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sabato 10 novembre 2012

Vanity Fair, Grillo e la democrazia


               Caro direttore,

Sono una lavoratrice autonoma esasperata dalle tasse e dai disservizi, una mamma preoccupata, e una cittadina che ha scelto di non emigrare ma di attivarsi nel Movimento 5 Stelle. Dopo anni di progetti, studio, conferenze, laboratori politici,
proposte popolari di leggi ignorate, l'unica strada per cambiare le cose ci è sembrata cercare di entrare nelle istituzioni.
Per sentirci finalmente rappresentati come cittadini.

Oggi le scrivo da lettrice della mia rivista preferita e non da addetto stampa della lista civica Brescia 5 Stelle.

Su Vanity ho letto dei vestiti della signora Grillo, e avete dato spazio alla terribile invettiva di Gad Lerner.
Al quale vorrei spiegare che la figura del "capo politico" è un ruolo di garante "formale" previsto per legge al momento del deposito  del contrassegno. E potrei magari spiegargli come è faticoso proteggere un movimento così nuovo e fragile dall'infiltrazione di doppiogiochisti, e com'è difficile, per noi volontari che ci lavoriamo di notte dopo il lavoro, preparare elezioni comunali, regionali e politiche con leggi che vengono fatte ad hoc per massacrarci (a livello nazionale e regionale).
A Lerner vorrei dire che non so se i candidati grillini al parlamento saranno i più competenti.
Ma so che saranno cittadini che hanno provato onestà e impegno sul campo e che lavoraranno sostenuti da team multidisciplinari.
E' davvero sicuro che questo sia una truffa ai danni dei cittadini peggiore di un parlamento zeppo di disonesti e incapaci o di una casta dirigente irresponsabile che ha portato l'Italia alla deriva?
Vorrei informare Giorgio Dell'Arti che Beppe Grillo non potrà ricevere alcun incarico per la formazione del governo, perché non essendo incensurato, è incandidabile. Una delle poche regole del Movimento. Regole a cui teniamo tantissimo, perché dobbiamo difenderci dal diventare come gli altri partiti.

Ma a lei, caro direttore, vorrei chiedere perché Vanity, che ha sempre dichiarato di dare spazio a tutti,
non prova a spiegare il Movimento non solo attraverso giudizi dall'alto degli esperti "informati" o dalla lettura frettolosa delle sparate di Grillo?

Venite a conoscerci da vicino, come fanno i media di tutto il mondo.
Ci sono i siti e i video dei comuni a 5 stelle, che informano con trasparenza sul loro operato e decidono coinvolgendo i cittadini con continui sondaggi.
Ci sono i consiglieri regionali che pubblicano il bilancio e i resoconti delle attività e persino i compensi dei consiglieri.
Ci sono gli attivisti instancabili nei banchetti, i laboratori civici, le raccolte di firme, le assemblee tutte in diretta streaming.
Giudicate voi quanto è democratico aprire la candidatura a consigliere a tutti i cittadini con i requisiti e poi scegliere pubblicamente i più competenti.
Siamo solo uomini e donne onesti, che fanno politica con umiltà, passione, disperazione, passando dalla passività alla partecipazione, dalla protesta alla proposta. In un paese normale tutto ciò dovrebbe essere la normalità.

Nel nostro paese il presidente del Senato dichiara tranquillamente "Fare la riforma altrimenti Grillo va all'80%".
Da quando in qua i cittadini che entrano in parlamento sono un pericolo per la democrazia?
Direttore, dimostri che il 61° posto dell'Italia per la libertà di stampa non è del tutto meritato.
E che c'è qualcuno in Italia, in grado di valutare un fenomeno non solo da un talk show o dalle polemiche sui quotidiani.

Patrizia Menchiari

Guardateci bene in faccia, siamo il PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA!