto lui si è già volatilizzato). 

Alla fine gli americani si "italianizzano", ovvero diventano irritanti, volgari, ma, si lascia intendere, finalmente non sono più noiosi.
Già, perché con noi italiani non ci si annoia, mentre tutti gli altri sono noiosi.

Forse sono bacchettona, ma ho trovato lo spot molto deprimente, non divertente.

Al netto di una sceneggiatura davvero scarsa e dei dialoghi insulsi, 
e fingendo di dimenticare che il gioiello del Made in Italy è, in realtà prodotto in Serbia, 
potrei rallegrarmi del fatto che lo stereotipo proposto ci risparmi allusioni a bunga bunga, mafia, pizza e mandolino. 

E, invece, mi rattrista riconoscere, nello stereotipo, molta, troppa realtà.

venerdì 15 febbraio 2013

1 billion rising e altre rivoluzioni




Si è avvicinata al palco con i suoi volantini.
Una bella ragazza.
Mi ha spiegato che il 14 febbraio in tutto il mondo le donne si sarebbero trovate nelle piazze per ballare contro la violenza e mi ha chiesto se noi del M5S potevamo annunciarlo, se potevamo promuovere l'evento.
E poi, prima che le rispondessi, ha aggiunto, pensierosa: "Forse è meglio di no, il vostro supporto potrebbe essere strumentalizzato".
Mi ha lasciato il volantino e se ne è andata.
Così martedì scorso, a pochi minuti dalla serata TsunamiTour di Brescia, ho scoperto dell'iniziativa "One billion rising." Ballare contro la violenza.

E con il pensiero sono tornata alla mia prima volta in piazza, esattamente due anni fa, per Se Non Ora Quando, iniziativa che nasceva come apartitica (e oggi è il braccio armato femminile dei partiti e partitini di sinistra). E a tutte le volte successive, con il Comitato Civico. 
E a tutti gli appelli, alle collette come " Due Euro per Dieci Leggi"

E mi sono resa conto della mia trasformazione, in soli due anni.
Non solo da cittadina poco interessata alla politica ad attivista sfegatata. 
Ma anche nel tipo di attivismo. 
Sono passata dalla protesta alla proposta.
Il mio impegno sta per passare dalla protesta in piazza 
alla proposta di legge.

Fino a pochi mesi fa mi sarei messa qualcosa di rosso e sarei corsa a ballare. 
Invece fra un paio di settimane diverse amiche di tutta Italia saranno in Regione e in Parlamento.
Donne normali, come me. 
Che lavorano, con o senza figli, che quasi sicuramente hanno subito discriminazioni,  limitazioni, violenze psicologiche o fisiche.

Come non si combatte il cancro (solo) scrivendo post rosa, ma informando le persone e cambiando stile di vita, non si combatte la violenza (solo) ballando, ci vogliono leggi severissime, 
investimenti formativi nelle scuole, prevenzione attiva.
E prima della violenza di genere, va prevenuta la violenza, e, quindi, la disperazione, la solitudine, l'ignoranza. Bisogna ricreare reti di solidarietà, al femminile ma non solo. 
Perché i carnefici sono a loro volta vittime.

Alle mie amiche, cittadine oneste e semplici, che fra pochi giorni diventeranno onorevoli e consigliere, 
io chiederò un impegno speciale per combattere discriminazioni e violenze sulle donne ma anche sui bambini, sui gay, sui "diversi" di qualsiasi tipo. Pene severissime per il femminicidio, per le violenze sessuali, inasprimento delle misure anti-stalking. E farò tutto il possibile per aiutarle in questo obiettivo. 
Ho ballato anche io, e continuerò a ballare. 
Aiutando quelle donne e quegli uomini che entreranno nella stanza dei bottoni non per rappresentare multinazionali, banche, istituzioni estere. 
Non per difendere mignotte minorenni, igieniste dentali superdotate, figli di papà analfabeti, faccendieri, fotografi ricattoni, giornalisti amici, industriali amici, mafiosi amici, sindacati amici, lobby amiche, ladri e ladruncoli di tutti i tipi. 
Non (solo) per aumentare il Prodotto Interno Lordo, diminuire lo spread, varare lo scudo fiscale.
Ma per rappresentare tutti noi.
Noi che vogliamo vivere semplicemente e tornare ad amare uno Stato che, finalmente, ci difenda dalla fame, dalla discriminazione, dall'inquinamento, dall'ignoranza. E dalla violenza. 

martedì 25 settembre 2012

Il cancro?

Il cancro una volta era una cosa rara.
Non ne morivano giovani o bambini se non in casi eccezionali.
Invece oggi il 50% della popolazione italiana può aspettarsi di ammalarsi di cancro, prima o dopo.
CINQUANTA PER CENTO.
In alcune zone (come quella dove vivo io) il tasso di mortalità per cancro supera il 35%.
E fin qui le statistiche.
E starete sbadigliando e magari anche toccando ferro, perché lo so che sono pesante.
Adesso guardate questa foto.



Lei è Moizza.
Ci siamo conosciute in rete condividendo l'interesse per l'allattamento materno, tanto difficile in Italia (qui la sua storia).
E' morta domenica, di cancro. 
Aveva 38 anni. Suo figlio ne ha 7 come il mio.

Oggi apro Facebook e trovo il primo annuncio così.


In breve si avvicina ottobre, il mese della prevenzione del tumore al seno e fioccano le proposte di giochini stupidini al femminile: scrivi sul profilo il colore del reggiseno o la data di nascita mascherata, per "farne parlare".
Mi parte un embolo. 
Poi scatta il post su Facebook.

Posso permettermi di rammentarvi che i giochini non vi salveranno la pelle mentre una diagnosi precoce forse sì? Allora invece di scrivere sciocchezze, tenete d'occhio http://www.nastrorosa.it/ e informate le vostre amiche che a ottobre potranno farsi una ecografia o mammografia gratis. Oppure cercate la sede AIRC più vicina e chiedete già di prenotarla. 
(E i telegiornali farebbero bene a dare notizie di utilità pubblica, invece di amplificare le bimbominkiate).

Ma non mi basta ancora.
Ho bisogno di scriverne.

Perché dopo Moizza ce ne saranno tanti altri.
Perché ne conosco tanti, troppi.
Perché nella mia famiglia è già passato, il cancro, e passerà ancora, è statisticamente certo.
Perché l'oncoematologia pediatrica dell'Ospedale Civile di Brescia è piena: +8% di cancri infantili 
(la media europea è +1% all'anno).
Cazzo, l'idea di un solo bambino con il cancro mi fa uscire di senno.

E perché QUALCOSA SI PUO' E SI DEVE FARE.
Non parlo solo della diagnosi precoce, ma di prevenzione.
Certo, l'alimentazione.
Il fumo.
L'alcol.
Lo stress.
Lo stile di vita.

Scrive il mio amico Luca.
"Io penso che la sensibilizzazione vada fatta verso il basso e non verso l'alto, nel senso che non dobbiamo convincere la politica che gli inceneritori fanno male, dobbiamo convincere la gente a cambiare le proprie abitudini."

Allora come mai il cancro viene anche ai neonati, o all'amica S. che è una salutista che non fuma, fa meditazione e va in vacanza a fare trekking in Tibet?
La risposta è scritta qui: "Ambiente e Tumori." una monografia in cui alcuni medici e oncologi spiegano come l'inquinamento uccide.  
Senza se e senza ma.

E cosa produce inquinamento? 
Il traffico, gli allevamenti intensivi e i pesticidi,  certo, ma soprattutto i grandi impianti industriali.
Che danno lavoro (sempre meno), ma, soprattutto, sempre più ricchezza a pochi, sotto forma di contributi pubblici (ma finiscono pure quelli!), mazzette, ecc.
E siccome i dati sono stati occultati, mascherati, nascosti, ci prendono per i fondelli,
dicendo, ad esempio, che "non ci sono nessi tra l'inceneritore più grande d'Europa e l'aumento di tumori."

Due mesi fa sono riuscita a vedere lo sconvolgente e rarissimo documentario "Sporchi da morire", che ha messo insieme tutte le prove scientifiche mondiali dei danni mostruosi degli inceneritori.


E avrei urlato dalla rabbia.
Perché c'è stato un tempo in cui ero quasi orgogliosa dell'inceneritore più grande d'Europa.
Per anni ci hanno fatto vedere Napoli invasa di 'monnezza dicendo"mica vorrete finire come Napoli?"
Ci hanno raccontato che gli inceneritori sono "energie rinnovabili" e li hanno chiamati "termovalorizzatori".
Ci hanno detto che erano super efficienti e che non interferivano con la raccolta differenziata e il riuso dei materiali. (E invece dalle nostre parti la differenziata è sotto ai limiti fissati dalla legge, e parte di quanto raccolto finisce comunque nel mostro, per alimentare il business).
Ed erano tutti d'accordo, con i grandi oncologi come Veronesi a tranquillizzarci.
(Tranquillo lui, perché la sua Fondazione è finanziata dai più grandi inquinanti d'Italia! Bella credibilità, eh caro Umberto?).
Nel frattempo quello che si è scoperto sulle nanoparticelle ha ribaltato tutto.
Ma lo hanno messo a tacere, come hanno fatto con l'Eternit per oltre cinquant'anni, 
prima di ammettere che, sì, migliaia di morti potevano essere evitati.
Eh, scusate, ma noi dovevamo guadagnare.

Ed eccolo qui, Renzi. 
Il pupillo d'Italia.
Il nuovo che avanza. 
Un neo-comunista berlusconiano.
Che difende l'indifendibile e spara a zero sull'autorevole oncologa Gentilini.
L'UE ha parlato chiaro: divieto i bruciare rifiuti che possono essere trattati in altro modo .
Ma il rottamatore d'Italia difende gli inceneritori, perché ovviamente a Firenze ne hanno uno 
e chissà quanti bei fiorellini sputa fuori, chissà quanti problemi risolve.


Lo so che non tutto si risolverà spegnendo gli inceneritori.
E la questione è complessa.
Bisogna ripensare l'intero sistema, dagli imballaggi agli stili di consumo.
Sugli stili di consumo un pò siamo responsabili noi.
Però abbiamo eletto per proteggerci e rappresentarci dei politici
e questi politici hanno scelto di LUCRARE su tutto ciò che ci fa morire.

L'Ilva che ha, ad esempio, generosamente sponsorizzato le loro campagne elettorali (non gli bastavano le milionate indebitamente sottratte alle casse dello Stato?).
La percentuale che lo Stato si prende su alcol, fumo e petrolio.
Gli organismi di controllo (Arpa, ASL...) politicizzati e sottoposti al controllo di chi devono controllare.
Nessun incentivo all'agricoltura biologica che rispetta il terreno e non devasta.
Invece via libera a pesticidi e OGM, via libera alla cementificazione massiccia, anzi, anche lì mangiamoci un pò.

Io pretendo che la politica non guadagni sulla mia morte. 
Io pretendo che l'impresa sia libera solo se non nuoce alla salute (art.41 Costituzione).
Io pretendo che chi ho votato difenda la vita dei miei figli, non i suoi privilegi assurdi.

Adesso che ho capito tante cose non mi tirerò indietro.
Mangio biologico, uso la macchina meno possibile, produco pochi rifiuti.

E, da oggi in poi, cercherò di fare prevenzione del cancro anche dalla cabina elettorale. 




Per saperne di più:
  • L'impressionate studio sul tema rifiuti zero portato avanti dai cittadini volontari del Movimento 5  Stelle di Brescia, a cui sono orgogliosa di fornire il mio modesto aiuto. 
  • Il lavoro straordinario di altri volontari, gli attivisti della Rete Antinocività Bresciana,  la prima rete tra comitati di cittadini attiva a difesa dell'ambiente e della salute. Uomini e donne che anziché fare politica da Facebook si fanno un mazzo così per cambiare le cose. E a volte ci riescono. 

POST SCRIPTUM
1. Grazie a MaryG per il suo commento che condivido in pieno: la politica siamo anche noi e tutte le nostre scelte!

2. Un altro commento ha accusato il post di essere politicizzato

Quindi il SUV di Grillo (dato che lì va a parare l'articolo, fornendo il link al movimento 5 stelle) sputa fiorellini ed emana brezza alpina. Mi dispiace la chiusura, che rende politicizzato l'articolo e perché, per l'appunto, indica un movimento che ha a capo un grande inquinatore.

Il mio post parlava di responsabilità pubbliche in materia ambientale, quindi, sì, era politicizzato.
Nei due movimenti che ho citato ci sono persone di tutti i tipi, con macchine di tutti i tipi, persone magari non perfette ma che si stanno sbattendo come dannati per migliorare la situazione.  
Non so cosa c'entri Beppe Grillo, non mi interessa che macchina ha, visto che 
1.non l'ha comprata con i miei soldi 
2. può anche aver detto immense castronerie ed essere incoerente (e, soprattutto, essere trai più grandi inquinatori al mondo, come è noto :-) !) ma non è eletto né candidato. 






giovedì 14 giugno 2012

Yes, we can!

Tredici mesi di lotta, culminati con una grande delusione.
Il tempo di piangersi un pò addosso e poi, via, ripartenza.
In due settimane abbiamo organizzato tre manifestazioni, coinvolgendo migliaia di cittadini, giornali, amministrazioni. Giovani e vecchi, bambini e ragazzi.
Tutti uniti, per una volta. Non dal tifo calcistico, ma dalla consapevolezza: non si può continuare ad ammalarci così, ad accettare continue nuove fonti di pericolo e di inquinamento, magari finanziate con i nostri soldi, magari frutto di lucro per pochi imprenditori e politici.
Se questo paese è allo sbando dove sono i cittadini?
Eccoci!!

13 giugno 2012. Ultima conferenza di servizi. 
Una manifestazione vivace e rumorosa più che mai, ma pacifica, piena di bambini, di musica, di gente.
Piena di speranza nonostante la tensione e le intimidazioni e le minacce. 
(Eh, sì, noi "rivoluzionari reazionari" siamo stati filmati uno ad uno dalla Digos, e c'è stata qualche tensione con poliziotti in borghese...Per non parlare dell'aggressività rabbiosa degli imprenditori proponenti...)




E, alla fine, arriva la notizia, ormai quasi insperata.
La Provincia ha rifiutato l’autorizzazione al gassificatore di pollina!
Ho pianto in preda ad una gioia dirompente. 
Un delirio di telefonate, abbracci, emozioni condivise.
(E, come spesso capita nella vita, ti guardi in parte e vedi che a trepidare con te c'è magari un estraneo e non quelli che, in teoria, dovrebbero essere tra le persone a te più vicine. Pazienza. Non si smette mai di crescere). 

13 giugno 2012. Non dimenticherò mai questa data.

Grazie ai miei colleghi del direttivo. 
Non è stata una passeggiata, abbiamo fatto tanti errori e ci siamo parecchio sbeccati tra di noi, ma fino alla fine sulle antipatie  e le ripicche dell'asilo ha prevalso la collaborazione.

Grazie a chiunque si è informato, si è preoccupato, ha firmato, è venuto alle riunioni o alle manifestazioni, grazie a chi ha fotocopiato, volantinato o parlato con la gente, grazie per chi non ha smesso di dare il suo contributo, anche se piccolo. 

Grazie a chi ha esposto una bandiera (a proposito, le bandiere costavano 10 euro eh!), 
grazie a chi ha dato la sua offerta (il Comitato non prendeva finanziamenti europei, giuro. Tutto di tasca nostra). 

Grazie anche a chi non veniva ma da Facebook ci dava le istruzioni: "Dovete fare così, avreste dovuto fare cosà. Dobbiamo fare casino!! Ah io non posso venire, però". 
Perché l'interessamento è una prima forma di partecipazione. 
(Se poi un centesimo di tutti i cittadini attivi di Facebook muovessero il sedere e facessero qualcosa il mondo sarebbe un posto migliore, ma un passo alla volta, OK!). 

La mobilitazione popolare è stata la grande ragione dietro al NO. 

Questa vittoria è dedicata a chi crede "che non serve a nulla".
A chi aveva il documento in macchina e non aveva tempo per firmare. 
E anche a E. che ci ha scritto: 
"Bravi Bravi Bravi a tutti! Io sono un individualista cinico di natura e sono contento oggi di vergognarmi del mio modo di essere! 
Sarà difficile spiegarlo a mio figlio ma deve capire, si deve riabituare ai valori che molti di noi hanno perso compreso suo padre, deve capire quanto conti la condivisione di un obiettivo per un bene comune, quanto bene possa dare sia al singolo che alla collettività un risultato di questo genere ottenuto con un lavoro di grande unione di intenti, deve capire che la partecipazione è la più grande delle libertà e l'unica forza da poter dare alle proprie idee!
Un forte abbraccio a tutti da uno che non ci credeva..."

A chi fuori dai banchetti ci diceva "no, grazie" con la faccia "non compro nulla". 
A chi pensa che la politica debbano farla gli altri, e che lo Stato siano gli altri e che il cancro tanto a loro non verrà. 
A chi crede che tutto possa essere sacrificato ai soldi. E, infine, dedico questa vittoria a tutti quelli che, nelle loro famiglie, hanno già pagato un tributo pesante all'inquinamento, attraverso la malattia. 
Signor Imprenditore Proponente del Progetto, non se la prenda tanto, si concentri sulla sua salute e si rallegri perché la malattia (che, a quanto pare ha anche lei) può essere risparmiata magari a qualche bambino. 

13 giugno 2012. Non si  può tornare indietro.
Bisogna andare avanti, cioé dobbiamo tornare indietro. 
A uno sviluppo solo se compatibile e rispettoso. 
A meno benessere ma più condiviso.
A meno sviluppo, meno rifiuti, meno industrializzazione, meno consumismo selvaggio, meno globalizzazione scriteriata, meno strapotere della finanza e delle multinazionali, meno auto, meno ciminiere, meno finanziamenti faraonici per opere assurde...

Nel mio piccolo da qualche giorno ho aggiunto un piccolo tassello alla mia famiglia sostenibile:
un composter in giardino. Siamo riusciti a liberarlo dal sequestro ludico dei nanetti e ora potremo compostiare un terzo dei nostri rifiuti domestici. 


Se a qualcuno serve un pò di humus per l'orticello si accettano prenotazioni!

giovedì 31 maggio 2012

La ricreazione è finita.

Sapevo che era bene godersi fino in fondo la gioia spensierata del tango argentino.
L'effetto è durato un giorno, il tempo di far sgonfiare gli avampiedi provati da troppe ore di prove sui tacchi.
Poi ha tremato la terra, distruggendo l'esistenza di 20.000 persone o forse più.
Da due giorni ho le traveggole e mi sembra di avvertire il terremoto ogni mezz'ora. Chissà loro.
Poi è scattata la cazzo di accisa sul carburante, e voglio vedere con che celerità il gettito di decine di milioni verrà devoluto all'Emilia terremotata.
Tutto è pronto per la ridicola parata: non riesco a trovare un solo buon motivo per festeggiare questa repubblica.
Nel frattempo non cessa la assurda scia di omicidi e suicidi e ancora non riesco a non pensare a Elena che
la settimana scorsa ha seppellito marito e due bambini nella mia città natia.
E, infine, la chicca.
Arpa e ASL hanno dato parere favorevole all'assurdo gassificatore di pollina che vogliono costruire a pochi metri da casa mia.
Un anno di assemblee, manifestazioni, volantinaggio, riunioni, ore e ore di lavoro in cui non avevo mai perso la speranza.
Ecco, oggi ho iniziato a perdere la speranza.



domenica 18 marzo 2012

Di progetti matrimoniali ed altre ambizioni

Tina:- Ale, cofa è Nina?
Ale:- Nina è la mia fidanzata.
Tina:- Cofa è una fidansata?
Ale:- Vuol dire che quando saremo grandi forse ci sposeremo.
Tina:- Ante io mi fpoferò, quando fono glande.
Pamen: Con chi?
Tina:- Con Ale!
Ale:- Ma Tina, non possiamo sposarci, noi siamo fratelli!
Tina:- Allola mi fpofelò un plinsipe. Quando tu salai diventato un plinsipe noi si sposelemo.

Evitare i giocattoli rosa.
Evitare gli stereotipi di genere ("non fare la femminuccia").
Evitare i giochi di genere (= ferro da stiro rosa, aspirapolvere, ecc.)
Evitare  cartoni e libri con smelense principesse, soprattutto se rimbambite e/o addormentate.
Tutto inutile.

La mia bambina femmina si vanta tutta se per caso è vestita di rosa o indossa una gonna.
Adora le mollette.
Adora le scarpe (come non capirla).
Adora i pennelli per il trucco (miei).
Adora le mie tollane.
Adora nutrire e accudire trenini, ruspe, persino i personaggi di Super Mario.
Adora pulire in giro (mai quanto sporcare, invero).
E non vuole fare il magistrato, il pompiere, l'astronauta, il ministro, il dottore, la maestra.
No. 
Lei vuole sposale il plinsipe. 
Come no. Ognuno ha le sue ambizioni.

Non devo concentrare solo sul maschio le aspettative
che desideri fare qualcosa di interessante nella vita, vero?
Come dite? Ah....non devo avere aspettative su cosa faranno perché tanto aranno quello che ne hanno voglia.
Va bene.
D'altra parte i miei genitori non mi hanno mai incoraggiato a manifestare...
e guardate come è finita.


giovedì 1 marzo 2012

Qual migliore testimonial?

Lo so, magari vi ho un pò sfrittellato le palle con le mie riflessioni ecologiste e preferireste leggere qualche storiella familiare tragicomica...(ne ho diverse in archivio, ma mi manca il tempo!!)


Ma come faccio a non condividere questo?




Alessandro è testimonial della nostra prossima manifestazione.
E questa volta verrà con noi, insieme ad altre mamme e ad altri bambini.
Perché è del loro futuro che si parla: prima iniziano a capire che dovranno rimboccarsi le maniche 
per ottenere il rispetto di tutti i loro diritti (compreso quello alla salute) meglio è.

- Ale, guarda, sei sul manifesto contro l'inceneritore.
- !! Ma dove lo metterete? 
- Dappertutto in paese.
- Che bello, diventerò una star!

Per niente narciso, il ragazzo.

lunedì 23 gennaio 2012

Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò.


Tutto era iniziato così, con una elucubrazione a sfondo musicale, e un libero sfogo di emozioni troppo compresse in un periodo carico di stress (stress che da due settimane mi è tornato indietro sotto forma di dolori addominali a cui la medicina moderna ha saputo dare una sola risposta, che è "toradol". Ma questa è un'altra storia).

(...)Vorrei organizzare una conferenza con dei medici che ci spieghino cosa rischiamo con tutto questo inquinamento. Forse potrebbe aiutare la gente a scuotersi dal loro torpore, a capire che se non ci prendiamo in mano il futuro siamo fottuti.

Così avevo pensato e scritto. E Bradipa, una mia affezionata lettrice aveva commentato: "Riguardo alla conferenza...bè, probabilmente visto il torpore generale ci andrebbero in 10 persone e sarebbe inutile!".
E invece sono venuti in 200. Ed è stato utile.

Sì perché, nonostante il torpore, le vacanze di Natale, la gente che se ne frega,
nonostante il mio malessere che mi ha trattenuto dal volantinare (ma non dal mandare centinaia di inviti digitali), nonostante la nebbia che si tagliava con un coltello e mille difficoltà, il proposito si è trasformato in realtà.

Il direttivo del comitato ha accolto la mia proposta di dare alla conferenza un taglio legato alla salute, e, con grandi sforzi, siamo riusciti ad avere due relatori eccellenti e, soprattutto, sette amministrazioni comunali di colori diversi unite per far fronte comune. 
Tutte chiamate a raccolta, ancora una volta, da un comitato civico, un umile manipolo di cittadini che, armati solo della forza del dialogo e della tenacia del buonsenso, hanno impedito, fino ad oggi, che un impianto folle ed assurdo - ma perfettamente a norma di legge!- peggiorasse ulteriormente la già gravissima situazione dell'inquinamento provinciale.







Perché so che è stato utile? 
Perché il giorno dopo una mamma ha scritto sul blog del Comitato:
"Sono una mamma che ha partecipato alla conferenza di ieri sera.
Sono una mamma che ieri ha fatto molto fatica ad addomentarsi.
Non riesco a togliermi dalla testa i dati presentati dai relatori, non riesco a non pensare che sto avvelenando le mie figlie e lo sto facendo da quando stavano nel mio “pancione”, solo per il fatto di vivere qui.
A causa dell’orario non ho potuto partecipare alla discussione e me ne sono andata con tante domande e una consapevolezza: non ci si può nascondere dietro una comoda ignoranza o nella disarmante convinzione che tanto non ci può fare niente."

Se volete sapere approfondire qua ci sono tutti gli atti della conferenza.
In sintesi estrema,
·      E' sempre più alta la probabilità che i miei figli si ammalino, anche gravemente, e che siano sterili.
·      La nostra aspettativa di vita sana è diminuita di 10 anni in 10 anni.
·      Le fonti inquinanti peggiori (inceneritori, cementifici, acciaierie, ecc.) spesso sono fonte di lucro per pochi, con danni enormi per molti: ci stiamo autodistruggendo.
·      La politica è complice dello sfacelo perché ci mangia pesantemente.
·      E noi "onesti cittadini per bene"siamo colpevoli di averglielo lasciato fare, votando con leggerezza e restando come ci vogliono, passivi, distratti, chiusi nella nostra bolla suicida di menefreghismo e di "tanto non serve a niente". (cfr. "La colpa dei disastri di chi è?").

Non fare niente, ecco cosa non serve a niente.

E, per finire in musica...

"Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò. 
Non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò. ORA."
(Jovanotti, "Ora")



giovedì 1 dicembre 2011

Come t'ammazzo il mito. Tata Lucia e la Nutella.

La mia -pur felice- infanzia è stata caratterizzata da alcuni limiti talebani imposti con fermezza -per Il Mio Bene- dalla mia mamma (sì, la stessa che ora vizia spudoratamente i nipoti).
Le scarpine alla bebé di vernice? Scivoleresti con la suola di cuoio.
Le espadrillas? Non sostengono la caviglia.
I pattini? Pericolosi.
La danza classica? Sei troppo grassa, al massimo atletica o ginnastica artistica.
Il ghiacciolo? Non nutre.
La bambola Candy Candy originale? Il tarocco va benissimo.
Kinderbrioss, Girellamotta e Nutella? Porcherie.

Non ho sviluppato particolari turbe in seguito a questi divieti, se non per il fatto che, da  adulta ho spesso
reagito allo stress compensando il ventennio di golosità repressa.
Ovvero accrescendo il fatturato della Ferrero. E l'indotto.
Avete presente, no?

Da ragazza ho pianto dal ridere con il libello Nutella- Nutellae (e quelle risate probabilmente rappresentavano anche lo sfogo per essermi fatta per cinque anni il mazzo per imparare il latino senza la ben che minima utilità pratica nella mia vita. Se escludiamo il pronunciare MEDIA e non MIDIA).
Ho organizzato qualche Nutella Party.

Da giovane docente universitaria ho alleggerito le noiose lezioni di marketing raccontando agli studenti la storia della Nutella, più che un prodotto un mito. Mi sono autoassolta poiché si trattava di "energia per fare e per pensare", e ho sempre concordato con il celebre claim: "Che mondo sarebbe senza Nutella?".

In alcuni seminari di marketing avanzato ho raccontato come la campagna di Greenpeace
ha spinto la Ferrero ad aderire alla moratoria sull'espansione delle coltivazioni di palma da olio che distruggono le foreste del Sud-Est asiatico, sviluppando dei sistemi di tracciabilità per il disgustoso e anti-ecologico ingrediente. (Sì, disgustoso, come tutti gli ingredienti della Nutella. Ne sono convinta da quando compro, di tanto in tanto, la Delizia di nocciole dell'azienda agricola sotto casa. Ingredienti: nocciole 90%, zucchero di canna, stop. Grammi 170 per nemmeno 4 euro).
Ma tutto ciò non mi ha impedito di considerare la Nutella come la regina delle tentazioni.

L'anno scorso mi sono fatta abbindolare dalla bufala mediatica dell'abolizione della Nutella,
un caso ben più interessante di distorsione delle informazioni da parte del produttore-lobbysta.
Chi mi frequenta teme le mie filippiche sul marketing non etico delle multinazionali,
ma con la Ferrero non potevo non essere indulgente.
Per cui mi sono sicuramente iscritta almeno a quattro gruppi Facebook contro l'abolizione della Nutella.

Salvo poi desiderarne l'effettiva scomparsa dal mercato quando il mio dolce primogenito mi ha rinfacciato il saccheggio bulimico del suo barattolo, lanciandomi la fatwa delle coscione cellulitiche


Ma  la Nutella non è stata abolita.
Anzi. Due volte a settimana mi ammicca seduttiva dagli scaffali del supermercato,
ultimamente in quella geniale forma mignon da 30 g che allude alla più masochista delle perversioni: affondare il cucchiaino e svuotare il barattolino in una sola mossa. Due in uno. 
Alla modica cifra di 60€ al kg.

Ma oggi la mia vita è cambiata.
Dopo aver visto questo.


Eh no.
NON ESISTE.
La Tata Lucia che consiglia di mangiare la Nutella??
E' un bestemmia!
Sarebbe come...
...la mamma che ti suggerisca di provare una canna...
...il papà che ti incoraggi a trombare di nascosto col morosino...
...il funzionario RAI che ti proponga di eludere il canone.
...il professore che lasci copiare impunemente (frustrando ogni creatività nei bigliettini).
...il marito che ti proponga di flirtrare con...che ne so...il maestro di basket di tuo figlio.

La castrazione di ogni tentazione.
La dimostrazione dell'efficacia dell'antiabolizionismo.
La fine di un mito.


Che gusto c'è a sottrarsi clandestinamente alla famiglia del Mulino Bianco se mentre affondi il cucchiaino
non pensi a 9 settimane e 1/2 ma alla Tata Lucia che mette tutti intorno a un tavolo a mangiare la Nutella?
Ma che due maroni!!
La Nutella mi diventa sexy come un omogeneizzato Plasmon.
Stuzzicante come il brodo Liebig.
Goduriosa come gli All Bran (che faranno pure superare la prova costume ma fanno proprio...cagare. Ecco, l'ho detto).

Questa campagna (insieme all'albero di Natale traboccante di fottute sorpresine natalizie UNA-SU-TRE, che a conti fatti, oltre a fare schifo, costano come un set di decorazioni in vetro soffiato e Swarovsky decorate a mano) mi ha decisamente e tardivamente persuaso a ...boicottare la Ferrero.

Mi restano solo due consolazioni.
un nuovo caso di marketing da manuale per intrattenere i partecipanti ai miei corsi,
e...
il vino novello.
Salute!!

lunedì 10 ottobre 2011

Gentile direttore...

finalmente il Giornale di Brescia di ieri 6.10.11 informa che le polveri sottili in provincia hanno registrato un'impennata,  in alcuni casi raddoppiando i valori considerati "di allerta". 
Allerta per la salute.
Sì, perché va ricordato (soprattutto agli ignari cittadini che si rallegrano del supplemento di estate) che
le PM10 uccidono, causando asma, infarti, ictus, tumori polmonari e molte altre patologie.
Che Brescia detiene il record italiano dei morti per tumore.
Che i tumori infantili sono in drammatico aumento in provincia.
Che la Pianura Padana è la quinta zona più inquinata al mondo.
Che l'Unione Europea ha diffidato l'Italia per l'insufficiente contenimento dello smog, aprendo procedure di infrazione che costeranno alle casse pubbliche multe salatissime (per approfondire).

A questo punto, si attenderebbero
da autorità e media suggerimenti e misure
per far fronte all'emergenza:
le combustioni e le emissioni andrebbero contenute ad ogni costo, i cittadini educati a limitare il loro impatto e a proteggersi stando il meno possibile fuori casa.
E invece il Suo giornale si limita ad accennare alle (lievi e irrilevanti) limitazioni al traffico disposte dalla Regione.
E chi ci governa? Si permette il lusso (a spese nostre) di cambiare la legge, rendendo ammissibile l'approvazione di impianti di incenerimento sotto 1MW senza valutazione di impatto ambientale!

Finalmente consapevole di tutte queste cose, mi sono unita al Comitato Civico di Bedizzole. Perché da mamma e da cittadina responsabile preoccupata del nostro futuro,
non posso più vivere nell'indifferenza e nel qualunquismo che stanno portando il nostro pianeta all'autodistruzione.
La provincia, invece di difendere attivamente la nostra salute, sta valutando la costruzione di vari impianti di incenerimento e gassificazione di pollina e di biomasse.
Esistono varie metodologie di smaltimento meno inquinanti e addirittura più efficienti energeticamente, ma il business dei finanziamenti pubblici per le cosiddette "energie rinnovabili" fa gola a molti.
Ad esempio agli allevatori, ben felici di poter aggirare la normativa nitrati e  proseguire la folle corsa verso modelli di allevamento sempre più intensivi e sempre meno sostenibili per l'ambiente.
L'impianto che vorrebbero costruire a Bedizzole oltre a minacciare la salute della popolazione, deturperebbe il paesaggio vicino al lago, brucerebbe pollina che viene per lo più da fuori, e produrrebbe pochissima energia.
(Energia di cui NON abbiamo bisogno visto che la nostra regione ne produce in misura maggiore rispetto ai consumi!).

Il 18 ottobre mi unirò alla
manifestazione di protesta indetta dal Comitato Civico di Bedizzole di fronte alla Provincia.
Perché il profitto non può sempre venire prima della vita delle persone.
Perché prevenire è meglio che curare.
Perché, se proprio vogliamo monetizzare tutto,
la salute pubblica ha un costo immenso.

Ai nostri amministratori e a chi ha il potere di informare la gente chiedo di scegliere:
continuare così oppure se dare prova di responsabilità e lungimiranza?
E, se proprio avete dei dubbi su cosa è giusto fare, fatevi un giretto nelle strapiene oncologie pediatriche.
O pensate a quante persone ammalate conoscete. Non crederete che sia solo una tragica fatalità, vero?

Grazie dell'attenzione.
Pamen, 7 ottobre 2011




Questa lettera non verrà mai pubblicata.
Perché i vecchi media vivono in modo vecchio.
Pubblicano solo quello che non disturba loro o l'establishment.
E, soprattutto, si fanno scivolare addosso l'appello alle loro responsabilità.

Abbiamo ancora bisogno di giornali così? Di politici così?
Il vaso si sta pian piano colmando.


E, prima o dopo, il vento cambierà.


martedì 4 ottobre 2011

Si vede che ce lo meritiamo

Il popolino di Facebook si agita e si indigna per l'esito del processo Kercher.
Il popolino di Facebook è uno spaccato dell'Italia.
Italia che è sempre facilmente agitabile per i casi di cronaca.
Oh come ci distraggono bene dalle cose importanti con la cronaca!!
Tutti morbosamente interessati a Cogne, ai fratellini di Gravina, a Sarah di Avetrana,
a Yara, a Melania Rea, adesso a Melanie (anzi, di Melanie non gliene frega niente a nessuno,
ma tutti hanno le idee chiarissime sul ruolo dei due imputati e del nero, di cui manco ricordano il nome. Bravi!). Critichiamo la TV ma poi ci spippoliamo Vespa, la d'Urso e compagnia cantante.


Poi esce una notizia di una gravità inaudita, come il colpo di spugna sulla immensa strage nascosta legata ai rifiuti (quella di Gomorra) e nessuno batte ciglio.
Anzi, tutti convinti che sono quegli sporcaccioni del sud a inondarci con i loro rifiuti a noi virtuosi del nord (!).

In Italia ci stiamo facendo letteralmente ammazzare dalle eco-mafie, nel totale disinteresse!


Io vivo in Pianura Padana, quinto posto più inquinato al mondo
Abbiamo tassi SPAVENTOSI di incidenza di tumori e di malattie tremende.
Però le nostre conversazioni sono piene della cronaca (prevalentemente nera, ovvio) con cui ci facciamo distrarre.
Se avete anche solo un malato o un morto per tumore in famiglia vi siete mai chiesti quanto sia fatalità e quanto causa evitabile?


Care mammine tutte preoccupate di quante volte al giorni i tesorini fanno cacchina,
fatevi un giretto in oncologia pediatrica.
Oppure date un'occhiata a questi dati:

Un estratto della presentazione di Marino Ruzzenenti (dati completi del link sopra)


Siete le stesse mamme che, alla richiesta di una firma contro l'ennesimo eco-mostro,
avete risposto annoiate che avevate in macchina la carta d'identità.
(E poi passate la vita a imbottire di antibiotici i vostri bambini e a stressarli perché mettano la maglietta della salute!).
Fra qualche giorno vi chiederò di unirvi alla protesta popolare di fronte alla provincia di Brescia per evitare l'ecomostro che minaccia il nostro futuro.
E voi mi guarderete con un sorriso mezzo di compatimento, che si riserva ai fanatici.
Poi mi direte "grazie per quello che state facendo".
Ma quel giorno avrete qualcosa di più importante da fare.


Perché vi illudete che la cosa non vi riguardi.
E tornerete a preoccuparvi della cacchina di Gigetto, di quanto bene si mangia alla mensa.
E di Amanda Knox.

martedì 20 settembre 2011

Dalla colpa alla responsabilità.

20.9.11: S&P abbassa il rating dell'Italia e Berlusconi la accusa
di essersi fatta influenzare dall'opposizione e DAI MEDIA! 

Da 30 anni sono una consumatrice,
da 20 sono una elettrice,
da 14 anni lavoro nelle aziende,
da quasi 7 sono un genitore.

Se il cameriere si dimentica di portarmi le verdure grigliate si scusa? No, dà la colpa al cuoco.
Se il POS dell'ufficio postale non funziona l'impiegata si scusa per il disservizio?
No, mi guarda con odio e dà (implicitamente) la colpa a me e al mio bancomat.
Se il cliente chiama il fornitore per reclamare, il personale ringrazia della segnalazione e si fa in 4 per risolvere il problema? Assolutamente no, scatta la corsa al colpevole oppure (e il titolare è il primo a dare il buon esempio) il cliente è un rompicoglioni.
Se i dipendenti migliori se ne vanno? Che stronzi ingrati, non volevano farsi maltrattare gratis.
Se i clienti mi tradiscono? Quei bastardi dei concorrenti!
Se centinaia di preti sono pedofili, la Chiesa si scusa e risarcisce le vittime? Ma ci mancherebbe! Senza contare che è sempre quel cattivone del Demonio a metterci lo zampino, se i giornalisti stessero zitti non si creerebbe allarmismo inutile, no?
Se ho preso la multa? Colpa del vigile bastardo.
Se le strade traboccano di immondizia e i cassonetti di rifiuti riciclabili? Colpa della politica e della mafia.
Se i bambini sono obesi e sempre più depressi? Colpa della scuola, della società, dell'industria alimentare.
Se il divano è pieno di zampate lerce? Colpa di mia sorella/di mio fratello/del gatto.

E se il mio paese va a rotoli, chi lo governa da vent'anni può assumersene anche sono un briciolo di responsabilità? Domanda retorica. La colpa va, naturalmente, alla crisi ("imprevedibile" benché prevista da circa 20 anni), all'opposizione, alla sinistra illiberale che aumenta le tasse (!), alle toghe rosse, alle toghe corrotte, alla stampa internazionale di parte, alla culona inchiavabile della Merkel, e, da ultimo, ai media.
(E se a dirlo è il padrone di 3 televisioni e di un impero editoriale, capo di un Governo che finanzia gran parte della stampa e che ha ridotto la TV nazionale a un manipolo di sopravvissuti,  beh possiamo proprio fidarci. Che ingrati questi media!).

E se la smettessimo di cercare i colpevoli e ci assumessimo ognuno le sue responsabilità?

Responsabilità deriva da responsum-abilis e significa capacità di risposta.
Essere responsabili significa rendersi conto che ogni volta che miriamo con l'indice agli altri
stiamo puntando 3 dita contro noi stessi.
E noi, che risposta diamo?
E' facile vedere la pagliuzza nell'occhio del vicino, ma la trave nel nostro ci sfugge sempre.

Sono sempre più convinta che il genere umano si stia autodistruggendo proprio per l'incapacità di assumersi le proprie responsabilità.
Nei confronti della Terra, della natura, dei più deboli, dei figli, dell'umanità.

Dal Papa coperto di ermellino ai miei figli (passando per il nostro signor presidente del consiglio) tutti potremmo e dovremmo passare dallo scaricabarile facile al cercare di dare il buon esempio.

Ecco.
Se c'è una cosa che spero di voglio lasciare ai miei figli è l'idea che lo schifo del mondo è la sommatoria delle scelte sbagliate dei singoli, dei piccoli egoismi miopi.
Del menefreghismo individuale, familiare, condominiale.

Ogni voto, ogni goccia di acqua risparmiata, ogni sacchetto di rifiuti riciclati, ogni scontrino richiesto e anche il rispetto delle più piccole regole di convivenza conta qualcosa.
Perché, come diceva una mia vecchia conoscenza, "la somma fa il totale".

giovedì 30 giugno 2011

L'era del contro-marketing

Ieri le aziende potevano fare anche le peggiori cose, senza che si sapesse, quindi senza nessuna ripercussione su immagine e credibilità. E, quindi, senza nessuna presa di responsabilità.

Col web la festa è finita.
Se un'azienda
- assume comportamenti ipocriti rispetto alle dichiarazioni
- danneggia lavoratori, fornitori, ambiente e società,
- inganna i suoi clienti,
rischia di incorrere in devastanti danni alla sua reputazione, un bene intangibile molto lento e costoso
da costruire.

La "responsabilità sociale d'impresa" fino a ieri era di moda, oggi è una necessità impellente.
Perché nessun avvocato ti può salvare dallo sputtanamento globale e dal boicottaggio quando a controllare i flussi di informazioni non sono più (solo) le multinazionali e i poteri forti.
Oggi basta un blogger agguerrito, un gruppo Facebook dinamico, un sapiente mix di social network,
o anche la vendetta dei singoli sui siti di recensioni (come ad esempio  Tripadvisor per il turismo o Ciao.it per i beni di consumo): ogni cliente maltrattato o stakeholder danneggiato può vendicarsi in "mondovisione"!

E allora ecco girare video sulla sfacciataggine della ENI (la grande compagnia energetica italiana che si vanta della sua responsabilità e poi crea disastri ecologici nel terzo mondo).

E poi il boicottaggio della Nestlé ("nutrirsi bene vivere meglio"), responsabile della morte di milioni di neonati a causa della spregiudicata diffusione di allattamento artificiale in precarie condizioni igieniche.

E perché non boicottare anche ProcterGamble e tutti prodottori che ancora vivisezionano gli animali?

Naturalmente se il boicottaggio è fazioso le aziende più accorte sanno come rispondere: tacere è sempre controproducente. Lo dimostra Barilla, a lungo danneggiata da un passaparola sulle presunte coperture in Eternit dello stabilimento di S. Nicola di Menfi (da cui proviene la merendina preferita di mio figlio!), e che non ha esitato rispondere in modo molto puntuale, a partire da una campagna Adwords su Google.
Provate a digitare "Barilla Eternit", troverte questo annuncio:

Saranno contenti i lavoratori vessati di tutto il mondo (temo la maggioranza): oggi possono vendicarsi del loro datore di lavoro poco lungimirante con una recensione su un portale come SOPO, raccontando dove si lavora meglio e dove peggio. Interessante scoprire gli altarini di alcune aziende altamente incoerenti. Ad esempio: vi ricordate "La Coop sei tu, chi può darti di più?". Bene, raccontatela agli incazzatissimi (ex) dipendenti Coop che così la valutano.

Ma il vero colpo di genio è stato messo in scena da Greenpeace. L'associazione ambientalista ha scatenato una Guerra Stellare ai danni di Volkswagen, rea di essersi dichiarata "il produttore di auto più eco-friendly al mondo".
Uno straordinario video super virale
scimmiotta l'originale spot ispirato a Guerre Stellari e conduce ad un sito web molto ben studiato,
un perfetto esempio di web marketing, anzi, contromarketing.
Sull'onda della travolgente colonna sonora, gli utenti diventano protagonisti, si uniscono all'Alleanza Ribelle incoraggiati dal counter degli Jedi Ribelli, da bottoni "call to action",
e, grazie ad un form semplice ae attraente, in pochi passaggi firma una petizione on-line per costringere il produttore di auto a promuovere automobili davvero ecologiche, facendo leva anche sull'astuta dichiarazione "guido un'auto VW, e chiedo all'azienda di cambiare".

Chi, persuaso, decidesse che il divertimento del video val bene la compilazione del form,
si troverebbe poi invischiato in un vero e proprio "addestramento Jedi" per vincere una t-shirt di Greenpeace grazie al metodo "amico porta amico". Per chi ha firmato, il portale si trasforma in un social network ludico: per ogni persona che si unisce all'Alleanza tramite la pagina, l'utente riceve 5 punti-forza, per accedere a nuovi strumenti.
Quante aziende sono capaci di persuadere e coinvolgere così?
Come reagirà Volkswagen?

A proposito, mi aiutate ad accrescere la mia forza?

sabato 25 giugno 2011

Basta odiosi privilegi: finalmente possiamo fare qualcosa di concreto.

"I referendum fanno schifo perché servono solo ad abolire dei pezzi di leggi" disse quello che non andava a votare.
Ecco una iniziativa propositiva e non abrogativa.





Un progetto di Legge di iniziativa popolare per ridurre i costi della politica in Lombardia.
Per risparmiare decine di milioni di euro di assurdi e medievali privilegi dei politici lombardi.
Gente come questi qua, per intenderci:

 



Servono 5000 firme autenticate di cittadini lombardi entro ottobre 2011.
Ecco dove firmare

Una volta tanto puoi cambiare le cose con una semplice firma!!
Passaparola!!

lunedì 13 giugno 2011

Anche a me batte il quorum di felicità

Non trovo parole migliori per esprimere quello che provo, devo proprio citare la collega blogger Panzallaria
"Non ha vinto questo o quel partito oggi. Oggi ha vinto il passaparola, l’attivismo delle persone. Ha vinto la mia vicina che ha stampato i volantini informativi per il referendum e li ha infilati in tutte le buchette, ha vinto la signora che ha passato la domenica sulla spiaggia per invitare i bagnanti ad andare a votare, a fine giornata. 
Ha vinto il banchetto improvvisato in mezzo alla via, quelli al bar che raccontavano pubblicamente perché votare  e perché votare si. Ha vinto la Rete, quella reale e quella virtuale dei tanti che – lontani dalla politica di palazzo e dai Comitati ufficiali –  hanno fatto di tutto perché la soglia dell’attenzione rimanesse alta.
Ha vinto l’Italia che ha capito che non è con i “tanto non cambia niente” che si può vivere bene in un Paese ma che ha voluto cambiare davvero le cose. (...)
Grazie alla Rete possiamo. E non parlo della Rete web, parlo di un concetto sociale che si sta affermando e che usa il web ma non ne rimane invischiato e ne vede anche i lati negativi . Parlo della capacità di andare oltre l’indignazione e di attivare MOBILITAZIONE."

57% di votanti. Quattro SI schiaccianti. Questa è la risposta al premier che ci ha invitato a disertare le urne: un politico con le palle avrebbe cercato di convincerci per il NO, sarebbe stato più dignitoso.
VERGOGNA a chi non ha voluto dedicare un quarto d'ora per esprimere la sua posizione.  A chi se ne frega di esprimere posizione su temi come il NUCLEARE o l'ACQUA.  Chiunque egli sia.  Per fortuna 26 milioni di italiani sentono di avere un DOVERE CIVICO e MORALE. E non solo diritti.