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lunedì 26 dicembre 2011

Un periodo interessante e simpatico.

E' Natale e tutti sono più buoni.
Eccezion fatta per la bionda creatura che durante il suo battesimo urlò con la bava alla bocca come una indemoniata durante un esorcismo.

- Buongiorno, Valentina, è arrivato Babbo Natale.
- No vojooooooooo!!! Vai viaaaaaaa! Vattene!!!

Dieci minuti dopo, in cucina.
-Valentina, staccati dalla scatola dei biscotti, vieni a vedere cosa ti ha portato Babbo Natale! 
- No, io adeffo manzo, veno dopo.


- Valentina, eccoci arrivati dalla nonna D, sarai contenta, sono due giorni che mi chiedi quando veniamo! Ohhhh guarda quanti regali!!
Io vojo andare a tasa mia! (sguardo torvissimo, seguito da capriccio di 6 minuti con lacrime che sgorgano copiose).

Pomeriggio. L'ora della nanna.
La nonna tenta di farla addormentare leggendole i nuovi libri, coccolandola nel lettone. La creatura sbadiglia e barcolla, ma non molla.
Alla nonna crolla la palpebra e lei, con un sussurro:
- Nonna, fai tome un MAIALE!
Sobbalzo della nonna:-Cosa Vale?
- Tosì:  orf orf (=grugnito). 
(E comunque non si addormenta manco a morire).

Ora di cena.
Eccoti i tuoi tortellini. Sarai contenta, ieri non volevi la pasta e hai chiesto
i tortellini.
- No i vojo. Vojo folo profutto cludo.
E, approfittando della distrazione materna si sbafa da sola 1 etto di crudo.

Ora della nanna.
Dopo quattro capricci (1. No vojo etto pizama 2. No vojo lavae i dentini 3.No, tu non mi puli il nasino! 4.No vojo andae a nanna)
riesco a calmarla sottostando solo ad un paio di ricattini (1. no vojo dormire ton il gatto, vojo dormire con il tannotiale di Ale  2. Ho fete. Nooo no vojo apua, vojo folo il latte).

Finalmente cala il silenzio. Mi sento addosso la stanchezza di Babbo Natale.                   Eppure ho condiviso il dolce fardello, ed è stata una giornata calma e piacevole....
Ahhhhh!!! Finalmente inizia il mio Natale...come posso godermi la serat....

- Mammmmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!mi lezzi antoa un libino?

Cullati dal mar, sotto la luna e i suoi raggi 

Dormono i pesci il sonno dei saggi. 
Ancora un libro ti leggo, ma devi giurare 
Che poi subito a nanna e basta scassare.

(Cfr. Fai 'sta ca...o di nanna, di A. Mansbach- Mondadori 2011. 
Libro cult delle madri devote italiane)


Ore 21.15. Mi ha intortato ancora una volta.
Mi sa che mi butto sul letto. Sono talmente stanca che anche leggere un pò andrà benissim...

- Mammmmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!! Ho feteeeeeee!!!

Sotto un cielo di stelle il bosco riposa 

E calda la coltre del buio si posa. 
Che tu abbia sete è una enorme stronzata 
Fai ’sta caXXo di nanna, mia creatura adorata.
                                                                          (Ibidem)


Poverina, con tutto il crudo che ha mangiato avrà davvero sete.

Dopo due bicchierini e mezzo di acqua (che si sommano al mezzo biberon di latte di prima): 
- Vieni, andiamo a fare la pipì, tesorino.
- Nooooooooooooooooooooooooooooooooooo!! Non mi fcappaaaaa!!
(segue capriccio di 12 minuti, al termine del quale la ripongo dolcemente nel suo lettino per non annegarla nel water sprecare ulteriori energie facendomi venire l'ulcera).
Occhio e croce ha in pancia 400 ml di liquidi. 'Fanculo. Buona notte, tesoro.

La mattina dopo. Una di quelle mattine in cui si potrebbe dormir...
- AAAAAAAAAAHHHH....mi sono fatta 'a pipì addoffo!!
Il letto era ovviamente cambiato di fresco.

Acchiappo il primo, inutile, manuale di puericultura che mi capita sotto mano, alla disperata ricerca di verità calate dall'altro, di pillole di saggezza, di profondissime considerazioni che mi aiuteranno a recuperare la calma zen (che non ho mai avuto) e tornare a sentirmi pervasa da un profondo istinto di amorevole dedizione. 
Lucia Rizzi, "Fate i bravi 0-3 anni".
Capitolo 29. "Dai 2 ai 3 anni, un'età che è una splendida avventura". (per chi?)

"Molti genitori definiscono terribile l'anno dai 2 ai 3, io invece lo trovo veramente interessante e simpatico".

.....mmmmm

.........

MMMMM..........

Mmmma vaffan....., Tata Lucia!

martedì 20 settembre 2011

Dalla colpa alla responsabilità.

20.9.11: S&P abbassa il rating dell'Italia e Berlusconi la accusa
di essersi fatta influenzare dall'opposizione e DAI MEDIA! 

Da 30 anni sono una consumatrice,
da 20 sono una elettrice,
da 14 anni lavoro nelle aziende,
da quasi 7 sono un genitore.

Se il cameriere si dimentica di portarmi le verdure grigliate si scusa? No, dà la colpa al cuoco.
Se il POS dell'ufficio postale non funziona l'impiegata si scusa per il disservizio?
No, mi guarda con odio e dà (implicitamente) la colpa a me e al mio bancomat.
Se il cliente chiama il fornitore per reclamare, il personale ringrazia della segnalazione e si fa in 4 per risolvere il problema? Assolutamente no, scatta la corsa al colpevole oppure (e il titolare è il primo a dare il buon esempio) il cliente è un rompicoglioni.
Se i dipendenti migliori se ne vanno? Che stronzi ingrati, non volevano farsi maltrattare gratis.
Se i clienti mi tradiscono? Quei bastardi dei concorrenti!
Se centinaia di preti sono pedofili, la Chiesa si scusa e risarcisce le vittime? Ma ci mancherebbe! Senza contare che è sempre quel cattivone del Demonio a metterci lo zampino, se i giornalisti stessero zitti non si creerebbe allarmismo inutile, no?
Se ho preso la multa? Colpa del vigile bastardo.
Se le strade traboccano di immondizia e i cassonetti di rifiuti riciclabili? Colpa della politica e della mafia.
Se i bambini sono obesi e sempre più depressi? Colpa della scuola, della società, dell'industria alimentare.
Se il divano è pieno di zampate lerce? Colpa di mia sorella/di mio fratello/del gatto.

E se il mio paese va a rotoli, chi lo governa da vent'anni può assumersene anche sono un briciolo di responsabilità? Domanda retorica. La colpa va, naturalmente, alla crisi ("imprevedibile" benché prevista da circa 20 anni), all'opposizione, alla sinistra illiberale che aumenta le tasse (!), alle toghe rosse, alle toghe corrotte, alla stampa internazionale di parte, alla culona inchiavabile della Merkel, e, da ultimo, ai media.
(E se a dirlo è il padrone di 3 televisioni e di un impero editoriale, capo di un Governo che finanzia gran parte della stampa e che ha ridotto la TV nazionale a un manipolo di sopravvissuti,  beh possiamo proprio fidarci. Che ingrati questi media!).

E se la smettessimo di cercare i colpevoli e ci assumessimo ognuno le sue responsabilità?

Responsabilità deriva da responsum-abilis e significa capacità di risposta.
Essere responsabili significa rendersi conto che ogni volta che miriamo con l'indice agli altri
stiamo puntando 3 dita contro noi stessi.
E noi, che risposta diamo?
E' facile vedere la pagliuzza nell'occhio del vicino, ma la trave nel nostro ci sfugge sempre.

Sono sempre più convinta che il genere umano si stia autodistruggendo proprio per l'incapacità di assumersi le proprie responsabilità.
Nei confronti della Terra, della natura, dei più deboli, dei figli, dell'umanità.

Dal Papa coperto di ermellino ai miei figli (passando per il nostro signor presidente del consiglio) tutti potremmo e dovremmo passare dallo scaricabarile facile al cercare di dare il buon esempio.

Ecco.
Se c'è una cosa che spero di voglio lasciare ai miei figli è l'idea che lo schifo del mondo è la sommatoria delle scelte sbagliate dei singoli, dei piccoli egoismi miopi.
Del menefreghismo individuale, familiare, condominiale.

Ogni voto, ogni goccia di acqua risparmiata, ogni sacchetto di rifiuti riciclati, ogni scontrino richiesto e anche il rispetto delle più piccole regole di convivenza conta qualcosa.
Perché, come diceva una mia vecchia conoscenza, "la somma fa il totale".

martedì 8 marzo 2011

8 marzo. A te che sarai donna tra 20 anni.



Oggi annusi la vita e le tue prime mimose, gentile omaggio del tuo papà.
Ma che aria annuserai fra 20 o 30 anni?

Avrai mimose per un giorno e discriminazioni per altri 364?
Potrai aspirare alla tua realizzazione professionale senza dover promettere di non fare figli?
Potrai aspirare alla tua realizzazione familiare senza dover vendere anima e corpo per arrivare alla fine del mese? 
Potrai aspirare alla tua realizzazione personale, sentendoti libera, innanzitutto, di seguire i tuoi sogni e le tue passioni?

Se chiudo gli occhi sogno un mondo in cui tu, giovane donna...
...non vieni considerata "più adatta" di un uomo per pulire il cesso, cambiare un pannolino, cucinare 600 pasti all'anno,
...non vieni considerata "meno adatta" di un uomo per pilotare un aereo, dirigere un'azienda, governare il paese,
...non vieni valutata per la tua taglia di reggiseno, ma per le tue capacità e per il tuo talento,
...non devi rinunciare al tuo cuore per puntare sulla tua testa.

E l'8 marzo non hai bisogno di uscire con le amiche a vedere spogliarelli maschili per sentirti libera ed emancipata.
E per essere rispettata non devi diventare acida e feroce né rinunciare alla tua femminilità.
E puoi spiegare le tue ali senza che la tua bellezza ti metta in pericolo.


E non sei "sesso debole"né a parole né nei fatti, perché finalmente tutti riconoscono, apprezzano e valorizzano il tuo essere forte. 
Diversamente forte. 


Perché essere forte non vuol dire solo muscoli, prepotenze, guerre, stupri, terribili lotte di potere, come ci hanno insegnato millenni anni di predominio maschile.
Si può essere forti anche con la flessibilità, il coraggio, la capacità di ascolto e di mediazione, il superamento del proprio egoismo, la ricerca di un mondo migliore.
Migliore non solo per il proprio portafoglio, ma per i propri figli, per gli uomini e le donne di domani.

Riusciranno le madri di tutto il mondo a ribellarsi alle discriminazioni, alle infibulazioni, alle violenze?

Nel mio piccolo ce la metterò tutta per aiutarti ad avere 
pari dignità, pari opportunità, pari felicità.


Buona festa della donna, figlia mia!

giovedì 24 febbraio 2011

Le mamme degli altri.

Scrive la collega blogger Panzallaria di intense frequentazioni con gli amici dei figli e le loro madri, rese difficili non tanto dalla volontà quanto dai limiti di spazio.

Oh come vorrei vivere a Bologna!
Ma probabilmente qualsiasi posto d'Italia sarebbe meglio della provincia di Brescia.

Mi ritengo una persona mediamente simpatica, piuttosto aperta e socievole, 
disponibile a metter in gioco la mia casa e il mio tempo quando si tratta di vita sociale.
Siccome trascorro metà del mio tempo con i miei figli al paesello, 
mi piacerebbe frequentare di più i loro coetanei e le loro madri, perché conoscere persone è arricchente per i grandi e per i piccoli. 
Ma, salvo qualche preziosa eccezione, questo mio desiderio si scontra con la natura cavernicola delle genitrici locali.
Che le rende praticamente INFREQUENTABILI.
Cosa intendo dire?? OK... faccio parlare qualche esempio...

Cena di classe. 
Mamma di D.: Siediti pure tu al centro della tavolata, io me ne sto volentieri in disparte
perché tanto di chiacchierare NON MI IMPORTA NIENTE.
(Simpatica come un mal di denti!)
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MammadiB.:  Sentiiiii....visto che alla gita pioveva, perché non organizzi un pomeriggio per i bambini, magari in un parco acquatico? 
Così stanno un pò insieme.
Pamen: Bella idea, grazie MammadiB.
Passa un mese. Trenatcinque telefonate, locandina, giro di inviti, prenotazione, coinvolgimento della maestra.
Pamen: Ciao, MammadiB, hai visto che ho organizzato il pomeriggio al parco aquatico, mi aiuti a coinvolgere un pò di altri genitori?
MammadiB: Beh, sì, bello, comunque io non posso venire.
(Mavaffanc...!)
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MammadiG: Ah, si, io il mio G lo mando dalle Madri Canossiane. 
Ci tengo che abbia una educazione CRISTIANA. E poi è una buona scuola, non come la statale che è piena di GIARGIANIS (*)

GIARGIANIS (*)= simpatico e CRISTIANO modo di definire gli extracomunitari.
(Un altro buon motivo per iscrivere Ale alla Statale!).
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Fine febbraio. Splendido pomeriggio di sole. Da un mese mi trovo da sola quasi tutti i pomeriggi al parco
con i bambini. Che si scalmanano felici. Mentre io mi rompo amorevolmente le balle.
Le uniche madri presenti sono straniere e interagiscono solo tra di loro in ostrogoto.
Pamen a MammadiF: Venite al parco dopo la scuola?
MammadiF: Ma scherzi? Con QUESTO FREDDO? No, non vorrei che F. si AMMALASSE.
(Come mai la madre media italiana tiene il figlio tappato in casa da ottobre a maggio e esce di casa solo per 
andare dal pediatra o al pronto soccorso con cadenza settimanale? 
Come mai io passo per degenere ma i miei figli in otto anni di vita complessivi hanno preso l'antibiotico UNA VOLTA a testa?)
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MammadiL: Mi sento sola, non conosco nessuno.
MammadiM:Eh già.
Pamen: - Vediamoci domani in pasticceria per un caffè!
MammadiL: Volentieri!
MammadiM: Io non posso.
Pamen: MammadiL, visto che siamo tu ed io, perché non vieni a casa mia per il caffè?
MammadiL: Ah...beh...mi spiace, forse vengo, forse no. Sai, ho delle commissioni da sbrigare. 
(Poi non viene, non si fa viva e non ricambia mai l'invito).
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MammadiA: Grazie per aver invitato A alla festa di Alessandro. Solo che noi martedì andiamo a musica alle 17. Possiamo venire MA SOLO PER UN QUARTO D'ORA.
Pamen: 8-O (strabuzza gli occhi). Beh vedi tu, ti chiedo solo di farmelo gentilmente sapere, perché l'anno scorso ho prenotato per venti bambini poi dieci non si sono presentati e nessuno mi ha informato.
MammadiA: Si, certo. Allora facciamo così se non mi vedi vuol dire che NON HO POTUTO VENIRE! 
(Ma sei scema o mangi sassi?)
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SMS Anonimo.
"Ciao grazie per l'invito ma non possiamo venire alla festa".
(Ah. Ma chi caXXo sei?)
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MammadiA: Ciao, scusa, volevo dirti che non ho ancora dato i soldi per il regalo alla maestra, ma considera anche me, te li do quando ti vedo!!
Un mese dopo.
MammadiA: Ciao, ah, senti, io il regalo alla maestra l'ho fatto da sola, visto che era passato molto tempo. 
(si, è sempre la stessa mamma di A, il genio della lampada!!).

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MammadiN: Dai, Pamen, vediamoci lunedì, facciamo merenda insieme!!
Lunedì pomeriggio. Non viene, non risponde al telefono o agli SMS. 
Aspetto inutilmente fuori dalla scuola con i nani scalpitanti.
Incontro il marito tre giorni dopo e gli chiedo se è viva.
MammadiN via SMS: So che mi hai dato per dispersa ma sai ho avuto degli IMPREVISTI!
(e sticaxxi...e avvisare no?)
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Riunione di presentazione della Scuola Primaria (così si chiama ora la Scuola Elementare).
Dopo aver presentato progetti, materie, attività, laboratori, le insegnanti lasciano spazio alle domande.
Coro di mamme belanti e ansiose: "Ma come si mangia in mensa???"
Nessun'altra domanda viene posta.
MammadiS: Ah, io me lo vado a prendere e lo riporto a scuola tutti i giorni, così almeno sono sicura che MANGIA BENE!

Ma perché le altre mamme sono ossessionate da cosa mangiano e da quanto cagano i loro figli E IO NO? 
Cosa ho che non va? Sarà per questo che l'operazione socializzazione NON MI RIESCE?

lunedì 14 febbraio 2011

La mia prima volta. Se non ora quando (Brescia)











Piove, fa freddo, ci sono i noiosi controlli per le targhe alterne.
I mass media non hanno dato alcuna attenzione alla manifestazione (se non per ridicolizzarla).
Saranno tutti a rincoglionirsi davanti alla tele o ad accalcarsi nei centri commerciali.

Mi sento un pò pirla mentre con la macchina mi avvicino al luogo della manifestazione.
Perché penso che non ci sarà nessuno, che probabilmente non serve a niente,
che manifestare è qualcosa di un pò vecchio, un metodo che non ho mai condiviso.

Cosa mi ha spinto qui?
La voglia irrefrenabile di esprimere il mio dissenso in modo VISIBILE.
Perché nel web è tutto un dibattito, un fermento di idee:
ma tutto ciò è invisibile agli occhi dei più, dei governanti e della massa alla TV.
I giornali scrivono che B. non ha perso consenso? 
Non resta che trovarsi fisicamente e fare un pò di baccano. Magari non servirà a niente, io però desidero esserci lo stesso.

Ma, mentre parcheggio, mi emoziono a vedere piccoli gruppi di donne con la sciarpa bianca al collo. 
Io sono da sola. Nessuna delle mie amiche mostra alcun interesse per quello che probabilmente definiscono "politica". 
(Poi si lamentano perché non ci sono gli asili e perché sul lavoro sono penalizzate in quanto donne). 
I miei genitori probabilmente pensano che sono diventata pazza o comunista.
In realtà sono solo preoccupata. 
Perché il mio paese è in uno stato di forte decadenza economica e morale.
Chi ci governa è impegnato a difendersi dai processi e a tenere a bada l'harem.
Non vedo nessun passo concreto per l'ambiente, per le famiglie, per le donne, per i bambini,
per la salute pubblica. 
Non vedo riforme, non vedo progetti, non vedo idee.
Un mangia mangia ormai spudorato, un andare a puttane che non è più metaforico
che è stato legittimato in nome della privacy.

La manifestazione è stata una sorpresa.
Relegata in una piazza minore, senza l'autorizzazione ad una amplificazione decente (dalla "liberale" giunta di destra).
C'erano donne ma anche tantissimi uomini e bambini. 
C'erano striscioni, palloncini, musica, allegria, sono state portate esperienze, ci si è confrontati. 
La gente discuteva, parlava!! Lontano dagli schermi dei pc, finalmente occhi negli occhi!

Ho incontrato donne che lavorano nella sanità e che ogni giorno lottano per garantire il rispetto della legge sull'aborto.
(Perché per la donna che decide di interrompere la gravidanza non ci sono più i ferri della mammana ma 
umiliazioni e difficoltà non meno pesanti).

Ho incontrato donne che lavorano nella scuola e non si arrendono al taglio delle risorse, e cercano di 
metterci sempre più passione, entusiasmo, nuovi progetti.

Ho incontrato donne che si impegnano per difendere altre donne dalle violenze, che in questo paese sono punite meno che altrove, e che sono in fondo legittimate da una cultura dove "è la donna che se la va a cercare".

Ho incontrato gente di orientamento politico diverso, per lo più gente lontana dai partiti e dai sindacati,
gente che era lì non "manipolata" da qualcuno come vogliono farci credere, ma per propria iniziativa.

Ho visto gente che ha a cuore il futuro dei propri figli, e, anziché trincerarsi nel qualunquismo, nello scetticismo,
nell'indifferenza....almeno si chiede cosa si può fare. 
Scendere in piazza non risolve i problemi ma è meglio che restare in casa a guardare Buona domenica.

Sono tornata a casa piena di energia positiva, e, come dice Chiara, "indifferente ai commenti dei politicanti  ignoranti e lontani da noi mai come oggi". 

Chiedendomi se tra quelle donne (o tra le tante fantastiche blogger che conosco) 
non possono essercene alcune con i valori e le capacità per cambiare le cose.

E chiedendomi cosa posso fare IO, nel mio piccolo, per cambiare le cose.

venerdì 11 febbraio 2011

Se non ora quando? Chi è stufo alzi la mano.



"Scendere in piazza" è una parola che mi ha sempre fatto venire l'orticaria. 
Fin da quando assistevo, al liceo, ai cortei dei miei coetanei, che si facevano strumentalizzare da movimenti politici e marciavano compatti e uniti per saltare il compito di matematica.

Ma domenica scenderò in piazza.
Senza vessilli, senza partito. Da cittadina onesta, da donna, da madre.

Per dire:
- basta al potere politico in cambio dei favori sessuali/personali
- basta alla mignottocrazia difesa sguainando il sacro diritto alla privacy

- basta ad una Italia dove le donne non hanno voce, non hanno lavoro, non hanno rispetto.
(a iniziare dalle mura di casa, visto il dilagare della violenza domestica impunita, dato il numero di denunce insabbiate dalla polizia che dice: Signora faccia pace con suo marito! Cosa c'entra? C'entra tantissimo, con 
questa cultura del "in fondo se la sono cercata". Non è certo un caso se negli altri paesi europei la violenza sulle donne è sanzionata MOLTO PIU' SEVERAMENTE che da noi!)

- basta a questo degrado NAUSEANTE che ci fa perdere di vista il paese che perde colpi, il debito pubblico che si ingigantisce, il futuro che fa paura
- basta all'immagine triste e svilente del nostro paese nel mondo.
- basta al sistematico vilipendio alla nostra Costituzione, alla politica di mezzucci e marchette, anziché scelte coraggiose.

Per citare alcune donne che stimo molto:
"Non andrò a manifestare contro Berlusconi, bensì contro un sistema che di certo lui ha contribuito a creare e a diffondere in Italia, ma che nessuno dei suoi avversari ha mai cercato seriamente di cambiare.
Scenderò in piazza perché vedo un Paese che non mi piace, dove non si investe sul futuro, dove le donne sono considerate alla stregua di oggetti, dove essere intelligente e preparato spesso serve a poco, perché la meritocrazia non conta niente." Stefania 

"Le cronache pruriginose degli ultimi giorni ci insegnano non che Berlusconi è un porco, ma che questo SISTEMA deve cambiare, che la rappresentazione politica (e quindi di chi ci rappresenta agli occhi del mondo) dell’Italia è triste e svilente." Francesca - Panzallaria

"Il mio auspicio è che il significato dell'evento venga ben compreso da tutti, anche da chi non ha ricevuto adeguate informazioni, da chi pensa che sia una manifestazione "femminista", da chi pensa che sia contro Berlusconi o le prostitute." Chiara


"Cosa chiedono oggi le donne italiane? Paradossalmente, in un Paese che si definisce libero, chiedono, 
proprio come i ragazzi tunisini ed egiziani, libertà di parola, di pensiero, maggiore democrazia, guerra alla
corruzione, accesso alle professioni. In uno dei Paesi più sviluppati del mondo, nel disinteresse generale,
stiamo assistendo a una crescente svalutazione del pensiero e della volontà femminile, a una spinta per il
ritorno a casa, a una perdita costante di lavoro e di prestigio. Il nostro è il Paese d'Europa dove le donne
lavorano meno fuori casa, e dove, nonostante alcuni casi eclatanti, la rappresentanza nelle istituzioni e nei
luoghi del potere si riduce ogni anno." (Dacia Maraini)




In tanti paesi i giovani si stanno ribellando al dominio dei vecchi dittatori, si sottraggono alla TV rincoglionente, e si organizzano via web per lottare per la democrazia.
Per noi è giunto il momento di sottrarci al torpore dell'indifferenza, del qualunquismo, del "tanto non serve a niente", e iniziare, almeno, a dire BASTA!

Venite anche voi, domenica?

sabato 14 agosto 2010

Invasioni naniche (astenersi donne incinte e soggetti impressionabili)

La maternità è un viaggio ricco di sfaccettature multicolori e ambivalenti.
Grandi gioie, certo.
Ma anche alcuni disagi.

Per esempio tutte le volte in cui verifichi che la tua creatura non si accontenta del dono della vita -la sua, ma reclama come diritto inalienabile il dono di un'altra vita: la tua.
Il tuo sonno, il tuo tempo, le tue energie, il tuo conto in banca, il tuo letto, il tuo telefonino, il tuo computer e via dicendo.
Ciò che è suo è suo, ciò che è (era) tuo è suo. E se per caso non lo è, lo diventerà (come l'automobile, ad esempio).

Da persona dinamica e indipendente, una delle forme di invasione di cui maggiormente patisco sono le invasioni fisiche,  ovvero varie forme di appropriazione del corpo materno, 
che, nel tempo, subiscono la seguente evoluzione:

1. ALIEN (la gravidanza). L'alieno ti invade dall'interno, dapprima con un commovente e quasi impercettibile fruscio "ali di farfalla", poi in modo via via più pesante e ingombrante a seconda dell'indole e del peso della creatura stessa.
Svantaggi: respiro mozzato, incontinenza, calcioni al tuo fegato, mal di schiena, (eventuali) emorroidi, gonfiore delle estremità, insonnia, impossibilità a dormire nelle tue posizioni preferite, impossibilità di vestirti decentemente, limitata gamma di posizioni sessuali, ma potrei proseguire a lungo.
Vantaggi: a. puoi comunque più o meno disporre del tuo corpo, anche se alla fine gli spostamenti richiedono forte motivazione e/o la gru.
b. Dopo al massimo 10 mesi ti sgravi (e, se sei al primo parto, ti illudi che sia finalmente finita.
Se sei al secondo figlio, invece, sai bene che è appena iniziata).

2. LA SANGUISUGA. O meglio la tettisuga (l'allattamento esclusivo).
La piccola idrovora trae nella suzione del tuo povero, martoriato capezzolo, la soddisfazione di una larga gamma di bisogni.
Svantaggi: dipendono moltissimo dalla psiche,  dalla preparazione della mamma sul tema e dalla sua percezione della situazione. Per dire, col primo figlio temevo di mettere radici sul divano,
con la seconda ho trasformato la poppante in una marsupiale e non ho rinunciato a vivere la mia vita.
Vantaggi: infiniti per la mamma e per la creatura. Da un punto di vista meramente legato alla libertà d'azione della mamma, l'allattamento del neonato è un'attività non necessariamente abbinabile solo con la
contemplazione estatica dello stesso (e/o con singhiozzi da baby blues). Allattando un piccolo di pochi kg puoi leggere, telefonare, girare il sugo, stare al pc ma, riponendo la creatura in una comoda fascia, puoi anche andare all'aperitivo, a fare shopping (beh se non vuoi provarti i costumi, almeno) e stendere il bucato.

3. IL PANTETTISMO (l'allattamento prolungato. Ad oltranza.)
La creatura ormai ampiamente divezza ma ancora allattata, pretende di decidere autonomamente quando e come accedere all'erogatore di latte, non importa se questo comporta strapparti la maglietta
o avventarsi rapacemente sul reggiseno del bikini. E non importa se sei al supermercato, in mezzo alla strada o circondata da persone che rimarrebbero sconvolte  dalla scena dando il via al solito, insopportabile interrogatorio: ("Ma ancora? Ma quanto ha? Ma non ha i denti? Ma esce ancora latte?
Ma non è acqua? Ma non ti morde? Ma non la vizi troppo? " MMAPERCHENONTIFAICAZZITUOI?)
La tetta perde via via valenza alimentare
(anche se il latte materno si abbina benissimo alla carbonara e alla pizza), e resta soprattutto momentaneo sollazzo, gioco, consolazione per bue e delusioni della vita, carillon rilassante per riassopirsi dopo i risvegli notturni, e, a volte, segno di possesso e di controllo. Mia figlia  si avventa prepotentemente sul mio seno anche per "marcare il territorio", ristabilire il contatto e ribadire chi comanda, dopo un temporaneo allontanamento.
Svantaggi: dopo 16 mesi la madre può iniziare a provare qualcosa che si allontana dall'estasi e si avvicina ad un vago fastidio nell'accollarsi il fagottone scalciante, spesso sporco, sudato e appicicaticcio.
Soprattutto se il fagottone, contemporaneamente pizzica l'altro seno, strappa la collana, fa yoga,  tira calci.  O se reagisce al diniego del suo gingillo con una scena isterica.
Vantaggi: è un rituale che risolve brillantemente molte situazioni di crisi. Se il fagottone ciuccia per più di 3 minuti può anche consentire di finire di scrivere l'e-mail al cliente. Se il fagottone mugola soddisfatto, ti guarda sghignazzando e/o canticchia durante la suzione può ancora essere un momento divertente e tenero.

4. L'ABBRACCIO BAVOSO (presa in braccio di toddler =creatura in età pre-asilo).
Dai 7-8 mesi in poi molte delle volte in cui prendi in braccio il tuo bambino si verificano una o più delle seguenti situazioni:  il bambino piange. Il bambino si dimena. Il bambino ti smoccola. o ti rigurgita sulla spalla. Il bambino ti si avvinghia fino a quasi soffocarti. Il bambino ti afferra per i capelli. Il bambino ti morde, per gioco o per dispetto. Il bambino pesa e tenerlo su ti spezza la schiena o ti fa scricchiolare il ginocchio malandato.
Svantaggi: insofferenza, fastidio, stizza, indolenzimento, dolore fisico, senso di sopraffazione, senso di soffocamento, senso di disperazione.
Vantaggi:  prima di soccombere puoi sempre riporlo in terra, nel letto o consegnarlo al suo caro papà
che non è mai nervoso e che sa come consolarlo.

5. LA PALLA AL PIEDE
Alcuni toddler, pur ormai in grado di salire e scendere le scale, ballare la lap dance avvinghiati alla palestrina, stare in piedi davanti allo stereo e cambiare le canzoni del CD, si ostinano a non voler camminare autonomamente anche se più vicini al secondo compleanno che al primo.

Se la madre può permettersi il lusso di rotolarsi con loro sul tappeto o accompagnarli su e giù per LE LALE (=le scale) per ore, nessun problema.
Se la madre deve momentaneamente sottrarsi alle attività ludiche per lavarsi i denti, affettare i pomodori,
riempire la lavatrice o rispondere al telefono possono verificarsi le seguenti situazioni.
a) la creatura continua tranquillamente a giocare, rassicurata dalla voce della madre che continua a cantare per loro. Questo avviene nei sogni della madre. O nella paterna visione idilliaca della scenetta ("beata te, sei stata tutto il giorno a casa con i bambini!").
 b) la creatura indispettita gattona alla velocità della luce nella tua direzione, raggiunge i tuoi piedi, e si avvinghia ai tuoi polpacci nella pretesa intransigente di assumere immediatamente la posizione numero 4 (abbraccio bavoso). Qualche volta il suddetto gesto è accompagnato da urla o pianto convulso. In alcuni casi l'aggancio del polpaccio avviene a tradimento durante la materna deambulazione dal lavello al frigorifero. In questo caso può seguire una pestata involontaria (con conseguente acutizzazione del pianto) e/o eroica manovra materna per impedire lo schianto a terra (con conseguente torsione del legamento crociato anteriore, per chi ne ha ancora uno intero). L'imprecazione è un optional. 

Svantaggi: dubbi esistenziali sul motivo esatto per cui, ad un certo momento, hai optato per la riproduzione anziché proseguire comodamente la tua interessante e gaudente vita fatta di integrità fisica e di sconfinate e mai abbastanza apprezzate libertà personali. 
Vantaggi:  prima o poi la palla al piede cesserà di essere fisica. Resterà metaforica. 
E un domani, più o meno lontano, potrai più o meno consapevolmente vendicarti diventando la SUA palla al piede.