Ho quasi 40 anni, sono mamma, moglie, lavoratrice autonoma (vessata
da tasse e burocrazia), cittadina esasperata e attivista del
Movimento 5 Stelle.
Ho letto con molto interesse il vostro articolo sulla Salsi, nel
numero 52, e ci terrei a fare alcune precisazioni.
"Chi sceglie i candidati, i partiti o i cittadini?" scrive
Maurizio Dalla Palma.
Il Movimento 5 Stelle è stata la prima formazione politica che abbia
mai consentito di scegliere ai cittadini non solo i leader, ma i
suoi candidati.
Tra novembre e dicembre abbiamo scelto i nostri candidati per le
comunali, le regionali e le politiche (prontamente copiati dal PD
che ha applicato la stessa formula lo scorso 29 dicembre. Senza
restringere, però, la selezione agli incensurati).
Federica Salsi non è una candidata, è una consigliera comunale di
Bologna, ed è stata scelta non da Beppe Grillo, ma dai cittadini.
"Continua a far discutere la decisione di Beppe Grillo di
cacciare dal Movimento Federica Salsi, "colpevole" di aver
partecipato ad una puntata di Ballarò"
Federica ha partecipato a Ballarò di sua iniziativa e senza
consultarsi con il suo gruppo.
In trasmissione non si è limitata a parlare di ciò che conosce bene,
la sua esperienza bolognese,
ma si è allargata con varie imprecisioni su questioni non di sua
competenza come le elezioni in Sicilia e la politica nazionale.
Sicuramente non avvezza al botta e risposta e ai ritmi sincopati dei
talk show, non ha certo potuto trasmettere, nelle poche battute
concesse, il senso del Movimento:
cittadini onesti che si partecipano attivamente ad una politica non
solo di protesta ma di proposta e rinunciando ai personalismi, ai
privilegi, a tutto ciò che avvicina alla "Casta" e allontana dai
cittadini.
Conclusione: l'intervento della Salsi, che non aveva alcun titolo
per parlare a nome del Movimento nazionale, ci ha danneggiato.
Ma la "cacciata" non è avvenuta dopo questo episodio, bensì dopo che
la stessa Federica ha iniziato a dedicare molto tempo
all'attività mediatica (con continue accuse e polemiche) invece che focalizzarsi su ciò
per cui era stata eletta.
E, non a caso, le accuse più dure (e, spesso, inqualificabili nei
modi) le sono state mosse dai suoi compagni.
In tutti i partiti avvengono le "epurazioni", ovvero la cacciata di
persone che non sono più gradite.
Da nessuna parte ciò accade pubblicamente da un blog, da cui
l'accusa di scarsa democrazia.
Ma è anche vero che la democrazia richiede senso civico,
coerenza, rispetto delle regole.
Doti che in Italia sono scarsamente diffuse.
In nome della democrazia ognuno pensa di poter fare come gli pare, a
partire dai politici che cambiano le leggi per tutelare la propria
cerchia.
Non è vero che gli attivisti 5 stelle non possono andare in TV.
Qualche giorno fa in TV ci sono stata un'ora, a portare la mia
esperienza locale.
Prima ancora mi sono confrontata
alla radio per un'ora con Matteo
Pucciarelli di Repubblica, ma sempre parlando di cose che conosco
Ma se fossi andata in qualche salotto nazionale a parlare di
politica estera o di spread, ad esempio, o a farmi impallinare per
la mia ingenuità da gente che usa la dialettica politica da sempre,
non avrei tradito la regola "no al talk show", avrei tradito la
regola "politica dei fatti e non chiacchiere, competenza, gioco di
squadra".
Il Movimento 5 Stelle ha pochissime regole, che servono a
"vaccinarci" dal diventare come i politici di professione:
autoreferenziali, abbarbicati al potere,
drogati di visibilità mediatica (e lontanissimi dalla gente).
Chi tradisce lo spirito di gruppo, chi gioca al leaderino, chi
insegue la popolarità personale o vuol forzare la mano sui due
mandati o desidera coprire più cariche contemporaneamente, viola lo spirito del Movimento e nuoce non a Grillo, ma
a tutti noi attivisti.
Che ci facciamo in quattro per cambiare le cose, per essere
finalmente rappresentati in uno Stato che non ci ascolta e che ci
tradisce ogni giorno.
Grillo è il garante del Movimento. Le sue uscite dal blog spesso
sono spiazzanti, e di sicuro non fa nulla per piacere a tutti. Ma
senza il suo incoraggiamento e la sua iniziativa, tanti bravi
cittadini non avrebbero mai scelto di darsi alla cittadinanza
attiva. E, dato l'individualismo italico, magari sarebbero ancora lì
a dibattere sui colori del logo o a disperdersi in micro-movimenti
di tutti i colori: arancioni, viola...
La scelta di Grillo di non transigere sulla coerenza e sul rispetto
delle regole può suonare autoritaria.
Ma Grillo, in realtà, si limita a inibire l'uso del logo a chi
danneggia il Movimento, ma
non controlla affatto chi sono i candidati, le regole che i
gruppi locali si danno, i programmi e le azioni sul territorio.
Siamo totalmente liberi di confrontarci, discutere tra di noi, di
trovare le soluzioni.
Prendere decisioni condivise a volte è molto impegnativo proprio
perché da noi "uno vale uno". La voce del candidato non vale
più di quella dell'ultimo arrivato, altro che mancanza di
democrazia!!
E siamo noi, non Grillo, nei laboratori civici di studio, ai
banchetti al gelo a raccogliere le firme,
a spiegare alla gente la teoria della decrescita felice, dei rifiuti
zero, della partecipazione attiva.
Siamo noi a metterci la faccia anche nel presentare i candidati che
abbiamo votato e che sosterremo al massimo prima e dopo le elezioni,
perché siano i "portavoce" di tutti i cittadini.
"Una carrierista o una vittima dell'antipolitica, di quel vento
emotivo che tutto distrugge e nulla crea?"
suggerisce al lettore il giornalista prima di una intervista in cui
Federica si rivela come una piacevole e moderata madre di famiglia
con cui qualsiasi lettrice non può che empatizzare?
Sul carrierismo della Salsi mi permetto di osservare che da oltre un
mese la signora imperversa su tutti i media.
Sul tema del "vento emotivo che tutto distrugge e nulla crea"
l'autore dell'articolo evidentemente non sa che ci sono moltissime
proposte creative e per niente distruttive nel nostro programma,
che è perfettibile, ma nuovo e finalmente creato dai cittadini
attivi (non dal ghost writer di qualche segretario di partito).
E da una rivista come Donna Moderna, mi aspetterei non solo il
ritratto della "martire" Salsi.
Ma anche, per amore di verità, notizie importanti per le donne.
Ad esempio, perché non scrivete che in un paese, il nostro con
uno scarso 11% di parlamentari donne, il 55% dei capilista
candidati dal M5S sono donne, il 66% in Lombardia?
Perché non scrivete anche che il M5S è l'unica realtà che candida
incensurati, che rifiuta qualsiasi privilegio e i cui eletti restano
in carica al massimo due mandati e poi tornano alla loro vita?
Fa più rumore un albero che cade o una foresta che cresce?
Per una Salsi che si lagna della "poca democrazia" ci sono migliaia
di altre "donne moderne" che solo nel Movimento 5 Stelle hanno
trovato lo spazio per attivarsi, e sono molto apprezzate.
La stessa nostra candidata Presidente della Regione, Silvana
Carcano, è una donna, una madre, una persona che si spende
tantissimo anche per una società meglio rappresentata.
Chissà se mi risponderete mai...in fondo siamo al 61° posto
per libertà di stampa...
Io continuerò a leggervi.
E a battermi perché onesti cittadini entrino nelle istituzioni e
rappresentino la mia voce,
non solo quella dei grandi poteri economici, già abbondantemente
tutelati dalla nauseabonda classe dirigente che si accapiglia in un
disgustoso balletto pre-elettorale...