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domenica 20 aprile 2014

Stagion lieta è cotesta.

Un'altra primavera.
Un'altra campagna elettorale. (Questa volta la candidata in famiglia sono io).
Un'altra stagione di impegni fittissimi, di stress.
Un anno più vecchia e il tempo che vola.
Ho appena rimesso via l'albero di Natale ed è già Pasqua.

Anche per una miscredente come me Pasqua è un rito di benvenuto alla primavera, alla rinascita della natura e della vita.
E delle vite a cui ho dato vita.


Nella loro eccitazione mattiniera e rumorosa rivivo l'emozione delle mie caccie alle uova da bambina, e mi tornano alla mente i sorrisi dei miei genitori, le lacrime dei miei nonni.
Non riuscivo mai a capire perché i nonni piangessero mentre noi eravamo così felici, ma non avevo mai troppo tempo per soffermarmi su quel dettaglio, troppi giochi e troppe sorprese mi attendevano.

E adesso che sono nel secondo tempo della mia vita, li guardo correre quà e là a celebrare questo piccolo rito giocoso, li spio, li inseguo con la macchina fotografica, cercando di carpire ogni grido, ogni sorriso. 

Ora quelle lacrime furtive e agrodolci le capisco, perché sono il mio stesso nodo in gola.
Contemplo il presente, mi godo l'attimo, grata per la loro salute e spensieratezza, il dono in assoluto più prezioso.
Ma, allo stesso tempo, non posso fare a meno di pensare che per lui è la decima primavera, per lei la sesta.
Per quanto tempo ancora si sveglieranno eccitati all'alba impazienti di consumare questo piccolo rito?
Per quanto ancora la sopresa di un uovo di cioccolato, o la corsa matta a frugare ogni angolo della casa per accaparrarsi anche l'ultimo, minuscolo pulcino di zucchero
potrà suscitare un acuto di meraviglia? 

Saprò smettere di nascondere coniglietti di cioccolato avvolti nella stagnola prima che un'annoiata commiserazione si dipinga sui loro volti?
O forse avrò la fortuna di crescere quei pochi adolescenti che non si vergognano di restare un pò bambini prima di correre alla conquista del loro mondo?
Chi vivrà vedrà.


(...)
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave. 

(Giacomo Leopardi)

Buona Pasqua! 


mercoledì 27 giugno 2012

Italia-Germania.

Non ero ancora nata nel 1970 quando ci fu la partita del secolo.

Però non dimenticherò mai LA partita della mia vita., Italia-Germania 3-1, durante Spagna 1982, 
il mundialito di calcio che da novenne spensierata mi aveva
coinvolto ed emozionato come forse nessun'altra gara nella mia vita.
Io e mio fratello eravamo ospiti dello zio Bob nella nostra prima vacanza senza genitori. 
Le urla, la gioia, il fiume di folla in una Firenze torrida, mio fratello che toccava le tette alle amiche dello zio nella DueCavalli decappottabile verde.
Da allora, pur non amando particolarmente il calcio, ho sempre seguito i campionati internazionali,
perché fanno parte della mia storia, della mia cultura e perché vi associo ricordi bellissimi di partite viste in compagnia nei posti più disparati.


Nel 2006 ancora Italia-Germania. E c'era anche il piccolo Ale a tifare con noi.
Come non ricordare l'arroganza dei crucchi e il gusto incredibile di avergli scippato la finale contro i francesi ?  (E sui francesi si potrebbe aprire un altro capitolo...)















2012. C'è l'Europeo di calcio. 
Sono nauseata da tante cose.
La politica nazionale e internazionale.
Il calcio corrotto.
La strage di cani ucraini.
La ben peggiore questione della prostituzione femminile denunciata da FEMEN (ma ignorata dagli attivisti FB che fanno invece girare decine di foto splatter di randagi trucidati).
Per cui mi suscita una risata a denti stretti questa vignetta:



Ma la semifinale è Italia-Germania, e io non me la perderò.

"E invece non dovresti guardarla"mi redarguisce un'amica su Facebook.
"Il calcio e l'esempio lampante di quanto va male l'Italia e di quanto sono imbecilli gli italiani che per una ventina di calciatori strapagati e nonostante questo anche imbroglioni, ci si inebetisce dimenticandosi di come il nostro paese sta andando a rotoli....e poi lamentiamoci che le cose vanno male che i politici rubano....siamo i primi noi che premiamo uno sport corrotto e che ruba anche i nostri soldi...mi da fastidio il mondo calcio ma ancora di piu' gli italiani che non sono in grado di capire quanto questo entusiasmo di mezza estate sia solo a vantaggio di continuera' a fare i propri porci comodi".

Tutto vero. MA.

Il mondiale del 2010 insegna che i nostri imbroglioni in mutande sono anche capaci di fare ricche figuracce in competizioni internazionali non corrompibili, 

Io non sono inebetita, non mi dimentico che l'Italia va a rotoli e mi impegno attivamente, nel mio piccolo, per cambiare le cose. Una partita non fa di me una qualunquista, dai.

Sono italiana, nel bene e nel male. E tra tutti i difetti italici, non rinnego i miei sentimenti AMBIVALENTI verso la Germania. Io provo una ammirazione e un'antipatia insopprimibili verso i primi della classe, i tedeschi
Ordinati, ricchi, efficienti.  
Razionali, ecologici, determinati.
ANTIPATICI.
Sì, i tedeschi mi sono antipatici.   
Non solo perché erano sempre i primi ad accaparrarsi la colazione, gli ombrelloni e i tornei di freccette nei villaggi vacanze.                                                                                                               
E non certo  perché siamo in scacco della Merkel, antipatica cancelliera-professoressa.                                                                                                                    E dovremmo aver risolto l'atavica ostilità bellica 70 anni dopo l'Olocausto 
(l'infamia dei fascisti e i nostri disgustosi voltafaccia non furono certo da ammirare).
                                     
Ne ho conosciuti di tedeschi, e con molti ho avuto anche un bellissimo rapporto.                            
E quindi non è un pregiudizio: tutti i tedeschi che ho conosciuto manifestavano un malcelato, (condivisibile ma pur sempre ANTIPATICO) spirito di superiorità. 
Soprattutto sulla italiota dabbenaggine. 

Ma, proprio perché sono italiana, e quindi un pò pierina inside,
domani sera mi gusterò Italia-Germania senza vergogna.
In privato, in modo da poter anche essere politicamente scorretta per una volta. 
Magari con una bella birra tedesca, e perché no, con una pizza napoletana. 

Che vinca il migliore, certo.
Ma che gusto se perderà la Germania!

lunedì 23 aprile 2012

Ieri ho compiato tre anni.

Cosa rimane della festa quando anche l'ultimo ospite se ne è andato?
Un tappeto di briciole.
Una distesa di avanzi.
Una valanga di piatti e bicchieri di carta pieni e vuoti.
Palloncini e festoni sbilenchi alle pareti.
Bottiglie di spritz pronto e di spumante da finire a canna.
Due metri cubi di carte, fiocchi, imballaggi.
Due ombrelli che qualcuno ha dimenticato.
Una tavolata piena di regali.
Due bambini che barcollano di stanchezza ma non possono smettere di provare tutti i nuovi giochi.
E, nel cuore, tanti bei ricordi e tanto affetto. 



Quando io ero piccola le festicciole erano intime, per lo più familiari,
solo eccezionalmente allargate agli amici.
Ai miei bambini e ai loro coetanei vengono tributati festeggiamenti che, se paragonate alle
spartane celebrazioni degli anni '70, paiono il giubileo della regina Elisabetta.
Talvolta il rituale torta e candeline viene replicato ad uso e consumo di tutti i pubblici di riferimento del festeggiato: all'asilo o a scuola, a casa, dai nonni, con gli amici, per un totale di una settimana di festine, torte, regali e fiumi di cocacoladeibimbi

Dopo essermi opposta alla Santa Lucia a tappe ("Vieni, oltre che da nonne e zie è arrivata Santa Lucia per te anche dalla vicina, andiamo a vedere cosa ti ha portato!" "Mamma lasciami giocare, non poteva portarmeli tutti insieme in un solo posto i regali?"),
ho cercato di concentrare anche la celebrazione dei compleanni.
Niente più locali a pagamento o pagliacci improbabili, torte con costose foto o cialde personalizzate con i personaggi, niente gonfiabili scalmana-bimbi.
Una cosa semplice, a misura di treenni.

E questa volta c'erano proprio tutti a festeggiare Valentina.
Le sue amichette del cuore, i nostri amici più cari, tutti e quattro i nonni, gli zii, persino la morosa di mio fratello. E, per la prima volta, lei si è goduto tutto: ospiti, regali, la corona da reginetta,
le candelone azzurre.
"Ieri ho compiato tle anni all'afilo, mentle oggi li ho compiati alla cafa mia", ha sentenziato.
E' stato bello, intimo, caldo.
Un grandissimo sbattimento prima e dopo, ma poi mi basta rivedere le foto e ripensare alla sua felicità per concludere che ne è valsa la pena.
Questa vita è un delirio, una corsa ad ostacoli, a volte una guerra continua.
Però siamo vivi e sani, e siccome entrambi i fatti sono un miracolo,
bisogna proprio fermarsi a brindare!
E c'è forse modo migliore di festeggiare che avere vicino tutte le persone a noi più care?

lunedì 9 gennaio 2012

Carpe (primum scholae) diem.


Prima delle vacanze avrei scommesso che oggi, primo giorno di scuola del nuovo anno, sarei stata giuliva come la MOM della vignetta.
E invece non solo le vacanze non sono state così pesanti come temevo, ma me le sono proprio godute.
Piano piano mi sono abituata alla mancanza di silenzio, agli spazi invasi e ai tempi dilatati, all'anarchia dei ritmi e delle regole. 
Non mi sono certo riposata o potuta dedicare molto ai miei interessi. 
Ma ho staccato con il lavoro e con gli impegni sociali. 
Mi sono disintossicata dalla crisi, dalla cronaca, da Monti, dalla casta.
Sono stata molto a-social (salvo qualche piccola, insoddisfacente, incursione in twitter. Eh sì, per un pò ho preferito vivere che correre a raccontare la vita).
Mi sono goduta la casa, la famiglia, gli amici, i bambini.
E li ho visti rifiorire sotto i miei occhi.
Giorno dopo giorno sono diminuiti i capricci, le litigate, i nervosismi.
Una cura naturale fatta di calma, giochi, coccole, furti di dolcetti, dormite mattutine.
Ore e ore a spostare i personaggi del presepio ("Oggi è 'a Befana e puindi è arrivato un ReMagico!").
Una piacevole alternanza di ozio ed esperienze emozionanti:
le cene in famiglia, l'attesa di Babbo Natale, la montagna e le mille discese sulla neve con i  gommoni, il planetario, il museo delle Alpi, il circo, persino Gardaland...

Questa mattina sono andati a scuola carichi come molle e felici.
Il grande con i battente di uno xilofono nello zaino (è la sua bacchetta magica, quella che
il piccolo emulo di Harry Potter ci punta continuamente addosso al grido di improbabili formule magiche come "Wingardium Leviosa!" o di "Expelliarmus!"). 
La piccola assistente sociale, invece, con una mucca e il suo vitellino, per inscenare continui ricongiungimenti familiari o per sfogare i suoi istinti di accudimento nel nutrire e far dormire i personaggi dei suoi giochi (mammiferi, treni o ruspe che siano).

Garzoncello scherzoso
cotesta età fiorita
è come un giorno di allegrezza pieno.
Giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.

E io sono felice di tornare ai miei progetti e al mio lavoro.
Sarà un anno di sfide, di cambiamenti e di incertezze.
E allora meglio mettere in pratica fin da subito il mio unico vero proponimento (beh, a parte vincere i mondiali di Tango Argentino, chiaro): Carpe Diem.
Non voglio più vivere proiettata in avanti. 
Non c'è più nulla di prevedibile, di programmabile.
Del futuro si può solo ipotizzare che ci porterà la caduta di diverse tegole sulla testa.
Riuscirò a godermi il bello di ogni giorno, di ogni momento?

Godi fanciullo mio, stato soave.
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'. Ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

venerdì 23 dicembre 2011

I miei elenchi di Natale

Abbasso...
  • i messaggi di auguri seriali e multimediali
  • gli auguri dai fornitori sconosciuti, di hotel dove non sono mai stata e mai andrò (senza nemmeno un buono sconto!) 
  • i ristoranti che ti tampinano con i loro vomitevoli menù a 12 portate dei cenoni a cui non parteciperò
  • le onlus che si ricordano di chiedere il mio aiuto tutte insieme durante la settimana n.51 dell'anno
  • le cassiere che ripetono buonnatalegraziearrivederci meccanicamente e scojonatamente
  • il cestodinatale ai vicini che ti hanno fatto un cestodinatale 
  • i volantini della fiera del bianco (e aspetta un attimo, dai! già che ci sei mandami già la pubblicità di Pasqua, allora!)
  • gli auguri che per essere scaricati richiedono due plug-in e cinque minuti di download.
  • le ultime news sulle ruberie della Casta: voglio una tregua!
  • i panettoni industriali farciti di creme color pastello.

Evviva...
  • abolire lo scambio di regali con le amiche e sostituirli con una bella cena di auguri e di solidarietà femminile
  • convertire lo scambio di regali con il marito in una vacanza sulla neve per tutta la famiglia
  • disertare i centri commerciali e fare acquisti in cascina
  • regalarsi la tessera di socio di Greenpeace 
  • snobbare le insistenti offerte last minute di profumerie e catene 
  • regalare biglietti per spettacoli anziché oggetti seriali 
  • imporre a parenti e amici una moratoria sui regali ai bambini
  • acquistare CD natalizio di Micheal Bublé in seguito ad un raptus di shopping compulsivo social qui sotto documentato.


  • l'insalata di patate della mia mamma
  • iniziare le vacanze con un lungo pigiama party a tre
  • trasformare la casa in un piccolo laboratorio di pasticceria amatoriale



"Per alimentare un blog di buoni contenuti, occorre vivere una buona vita." 
(cit. ReteLab). Io ci sto provando.

martedì 20 dicembre 2011

Adesso è Natale.

Prima di avere figli nutrivo diverse certezze granitiche.
La più sbagliata tra le mie antiche opinioni è che le recite scolastiche fossero una cosa triste e penosa, in cui i piccoli si trasformano in barboncini ammaestrati per compiacere i grandi, e i grandi simulano di divertirsi per compiacere i piccoli.

Come sempre le cose puoi davvero capirle solo quando le vivi sulla tua pelle.
Oddio, magari un pò penose lo sono, e i coretti stonati e stridenti mettono a dura prova l'udito...Mica sono tutti belli e perfetti come i bambini della pubblicità: 



No, ora che ci penso lo sono molto di più.
Perché i bambini, nella loro innocenza e inconsapevolezza sono veri, puri, sorprendenti, tanto più incontaminati quando più sono piccoli, 
perché poi iniziano ad imitare i comportamenti degli adulti e a corrompersi.

Pomeriggio di fine dicembre. Asilo Nido del Paesello.
Inizio a commuovermi già nell'entrare nella sala gremita di genitori e nonni dalle gote arrossate e dagli occhi lucidi. 
Si abbassano le luci, e nell'aria risuonano i cori di voci angeliche. 
Sono gli stessi coretti che per tanti anni ho adorato e che nell'epoca delle disillusioni mi danno quasi fastidio. 
Eppure mi prende un groppo alla gola. La musica risveglia emozioni lontane, 
e ancora di più le immagini di una natività interpretata da piccolissimi attori concentrati e attoniti, con gli occhi sbarrati come i personaggi di un presepio Thun.



E la magia negli occhi della mia bambina riccioluta...


E la sua sagometta inconfondibile nei giochi di ombre... 




Nella penombra si percepiscono solo risatine e nasi che "tirano su",
e la grande suspance si rompe in un applauso festoso quando 
si alza il sipario e luci si accendono su 36 piccoli visetti stupefatti, che ci mettono un pò prima di capire cosa succede e correre a farsi abbracciare dai propri cari.


Ci sono dei momenti così magici, così unici, che ti ripagano di tutta la fatica,
ti fanno scoppiare il cuore di amore.
Momenti tanto più preziosi perché irripetibili, fuggevoli.

Le recite sono già solo ricordi per il primogenito, catapultato nel mondo della scuola pubblica (dove la mancanza di fondi è una cantilena che fornisce molti alibi).

Mentre uscivo dalla scuola ancora gongolante ho pensato che se Natale ha ancora un senso questo senso è proprio l'amore per i più piccoli...

giovedì 8 dicembre 2011

La cura

Sto guidando.
Mentre in sottofondo una delle radio pre-impostate da mio marito gracida notizie preoccupanti, sono immersa nei miei pensieri.

Ancora sole. Le polveri sottili alle stelle e nessuno fa niente.
Moriremo tutti di malattie atroci. 
Vorrei organizzare una conferenza con dei medici che ci spieghino cosa rischiamo con tutto questo inquinamento.
Forse potrebbe aiutare la gente a scuotersi dal loro torpore, a capire che se non ci prendiamo in mano il futuro siamo fottuti.
Uffa, tutti questi addobbi di Natale. Ma cosa c'è da festeggiare? 
Il diesel a 1,7 Euro. Praticamente raddoppiato in pochi anni. Ma perché avere un'auto elettrica è praticamente impossibile in Italia?
Che domande. Perché il guadagno di pochi viene sempre prima. Del benessere di tutti, del buonsenso.
Ci ridurremo in povertà. Rispetto a quando ho iniziato devo lavorare il doppio per guadagnare lo stesso.
Devo studiare una soluzione per la pensione. E anche finalmente stare a sentire il marito A.M.: come possiamo proteggerci dal fallimento delle banche?
Ma si, fallissero tutte, un bel default che spazzi via tutto. E ricominciamo dal baratto, dalle cose semplici. Pulizia totale.
Ma poi chissenefrega del benessere materiale. Poi ti ammali e puff. 
Come la ragazza del mio paese che sta morendo di mucca pazza, nel silenzio.
Come il papà di M., che finalmente riposa in pace. 
Vorrei avere il coraggio di far fagotto e scappare, ma non ce la faccio. Sono figlia di sradicati, ho bisogno di radici.
Ma se i miei figli fuggiranno da questo paese senza futuro li sosterrò.
Azz...mi sta tornando il mal di schiena. Da quanti mesi sto lavorando tutte le sere? Anche l'8 che è festa mi toccherà lavorare.
Da quante settimane non passo una sera con il marito A.M.?

All'improvviso l'abitacolo si riempie di una musica celestiale, i virtuosismi degli archi mi distolgono dalla mia meditazione angosciata.
Dalla radio risuonano le note di una bellissima canzone, che mi toglie il fiato.
E resto incantata ad ascoltare.


Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.

I miei occhi si riempiono di lacrime. 
La tensione compressa di settimane e di mesi si scioglie.
E piangendo inizio a sentirmi più leggera.
Passo la vita a pensare come salvare la mia famiglia, la nostra salute, il mondo.
Cosa posso fare, nel mio piccolo, per sentirmi meno impotente?
Chi proteggerà me da tutto questo? 

E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

Io mi posso salvare.
Io posso trovare il tempo per ascoltarmi e per trovare la serenità.
Per apprezzare tutto quello che ho.
Per concentrarmi sui miei amori, sui miei progetti.
Per essere più paziente, meno impulsiva, meno rabbiosa.

Che bel sole. 
Inutile tormentarsi pensando al fatto che potremmo ammalarci.
Meglio godere di ogni giorno di salute. 
Finalmente arriva Natale. Ci costringerà a stare insieme, a rallentare.
I bambini sono già in fermento. 
Cosa c'è di più emozionante della loro attesa, della loro gioia?
Sabato vorrei fare   farò con loro un'altra torta. Oppure dei biscotti.
Il diesel a 1,7 Euro. Devo fare farò meno trasferte e più teleconferenze.
Per fortuna non devo pendolare tutti i giorni.
Se riusciamo a risparmiare ci prenderemo un'auto ibrida, oppure una a Gpl.
Mi è dispiaciuto non esserci al funerale. 
Per M. e la sua famiglia sarà un Natale doloroso, ma forse anche un pò sollevato. 
Come sono fortunata, noi abbiamo ancora tutti i genitori. 
Non stanno così male e i bambini li adorano.
Non scapperemo da qui, ce li godremo finché ci sarà concesso.
Il lavoro va bene, sono pronta per grandi cambiamenti. 
Riprendendo a pianificare posso riuscire a fare tutto. 
Tutto ciò che riesco.
Ma stasera non lavoro. Voglio passare una sera con il marito A.M.

TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te.

mercoledì 2 novembre 2011

Ogni giorno è una festa. Per Ingvar.

C'è la crisi.
Si fa una fatica boia a guadagnare quattro soldi che poi, in men che non si dica, spariscono in bollette, mutuo, agenzia delle entrate e commercialista.
Ci aspettano tempi duri.
Il default, gli indignatos, re Silvio che lascia naufragare il Titanic, la guerra civile: cosa accadrà di preciso? Non si sa, ma c'è poco da stare allegri.

Risparmiare è come guadagnare, ripete il marito A.M, saggio e anticonsumista per dono genetico.
E tu?
Sei terribilmente fiera di non esserti comprata nemmeno un paio di calzature nuove per la stagione (ehm ehm, le scarpe da tango NON fanno testo, vero? rientrano nella categoria di shopping "attrezzatura sportiva", mica scarpe!).

Per Halloween quest'anno avrai speso al massimo 15 eurini di addobbi nuovi,
(beh escluso uno strepitoso pipistrello gigante di peluche che NON si poteva lasciare lì).

E' iniziato il conto alla rovescia per Natale e hai pensato: che palle, di già?
Forse l'austerity ti è entrata nelle vene, finalmente. (Forse).

Forse hai fatta finalmente tua la MATURA consapevolezza che consumare di più non farà di te una persona più felice.
Che un cesto di prodotti bio del GAS con confezione povera ti offrirà il brivido del regalo intelligente, green e eco-compatibile.
Che anche per quest'anno potrai benissimo resistere alla tentazione di sostituire l'alberello di Natale da battaglia con un esagerato abete da 240 cm (per il quale dovresti comprare una batteria extra large di addobbi inutili).
Ma certo! Risparmieremo sulle cagate e metteremo finalmente da parte per la macchina, la cameretta della piccola e altre cose davvero importanti.
E la SantaLucia? Saggia e morigerata.
BabboNatale? potremmo anche lasciarlo al Polo, bloccato da una tempesta di neve, il vecchiaccio bulimico...Eccheccavolo, il cambiamento deve partire dalle piccole cose!! (E poi chissà quanta CO2 producono le renne volanti).

Poi apri la cassetta della posta e trovi LUI.




Puntuale come il ciclo quando parti per il mare, è arrivato il maledetto cataloghino di Natale dell'IKEA. 
Essenziale, dalla grafica mai stucchevole ma carica di un  subdolo potere di persuasione subliminale.
Già la copertina (titolo: Ogni giorno è una festa! Oh yeah...), scatena in me irresistibili voglie di shopping compulsivo.
Basta sfogliarlo e ti immagini già lì, romanticamente stravaccata davanti ad una finestra di 4 metri per 2 da cui si intravede una foresta ammantata di ghiaccio. 
Già avvolta dal tepore del morbido plaid IDGRAN FLINGA, circondata dalla fiammella  delle candele FENOMEN e dai bellissimi candelieri RONAS (con pallino sulla A) di cui, lo sai, non potrai più fare a meno. Ed è nella tazza OMBYTLIG che sorseggi una tisana speziata, già senti il profumo di cannella e noce moscata che riscalda l'ambiente.
E non potrai più vivere senza lo stampino per biscotti a forma di renna. D'altra parte il set SNODRIVA da 6 stampi non ti manderà in rovina (4,03 €), ma garantirà ai tuoi bambini l'atmosfera del Vero Natale Scandinavo. 

Ed eccoti lì, agenda alla mano a pianificare la prossima spedizione.
Perché ti sei ricordata che da tempo immemore DOVEVI PROPRIO andarci.
Per le cornici. Gli scatoloni. La panchetta per le scarpe. La cappelliera appendiabiti.
E, perché no, per una porzione di salmone all'aneto o una piattata di immonde, irresistibili polpette svedesi con il puré e la salsa di mirtilli rossi. 

Non mi resta che rileggermi, a scopo di antidoto, un post esilarante che descrive mirabilmente tutto il fascino PERVERSO di una spedizione all'IKEA.

Ma so benissimo che l'antidoto sarà INUTILE. 
La MIA missione sarà senza figli o mariti che stressano, e avverrà nel fantastico silenzio di una grigia mattina feriale. 
Una buona amica o, meglio, la mia mamma (compare di mille shopping expeditions) 
saranno la migliore compagnia.
Non dovrò pazientare NEMMENO un secondo per il mio piatto di polpette.
Magari estrarrò PURE la mia Family Card per strafogarmi di caffé americano a scrocco.
E avrò persino il tempo di fermarmi al bistrot svedese a comprare i biscotti allo zenzero
che fanno schifo a tutti, in famiglia, quindi finiranno tutti sul mio culone.
Ma vuoi mettere la magia.



* Ingvar Kamprad, per chi non lo sapesse, è il maledetto stramiliardario fondatore dell'Ichea.



domenica 25 settembre 2011

Ti posso stickerare? Cronaca di un meeting molto mammesco e abbastanza marketing.

24 settembre, Milano. 
Il MomCamp è un raduno nazionale di mamme blogger, ma è anche una festa, una fiera, una scampagnata, un ritrovo pieno di colore e di energie positive. 
Il mio divertimento inizia durante il viaggio, condiviso con Chiara ed Enrica tra mille chiacchiere e qualche gossip.



TETTE & STICKERS
Le Camper Moms arrivano alla spicciolata e subito dopo la registrazione iniziano a scrutare le tette delle altre alla ricerca di nomi noti.
Si perché qui il badge è sostituito da uno sticker identificativo che la quasi totalità delle mamme presenti si è attaccata al petto.
E non fai in tempo a salutare Chiara, la mitica Wonderland di Machedavvero, che ti chiede dolcemente: "Che ti posso stickerare?",
attaccandoti sulla spalla l'adesivo promozionale di Mums up, il nuovissimo sito di recensioni mammesche, la sua nuova avventura imprenditoriale.
Ma Chiara è in buona compagnia: oltre agli sponsor che presentano i loro prodotti, numerose sono le donne che hanno approfittato dell'occasione per promuovere blog, iniziative, corsi, libri. E così, già all'arrivo, le due bellissime shopper omaggio si riempiono di flyer, volantini, adesivi, cartoline, gadget. Menzione speciale meritano i deliziosi segnalibri pubblicitari per ChiaradinomeThe Queen Father!




CARRAMBA!
- Ma sei Stefania!!! Ciaaaaaaooooo!
- Eccovi quaaaa, cercavo la bionda e la mora...
Ad ogni angolo ci sono donne che si riconoscono, si abbracciano, iniziano a parlare e ridere.
Il primo obiettivo della camper-mom, in modo particolare se neofita, è collegare le facce ad un nome. 
Le amicizie in rete non sono affatto "virtuali", semplicemente non sono "fisiche".
Di una blogger che segui o con cui discuti su facebook, puoi conoscere anche dettagli molto intimi, ma non necessariamente sai che 
faccia ha. E questo è un altro aspetto rivoluzionario della rete.
Nel web c'è spazio per tutte: belle e bruttine, giovani e stagionate, magre e robuste. 
Quel che conta sono le idee, il carisma, la voglia di fare, non le misure.
E scusate se è poco in questi tempi di escort, mignottocrazia, e donne sempre più ridotte ad oggetto nelle gerarchie sociali, aziendali e culturali.


MULTIMEDIA E MULTITASKING
Durante gli speech le mamme presenti ascoltano, prendono appunti sull'iPad, chiacchierano, allattano, twittano con le altre a due file di distanza, gestiscono le famiglie a distanza. 
Sì, perché alcune sono cui con figli e mariti, impegnati in uno strepitoso programma di attività sportive e ludiche. Altre, invece, vengono tempestate di chiamate a distanza dai mariti: "La bimba non riesce a fare la cacca e piange da un'ora? Ti faccio portare un clisterino...".  
Conforta sapere che presto sarà pronta SaveTheMom, una app che promette di condividere con i babbi il know how e la pianificazione materne, il vero viatico per la parità. Scherzando con l'ideatrice del progetto e la sua project manager, le bresciane Sara e Milo, butto lì che il pay off perfetto per il prodotto potrebbe essere "basta alibi: i mariti non potranno più dire di non sapere".
Per fortuna che a "Vivere semplice" ci insegna Sabrina, che, con tre figli ed un lavoro ha deciso che scegliere le priorità è meglio che cercare di fare tutto. Sicuramente la seguirò con attenzione sul blog e sulle pagine di Kids.




OLTRE ALLA CACCA C'E' DI PIU'.
Vi ricordate la canzone? "Siamo donne, oltre le gambe c'è di più".
Ora, leggenda vuole che le mamme tra loro parlino solo di cacche e pannolini. 
Ma quando mai? Se escludiamo le comunicazioni di ordine tecnico-logistico con le famiglie, io ho sentito parlare di progetti, di lancio di start up, di piani editoriali, di eventi, di app, di formazione, di piani editoriali. 
Quelle che il Corriere  dipinge un pò come sfigate ex-precarie, padroneggiano le tecnologie dell'informazione e le lingue straniere, twittano alla velocità della luce, dissertano delle differenze tra facebook e google+, hanno idee lucidissime sul mercato e sulla politica.
Le aziende, i media, gli sponsor ancora faticano ad afferrare il fenomeno. 
Per non dire che non hanno capito niente.

Le aziende guidate da vecchi obsoleti che non saprebbero sostenere mezza conversazione con queste giovani donne agguerrite. E però le hanno sbattute fuori dal mondo del lavoro, tenendosi magari degli incapaci con i testicoli, per evitare i costi delle maternità (e senza avere idea di  quanto questo costerà a loro e a noi tutti).
I media che, nel ridicolo tentativo di riaffermare il primato di TV e carta stampata, non perdono occasione per ridicolizzare chi in rete
vive, impara, conosce, lavora, ama, cresce. E non sa più che farsene dei mass media, perché i social media sono molto meglio.
Gli sponsor, che pur avendo fiutato con interesse questo target di opinion leader al femminile, fanno fatica a passare dal monologo al dialogo.
Un esempio? La prima delle presentazioni è proprio a cura dello sponsor, una nuova crema dolce spalmabile. La relatrice è capace, ma sbaglia completamente il taglio: che c'entra la merenda con il futuro delle mamme on-line? E chissenefrega della merenda, oggi?



WEB ADDICTED
E infatti la relatrice successiva, in arte Mammafelice, viene accolta con un'ovazione al suo esordio: "Mi chiamo Barbara, ho 35 anni e da 1,5 ore non mi collego a internet". 
Già, perché la rete da dipendenza.
Molte ammettono di essere drogate di Internet, ma nessuna intende disintossicarsi. Tutte le relatrici descrivono il web come uno strumento di incontro, di acquisizione di competenze, di realizzazione. Emblematica, ad esempio, la storia di Serena, di Genitoricrescono,
ricercatore di fisica disoccupato che, in Svezia, si è reinventata come esperta di web communication.
Certo, alla ventesima relazione, la storia "dopo il parto mi sentivo disperata e il web...bla bla" esce un pò dagli occhi. 
Vero, verissimo, lo abbiamo provato praticamente tutte, però non tutti gli interventi brillavano per idee straordinarie ed originali.
E allora niente di meglio che aspettare la merenda al desk di accoglienza parlando con Francesca, vecchia amicizia AEGEE, adesso esperta di comunicazione e di social media.
Si è fatto tardi, ma come resistere alle crepes ripiene della famosa crema di formaggio cioccolatoso? 


Non c'è malinconia nel salutare le nuove e vecchie amiche: perché ci saranno altre occasioni, e, soprattutto, sappiamo bene che la rete annulla le distanze.
E a volte, paradossalmente, si condivide più quotidianità con chi ti fa compagnia sul monitor che con gli amici "reali", così difficili da sentire e frequentare nei sincopati ritmi attuali.

Ma torno a casa arricchita di mille spunti, sorrisi, idee, indirizzi di siti e blog da scoprire.
In attesa del prossimo MomCamp!



PS A Iolanda va un enorme ringraziamento per essere stata l'anima della festa, e per l'eccellente organizzazione!