Visualizzazione post con etichetta futuro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta futuro. Mostra tutti i post

martedì 31 dicembre 2013

L'anno che verrà

Da stamattina la mia home page di Facebook trabocca dei soliti pensierini di fine anno: bilanci, propositi, oroscopi, lagne…
E, all'improvviso, mi torna voglia di mettere in ordine i pensieri su una pagina di blog, attività terapeutica che ho smesso di fare da tanti, troppi mesi.
Perché non è uno stereotipo, un nuovo anno simboleggia una pagina bianca, una proiezione verso il futuro: cosa potremo, vorremo, saremo capaci di fare? 
Ma prima di pensare al nuovo anno, bisogna chiudere i conti con quello che passa, una sorta di rito catartico.

Per me il 2013 è stato l'anno dell'impegno attivo.  
Per tutta una vita la parola "politica" è stata per me repulsiva, sinonimo di intrallazzi, lotte di potere, ruberie.
E invece, una volta scoperto che se non ti occupi di politica stai comunque lasciando che la politica si occupi di te (e dei tuoi figli),  attivarsi è stata un'urgenza impellente, dolorosa, faticosa, gioiosa.

Impellente perché o cerchiamo di riportare i cittadini (onesti) nelle istituzioni o non ci rimarrà alcuna speranza che questo paese alla deriva possa ospitare la nostra vecchiaia e la vita dei nostri figli.

Dolorosa perché più sai più vorresti non sapere. Nel corso dell'anno i nostri amici nelle istituzioni ci sono entrati, e abbiamo capito meglio il livello di degrado, di corruzione, di marciume in cui versa lo Stato italiano, dalla presidenza della repubblica in giù, fino all'ultimo cittadino. 
Quello che non esita a buttare la sua immondizia per strada invece che nel cassonetto, quello che sa solo lamentarsi e non esita a truffare il prossimo o la collettività quando può. 
Ogni cittadino è un sessantamilionesimo di Stato,  e quanti ce ne sono di opportunisti, di ipocriti, di parassiti, di furbi?

Faticosa, perché si è presa tanto, tanto tempo. Risorsa rara e preziosissima per genitori lavoratori autonomi, già compressi tra i mille impegni dei figli, della professione, della famiglia. E così non c'è più stato tempo per fermarsi a raccontare la vita nel blog, al massimo un tweet o un post al volo su FB.
Ma, soprattutto, non c'è (quasi) più tempo senza pensieri, preoccupazioni. 
Le brutte notizie ti rincorrono sullo smartphone, per la strada, nei racconti della gente.

Gioiosa, per partire dal nulla e raggiungere il 25% dei voti senza appoggi e senza soldi, è stato un percorso anche esaltante.
Abbiamo lavorato con tanti nuovi amici, (per la verità ben lontani dallo stereotipo del grillino, intransigente, ottuso e incapace di dialogo). Siamo orgogliosamente onesti, quello sì ("moralisti del cazzo" ci ha urlato un parlamentare di destra in aula) e in questo paese di CettoLaqualunque siamo noi gli strani, quelli da guardare con diffidenza.
Ma non abbiamo perso la gioia nell'incontrarci, nel condividere valori, nel progettare eventi, nel sognare un paese a misura di cittadino, non di banche e multinazionali.


E poi ci sono loro. Il motore del nostro impegno, della nostra proiezione nel futuro.

Noi siamo cresciuti nel benessere ma anche in un torpore menefreghista che ha contribuito allo sfascio.
Abbiamo 40 anni e nessuno ci ha consegnato il paese che dovremo porgere ai nostri figli: se lo tengono stretto per spolparlo meglio.
Se cerchiamo di riprenderci il paese è per i nostri figli, perché non debbano vivere di stenti in un paese senza più cultura, valori, prospettive.
Ecco, se c'è una cosa per cui vorrei tanto un Dio da ringraziare è per i miei figli. Perché sono sani, vitali, felici. Una continua fonte di scoperte, di emozioni, di giochi.
Ognuno dei due tesori ci ha dato grattacapi e ci pone ogni anno di fronte a nuove sfide. 
Non è facile educarli, non è facile trovare l'equilibrio tra le loro infinite esigenze e le nostre, non è facile convivere con due piccoli vulcani di energia e richieste.
Ma, inutile negarlo, sono il centro della nostra vita, di ogni progetto.
E ricorderò il 2013 per i tanti momenti speciali con loro, con loro e con i nostri cari, momenti che ho cercato di immortalare nel nostro album di famiglia, ricco di vacanze, feste, viaggi, incontri con amici, nuovi sport, nuove esperienze...

Ecco, forse quello che mi è mancato di più in questo anno è stato il tempo, 
tempo per il mio compagno di vita, tempo per me stessa.

Ho compiuto 40 anni e sono migliorata in tante cose.
Ho smesso di investire a vuoto nelle amicizie unilaterali.
Non credo più che lo scambio di lunghi monologhi scritti possano davvero portare il chiarimento tra le persone.
Sto imparando a farmi scivolare addosso i capricci distruttivi di alcune persone, anche a me molto care.
Sto imparando a dire NO, a selezionare.

Nel 2014 voglio assolutamente portare a termine i miei progetti di cambiamento professionale.
Voglio imparare ad essere meno irascibile, dire meno parolacce.
Vorrei mangiare bene, senza fretta, e muovermi di più.

E concordo con la mia amica Laura, c'è solo una cosa da augurarsi e in cui sperare: la salute. 
Per tutto il resto ci arrangeremo.



venerdì 15 febbraio 2013

1 billion rising e altre rivoluzioni




Si è avvicinata al palco con i suoi volantini.
Una bella ragazza.
Mi ha spiegato che il 14 febbraio in tutto il mondo le donne si sarebbero trovate nelle piazze per ballare contro la violenza e mi ha chiesto se noi del M5S potevamo annunciarlo, se potevamo promuovere l'evento.
E poi, prima che le rispondessi, ha aggiunto, pensierosa: "Forse è meglio di no, il vostro supporto potrebbe essere strumentalizzato".
Mi ha lasciato il volantino e se ne è andata.
Così martedì scorso, a pochi minuti dalla serata TsunamiTour di Brescia, ho scoperto dell'iniziativa "One billion rising." Ballare contro la violenza.

E con il pensiero sono tornata alla mia prima volta in piazza, esattamente due anni fa, per Se Non Ora Quando, iniziativa che nasceva come apartitica (e oggi è il braccio armato femminile dei partiti e partitini di sinistra). E a tutte le volte successive, con il Comitato Civico. 
E a tutti gli appelli, alle collette come " Due Euro per Dieci Leggi"

E mi sono resa conto della mia trasformazione, in soli due anni.
Non solo da cittadina poco interessata alla politica ad attivista sfegatata. 
Ma anche nel tipo di attivismo. 
Sono passata dalla protesta alla proposta.
Il mio impegno sta per passare dalla protesta in piazza 
alla proposta di legge.

Fino a pochi mesi fa mi sarei messa qualcosa di rosso e sarei corsa a ballare. 
Invece fra un paio di settimane diverse amiche di tutta Italia saranno in Regione e in Parlamento.
Donne normali, come me. 
Che lavorano, con o senza figli, che quasi sicuramente hanno subito discriminazioni,  limitazioni, violenze psicologiche o fisiche.

Come non si combatte il cancro (solo) scrivendo post rosa, ma informando le persone e cambiando stile di vita, non si combatte la violenza (solo) ballando, ci vogliono leggi severissime, 
investimenti formativi nelle scuole, prevenzione attiva.
E prima della violenza di genere, va prevenuta la violenza, e, quindi, la disperazione, la solitudine, l'ignoranza. Bisogna ricreare reti di solidarietà, al femminile ma non solo. 
Perché i carnefici sono a loro volta vittime.

Alle mie amiche, cittadine oneste e semplici, che fra pochi giorni diventeranno onorevoli e consigliere, 
io chiederò un impegno speciale per combattere discriminazioni e violenze sulle donne ma anche sui bambini, sui gay, sui "diversi" di qualsiasi tipo. Pene severissime per il femminicidio, per le violenze sessuali, inasprimento delle misure anti-stalking. E farò tutto il possibile per aiutarle in questo obiettivo. 
Ho ballato anche io, e continuerò a ballare. 
Aiutando quelle donne e quegli uomini che entreranno nella stanza dei bottoni non per rappresentare multinazionali, banche, istituzioni estere. 
Non per difendere mignotte minorenni, igieniste dentali superdotate, figli di papà analfabeti, faccendieri, fotografi ricattoni, giornalisti amici, industriali amici, mafiosi amici, sindacati amici, lobby amiche, ladri e ladruncoli di tutti i tipi. 
Non (solo) per aumentare il Prodotto Interno Lordo, diminuire lo spread, varare lo scudo fiscale.
Ma per rappresentare tutti noi.
Noi che vogliamo vivere semplicemente e tornare ad amare uno Stato che, finalmente, ci difenda dalla fame, dalla discriminazione, dall'inquinamento, dall'ignoranza. E dalla violenza. 

martedì 25 settembre 2012

Il cancro?

Il cancro una volta era una cosa rara.
Non ne morivano giovani o bambini se non in casi eccezionali.
Invece oggi il 50% della popolazione italiana può aspettarsi di ammalarsi di cancro, prima o dopo.
CINQUANTA PER CENTO.
In alcune zone (come quella dove vivo io) il tasso di mortalità per cancro supera il 35%.
E fin qui le statistiche.
E starete sbadigliando e magari anche toccando ferro, perché lo so che sono pesante.
Adesso guardate questa foto.



Lei è Moizza.
Ci siamo conosciute in rete condividendo l'interesse per l'allattamento materno, tanto difficile in Italia (qui la sua storia).
E' morta domenica, di cancro. 
Aveva 38 anni. Suo figlio ne ha 7 come il mio.

Oggi apro Facebook e trovo il primo annuncio così.


In breve si avvicina ottobre, il mese della prevenzione del tumore al seno e fioccano le proposte di giochini stupidini al femminile: scrivi sul profilo il colore del reggiseno o la data di nascita mascherata, per "farne parlare".
Mi parte un embolo. 
Poi scatta il post su Facebook.

Posso permettermi di rammentarvi che i giochini non vi salveranno la pelle mentre una diagnosi precoce forse sì? Allora invece di scrivere sciocchezze, tenete d'occhio http://www.nastrorosa.it/ e informate le vostre amiche che a ottobre potranno farsi una ecografia o mammografia gratis. Oppure cercate la sede AIRC più vicina e chiedete già di prenotarla. 
(E i telegiornali farebbero bene a dare notizie di utilità pubblica, invece di amplificare le bimbominkiate).

Ma non mi basta ancora.
Ho bisogno di scriverne.

Perché dopo Moizza ce ne saranno tanti altri.
Perché ne conosco tanti, troppi.
Perché nella mia famiglia è già passato, il cancro, e passerà ancora, è statisticamente certo.
Perché l'oncoematologia pediatrica dell'Ospedale Civile di Brescia è piena: +8% di cancri infantili 
(la media europea è +1% all'anno).
Cazzo, l'idea di un solo bambino con il cancro mi fa uscire di senno.

E perché QUALCOSA SI PUO' E SI DEVE FARE.
Non parlo solo della diagnosi precoce, ma di prevenzione.
Certo, l'alimentazione.
Il fumo.
L'alcol.
Lo stress.
Lo stile di vita.

Scrive il mio amico Luca.
"Io penso che la sensibilizzazione vada fatta verso il basso e non verso l'alto, nel senso che non dobbiamo convincere la politica che gli inceneritori fanno male, dobbiamo convincere la gente a cambiare le proprie abitudini."

Allora come mai il cancro viene anche ai neonati, o all'amica S. che è una salutista che non fuma, fa meditazione e va in vacanza a fare trekking in Tibet?
La risposta è scritta qui: "Ambiente e Tumori." una monografia in cui alcuni medici e oncologi spiegano come l'inquinamento uccide.  
Senza se e senza ma.

E cosa produce inquinamento? 
Il traffico, gli allevamenti intensivi e i pesticidi,  certo, ma soprattutto i grandi impianti industriali.
Che danno lavoro (sempre meno), ma, soprattutto, sempre più ricchezza a pochi, sotto forma di contributi pubblici (ma finiscono pure quelli!), mazzette, ecc.
E siccome i dati sono stati occultati, mascherati, nascosti, ci prendono per i fondelli,
dicendo, ad esempio, che "non ci sono nessi tra l'inceneritore più grande d'Europa e l'aumento di tumori."

Due mesi fa sono riuscita a vedere lo sconvolgente e rarissimo documentario "Sporchi da morire", che ha messo insieme tutte le prove scientifiche mondiali dei danni mostruosi degli inceneritori.


E avrei urlato dalla rabbia.
Perché c'è stato un tempo in cui ero quasi orgogliosa dell'inceneritore più grande d'Europa.
Per anni ci hanno fatto vedere Napoli invasa di 'monnezza dicendo"mica vorrete finire come Napoli?"
Ci hanno raccontato che gli inceneritori sono "energie rinnovabili" e li hanno chiamati "termovalorizzatori".
Ci hanno detto che erano super efficienti e che non interferivano con la raccolta differenziata e il riuso dei materiali. (E invece dalle nostre parti la differenziata è sotto ai limiti fissati dalla legge, e parte di quanto raccolto finisce comunque nel mostro, per alimentare il business).
Ed erano tutti d'accordo, con i grandi oncologi come Veronesi a tranquillizzarci.
(Tranquillo lui, perché la sua Fondazione è finanziata dai più grandi inquinanti d'Italia! Bella credibilità, eh caro Umberto?).
Nel frattempo quello che si è scoperto sulle nanoparticelle ha ribaltato tutto.
Ma lo hanno messo a tacere, come hanno fatto con l'Eternit per oltre cinquant'anni, 
prima di ammettere che, sì, migliaia di morti potevano essere evitati.
Eh, scusate, ma noi dovevamo guadagnare.

Ed eccolo qui, Renzi. 
Il pupillo d'Italia.
Il nuovo che avanza. 
Un neo-comunista berlusconiano.
Che difende l'indifendibile e spara a zero sull'autorevole oncologa Gentilini.
L'UE ha parlato chiaro: divieto i bruciare rifiuti che possono essere trattati in altro modo .
Ma il rottamatore d'Italia difende gli inceneritori, perché ovviamente a Firenze ne hanno uno 
e chissà quanti bei fiorellini sputa fuori, chissà quanti problemi risolve.


Lo so che non tutto si risolverà spegnendo gli inceneritori.
E la questione è complessa.
Bisogna ripensare l'intero sistema, dagli imballaggi agli stili di consumo.
Sugli stili di consumo un pò siamo responsabili noi.
Però abbiamo eletto per proteggerci e rappresentarci dei politici
e questi politici hanno scelto di LUCRARE su tutto ciò che ci fa morire.

L'Ilva che ha, ad esempio, generosamente sponsorizzato le loro campagne elettorali (non gli bastavano le milionate indebitamente sottratte alle casse dello Stato?).
La percentuale che lo Stato si prende su alcol, fumo e petrolio.
Gli organismi di controllo (Arpa, ASL...) politicizzati e sottoposti al controllo di chi devono controllare.
Nessun incentivo all'agricoltura biologica che rispetta il terreno e non devasta.
Invece via libera a pesticidi e OGM, via libera alla cementificazione massiccia, anzi, anche lì mangiamoci un pò.

Io pretendo che la politica non guadagni sulla mia morte. 
Io pretendo che l'impresa sia libera solo se non nuoce alla salute (art.41 Costituzione).
Io pretendo che chi ho votato difenda la vita dei miei figli, non i suoi privilegi assurdi.

Adesso che ho capito tante cose non mi tirerò indietro.
Mangio biologico, uso la macchina meno possibile, produco pochi rifiuti.

E, da oggi in poi, cercherò di fare prevenzione del cancro anche dalla cabina elettorale. 




Per saperne di più:
  • L'impressionate studio sul tema rifiuti zero portato avanti dai cittadini volontari del Movimento 5  Stelle di Brescia, a cui sono orgogliosa di fornire il mio modesto aiuto. 
  • Il lavoro straordinario di altri volontari, gli attivisti della Rete Antinocività Bresciana,  la prima rete tra comitati di cittadini attiva a difesa dell'ambiente e della salute. Uomini e donne che anziché fare politica da Facebook si fanno un mazzo così per cambiare le cose. E a volte ci riescono. 

POST SCRIPTUM
1. Grazie a MaryG per il suo commento che condivido in pieno: la politica siamo anche noi e tutte le nostre scelte!

2. Un altro commento ha accusato il post di essere politicizzato

Quindi il SUV di Grillo (dato che lì va a parare l'articolo, fornendo il link al movimento 5 stelle) sputa fiorellini ed emana brezza alpina. Mi dispiace la chiusura, che rende politicizzato l'articolo e perché, per l'appunto, indica un movimento che ha a capo un grande inquinatore.

Il mio post parlava di responsabilità pubbliche in materia ambientale, quindi, sì, era politicizzato.
Nei due movimenti che ho citato ci sono persone di tutti i tipi, con macchine di tutti i tipi, persone magari non perfette ma che si stanno sbattendo come dannati per migliorare la situazione.  
Non so cosa c'entri Beppe Grillo, non mi interessa che macchina ha, visto che 
1.non l'ha comprata con i miei soldi 
2. può anche aver detto immense castronerie ed essere incoerente (e, soprattutto, essere trai più grandi inquinatori al mondo, come è noto :-) !) ma non è eletto né candidato. 






domenica 18 marzo 2012

Di progetti matrimoniali ed altre ambizioni

Tina:- Ale, cofa è Nina?
Ale:- Nina è la mia fidanzata.
Tina:- Cofa è una fidansata?
Ale:- Vuol dire che quando saremo grandi forse ci sposeremo.
Tina:- Ante io mi fpoferò, quando fono glande.
Pamen: Con chi?
Tina:- Con Ale!
Ale:- Ma Tina, non possiamo sposarci, noi siamo fratelli!
Tina:- Allola mi fpofelò un plinsipe. Quando tu salai diventato un plinsipe noi si sposelemo.

Evitare i giocattoli rosa.
Evitare gli stereotipi di genere ("non fare la femminuccia").
Evitare i giochi di genere (= ferro da stiro rosa, aspirapolvere, ecc.)
Evitare  cartoni e libri con smelense principesse, soprattutto se rimbambite e/o addormentate.
Tutto inutile.

La mia bambina femmina si vanta tutta se per caso è vestita di rosa o indossa una gonna.
Adora le mollette.
Adora le scarpe (come non capirla).
Adora i pennelli per il trucco (miei).
Adora le mie tollane.
Adora nutrire e accudire trenini, ruspe, persino i personaggi di Super Mario.
Adora pulire in giro (mai quanto sporcare, invero).
E non vuole fare il magistrato, il pompiere, l'astronauta, il ministro, il dottore, la maestra.
No. 
Lei vuole sposale il plinsipe. 
Come no. Ognuno ha le sue ambizioni.

Non devo concentrare solo sul maschio le aspettative
che desideri fare qualcosa di interessante nella vita, vero?
Come dite? Ah....non devo avere aspettative su cosa faranno perché tanto aranno quello che ne hanno voglia.
Va bene.
D'altra parte i miei genitori non mi hanno mai incoraggiato a manifestare...
e guardate come è finita.


giovedì 1 marzo 2012

Qual migliore testimonial?

Lo so, magari vi ho un pò sfrittellato le palle con le mie riflessioni ecologiste e preferireste leggere qualche storiella familiare tragicomica...(ne ho diverse in archivio, ma mi manca il tempo!!)


Ma come faccio a non condividere questo?




Alessandro è testimonial della nostra prossima manifestazione.
E questa volta verrà con noi, insieme ad altre mamme e ad altri bambini.
Perché è del loro futuro che si parla: prima iniziano a capire che dovranno rimboccarsi le maniche 
per ottenere il rispetto di tutti i loro diritti (compreso quello alla salute) meglio è.

- Ale, guarda, sei sul manifesto contro l'inceneritore.
- !! Ma dove lo metterete? 
- Dappertutto in paese.
- Che bello, diventerò una star!

Per niente narciso, il ragazzo.

domenica 26 febbraio 2012

Dove è morto Gesù. O forse dove vive.

- Mamma, ma Gesù è morto in questa montagna?

- No, amore. Gesù è morto in Palestina. Non in Val di Fassa.
- Ma allora perché sulla cima della montagna c'è una croce?
- Beh...spesso gli alpinisti quando arrivano sulla vetta...piantano una croce.
- Perché?
- Perché? Mah...Perché si sentono più vicini a Dio? Perché si sentono Dio?
Interviene il Marito A.M. e B.C. (Bravo Cristiano):
- Forse per dire grazie a Dio.
- Per che cosa?
- Per essere arrivati vivi lassù. Per il cielo blu. Per la montagna. 


Ho scoperto che la polemica anti-crocifisso si è estesa dalle aule scolastiche alle vette delle montagne.
Le Dolomiti sono patrimonio dell'Umanità, non della Cristianità, pertanto qualcuno si sente offeso dal crocifisso piantato su ogni cima.
Meno male che non si sentono offesi anche dai tetti aguzzi dei campanili, dei tetti scoscesi, dalle cime appuntite dei pini che si protendono prepotentemente verso l'alto, verso l'infinito.

Polemiche a parte, pochi luoghi sono più alti e spirituali di una cima alpina,
di un bosco ammantato di neve, del bagliore accecante del sole che brilla sulla distesa bianca.


Se hai la fortuna di sottrarti alla caciara multicolore degli impianti, delle piste
e delle baite dove si suona musica da discoteca, in montagna puoi ascoltare il più sublime dei silenzi,
respirare l'odore penetrante degli abeti, godere del blu vibrante di un cielo incontaminato.

Io non ho alcun Dio a cui dire grazie, ma davanti alle Dolomiti non puoi non dire grazie,
non puoi non rimanere senza fiato, non puoi non commuoverti davanti a tanta bellezza, tanta perfezione.

E, incontrandosi nei sentieri di montagna, le persone si salutano gentilmente. 
Anche le stesse persone che probabilmente nell'ascensore di un parcheggio cittadino si ignorerebbero.
Perché a contatto con la natura si diventa più umili, meno arroganti, forse anche più felici.
Io ero felice davanti a questo spettacolo:


Emozionata e felice.
Respiravo a pieni polmoni e godevo della pulizia, dell'armonia, persino dell'acqua deliziosa che sgorgava dal rubinetto.
E dopo una settimana ho impacchettato nei ricordi l'aria pura e la bellezza 
e siamo tornati nella pianura violentata e soffocata dallo smog e dalla stupidità dell'uomo.
Nella terra dei centri commerciali, delle fabbriche dismesse e delle discariche.
Nella provincia dove hanno spacciato per progresso e modernità l'orrido inceneritore portatore di morte e di soldi sporchissimi.
Nella pattumiera d'Italia, l'ex Leonessa che ha saputo ridurre persino le colline del Garda
in un cementificio.

Ci aspetta una nuova stagione di sfide, di manifestazioni, di casino.
Io sono pronta.
E c'è un'immagine che per me vale più di cento croci e di mille crociate.
Perché è la più grande fonte di energia e di ispirazione della mia vita.
Un'immagine di questa vacanza che porterò nel mio cuore per sempre.
Questa:

lunedì 23 gennaio 2012

Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò.


Tutto era iniziato così, con una elucubrazione a sfondo musicale, e un libero sfogo di emozioni troppo compresse in un periodo carico di stress (stress che da due settimane mi è tornato indietro sotto forma di dolori addominali a cui la medicina moderna ha saputo dare una sola risposta, che è "toradol". Ma questa è un'altra storia).

(...)Vorrei organizzare una conferenza con dei medici che ci spieghino cosa rischiamo con tutto questo inquinamento. Forse potrebbe aiutare la gente a scuotersi dal loro torpore, a capire che se non ci prendiamo in mano il futuro siamo fottuti.

Così avevo pensato e scritto. E Bradipa, una mia affezionata lettrice aveva commentato: "Riguardo alla conferenza...bè, probabilmente visto il torpore generale ci andrebbero in 10 persone e sarebbe inutile!".
E invece sono venuti in 200. Ed è stato utile.

Sì perché, nonostante il torpore, le vacanze di Natale, la gente che se ne frega,
nonostante il mio malessere che mi ha trattenuto dal volantinare (ma non dal mandare centinaia di inviti digitali), nonostante la nebbia che si tagliava con un coltello e mille difficoltà, il proposito si è trasformato in realtà.

Il direttivo del comitato ha accolto la mia proposta di dare alla conferenza un taglio legato alla salute, e, con grandi sforzi, siamo riusciti ad avere due relatori eccellenti e, soprattutto, sette amministrazioni comunali di colori diversi unite per far fronte comune. 
Tutte chiamate a raccolta, ancora una volta, da un comitato civico, un umile manipolo di cittadini che, armati solo della forza del dialogo e della tenacia del buonsenso, hanno impedito, fino ad oggi, che un impianto folle ed assurdo - ma perfettamente a norma di legge!- peggiorasse ulteriormente la già gravissima situazione dell'inquinamento provinciale.







Perché so che è stato utile? 
Perché il giorno dopo una mamma ha scritto sul blog del Comitato:
"Sono una mamma che ha partecipato alla conferenza di ieri sera.
Sono una mamma che ieri ha fatto molto fatica ad addomentarsi.
Non riesco a togliermi dalla testa i dati presentati dai relatori, non riesco a non pensare che sto avvelenando le mie figlie e lo sto facendo da quando stavano nel mio “pancione”, solo per il fatto di vivere qui.
A causa dell’orario non ho potuto partecipare alla discussione e me ne sono andata con tante domande e una consapevolezza: non ci si può nascondere dietro una comoda ignoranza o nella disarmante convinzione che tanto non ci può fare niente."

Se volete sapere approfondire qua ci sono tutti gli atti della conferenza.
In sintesi estrema,
·      E' sempre più alta la probabilità che i miei figli si ammalino, anche gravemente, e che siano sterili.
·      La nostra aspettativa di vita sana è diminuita di 10 anni in 10 anni.
·      Le fonti inquinanti peggiori (inceneritori, cementifici, acciaierie, ecc.) spesso sono fonte di lucro per pochi, con danni enormi per molti: ci stiamo autodistruggendo.
·      La politica è complice dello sfacelo perché ci mangia pesantemente.
·      E noi "onesti cittadini per bene"siamo colpevoli di averglielo lasciato fare, votando con leggerezza e restando come ci vogliono, passivi, distratti, chiusi nella nostra bolla suicida di menefreghismo e di "tanto non serve a niente". (cfr. "La colpa dei disastri di chi è?").

Non fare niente, ecco cosa non serve a niente.

E, per finire in musica...

"Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò. 
Non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò. ORA."
(Jovanotti, "Ora")



lunedì 9 gennaio 2012

Carpe (primum scholae) diem.


Prima delle vacanze avrei scommesso che oggi, primo giorno di scuola del nuovo anno, sarei stata giuliva come la MOM della vignetta.
E invece non solo le vacanze non sono state così pesanti come temevo, ma me le sono proprio godute.
Piano piano mi sono abituata alla mancanza di silenzio, agli spazi invasi e ai tempi dilatati, all'anarchia dei ritmi e delle regole. 
Non mi sono certo riposata o potuta dedicare molto ai miei interessi. 
Ma ho staccato con il lavoro e con gli impegni sociali. 
Mi sono disintossicata dalla crisi, dalla cronaca, da Monti, dalla casta.
Sono stata molto a-social (salvo qualche piccola, insoddisfacente, incursione in twitter. Eh sì, per un pò ho preferito vivere che correre a raccontare la vita).
Mi sono goduta la casa, la famiglia, gli amici, i bambini.
E li ho visti rifiorire sotto i miei occhi.
Giorno dopo giorno sono diminuiti i capricci, le litigate, i nervosismi.
Una cura naturale fatta di calma, giochi, coccole, furti di dolcetti, dormite mattutine.
Ore e ore a spostare i personaggi del presepio ("Oggi è 'a Befana e puindi è arrivato un ReMagico!").
Una piacevole alternanza di ozio ed esperienze emozionanti:
le cene in famiglia, l'attesa di Babbo Natale, la montagna e le mille discese sulla neve con i  gommoni, il planetario, il museo delle Alpi, il circo, persino Gardaland...

Questa mattina sono andati a scuola carichi come molle e felici.
Il grande con i battente di uno xilofono nello zaino (è la sua bacchetta magica, quella che
il piccolo emulo di Harry Potter ci punta continuamente addosso al grido di improbabili formule magiche come "Wingardium Leviosa!" o di "Expelliarmus!"). 
La piccola assistente sociale, invece, con una mucca e il suo vitellino, per inscenare continui ricongiungimenti familiari o per sfogare i suoi istinti di accudimento nel nutrire e far dormire i personaggi dei suoi giochi (mammiferi, treni o ruspe che siano).

Garzoncello scherzoso
cotesta età fiorita
è come un giorno di allegrezza pieno.
Giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.

E io sono felice di tornare ai miei progetti e al mio lavoro.
Sarà un anno di sfide, di cambiamenti e di incertezze.
E allora meglio mettere in pratica fin da subito il mio unico vero proponimento (beh, a parte vincere i mondiali di Tango Argentino, chiaro): Carpe Diem.
Non voglio più vivere proiettata in avanti. 
Non c'è più nulla di prevedibile, di programmabile.
Del futuro si può solo ipotizzare che ci porterà la caduta di diverse tegole sulla testa.
Riuscirò a godermi il bello di ogni giorno, di ogni momento?

Godi fanciullo mio, stato soave.
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'. Ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

giovedì 8 dicembre 2011

La cura

Sto guidando.
Mentre in sottofondo una delle radio pre-impostate da mio marito gracida notizie preoccupanti, sono immersa nei miei pensieri.

Ancora sole. Le polveri sottili alle stelle e nessuno fa niente.
Moriremo tutti di malattie atroci. 
Vorrei organizzare una conferenza con dei medici che ci spieghino cosa rischiamo con tutto questo inquinamento.
Forse potrebbe aiutare la gente a scuotersi dal loro torpore, a capire che se non ci prendiamo in mano il futuro siamo fottuti.
Uffa, tutti questi addobbi di Natale. Ma cosa c'è da festeggiare? 
Il diesel a 1,7 Euro. Praticamente raddoppiato in pochi anni. Ma perché avere un'auto elettrica è praticamente impossibile in Italia?
Che domande. Perché il guadagno di pochi viene sempre prima. Del benessere di tutti, del buonsenso.
Ci ridurremo in povertà. Rispetto a quando ho iniziato devo lavorare il doppio per guadagnare lo stesso.
Devo studiare una soluzione per la pensione. E anche finalmente stare a sentire il marito A.M.: come possiamo proteggerci dal fallimento delle banche?
Ma si, fallissero tutte, un bel default che spazzi via tutto. E ricominciamo dal baratto, dalle cose semplici. Pulizia totale.
Ma poi chissenefrega del benessere materiale. Poi ti ammali e puff. 
Come la ragazza del mio paese che sta morendo di mucca pazza, nel silenzio.
Come il papà di M., che finalmente riposa in pace. 
Vorrei avere il coraggio di far fagotto e scappare, ma non ce la faccio. Sono figlia di sradicati, ho bisogno di radici.
Ma se i miei figli fuggiranno da questo paese senza futuro li sosterrò.
Azz...mi sta tornando il mal di schiena. Da quanti mesi sto lavorando tutte le sere? Anche l'8 che è festa mi toccherà lavorare.
Da quante settimane non passo una sera con il marito A.M.?

All'improvviso l'abitacolo si riempie di una musica celestiale, i virtuosismi degli archi mi distolgono dalla mia meditazione angosciata.
Dalla radio risuonano le note di una bellissima canzone, che mi toglie il fiato.
E resto incantata ad ascoltare.


Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.

I miei occhi si riempiono di lacrime. 
La tensione compressa di settimane e di mesi si scioglie.
E piangendo inizio a sentirmi più leggera.
Passo la vita a pensare come salvare la mia famiglia, la nostra salute, il mondo.
Cosa posso fare, nel mio piccolo, per sentirmi meno impotente?
Chi proteggerà me da tutto questo? 

E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

Io mi posso salvare.
Io posso trovare il tempo per ascoltarmi e per trovare la serenità.
Per apprezzare tutto quello che ho.
Per concentrarmi sui miei amori, sui miei progetti.
Per essere più paziente, meno impulsiva, meno rabbiosa.

Che bel sole. 
Inutile tormentarsi pensando al fatto che potremmo ammalarci.
Meglio godere di ogni giorno di salute. 
Finalmente arriva Natale. Ci costringerà a stare insieme, a rallentare.
I bambini sono già in fermento. 
Cosa c'è di più emozionante della loro attesa, della loro gioia?
Sabato vorrei fare   farò con loro un'altra torta. Oppure dei biscotti.
Il diesel a 1,7 Euro. Devo fare farò meno trasferte e più teleconferenze.
Per fortuna non devo pendolare tutti i giorni.
Se riusciamo a risparmiare ci prenderemo un'auto ibrida, oppure una a Gpl.
Mi è dispiaciuto non esserci al funerale. 
Per M. e la sua famiglia sarà un Natale doloroso, ma forse anche un pò sollevato. 
Come sono fortunata, noi abbiamo ancora tutti i genitori. 
Non stanno così male e i bambini li adorano.
Non scapperemo da qui, ce li godremo finché ci sarà concesso.
Il lavoro va bene, sono pronta per grandi cambiamenti. 
Riprendendo a pianificare posso riuscire a fare tutto. 
Tutto ciò che riesco.
Ma stasera non lavoro. Voglio passare una sera con il marito A.M.

TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te.