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martedì 29 aprile 2014

Amori bestiali

Ci siamo lasciati alle spalle anche il compleanno della principessa.
"Una cosa semplice e intima" è diventata una festa al parco con mille bambini urlanti e un gonfiabile ma fa niente.
In fondo c'è tanto da festeggiare nel suo uscire dall'età grumosa dei capricci, delle scenatacce, dell'irrazionalità.
Ed è sbocciata, in effetti.
E' solare, vivace, allegra, furba come una faina. Colora compulsivamente, ritaglia miliardi di farfalline, con la costanza di un monaco certosino,
fa e disfa puzzle, si cimenta con la lettoscrittura (con un paio di anni di anticipo rispetto al fratello), gioca alla Wii, e smanetta con scioltezza su PC, tablet, smartphone. Ma ha anche iniziato a pedalare in bicicletta procurandosi le prime gloriose sbucciature e meritandosi il rito solenne di medicazioni e cerotti.

La osservo intenerita mentre gioca con i suoi pupazzetti.
Mi compiaccio tra me e me che sembri immune al fascino delle winx, delle violette e del troiame assortito che le sue coetanee adorano.
Ma nemmeno principi e principesse o spose e bambolotti sono in cima ai suoi pensieri.
Finalmente una generazione di bambine indipendenti con orizzonti più vari rispetto al "vissero felici e contenti!"
Gioca con gli animali della fattoria, fa le vocine. Si interrompe vedendomi arrivare.
- Mi racconti il tuo gioco?
Sorriso malizioso. 
- Il cavallo si era innamorato della mucca....
..................................................
- Ah. E poi? Cosa accadeva?
- Eh, poi si fposavano.

lunedì 23 aprile 2012

Ieri ho compiato tre anni.

Cosa rimane della festa quando anche l'ultimo ospite se ne è andato?
Un tappeto di briciole.
Una distesa di avanzi.
Una valanga di piatti e bicchieri di carta pieni e vuoti.
Palloncini e festoni sbilenchi alle pareti.
Bottiglie di spritz pronto e di spumante da finire a canna.
Due metri cubi di carte, fiocchi, imballaggi.
Due ombrelli che qualcuno ha dimenticato.
Una tavolata piena di regali.
Due bambini che barcollano di stanchezza ma non possono smettere di provare tutti i nuovi giochi.
E, nel cuore, tanti bei ricordi e tanto affetto. 



Quando io ero piccola le festicciole erano intime, per lo più familiari,
solo eccezionalmente allargate agli amici.
Ai miei bambini e ai loro coetanei vengono tributati festeggiamenti che, se paragonate alle
spartane celebrazioni degli anni '70, paiono il giubileo della regina Elisabetta.
Talvolta il rituale torta e candeline viene replicato ad uso e consumo di tutti i pubblici di riferimento del festeggiato: all'asilo o a scuola, a casa, dai nonni, con gli amici, per un totale di una settimana di festine, torte, regali e fiumi di cocacoladeibimbi

Dopo essermi opposta alla Santa Lucia a tappe ("Vieni, oltre che da nonne e zie è arrivata Santa Lucia per te anche dalla vicina, andiamo a vedere cosa ti ha portato!" "Mamma lasciami giocare, non poteva portarmeli tutti insieme in un solo posto i regali?"),
ho cercato di concentrare anche la celebrazione dei compleanni.
Niente più locali a pagamento o pagliacci improbabili, torte con costose foto o cialde personalizzate con i personaggi, niente gonfiabili scalmana-bimbi.
Una cosa semplice, a misura di treenni.

E questa volta c'erano proprio tutti a festeggiare Valentina.
Le sue amichette del cuore, i nostri amici più cari, tutti e quattro i nonni, gli zii, persino la morosa di mio fratello. E, per la prima volta, lei si è goduto tutto: ospiti, regali, la corona da reginetta,
le candelone azzurre.
"Ieri ho compiato tle anni all'afilo, mentle oggi li ho compiati alla cafa mia", ha sentenziato.
E' stato bello, intimo, caldo.
Un grandissimo sbattimento prima e dopo, ma poi mi basta rivedere le foto e ripensare alla sua felicità per concludere che ne è valsa la pena.
Questa vita è un delirio, una corsa ad ostacoli, a volte una guerra continua.
Però siamo vivi e sani, e siccome entrambi i fatti sono un miracolo,
bisogna proprio fermarsi a brindare!
E c'è forse modo migliore di festeggiare che avere vicino tutte le persone a noi più care?

venerdì 20 aprile 2012

La principessa azzurra.

Valentina.
Tina.
Tella (questo lo hai inventato tu).
Polpetta (questo l'ho inventato io, guardandoti le cosce). 
O anche Maria Polpetta, principessa di Bolognina.

Domani è il tuo terzo compleanno.
Che cosa ti regaleremo?
La casa dei MiniPony (sic)?
Rapunzel da pettinare?
Oppure dieci sedute dall'esorcista? 





O, forse, soffiando le tre candeline uscirai magicamente dai terrible two e non ci regalerai più le tue epiche sceneggiate in cui ti contorci sul pavimento con la bava alla bocca?
C'è da dire che quando Satanasso poi esce da te dopo i tuoi leggendari capricci, tu torni da noi angelicata e, a volte, ci annunci, soave: "Adeffo ho finito e fono bona!".

Nemmeno tre anni e sai già cosa vuoi. O meglio, sai benissimo cosa NON vuoi.
Se prepariamo le decorazioni di Pasqua tu proponi di fare l'albero di Natale.
Se il latte è freddo lo chiedi caldo. Ma appena l'ho scaldato lo rifiuti perché lo volevi freddo.
Se in settimana bianca ti annuncio che andiamo in un bellissimo parco giochi sulla neve tu ci informi che vuoi andare solo in parchi giochi SENZA neve.
Se per caso per colazione c'è la torta tu preferisci una fetta di frittata alle cipolle fredda della sera prima.
Se il dottore nonché sindaco ti offre una caramella tu rifiuti sdegnata e gli dici che è brutto.
Se il tuo amico Alessandro ti invita a casa sua gli rispondi seccatissima: "Non fi veno a cafa tua, io vado a cafa mia! Laffami in pase!".
E se devono venire ospiti da noi, ti accerti che non sarà per sempre: "Ma poi fe ne va a cafa sua?"

La pipì? Accetti di farla solo se tuo fratello finge di competere con te per chi arriva prima al water. Chissà quando mangerai la foglia e capirai che quando Ale esclama "Azzidenti!" strizzandomi l'occhiolino non sta sentenziando la tua vittoria, ma solo che tu sei ancora una tontolina intortabile e lui il primogenito complice.
Intanto hai già capito che con tre moine tuo papà diventa creta nelle tue mani, piccola seduttrice in erba.  E io non te l'ho certo insegnato io, come si fa, "Gattina for dummies" non è trai miei manuali di riferimento.

Però forse un pò di sense of humor te l'ho trasmesso. Altrimenti non mi spiegherei come, a nemmeno tre anni, tu possa uscirmi con delle battute irresistibili. Come quando, intorno al bidet, parlavamo di pulizia della patatina. Tu hai la patatina mentre mamma ha la patatona. Ma che la tua fosse la Pata-Tina e la mia la Pata-tlifia (=Pata-trizia) davvero mi ha fatto rotolare dalle risate.

Non ho avuto bisogno di insegnarti che benché femmina, non devi sentirti relegata ad un mondo di rosa e di pailettes.
Lo sai benissimo. E quindi colori gli album tutti di marrone, decori di nero le uova di Pasqua e sulla tua torta vuoi solo candeline ATHURRE, perché azzurro è il tuo colore preferito.

E in effetti hai dedotto dai cartoni Disney che catturare un principe azzurro  è un must della felicità muliebre.  
Nel frattempo, però, avresti anche deciso di sposarti una femmina, da grande. 
E, nell'attesa, ti sei auto-definita una PRINSIPEFFA ATHURRA.


Per ogni paio di scarpine nuove mi fai le feste, ma poi adori infilarti gli stivalacci di gomma con i disegnini del calcio di tuo fratello.
Maschiaccio? Solo per alcune cose. Poi diventi materna e dolce quando nutri i trenini o dormi con un peluche sotto la maglietta... Per non parlare di quando mi rubi le tollane e i pennelli da trucco.

Quando nasce un bambino nasce anche una mamma. Il 21 aprile del 2009 io sono ri-nata per la seconda volta, riscattando le ingenuità dei miei primi quattro anni di maternità e forse di tutta una vita.
Ho iniziato a combattere per farti nascere secondo natura e continuo a combattere. Per allattare, per evitarvi i farmaci, per l'acqua pubblica, per farvi respirare aria decente, per la parità. Se già prima ero rompiscatole di mio adesso sono diventata una scassapalle attivista.

Il fatto è che mi piacerebbe lasciarvi un mondo anche solo un pochino meno schifoso. Soprattutto a te che sei femmina, e che per raggiungere i tuoi obiettivi nella vita dovrai sfoderare il doppio della grinta.
E sono abbastanza sicura che ci riuscirai.

Quando ho scoperto che nella mia pancia nuotava una femmina ho pianto lacrime copiose di gioia.
Ed in effetti tu sei una gioia, e noi siamo tutti pazzi di te. 
Sei l'ultima arrivata, eravamo già una famiglia, ma mai come ora che ci sei tu.
I tuoi primi anni non sono stati proprio una passeggiata, ma adesso arriva il bello.
Mi fai arrabbiare. 
Mi fai ridere di cuore. 
Mi sfinisci. 
Mi stupisci.
Puoi essere allegra o musona. 
Solare o lunare. 
Pazzerella o maestrina. 
Affettuosa o implacabile.

Ma comunque sei una benedizione, un dono, una ventata di amore e di futuro per i tuoi famigliari, per chi ti conosce e ti vuole bene.

Felice compleanno, Valentina. 
con smisurato amore
la tua mamma (e il tuo papà)

giovedì 7 aprile 2011

La gioia





Che emozione provi più frequentemente? 
Che emozioni esprimi più frequentemente?


Queste sono solo due delle molte, scomode domande che ci ha rivolto la psicoterapeuta ieri sera.
Uno fa un corso dal titolo "Navigando nelle relazioni primarie" per diventare un genitore perfetto,
e si trova rivoltato come un calzino, incoraggiato a ravanare tra le sue emozioni sopite, negate e malgestite.


Se non sai gestire le tue emozioni come credi di poter insegnare a tuo figlio a gestire le sue?
Vaaaaaaaaaaaaaa bene!
La mia prima risposta è stata "La rabbia".


Ho pensato a tutto ciò che mi fa arrabbiare.
Lo stress.
Gli imprevisti.
Le ciabatte in giro.
Alcune discariche abusive in casa mia.
Alcuni rapporti familiari.
Le ingiustizie.
Le discriminazioni ai danni delle donne.
La stupidità di molte donne (quelle che anziché far fronte comune passano la vita a scannarsi tra di loro,
a competere ossessivamente per il nulla).
La stupidità di molti uomini (quelli che pensano solo a farla franca e a fottere a destra e manca).
La violenza. Il nucleare. Il turismo italiano. L'Italia. Il Gov.... Grr Grr Grr

Poi, però, ho scritto, d'istinto, anche "La gioia". E oggi è stata una giornata piena di gioia.

Il sole sfrontato di aprile.
Una sferzata inattesa di estate che spazza via il grigiore e ti entra nelle ossa.
Salire le scale di casa mia e sentire il profumo del sole che traspira dal legno, dalle lenzuola e dalle tende.
Il mio giardino incolto, un tripudio di erbacce e fiori di campo selvaggi.
Vanity Fair consegnato dalle mani di un postino sorridente e gentile, che fa il suo lavoro con amore.
(E in copertina George Clooney, scusate se è poco).

L'ultimo giorno di un corso. Anzi DEL corso. Una sfida raccolta e vinta.
Tornare a parlare di web marketing dopo due anni in cui il web si è trasformato.
Ad un pubblico di persone che il web marketing lo masticano tutti i giorni: gli albergatori.
(Gente appassionata, che fa il suo lavoro con dedizione, scontrandosi con la mancanza di aiuti di uno
Stato che dovrebbe portarli come il fiore all'occhiello e, invece, li penalizza e li abbandona a loro stessi).
Ho sudato sette camicie. Mi sono ripresa in mano tutto, ho seguito un corso on-line nottetempo,
ho preparato centinaia di esempi. Tra una malattia e l'altra dei figli.
E il mio impegno è stato ripagato con il loro entusiasmo, i loro complimenti, il loro calore.
C'è qualcosa che dà più gioia di fare il proprio lavoro con amore ed essere apprezzati e ringraziati?

Sì. 
Tornare a casa e trovare i bambini finalmente sani, sporchi, felici,
con le mani affondate nella sabbia o intenti a rincorrere bolle di sapone.

Stare lì a guardarli finché si accorgono di te, lanciano un urlo e ti corrono incontro,
con le loro mani lerce e il moccolo, e gli occhi che brillano di gioia e di amore.

Aspettare insieme il loro papà, e poi festeggiare (finalmente!) insieme il suo compleanno,
soffiando le candeline su una torta fatta con amore da una persona cara.

Progettare qualche ora finalmente sottratta a lavoro e figli e dedicata alla casa,
a un pò di shopping, un parrucchiere volante.

E, rinvigorita da tutta questa gioia, mi appresto ad abbandonare le mie stanche e gioiose membra
tra le braccia di Morfeo (magari prima un occhiatina a Clooney gliela diamo, ok).

Ho gestito bene la mia emozione, prof?

giovedì 24 febbraio 2011

Le mamme degli altri.

Scrive la collega blogger Panzallaria di intense frequentazioni con gli amici dei figli e le loro madri, rese difficili non tanto dalla volontà quanto dai limiti di spazio.

Oh come vorrei vivere a Bologna!
Ma probabilmente qualsiasi posto d'Italia sarebbe meglio della provincia di Brescia.

Mi ritengo una persona mediamente simpatica, piuttosto aperta e socievole, 
disponibile a metter in gioco la mia casa e il mio tempo quando si tratta di vita sociale.
Siccome trascorro metà del mio tempo con i miei figli al paesello, 
mi piacerebbe frequentare di più i loro coetanei e le loro madri, perché conoscere persone è arricchente per i grandi e per i piccoli. 
Ma, salvo qualche preziosa eccezione, questo mio desiderio si scontra con la natura cavernicola delle genitrici locali.
Che le rende praticamente INFREQUENTABILI.
Cosa intendo dire?? OK... faccio parlare qualche esempio...

Cena di classe. 
Mamma di D.: Siediti pure tu al centro della tavolata, io me ne sto volentieri in disparte
perché tanto di chiacchierare NON MI IMPORTA NIENTE.
(Simpatica come un mal di denti!)
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MammadiB.:  Sentiiiii....visto che alla gita pioveva, perché non organizzi un pomeriggio per i bambini, magari in un parco acquatico? 
Così stanno un pò insieme.
Pamen: Bella idea, grazie MammadiB.
Passa un mese. Trenatcinque telefonate, locandina, giro di inviti, prenotazione, coinvolgimento della maestra.
Pamen: Ciao, MammadiB, hai visto che ho organizzato il pomeriggio al parco aquatico, mi aiuti a coinvolgere un pò di altri genitori?
MammadiB: Beh, sì, bello, comunque io non posso venire.
(Mavaffanc...!)
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MammadiG: Ah, si, io il mio G lo mando dalle Madri Canossiane. 
Ci tengo che abbia una educazione CRISTIANA. E poi è una buona scuola, non come la statale che è piena di GIARGIANIS (*)

GIARGIANIS (*)= simpatico e CRISTIANO modo di definire gli extracomunitari.
(Un altro buon motivo per iscrivere Ale alla Statale!).
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Fine febbraio. Splendido pomeriggio di sole. Da un mese mi trovo da sola quasi tutti i pomeriggi al parco
con i bambini. Che si scalmanano felici. Mentre io mi rompo amorevolmente le balle.
Le uniche madri presenti sono straniere e interagiscono solo tra di loro in ostrogoto.
Pamen a MammadiF: Venite al parco dopo la scuola?
MammadiF: Ma scherzi? Con QUESTO FREDDO? No, non vorrei che F. si AMMALASSE.
(Come mai la madre media italiana tiene il figlio tappato in casa da ottobre a maggio e esce di casa solo per 
andare dal pediatra o al pronto soccorso con cadenza settimanale? 
Come mai io passo per degenere ma i miei figli in otto anni di vita complessivi hanno preso l'antibiotico UNA VOLTA a testa?)
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MammadiL: Mi sento sola, non conosco nessuno.
MammadiM:Eh già.
Pamen: - Vediamoci domani in pasticceria per un caffè!
MammadiL: Volentieri!
MammadiM: Io non posso.
Pamen: MammadiL, visto che siamo tu ed io, perché non vieni a casa mia per il caffè?
MammadiL: Ah...beh...mi spiace, forse vengo, forse no. Sai, ho delle commissioni da sbrigare. 
(Poi non viene, non si fa viva e non ricambia mai l'invito).
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MammadiA: Grazie per aver invitato A alla festa di Alessandro. Solo che noi martedì andiamo a musica alle 17. Possiamo venire MA SOLO PER UN QUARTO D'ORA.
Pamen: 8-O (strabuzza gli occhi). Beh vedi tu, ti chiedo solo di farmelo gentilmente sapere, perché l'anno scorso ho prenotato per venti bambini poi dieci non si sono presentati e nessuno mi ha informato.
MammadiA: Si, certo. Allora facciamo così se non mi vedi vuol dire che NON HO POTUTO VENIRE! 
(Ma sei scema o mangi sassi?)
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SMS Anonimo.
"Ciao grazie per l'invito ma non possiamo venire alla festa".
(Ah. Ma chi caXXo sei?)
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MammadiA: Ciao, scusa, volevo dirti che non ho ancora dato i soldi per il regalo alla maestra, ma considera anche me, te li do quando ti vedo!!
Un mese dopo.
MammadiA: Ciao, ah, senti, io il regalo alla maestra l'ho fatto da sola, visto che era passato molto tempo. 
(si, è sempre la stessa mamma di A, il genio della lampada!!).

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MammadiN: Dai, Pamen, vediamoci lunedì, facciamo merenda insieme!!
Lunedì pomeriggio. Non viene, non risponde al telefono o agli SMS. 
Aspetto inutilmente fuori dalla scuola con i nani scalpitanti.
Incontro il marito tre giorni dopo e gli chiedo se è viva.
MammadiN via SMS: So che mi hai dato per dispersa ma sai ho avuto degli IMPREVISTI!
(e sticaxxi...e avvisare no?)
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Riunione di presentazione della Scuola Primaria (così si chiama ora la Scuola Elementare).
Dopo aver presentato progetti, materie, attività, laboratori, le insegnanti lasciano spazio alle domande.
Coro di mamme belanti e ansiose: "Ma come si mangia in mensa???"
Nessun'altra domanda viene posta.
MammadiS: Ah, io me lo vado a prendere e lo riporto a scuola tutti i giorni, così almeno sono sicura che MANGIA BENE!

Ma perché le altre mamme sono ossessionate da cosa mangiano e da quanto cagano i loro figli E IO NO? 
Cosa ho che non va? Sarà per questo che l'operazione socializzazione NON MI RIESCE?

mercoledì 2 febbraio 2011

Animatori da rianimare


- Il 1 febbraio è il compleanno di Ale... 
ho detto qualche tempo fa a G., l'amica/cliente ristoratrice che ha un locale dove organizza feste per bambini.
- ...e ho bisogno di un animatore bravo, che animi 15 o 20 bambini senza costarmi una fortuna!
- Ci penso io!! Chiamo subito la mia amica bla bla un mago BRA-VIS-SIMO bla- bla- bla un gioco dietro l'altro, un'inventiva pazzesca bla bla solo 70 Eur...
- AGGIUDICATO! Lo voglio!

Driiiiiinnn
- Sono G.! Ho trovato il numero del mago. Si chiama A.
- A.? Ma non sarà mica quel buzzicone stordito che ha animato la tua festa di Halloween? 
Quello che faceva addormentare i bambini con i suoi indovinelli?
- NOOOOOOOO, ma FIGURATI!!!!Una semplice omonimia.

Driiiiiiiiin
- Mago A.? Ciao sono Pamen. Verresti ad animare la festa di compleanno del mio bambino il 1 febbraio? 
- Ma certö! Dove si tiene?
- Al locale D. di Paesello.
- Ah! Ma certö! Sono venuto lì ad animare la festa di HALLOWEEN lo scorso ottobre!
- AAAAAAAHHHHHH Orca tro...che COINCIDENZAAA....
BENE, senti, bella la tua animazione alla  festa di Halloween, eh...
ma non è che potresti organizzare qualche gioco? Non so, tipo coinvolgerli tutti? 
- Ma certö!

Ed eccoci al 1 febbraio. 
Il buzzicone stordito arriva in ritardo, vestito da clochard.
Non fa nemmeno una magia.
In compenso costruisce decine di topi con i palloncini, di colore nero, viola, grigio.
Propone un UNICO gioco di gruppo: il lancio dei topi-palloncini. 
A metà della festa sta intrattenendo TRE bambini narcolettici con i suoi indovinelli: 
"Chi è questo? Topol...Ma certö, Topolino! BRAVI!"
Uah Uah.
Intanto tutti gli altri si scalmanano nella Gabbia (aka "Area Bimbi") tirandosi palloni e bucando palloncini.
La panzerotta, unica under 2 in un gruppo di pre-schoolers, presiede l'unico scivolo, da cui allontana qualsiasi altro essere vivente con urla belluine "Noooooo ammmme tu viaaaaa tu butto!".

Mentre i bambini fanno merenda e sono tutti seduti ad ingozzarsi di patatine, il Mago A. approfitta del fatto che non possono scappare e infligge altri indovinelli,
a cui risponde da solo.
Al momento del taglio della torta sparisce.
Ricompare per i regali, esprimendo tutta la sua utilità: mette in fila i bambini ognuno col suo regalo in mano e poi dirige il traffico, con la maestria del vigile urbano. 
-Tu! vieni qui! Cosa hai portatö ad Alessandro? Vediamo...Alessandro, scarta il regalo!
Bello. Grazie. Ciaö. Puoi andare. Avanti il prossimo.

All'ora pattuita in pacca depone la pompa per i palloncini, reclama la sua parcella,
raccatta le sue cianfrusaglie e se ne va, lasciando la festa in pieno svolgimento
(e tre quarti dei partecipanti, che si animano benissimo da soli).

Eh no. 
Alla prossima festa mi metto un naso rosso, mi sparo una Red Bull endovena e ci penso io.
Baby dance, rubandiera, gioco delle sedie, quattro cantoni, palloncino che scotta, la mummia. Li restituisco ai genitori stramazzanti.
E con i 70 euro risparmiati mi regalo un massaggio al cioccolato.

Ma certö!


lunedì 1 febbraio 2010

Cinque anni fa

Cinque anni fa la mia esistenza si svolgeva nei confini familiari del mio ego.
Perché anche il più intenso degli amori romantici è, fondamentalmente, egoistico.
Appaghi per essere appagato, dai per ricevere, cerchi la tua felicità.

Poi, il 1 febbraio del 2005, la mia vita precedente si è congelata,
e sono rinata. Come mamma.
Cinque anni fa il senso di tutto è cambiato.
Venendo al mondo, quel piccolo cucciolo d'uomo ha catalizzato tutte le attenzioni e ogni respiro di due genitori e ha fatto rincitrullire quattro nonni.

Oggi il cucciolo è un pò meno cucciolo, ma ha gli stessi occhi grandi e dolci.
Ha lunghe gambette da cerbiatto e braccia secche,  ricci sempre meno biondi,
una parlantina inarrestabile e la logica incontrovertibile dei bambini.
Animato da inesauribile energia, scopre il mondo: le prime amicizie, i primi amori,
il fascino indiscutibile della tecnologia, come è giusto per un piccolo nativo digitale.


Oggi il cucciolo ha avuto la sua prima vera festa: amici, regali, torta, palloncini, persino due pagliacci.
Si è così incredibilmente divertito e crogiolato nell'essere protagonista dell'evento da dichiarare, solenne: "Io non voglio che questo giorno finisca mai, quindi non andrò mai a dormire".
Amore mio.
Posso fare anche io un capriccio?
Io non voglio che la tua infanzia finisca mai, e quindi adesso mi guarderò le 347 foto della tua festa e
cercherò di stampare a fuoco nella mia mente anche questo momento di felicità.
Perché nulla mi rende più felice della TUA felicità.