lunedì 28 novembre 2011

la letterina a santa lucia

- Allora Ale, hai deciso cosa chiedere a Santa Lucia?
- Si...no...boh. Adesso devo giocare...
Ma se nemmeno tu sai cosa desideri, perché mai dovrei saperlo io dovrebbe saperlo Santa Lucia al tuo posto?
La nonna:
- Ma come???Voi da piccoli avevate delle liste infinite (e la povera santa non ci arrivava con il budget...)
Già...
La fondamentale differenza tra me e i miei figli?
Io sono cresciuta guardando televisione e tanta, tantissima pubblicità.
E desideravo un sacco di cose.
I miei desideri venivano esauditi fino ad un certo punto, 
lasciandomi felice e comunque sempre piena di altri desideri. 
Desideri materiali. Perché, per fortuna, non mi mancava ciò che davvero conta e serve.
Loro non vedono pubblicità, quindi non subiscono l'imposizione subliminale di  desiderare a comando.
E quindi giocano con quello che hanno.
E non è che abbiano pochissima roba, eh...ma hanno poco e niente rispetto a molti loro compagni, (che hanno magari case piccolissime ma camerette traboccanti come bazar cinesi).
Non posso che essere contenta se non sono già schiavi dell'illusione di poter comprare la felicità.
Ma mi rode un tarlo. Che vita è senza desiderio?


E, soprattutto, è giusto voler alimentare in loro il desiderio di altre cose?
Come amici, viaggi, lavori stimolanti,aria pulita, un mondo giusto, una laurea, conoscere tre lingue?
Sarò in grado di accettare che i loro desideri siano diversi da quello che io desidero per loro?


Santa Lucia, visto che loro sono troppo impegnati a giocare ti scriverò io una letterina. Ma per me.

domenica 27 novembre 2011

femminile plurale

Per fortuna il tuo colore preferito è l'azzurro: il rosa era già abolito dal tuo guardaroba.
E anche i tuoi giocattoli sono di tutti i colori, mica solo rosa.
I bambolotti che ti ha regalato la nonna giacciono abbandonati.

Cartoni con principesse? Il minimo indispensabile.
E i personaggi in cui ti immedesimi sono Leo dei Little Einstein, il re Leone. 
Mica le Winx. 
Rapunzel la imiti solo perché prendi a padellate i cattivi con il tuo padellino finto di plastica.
Cenerentola e Biancaneve non hanno fatto breccia nel tuo immaginario.
Molto meglio dimenarsi insieme agli Umpa Lumpa guardando la Fabbrica del cioccolato agitando la frusta che vieni a sottrarre dal mio cassetto.  

Non vuoi metterti la gonna e la calzamaglia.
Non vuoi pettinarti.
Non vuoi metterti le mollette.
Non hai paura di andare a cavallo.

Vuoi aiutarmi fare la torta.
Vuoi bere il taffé dei pittoli nella tazzina della mamma.
Vuoi vestirti da fola.
Vuoi tagliare col coltello da fola.
Vuoi pulirti il sedere da fola. (tuo fratello se lo farebbe ancora pulire, se potesse).
Mi sottrai la scopa dicendo "Pulo io".
Riempi un figlio di scarabocchi e poi mi annunci orgogliosa che anche tu, come tuo fratello, hai fatto il puaderno.

E stasera eri a quattro zampe sulla ferrovia quando ti abbiamo chiamato per la cena. 
Hai risposto - un pò stizzita- Ma non poffo adeffo! Fto dando da mangiare ai trenini!!!

Avere una figlia femmina inizia ad essere divertente.

venerdì 25 novembre 2011

Parlano di me!

Come la mia amica Chiara la gallina lurker (e forse come tutte le blogger) adoro ricevere nuove visite,
che spesso si trasformano in nuove e arricchenti conoscenze.
Come non essere felice, quindi, dell'intervista che Dolce Attesa mi ha dedicato sull'omonimo portale?


Il che, probabilmente, non mi proietterà nel gotha delle mamme blogger più famose (anche perché non me lo merito, soprattutto in questo periodo, in cui trascuro clamorosamente la mia blog-therapy risucchiata da mille altre incombenze)...però mi permette di tirarmela una cifra, aprendo subito la sezione "dicono di me". Egocentrica vanitosa che non sono altro!

martedì 15 novembre 2011

What really matters

- Bambino mio, devi avere un pò di pazienza, perché nei prossimi giorni la mamma avrà moltissimo da lavorare e ci sarà un pò meno del solito.
- Perché devi lavorare così tanto, mamma?
- Beh, perché ho l'opportunità di guadagnare dei soldini.
- Ma lo sai, mamma, i soldi non sono tanto importanti. Solo l'amore è davvero importante.

lunedì 14 novembre 2011

Piccole lenze

- Chi ha fatto 'sto casino?
- Ale!

- Chi vuole le patatine?
- Ioooooo!!!

- Chi arriva per primo?
- Ioooooooo!

- Chi viene a darmi un bacino?
- Io, io! Vieno io!!

- Chi è raccoglie più matite da terra?
-Ale!


Ragazza, se sei così furbetta e paracula a 2 anni...cosa mi devo attendere nei prossimi 30? 
Ne vedremo delle belle...

venerdì 11 novembre 2011

#2eurox10leggi: verso la cittadinanza attiva.

un cappuccino per dimenticare (la crisi)

Domenica mattina. 
Elegante pasticceria cittadina.
Via vai di fighetti metropolitani. Macchinone, vestiti firmati.
Sono seduta al tavolino con due carissime amiche.
Donne capaci, per cui provo grandissimo affetto e stima.
A loro confido che, in questo momento di enorme incertezza e preoccupazione, mi crogiolo nell'essere lì, circondata da lusso e profumi inebrianti: una piccola parentesi di leggerezza e vacuità per distrarmi dal pensiero dominante della mia vita. 
Che non è più solo: "come costruire un futuro per me e per la mia famiglia".
Ma anche: "Come contribuire, nel mio piccolo, a fermare la follia autodistruttiva del nostro paese".

Le mie amiche, però, mi sembrano molto distanti da questa mia urgenza di impegno civile.
Una commenta che "non bisogna farsi fagocitare perché tanto è inutile". 
Una racconta delle molte ore trascorse in un gruppo di lettura con altri giovani uomini e donne, a scannarsi per l'interpretazione di un romanzo. 
Mentre il paese è sull'orlo del tracollo.
Mentre non ci sono più garantiti i diritti fondamentali sanciti dalla nostra costituzione: 
diritto al lavoro, alla salute, alla salubrità dell'ambiente, all'uguaglianza, alla libertà di manifestazione del pensiero, a una giustizia equa.

Non voglio giudicarle.
Io stessa mi sono svegliata dal torpore individualista solo in tempi recenti.
Certo, l'essere diventata genitore proietta il mio senso dell'esistenza più in là della mia mera esistenza,
e sento prepotente l'aspirazione ad un mondo più equo e più sano per i miei figli.
Ma non è solo questo. 
In fondo i miei genitori mi hanno trasmesso un'etica e il senso della responsabilità 
pur avendo sempre disdegnato qualsiasi forma di impegno che andasse al di fuori della sfera privata o familiare. 

Il fatto è che oggi non possiamo più limitarci ad essere responsabili tra le pareti di casa.
Il mio mantra è diventato: 
"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno li a guardare”.(Albert Einstein).
Chi ha colpa, ad esempio dei recenti disastri ambientali che seminano morte e distruzione? 
"Sono io elettore, il responsabile, quando non vigilo sull’ operato degli eletti, non li stimolo, 
controllo, quando dopo aver espresso il mio voto delego ad altri in toto e mi allontano  dalla cosa pubblica, dalla vita associativa, dal volontariato". Questo l'intenso e accorato intervento di un cittadino e amministratore.

A scuotere quotidianamente il mio egocentrismo è la mia intensa frequentazione del web,
dove ho la possibilità di interagire con persone straordinarie, aprire i miei orizzonti e scoprire ogni momento cose nuove, (e, ahimé, nuove fonti di preoccupazione).
La gente inizia a volersi rimboccare le maniche.
Si moltiplicano le iniziative di cittadinanza attiva: referendum, petizioni, manifestazioni, comitati civici.
La mia taverna sta per trasformarsi in un laboratorio di idee per futuri amministratori locali di buona volontà.

E persino le donne, spesso maestre nell'arte di lamentarsi a vuoto, iniziano a mettere insieme iniziative via via più concrete. Dalle generiche recriminazioni di Se non ora quando alle Giornate di blogging collettivo (sulla scuola, sulle buone pratiche al femminile ...), ci si avvicina sempre più a costruire, proporre, ideare.

Un esempio? #2eurox10leggi, l'iniziativa di un gruppetto di blogger che sta raccogliendo i soldi per pubblicare su un quotidiano la proposta di 10 leggi che diminuiscano la discriminazione e la penalizzazione subite dalle donne nel nostro paese. 
Leggi a favore delle donne, ma anche della società nel suo complesso, visto che, ad esempio,
la questione femminile si intreccia alla annunciata estinzione degli italiani.
Solo una parte decrescente delle donne italiane riesce a lavorare, produrre e creare una famiglia, ma quasi nella metà dei casi una scelta esclude l'altra. Le donne, perno della famiglia e della società sono tagliate fuori dalle gerarchie produttive e decisionali, con pesanti ricadute in termini di benessere collettivo ma anche di natalità, di fiducia, di qualità della vita.

Contribuire ad una richiesta di leggi è già una piccola forma di impegno diretto, significa già uscire dall'apatia, ricominciare non solo a sperare ma anche ad agire.
Volete passare anche voi dalle parole ai fatti?
Potete prendere l'impegno a versare qualche quota, ma, soprattutto, dire la vostra sulle leggi che verranno richieste ai nostri futuri amministratori.
Anche solo interrogarci su che leggi vorremmo per migliorare la nostra vita è un passo.

Un piccolo passo verso i paesi che vengono - con successo- guidati da donne.
La Merkel, la Halonel (Finlandia), Mary McAleese (Irlanda), ma anche Dilma Rousseff (Brasile), Cristina Kirchner (Argentina), Pratiba Patil (India), Ellen Johnson Sirleaf (Liberia) Laura Miranda (Costarica)...fino al Ruanda, primo paese al mondo per numero di parlamentari donne (oltre il 50%) dove una classe dirigente femminile ha   restituito al paese un futuro (per saperne di più).

Impossibile? 
Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. 
E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.
San Francesco 
E, se ci pensate, ogni giornata della donna media italiana è la dimostrazione che impossible is nothing.


martedì 8 novembre 2011

Scusa, Erika.

Appena rientrato da scuola Ale estrae dallo zainetto i frammenti di un biglietto che ha trovato a scuola.
Lo becco tutto chino e concentrato, con la linguina tra le labbra, mentre cerca di comporre il puzzle.
Incuriosita mi avvicino.
Sarà l'ennesima caccia al tesoro tra primini?
Un messaggio nella bottiglia?
Un pizzino mafioso?
Ma niente affatto!! Mi basta captare qualche parola e scorgere il cuore sgangherato per provare un tuffo al cuore: ma è un autentico BIGLIETTINO D'AMORE!!! Quanti secoli sono passati da quando le emozioni della sottoscritta e dei suoi compagni venivano condivise con un bigliettino e non, ad esempio, con un SMS o un tweet?
Lancio un gridolino eccitato e mi scaravento a prendere lo scotch.
Ale mi guarda perplesso, mentre assorta al tavolo ad incollare i pezzi del puzzle adesso ci sono io.
- Ma cosa c'è scritto, mamma?
Eccolo qui, condivido la prova perché altrimenti non mi credereste:



SCUSA ERIKA IO NON VOLGIO OFFENDERTI E CHE SAI COME SON SIAMO FATTI NOI UOMINI MI DISPIACE MI DAI 1° SCIENS (chance? n.d.r.) POSSIBILITA 
TI AMO  TI AMO SI o NO
SCUSA!  
VOGLIO..............PUNTINI PUNTINI




OK. Se vi state rotolando dalle risate, ripigliatevi e aiutatemi a rispondere ai seguenti interrogativi che non mi lasceranno dormire stanotte.

1. Mi ami? Si. No. Annulla.
Ma così alle elementari si AMANO? Io pensavo che si piacessero, avessero delle simpatie.
Un momento! Pensandoci bene anche 31 anni fa nei corridoi della Scuola Elementare Filippo Corridoni usavamo termini come innamorarsi e amare. Che sicuramente non avevamo sentito a casa o da Alberoni, ma guardando Love Boat, Candy e Georgie. Ma se non ho potuto fare a meno di sminuire la portata delle dichiarazioni sentimentali dei seienni del nuovo secolo...questo vuol dire che non sono tanto diversa dalle mamme che ridicolizzavano i nostri Grandi Amori etichettandoli con l'orrido termine simpatie.
Insomma sono terribilmente adulta.
Grazie Erika, per avermi ricordato che i sentimenti dei bambini vanno rispettati e non irrisi.
(Ok, ho appena ammesso di aver riso per mezz'ora, poi mi sono pentita, va bene?).

2. Ma quanto paraculo può essere un giovane UOMO (!) di 8, 9 o 10 anni al massimo che scrive "sai come siamo noi uomini?.  Ha già interiorizzato la madre di tutte le scuse maschili, ovvero "sai, mi comporto da maschio perché sono solo un maschio!".
La cosa drammatica è che ha assolutamente ragione e sempre ce l'avrà. E' solo un uomo.
La cosa fantastica è che lei ha stracciato il bigliettino.
Grazie Erika, perché mi fai sperare in una nuova generazione di donne che non si fanno prendere per il naso.

3. Punti di vista.
La mia prima reazione, come avrete intuito, è stata: Brava Erika, hai fatto coriandoli delle scuse sgrammaticate di questo qua! (Così impara a scrivere "vorrei puntini puntini"! E poi, come minimo, oltre a non essersi scusato di persona, ha pure affidato il pizzino al compagno di banco. Codardo!)
La prima reazione del marito A.M., invece, è stata: "Dobbiamo trovare questo povero bambino e convincerlo a non fare più lo zerbino di questa stronza!".
Stronza? Il  mio giovane mito potrebbe essere una stronza?
Vabbé, lei magari è stronza, ma lui è un semianalfabeta. Tié. 

4. Cosa vuol dire vorrei ......puntini puntini? ????????? ???
Vorrei scambiare la merendina con te?
Vorrei stringerti la mano mentre andiamo a mensa?
Vorrei cancellare tutto e non essermi comportato male?
No...deve essere qualcosa che non si può scrivere.
Una volgare allusione! Un ammiccamento sfacciato! Forse è per questo che lei ha strappato il bigliettino?
Lo so, sono una povera illusa...

5. Sono favorevole alle intercettazioni. Ma non avrei mai creduto che potesse essere così divertente intercettare i bambini delle elementari.
Scusa Erika. 
Perché non ho potuto non trasformare i fatti tuoi in una riflessione pseudo-socio-culturale da condividere con i miei cinque o sei lettori.

mercoledì 2 novembre 2011

Ogni giorno è una festa. Per Ingvar.

C'è la crisi.
Si fa una fatica boia a guadagnare quattro soldi che poi, in men che non si dica, spariscono in bollette, mutuo, agenzia delle entrate e commercialista.
Ci aspettano tempi duri.
Il default, gli indignatos, re Silvio che lascia naufragare il Titanic, la guerra civile: cosa accadrà di preciso? Non si sa, ma c'è poco da stare allegri.

Risparmiare è come guadagnare, ripete il marito A.M, saggio e anticonsumista per dono genetico.
E tu?
Sei terribilmente fiera di non esserti comprata nemmeno un paio di calzature nuove per la stagione (ehm ehm, le scarpe da tango NON fanno testo, vero? rientrano nella categoria di shopping "attrezzatura sportiva", mica scarpe!).

Per Halloween quest'anno avrai speso al massimo 15 eurini di addobbi nuovi,
(beh escluso uno strepitoso pipistrello gigante di peluche che NON si poteva lasciare lì).

E' iniziato il conto alla rovescia per Natale e hai pensato: che palle, di già?
Forse l'austerity ti è entrata nelle vene, finalmente. (Forse).

Forse hai fatta finalmente tua la MATURA consapevolezza che consumare di più non farà di te una persona più felice.
Che un cesto di prodotti bio del GAS con confezione povera ti offrirà il brivido del regalo intelligente, green e eco-compatibile.
Che anche per quest'anno potrai benissimo resistere alla tentazione di sostituire l'alberello di Natale da battaglia con un esagerato abete da 240 cm (per il quale dovresti comprare una batteria extra large di addobbi inutili).
Ma certo! Risparmieremo sulle cagate e metteremo finalmente da parte per la macchina, la cameretta della piccola e altre cose davvero importanti.
E la SantaLucia? Saggia e morigerata.
BabboNatale? potremmo anche lasciarlo al Polo, bloccato da una tempesta di neve, il vecchiaccio bulimico...Eccheccavolo, il cambiamento deve partire dalle piccole cose!! (E poi chissà quanta CO2 producono le renne volanti).

Poi apri la cassetta della posta e trovi LUI.




Puntuale come il ciclo quando parti per il mare, è arrivato il maledetto cataloghino di Natale dell'IKEA. 
Essenziale, dalla grafica mai stucchevole ma carica di un  subdolo potere di persuasione subliminale.
Già la copertina (titolo: Ogni giorno è una festa! Oh yeah...), scatena in me irresistibili voglie di shopping compulsivo.
Basta sfogliarlo e ti immagini già lì, romanticamente stravaccata davanti ad una finestra di 4 metri per 2 da cui si intravede una foresta ammantata di ghiaccio. 
Già avvolta dal tepore del morbido plaid IDGRAN FLINGA, circondata dalla fiammella  delle candele FENOMEN e dai bellissimi candelieri RONAS (con pallino sulla A) di cui, lo sai, non potrai più fare a meno. Ed è nella tazza OMBYTLIG che sorseggi una tisana speziata, già senti il profumo di cannella e noce moscata che riscalda l'ambiente.
E non potrai più vivere senza lo stampino per biscotti a forma di renna. D'altra parte il set SNODRIVA da 6 stampi non ti manderà in rovina (4,03 €), ma garantirà ai tuoi bambini l'atmosfera del Vero Natale Scandinavo. 

Ed eccoti lì, agenda alla mano a pianificare la prossima spedizione.
Perché ti sei ricordata che da tempo immemore DOVEVI PROPRIO andarci.
Per le cornici. Gli scatoloni. La panchetta per le scarpe. La cappelliera appendiabiti.
E, perché no, per una porzione di salmone all'aneto o una piattata di immonde, irresistibili polpette svedesi con il puré e la salsa di mirtilli rossi. 

Non mi resta che rileggermi, a scopo di antidoto, un post esilarante che descrive mirabilmente tutto il fascino PERVERSO di una spedizione all'IKEA.

Ma so benissimo che l'antidoto sarà INUTILE. 
La MIA missione sarà senza figli o mariti che stressano, e avverrà nel fantastico silenzio di una grigia mattina feriale. 
Una buona amica o, meglio, la mia mamma (compare di mille shopping expeditions) 
saranno la migliore compagnia.
Non dovrò pazientare NEMMENO un secondo per il mio piatto di polpette.
Magari estrarrò PURE la mia Family Card per strafogarmi di caffé americano a scrocco.
E avrò persino il tempo di fermarmi al bistrot svedese a comprare i biscotti allo zenzero
che fanno schifo a tutti, in famiglia, quindi finiranno tutti sul mio culone.
Ma vuoi mettere la magia.



* Ingvar Kamprad, per chi non lo sapesse, è il maledetto stramiliardario fondatore dell'Ichea.