Caro direttore
in copertina del Vanity Fair n°8 campeggia il titolo "Anna Valle, allattare che incubo".
Nell'intervista l'attrice racconta le sue difficoltà nell'allattare,
ma non emerge nulla sulle (ottime) motivazioni che l'anno spinta ad allattare sua figlia per ben 8 mesi o sul fatto che, forse, l'unico aiuto che ha ricevuto per superare le sue difficoltà è stato il suggerimento di smettere.
Io sono riuscita ad allattare in tutto 3 anni nonostante enormi difficoltà e le indicazioni errate e contraddittorie di puericultrici e pediatri e,
quando i media lasciano passare il messaggio che "allattare è un incubo" io mi arrabbio molto.
Perché, secondo l'associazione culturale pediatri, solo l'1% dei bambini italiani arriva al sesto mese allattato al seno in modo esclusivo così come prescriverebbe l'OMS.
Perché le mamme vengono scoraggiate in tutti i modi con assurde restrizioni di orario e pressioni sul peso del bambino, e non ricevono incoraggiamento e i giusti consigli per superare le inevitabili difficoltà (allattare è un processo naturale, psicologicamente poco conciliabile con i ritmi della donna moderna).
Perché i convegni di aggiornamento per i quali gli operatori sanitari prendono crediti formativi sono spesso organizzati dalle multinazionali del latte.
Le stesse che violano sistematicamente il Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, con operazioni di marketing illecite e una vera e propria corruzione degli operatori sanitari a cui viene offerto di tutto in cambio di più prescrizioni di latte artificiale (Per maggiori info: http://www.ibfanitalia.org/)
L'alimentazione artificiale provoca ogni anno la morte di 1-2 milioni di neonati, per lo più per diarrea
(mentre le madri si svenano per procurare il latte artificiale che percepiscono come "migliore").
E da noi? I neonati allattati artificialmente alimentano un ricchissimo business tra latte in formula e accessori, non muoiono certo di diarrea, ma secondo l'Associazione Culturale Pediatri, è aumentato dell'800% in dieci anni il ricorso alle cure pediatriche per i piccolissimi. Come dire che, con buona pace dei media ignoranti e della politica,
alleviamo bambini sempre più fragili ed esposti ad infezioni fin dai primi mesi di vita. Per la gioia del business sanitario e farmaceutico.
E le loro madri? Nel 39% dei casi già private della magia del parto naturale (visto che anche il cesareo è un business, in Italia, in barba ai rischi enormi che comporta), rinunciano ad un'esperienza meravigliosa e incredibilmente salutare per madre e figlio.
Per sfinimento, per solitudine e, soprattutto per la diffusa ignoranza e la sistematica forzatura di un processo naturale e di per sé perfetto.
Il tema non è glamour e infatti nessuno se ne preoccupa. Ne vogliamo parlare?
Pamen
PS per approfondire: http://www.facebook.com/vanityfairitalia
dove Luisa Mondo di IBFAN Italia porta a Vanity Fair alcune argomentazioni per approfondire il tema in modo più serio!
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