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domenica 22 luglio 2012

Di rientri dalle ferie geneticamente immodificabili.

Il rientro dalle ferie visto da lui: Toglie le bici da porta pacchi.
Estrae i bagagli dall'auto (e li pianta lì).
Si gingilla mezz'ora nell'arduo dilemma: tagliare il prato o no? (Appena decide che ce la può fare inizia a piovere). 
Si fa un bel bagno rilassante. 
Scavalca una valigia per non inciampare.
Si prepara e si beve un bel caffè.
Sceglie un paio di film per il bambino.
Appena la figlia si sveglia la parcheggia dalla nonna.
Mette nel suo cassetto un paio di mutande e quattro calzini puliti.
Scarica tutte le fotografie delle vacanze sul PC.
Apre la corrispondenza e abbandona le buste sventrate sul tavolo. 
Aiuta a portare su la spesa e poi si dilegua.
Trascorre quarantacinque minuti a costruire una torre con i legnetti Kapla insieme al primogenito
Inizia guardare "Cast Away" in inglese con il figlio, con traduzione simultanea (tanto ci sono dieci minuti di dialoghi in tutto il film) spiegazione dei passaggi difficili.
Viene a cena canticchiando felice: è bello essere nuovamente a casa!!


Il rientro dalle ferie visto da lei:
Apre i bagagli ed effettua una raccolta differenziata dei rifiuti vestiti: da smerdare lavaggio intensivo, mediamente puzzolenti  lavaggio delicato, passabili da riporre nell'armadio (anzi in quattro diversi armadi in quattro diverse stanze).
Fa partire la prima lavatrice e constata che restano ancora 4 metri cubi di biancheria di lavare e stirare: occhio e croce ne avrà per dieci giorni, e potrà fare una lavatrice per ogni colore dell'arcobaleno senza paura di non raggiungere il pieno carico. Che casalinga fortunata, potrà anche risparmiare sui foglietti acchiappa-colore!
Svuota borse, borsine, borsette e ripone 275 oggetti nei loro posti.
Fa il bagno alla figlia.
Mette a dormire la figlia.
Interrompe tre volte una doccia furtiva per accorrere ai capricci della suddetta figlia. 
Si infila il primo straccio che trova, arriva all'ipermercato e procura una tonnellata di spesa (e riesce anche a comprarsi una gonna ai saldi).
Mette a posto una tonnellata di spesa (nel frattempo, per unire l'utile al dilettevole, telefonata fiume con la mamma e aggiornamento gossip). 
Stende la prima lavatrice e fa partire la seconda. 
Approfittando di un attimo di pace in casa accende il PC, fa capolino su Facebook, processa 450 email e risponde alle più urgenti.
Inizia mentalmente a comporre l'incastro di emergenza: eh, sì, perché nelle prossime due settimane
dovrà lavorare tantissimo per chiudere due progetti, ma questo non la solleverà dal management domestico, inclusi gli extra post- rientro e le due tenere creature in vacanza ancora per uhm...cinquanta giorni? 
Aiuta la piccola a tirare fuori i suoi giocattoli, e un minuto di distrazione è fatale per constatare che TUTTI i giocattoli sono stati gioiosamente disposti sul pavimento.
Stende la seconda lavatrice (non prima di aver tolto i primi panni già asciutti), constata che il carico di roba da lavare è giù aumentato. Smadonnna e carica la terza lavatrice. 
Ripensa languidamente ai lunghi bagni in mare e ai lussi della vacanza, come le ore di lettura solitaria in pineta, in cui ha divorato quattro romanzi, cinque riviste e due racconti. 
Ripone i panni già asciutti.
Va a vedere la torre Kapla del primogenito complimentandosi vivamente per la bellissima opera.
Prepara la cena sana, dieteticamente bilanciata e differenziata in due menù (menù 1: "in crescita e schizzinosi" e menù 2 "ciccioni e neo-salutisti").
Scarica la terza lavatrice e constata che non sa dove stendere la quarta, ma la fa partire lo stesso. 
Apparecchia, pensando che stasera dovrà iniziare a lavorare. 
Serve la cena pensando che è già stanca e che non vede l'ora di non sa bene cosa, dato che la prossima vacanza è una meta troppo lontana.
Inizia a sparecchiare e ricorda che, secondo il dott. Grey, autore di "Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere" le donne devono condividere le proprie frustrazioni  emozioni per produrre ossitocina e ridurre lo stress. 
Scrive il suo post di getto producendo un sacco di ossitocina nonostante la piccola sulle ginocchia che guarda "Pingu" sullo stesso monitor e, in contemporanea, si toglie le mutande e spaciuga con un burro cacao trovato in giro (precoci segnali di multitasking compulsivo).

E, infine, maledice il suo patrimonio genetico che la rende schiava (di senso del dovere, responsabilità e abilità multiple e contemporanee) e invidia la semplicità strutturale del suo compagno, geneticamente predisposto ad affrontare, con molta calma, un solo problema alla volta. 
O anche nessuno.

giovedì 20 ottobre 2011

La borsa blu

Giorni frenetici.
Di lavoro, manifestazioni, riunioni con le maestre, lezioni di tango argentino.
E, tra una pioggia e un raffreddore, è arrivato anche il fatidico momento del "cambio di stagione".
Segnato, quest'anno, dall'archiviazione della borsa blu.

Anzi de La Borsa Blu. 
La Borsa Blu è l'appellativo domestico per uno dei pochi accessori utili trai mille che ti piombano in casa con la nascita di un bambino: la borsa-fasciatoio.
Le borse-fasciatoio attualmente sul mercato sono oggetti assolutamente glamour: argento, con le pailettes, o le decorazioni di Hello Kitty (no, al neonato non gliene frega niente di Hello Kitty, naturalmente).

Per chi, come me, è diventata mamma nello scorso decennio, la borsa fasciatoio  assolveva al suo ruolo senza brio: ingombrante, sgraziata, goffa. La mia era proprio così:

E siccome il blu è tornato di moda solo recentemente, dopo anni di oblio, La Borsa Blu stava male con tutto.
Ma guai ad uscire senza! Nei suoi magici scomparti, infatti, trovava posto la soluzione ad ogni contrattempo, un kit di sopravvivenza completo fatto di:
pannolini, telino, cremina, coppette assorbilatte, biberon di acqua, fazzolettini, salviettine umidificate, cerotti, vestiti di ricambio, un pacchetto di pavesini, magari una banana o uno yogurt, una bavaglia, un pettinino, un paio di calzine, un maglioncino leggero, il liquido antibatterico, in narhinel (detto anche l'aspira-caccole, oggetto perversamente gradito a tutte le mamme), un flacone di fisiologica, un cappellino, un set di giochini, qualche libro. Oltre, spesso, a chiavi, portafogli, cellulare, ecc.

Un rapido flashback e rivedo la B.B. appoggiata sul manico del passeggino, nella sala di attesa del pediatra, al parco giochi, in spiaggia (piena di sabbia), in vacanza, al ristorante, a casa di amici,
persino a Gardaland. La Borsa Blu è, per la mamma di un neonato, come la cassetta degli attrezzi dell'idraulico, come il borsone del medico. Non se ne può fare proprio a meno.

E ora, dopo quasi sette anni di onorato servizio, torno a vivere senza Borsa Blu.
E, insieme ad essa, archivio le ore e ore ad allattare.
Le pappine. I pannolini. Carrozzine e passeggini. Il terrore di non essere pronti ed attrezzati all'ora della pappa. I risvegli notturni. I pianti inconsolabili. Le vaccinazioni. Gli oggetti gettati dal seggiolone. I dentini. I gattonamenti. I primi giochi. Le prime parole.
I primi anni della vita dei miei bambini.

Domani Valentina compie 2,5 anni.
Parla, canta, salta corre, va al bagno, dorme tutta la notte, mangia di tutto, ha i suoi cartoni preferiti.
Ha persino una migliore amica.
Non è più una bambina piccola.
Non sono più la mamma di un bambino piccolo.
Non sarò più la mamma di un bambino piccolo.

Evviva.
Già.
Il momento che ho tanto desiderato.
E allora perché questa malinconia?
........


...Perché il treno dei genitori va sempre più veloce...
E quando tiri su il naso per ammirare il paesaggio...
il paesaggio è già cambiato.

martedì 16 agosto 2011

Meet the blogger

Un'altra avrebbe detto: "Avvisami quando partite, che inizio a riordinare".
Lei, invece, mi ha chiesto un SMS di notifica della nostra partenza "così inizio la DERATTIZZAZIONE".
Lei è Chiara, conosciuta virtualmente un anno fa nella chat di Machedavvero 
(in cui io mi feci notare per la confessione di essere smutandata e di aver resistito alle avance del marito pur di non abbandonare il salotto virtuale).
Da qualche giorno Chiara non è più solo un'amica digitale, perché ho raccolto il suo invito e sono andata con tutta la famiglia a trovarla alla Casa di Heidi.




Una giornata super rilassante trai monti e il laghetto, tra un bagno e una battaglia dei nostri galletti maschi. Ed è stato subito come averli conosciuti da sempre, i Cialtrons, e soprattutto lei, Chiara.
Così easy-going, solare, con la sua ospitalità calda ma informale.

D'altra parte mi sono fin da subito trovata in sintonia con lei. 
Con i suoi post, con i suoi commenti, con il suo modo di pensare.
Cosa affatto scontata, perché il microcosmo delle blogging moms è punteggiato di personaggi molto diversi tra loro.

Volendo stilare una rozza fenomenologia della mater bloggans mi vengono in mente alcune categorie. Come ad esempio:

La fuoriclasse.
Di mestiere fa la giornalista o la scrittrice, e infatti  scrive con grazia e stile inconfondibili.
Si identifica in un personaggio di un film o di un telefilm.
Non ha meno di due-tre figli, che trascina con nonchalance in viaggi incredibili.
Il codazzo delle commentatrici adoranti è infinito. 
Ma, salvo qualche sporadica risposta ai commenti, la fuoriclasse non ha tempo o voglia per coltivare più di tanto le blog-amicizie.
E, se le avanza qualche notte libera, scrive un libro o lavora per una famosa trasmissione televisiva.

La creativa
La mater creativa scrive per condividere con il mondo le sue creazioni. Che si tratti di cucina, design, cake design, artigianato, scrap books, mei tai di design, filastrocche o lavoretti per i bambini, le stupende fotografie delle sue opere alimentano un database che spesso da origine a veri e propri portali, e attira per lo più altre creative. A volte trasforma la sua passione in un business, vendendo le sue opere o creando una sorta di testata. A volte si limita ad autocompiacersi dei momenti poetici della sua vita immortalata in deliziose cartoline contemplative e poetiche dal titolo "this moment". Le madri "normali" possono solo ammirare da lontano e attingere le idee più semplici da copiare (con risultati scarsini).

L'impegnata
La madre impegnata è una madre perennemente indignata, se non terribilmente arrabbiata. Per sublimare la sua incazzatura, non si limita a scrivere ma alimenta dei veri circoli di discussione su temi forti: la discriminazione delle donne, le buone pratiche di cooperazione femminile, lavoro e conciliazione, il degrado della scuola, coaching mammesco, ecc. In prima linea nelle manifestazioni neo-femministe di protesta politica, non disdegna, occasionalmente di spendersi per la prevenzione del cancro, per la sicurezza stradale dei bambini, contro l'abbandono dei cani in strada.
L'egocentrica.
Si lamenta di essere stressata. Perché i suoi figli non dormono e lei lavora a tempo pienissimo, tipo 12-16 ore al giorno. Ma poi di quelle 16 ore almeno 4 le passa ad esternare a reti unificate (stima per difetto considerando un post al giorno, commento ai commenti del post, annuncio del post su 6 social network, commento ai commenti sui 6 social network, partecipazione attiva a vari dibattiti sui blog altrui e, se capita, qualche forum). Twitta alla velocità della luce, per ogni post emette dieci comunicati stampa, si autocita. Il suo argomento preferito? Sé stessa e tutto ciò che la riguarda: cosa mangia, cosa compra, cosa legge, cosa si mette, talvolta i suoi figli, più spesso i suoi sponsor. Ma non scambiatela per edonista e disimpegnata: al contrario, lotta strenuamente contro le sue tentazioni di shopping compulsivo. E se proprio cede, lo confesserà in rete, pubblicando le foto della refurtiva.

La madre equo-solidale.
Salutista, vegan, biologica. La madre e.s. partorisce con lotus birth, porta i figli in fascia fino alla prima ernia del disco, li allatta a richiesta fino a che non possono acquistare legalmente alcolici, li spannolina a 3 mesi (e, se non ci riesce, sceglie solo pannolini lavabili). Non usa assorbenti ma coppette mestruali in silicone. Fa yoga e meditazione, applica il metodo Montessori (ma all'occorrenza anche Steiner va bene). Spesso ha lasciato la città e si è trasferita in una prateria. Via web, il suo contatto con la modernità, promuove uno stile di vita da amish e, talvolta, cerca di vendere manufatti o libri.

La varie ed eventuali.
E poi ci sono quelle come me, Chiara, e tante altre, le blogger non classificabili.
Non abbiamo sponsor, non organizziamo give-away, non pubblichiamo reportage artistici, non estorciamo voti per prestigiosi blog award, non abbiamo libri o app da vendere.
Qualche bollino in home page sì, ma con moderazione e autoironia (soprattutto se si tratta di premi o autocertificazioni di qualità).
Siamo sensibili a cause socio-ecologiche, abbiamo qualche sprazzo di creatività, ma i nostri post scaturiscono dalle nostre emozioni e dal nostro umore, non da un piano editoriale.
Scriviamo perché scrivere è terapeutico, condividiamo perché la condivisione fa sentire meno soli e più forti.

E, appena possibile, usciamo dai confini della blogsfera e ci incontriamo.
E, dopo la casa di Heidi, abbiamo già un nuovo appuntamento: il MOM Camp!

martedì 8 marzo 2011

8 marzo. A te che sarai donna tra 20 anni.



Oggi annusi la vita e le tue prime mimose, gentile omaggio del tuo papà.
Ma che aria annuserai fra 20 o 30 anni?

Avrai mimose per un giorno e discriminazioni per altri 364?
Potrai aspirare alla tua realizzazione professionale senza dover promettere di non fare figli?
Potrai aspirare alla tua realizzazione familiare senza dover vendere anima e corpo per arrivare alla fine del mese? 
Potrai aspirare alla tua realizzazione personale, sentendoti libera, innanzitutto, di seguire i tuoi sogni e le tue passioni?

Se chiudo gli occhi sogno un mondo in cui tu, giovane donna...
...non vieni considerata "più adatta" di un uomo per pulire il cesso, cambiare un pannolino, cucinare 600 pasti all'anno,
...non vieni considerata "meno adatta" di un uomo per pilotare un aereo, dirigere un'azienda, governare il paese,
...non vieni valutata per la tua taglia di reggiseno, ma per le tue capacità e per il tuo talento,
...non devi rinunciare al tuo cuore per puntare sulla tua testa.

E l'8 marzo non hai bisogno di uscire con le amiche a vedere spogliarelli maschili per sentirti libera ed emancipata.
E per essere rispettata non devi diventare acida e feroce né rinunciare alla tua femminilità.
E puoi spiegare le tue ali senza che la tua bellezza ti metta in pericolo.


E non sei "sesso debole"né a parole né nei fatti, perché finalmente tutti riconoscono, apprezzano e valorizzano il tuo essere forte. 
Diversamente forte. 


Perché essere forte non vuol dire solo muscoli, prepotenze, guerre, stupri, terribili lotte di potere, come ci hanno insegnato millenni anni di predominio maschile.
Si può essere forti anche con la flessibilità, il coraggio, la capacità di ascolto e di mediazione, il superamento del proprio egoismo, la ricerca di un mondo migliore.
Migliore non solo per il proprio portafoglio, ma per i propri figli, per gli uomini e le donne di domani.

Riusciranno le madri di tutto il mondo a ribellarsi alle discriminazioni, alle infibulazioni, alle violenze?

Nel mio piccolo ce la metterò tutta per aiutarti ad avere 
pari dignità, pari opportunità, pari felicità.


Buona festa della donna, figlia mia!

sabato 5 febbraio 2011

Cari genitori.

Voi vi indignate perché il premier viene spiato e la sua privacy violata.
Perché i giudici (comunisti) lo perseguitano per verificare le ipotesi di sfruttamento della prostituzione e di concussione.

Io mi indigno perché conosco molti ragazzi e ragazze che hanno voglia di lavorare, che vorrebbero costruirsi una famiglia, ma non hanno un lavoro, e nessuno è disposto ad assumerli, con il costo del lavoro alle stelle. 
Di questi ragazzi molti hanno studiato duramente, sono preparatissimi e si sentono dire che sono "troppo qualificati", per cui non rimane loro che andare nei paesi più civili, dove viene premiato chi merita e non chi conosce la persona giusta.
A cosa serve un ministro della Gioventù senza portafoglio? A ciucciare altre risorse pubbliche?
Dove è il governo che pensa ai giovani e al futuro? 
Dove è il governo che promuove la meritocrazia quando al potere vedo solo vecchi, pregiudicati, e figli di papà?
Quando le decisoni politiche vengono prese anche da un Renzo Bossi detto la Trota, bocciato tre volte alla maturità?

Io mi indigno perché conosco piccoli imprenditori hanno l'acqua alla gola, anche a causa dei balzelli statali mai aboliti, e, finita la cassa integrazione non potranno comunque liberamente licenziare i loro operai fannulloni protetti dai sindacati, e saranno costretti a fallire.
Dove è il governo di destra a favore dell'impresa e della meritocrazia?

Io mi indigno perché un Governo di ispirazione liberale ha ritenuto giusto salvare 
un mostro succhiarisorse come Alitalia, e coprire i buchi e le magagne di tante aziende pubbliche che andrebbero solo privatizzate, come Poste e Ferrovie.


Io mi indigno perché si taglia su tutto, ma non sui privilegi della casa dei politici o su missioni militari assurde con l'Afganistan (500 milioni all'anno).
Non mi sembra che la Spagna abbia avuto chissà che ripercussioni negative dall'essersi tirati indietro da quella follia.

Io mi indigno perché l'unico modello di donna vincente che ci propinano è il puttanone della TV e del bunga bunga, mentre le mamme lavoratrici vengono discriminate e buttate fuori dal lavoro. 

Vi siete dimenticati? E' successo anche a me. Dopo entrambe le gravidanze mi sono presa un calcio in culo e tante attestazioni di stima dai posti dove lavoravo con successo. 
Se ho un lavoro (precarissimo) è solo perché ho scelto di essere autonoma.
Meno della metà delle donne italiane accede al mondo del lavoro.
Dove è il Governo che tutela la libertà di lavoro? A cosa ci serve la ministra delle pari opportunità?

Io mi indigno perché vivo in un mondo senza asili, senza parchi, con un'aria irrespirabile.
Dove sono le politiche a sostegno delle famiglie, cosa si fa per l'ambiente di serio, a parte le domeniche a piedi?

Io mi indigno perché crolla mezza Pompei, nell'abbandono, e l'unica cosa che sa dire il Ministro della Cultura (un poetuncolo  ex comunista senza alcun merito se non l'amicizia con B.)? "Non è colpa mia".

Io mi indigno perché pago le tasse, ma per poter lavorare SEI ore al giorno 
devo spendere ogni mese NOVECENTO euro per mandare i miei figli ad asili privati.
Perché quelli pubblici non ci sono o sono fatiscenti e mal gestiti, con continuo giro di supplenti.
Tanti proclami dalla Ministra Razionalizzatrice che avete applaudito.
Ma voi non avete idea quante madri si sono dovute licenziare perché nessuno concede il part time e 
i tempi prolungati a scuola sono stati tagliati insieme ai fondi per i laboratori, la sicurezza degli edifici, la carta igienica.

Ma a voi cosa ve ne frega, in fondo, di tutto ciò?
Voi la vostra vita ve la siete vissuta.
Ci avete trasmesso che per essere felici bisogna comprare.
Che i rifiuti differenziati chissenefrega, al massimo li bruciamo e pace se poi ci respiriamo le scorie.
Che i mezzi pubblici no, siccome fanno schifo prendiamo tutti la macchina.
Che votare al referendum no perché "ci hanno rotto i coglioni".
Avete lavorato una vita, 
ma avete avuto l'opportunità di migliorare drasticamente il vostro benessere,
e ora vi godete la pensione che a noi sarà negata. 

Non sono di destra, non sono di sinistra.
Non sono per la maggioranza, né per l'opposizione, che non esiste.
Non sono bigotta, non sono moralista.

Sono per la libertà. 
Per la meritocrazia.
Per la libera concorrenza.
Per l'onestà. 
Per la democrazia.

Ci sono delle leggi fondamentali dello stato, come la Costituzione, che sono la garanzia della democrazia, per ottenere le quali ci sono voluti secoli e secoli di lotte e rivoluzioni. 
Non si può TOLLERARE che queste leggi vengano ignorate. Potere legislativo, esecutivo e giudiziario sono tre cose distinte. 
Per fare le leggi paghiamo profumatamente 1000 parlamentari (anche se metà sono pregiudicati, cocainomani e ladri). Perché mai il Governo deve continuamente legiferare al posto del Parlamento, fregandosene del Parlamento in modo NON DEMOCRATICO? Allora che faccia un editto, mandi a casa i parlamentari e faccia tutto lui, così torniamo alla MONARCHIA ASSOLUTA e finiamo questa farsa!

Non va giudicato per la sua vita privata? 
Tutti i politici, tutti gli uomini di potere lo sono, lo sono sempre stati.
I leader di un paese dovrebbero essere un esempio di correttezza e dignità. 
E tutti hanno pensato che Marrazzo beccato a trans abbia fatto bene a dare le dimissioni.
E non credo che nessuno sarebbe tenero con un Niki Vendola beccato con un giro di 
giovani prostituti.

Va giudicato per la sua opera politica? 
Allora, per favore, mi spiegate dove sono tutti i miglioramenti "incompresi" di 16 anni di Berlusconi??
E' troppo poco tempo per riparare a tutti i danni dei comunisti?
Non gli si può attribuire alcuna responsabilità perché in Italia non gli hanno permesso di cambiare nulla?
Eppure le leggi che gli interessavano le ha fatte, anche se incostituzionali.

A voi sta SIMPATICO  questo puttaniere che UMILIA così tanto il ruolo delle donne da mettere le sue troie al potere e da lasciare che sia invivibile la vita di tante lavoratrici oneste...Con le sue battute cafone, con il suo sbattere in faccia i suoi soldi a destra e manca, con la sua ignoranza del mondo reale fuori dai suoi salotti dorati.
"Cosa deve fare una giovane precaria?". "Sposare il figlio di Berlusconi", ha risposto, il bavoso.
Che divertente!
Io dico che in un paese civile una battuta così sarebbe stata sufficiente per farlo dimettere.



Come ha scritto un mio caro amico: 
"Mi domando che deve inventarsi per non farsi piu' votare...forse stuprare Ratzinger con un crocifisso e scatenare una guerra termonucleare globale dichiarando di essere frocio e comunista, di odiare il calcio, la formula 1, sanremo e la mamma...ma non basterebbe, temo, sta pure tirando la pubblicita' di Cetto Laqualunque ;-)".


Rispetto le vostre opinioni e la vostra simpatia ma non posso condividerla. 
Perché io invece lo trovo misogino, volgare, fanfarone, irresponsabile, nauseante. 
E mi vergogno profondamente che questo minorato sessuale ci rappresenti nel mondo. 
Tutti gli altri dittatori sono almeno più furbi, perché il bunga bunga lo fanno in modo più discreto.

giovedì 13 gennaio 2011

Dalla parte delle bambine

Questa sera ho letto un post molto tenero di Wonderland,
su un tema che però, da mamma di femmina, mi turba: il look delle bambine.

In tempi in cui si discute tanto il ruolo della donna nella società, 
spesso drammaticamente relegato all'essere gnocca e accondiscendente, 
noto con preoccupazione che stiamo allevando una generazione di creature troppo precocemente ossessionate dal culto dell'apparire.

Ho visto compagne di scuola di mio figlio esibire a 2 anni slip con gli strass sotto le gonne, a 3,5 manicure e pedicure (!) con decori, a 4 il foulardino di Burberry intorno al collo!
Un'amica mi confessa candidamente che la mattina deve alzarsi prima per poter gestire le infinite discussioni con le sue gemelle per il look dell'asilo. 
Ho visto madri al parco giochi impedire a Ludovica e a Martina di scendere lo scivolo per non rovinare il collant color panna, la scarpetta di vernice, il Mini-Woolrich.
Ho visto la figlia 5enne di nostri amici presentarsi al parco gonfiabili con pomposo abito a balze ed espadrillas con tacco, per poi infilarsi maglietta e pantaloncini prima di correre a scalmanarsi (la mamma si scarrozzava lo zaino con le diverse mise, tipo stylist al servizio di moda).

Ora: va bene il gioco e il travestimento, ci mancherebbe! Il punto è che queste bambine non vogliono relegare le loro personali sfilate ad un momento di gioco, ma sono già impegnate in un continuo sforzo seduttivo e di autocompiacimento totalmente prematuro, morboso e pericoloso.
Al quale sacrificano, incoraggiate dai genitori, il loro sacrosanto diritto a fare le bambine.
Gattonare, correre, saltare, pasticciare, sporcarsi. Giocare con braccialetti e collane, ma subito dopo nella sabbiera.

Dite che esagero?
Lo sapete che la sparizione di minori è in continuo aumento?
Che la scoperta del sesso è continuamente anticipata?
Che aumentano le gravidanze delle teenagers?


Avete mai sfogliato riviste come Vogue Bambini, o  i normali fashion magazine nel periodo delle sfilate Pitti Bimbi? 
Bambine piccole truccate, ammiccanti, in pose sexy, con la borsa di pelle, il bikini e i gioielli.
Bambini con il blazer e la cravatta.
E riviste intelligenti come http://www.kidsmagazine.it/ ci informano che le bambine che contano vanno ai Kids Beauty, per un massaggio aromatico, la colorazione dei capelli o un bel tatoo.
E a 18 anni? Ai miei tempi si chiedeva l'Interrail, adesso una mastoplastica additiva.

Per citare Luciana Littizzetto:
Ho visto con i miei occhi in una vetrina del centro uno scamiciatino taglia sette anni, con su scritto brillantinato: «Erotic Girl». Ma come, «Erotic Girl»? Ma se una è un’erotic girl a sette anni, a 13 anni cosa ne facciamo? Le facciamo aprire un bordello? Allora scusa. Qui ci vuole la par condicio. Perché non mettiamo ai maschietti delle bermudine con su scritto «Nerchia pazza» oppure «E’ arrivato il trapana-tope»? Son scritte che fan simpatia… 
Ma perché? 

Perché è un business.
Perché il sistema deve allevare giovani consumatori incalliti che cercano la felicità con l'acquisto di feticci.
Perché i genitori vogliono dei "little me", dei compagni di giochi, dei bambolotti ben addobbati. 
Magari abbandonati davanti alla Playstation, però firmati dalla testa ai piedi e con il culto dell'estetica, della bellezza, dell'apparire.
Perché le cronache pullulano di giovani troiette ben vestite che spopolano non solo a Striscia o al Grande Fratello,
ma anche a Sanremo e a Montecitorio.

Bellissimi gli outfit che Wonderland ha studiato per Viola, io stessa mi diverto da sempre a scegliere cose semplici e carine da OVS, H & M, Zara. Ma a volte anche negli ipermercati, ai mercati, on-line. Da Prenatal e Original Marines vado ai saldi. 
Felpe, tute, scamiciati morbidi, roba pratica e comoda.
Ma gli abiti firmati, le camicie e i vestiti tempestati di paillettes, l'intimo con le Winx, il piumino Moncler color cipria non li voglio nemmeno se me li regalano  tirano dietro ai saldi!
(E nemmeno le scarpe da piccole donne, con tacchi o esageratamente piatte! Belle le All Star primi passi, gli zoccoli di legno o le infradito taglia 24, ma avete mai sentito il parere 
di un ortopedico, a questo proposito? Ci sono un'infinità di scarpe belle e comode ADATTE ai bambini!)

Già nutro dei seri dubbi sul fatto che l'unico modo di essere alla moda e ben vestiti sia spendere molto e coprirsi di griffes.
Per gli adulti.
Ma per i bambini ho la certezza che investire su capi inutilmente costosi e da piccoli adulti, è pura follia. 

Chi sta pensando che sono una bacchettona mormona si ricreda.
Mi piace la moda, adoro scarpe e borse, mi trucco da sempre, mi diverto facendo shopping.
E, al momento giusto, sarò ben felice di condividere queste cose con mia figlia.

Ma prima di allora, all'asilo ci andrà con una comoda tuta (anche del del fratello, why not?) e non col kilt scozzese da preppy girl.

Finché non sarà in grado di vestirsi e spogliarsi da sola, potrà scegliere cosa mettersi tra DUE opzioni da me selezionate. 

Non le impedirò certo di esaltare il suo aspetto fisico, né intendo illuderla sul fatto che una laurea e la cura della beltà interiore le spianeranno la strada nella vita.

Ma perché gestire la sua femminilità e il suo look diventino una sua priorità...non c'è alcuna fretta.

mercoledì 29 settembre 2010

Le ciabatte

- Mettiti quelle ciabatte, insomma! Quante volte devo ripeterlo?
- Ma mamma, dove sono?
- DOVE SONO? Ma come, sono tre anni che vivi in questa casa, dovresti sapere qual è il posto delle tue ciabatte.
- Si, ma sono tre anni che non me le metto!

venerdì 10 settembre 2010

Dolore e sollievo: cronaca di una svolta

MAAAAAAMMMMAAAAAAAAAAAAA!!! UUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!


C'è un momento della vita in cui si concentrano tutte le ambivalenze e le opposte emozioni della maternità,  ti scoppiano dentro un dolore animale insopprimibile e, allo stesso tempo,
l'ebbrezza mentale della ritrovata libertà.

E' il momento in cui, dopo qualche giorno di "inserimento", il tuo bambino urlante ti viene strappato dalle braccia da un'educatrice carina ma ancora estranea. Le urla di disperazione fanno vibrare i vetri, e ti rimbombano nelle orecchie e nel cuore come pugnalate, mentre guidi con gli occhi annegati nelle lacrime e raggiungi una casa insopportabilmente piena di oggetti e vuota del piccolo tiranno.

Davanti a te cinque, lunghe, fantastiche ore senza interruzioni.
Senza culi da smerdare, senza allattare, senza pappe da cucinare, senza cucine da ripulire, senza capricci da sedare.
Cinque ore in cui potrai fare quello che vuoi: mettere mano alla montagna di lavoro arretrato,
recuperare tutto lo shopping represso, ascoltare i PinkFloyd  e non la Casetta in Canadà,
persino fare un intero cambio di stagioni (solitamente dilazionato in 27 microsessioni di lavoro).
Puoi ritornare ad essere donna e non solo mamma, lavoratrice (seria) e non solo nutrice,
una persona e non soprattutto una genitrice.

Evviva! Quanto hai atteso questo momento?
Da quando barcollavi con una enorme panza lustrando il nido vuoto in attesa del lieto evento.
DICIASSETTE MESI FA.

Ma, ancora una volta, l'istinto animale prevale sulla logica, sulla produttività, sulle esigenze sociali e personali.  C'è qualcosa di violento e contro-natura nel pagare qualcuno (profumatamente) 
perché ti strappi di dosso la tua creatura disperata. 
Ecco perché non riesci (ancora) a goderti la libertà ritrovata, ma subisci, emotivamente, le conseguenze dell'essere madre all'epoca della cosiddetta "emancipazione femminile".
Ti senti una merda. Schiacciata da inevitabili ed atavici sensi di colpa.

Poi passa, lo so.
La razionalità prevarrà sul cuoredimamma. 
Il cucciolo si adatterà. Forse sta già giocando felice, mentre tu ti struggi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri. 
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi (*).
La lontananza farà bene ad entrambi.
Crescerà, imparerà a star bene anche fuori dal marsupio, sarà sempre più autonoma e sicura di sé.
Passerete meno tempo insieme ma di migliore qualità.

Tu riprenderai in mano la tua vita, la tua carriera. (Forse anche le dimensioni del tuo sederone
riuscendo, dopo sette  anni a tornare in palestra). E questo farà bene alla tua serenità, alla tua vita di coppia, e, in definitiva, anche al cucciolo stesso.

La prima ora è quasi passata e, dopo aver esternato, stai un pelino meglio.
Life goes on.




(*) I FIGLI ( da Il Profeta di Kahlil Gibran)



I vostri figli non sono i vostri figli. 
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, 
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.