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martedì 11 novembre 2014

Cara figlia adottiva pelosa



Cara figlia adottiva pelosa.
Non so ancora come ti chiamerai.
Lo decideranno i tuoi fratellini umani quando ti conosceranno.

Loro nemmeno sanno che arriverai.
Sarà una sorpresa, fra pochi giorni. 
Da mesi mi pressano per averti.
Recentemente avevano deciso di aggirare il diniego genitoriale inoltrando la richiesta a Santa Lucia, che, si sa, è di più ampie vedute.

E, siccome raramente li ho visti desiderare tanto intensamente qualcosa,
abbiamo deciso che poteva essere una buona opportunità.

Per regalarci la gioia di un cucciolo. Per responsabilizzare i bambini, che dovranno rispettarti e contribuire alle tue cure.

Non so molto di te.
So che sei stata trovata in un cespuglio sotto la pioggia.
So che sei spaventata e timida ma dolce e affettuosa.

E così ho superato la mia reticenza ad accollarmi un altro impegno, un'altra creatura con dei bisogni da soddisfare.
Per di più un gatto, io che non ho mai amato i gatti, che non li conosco.
E ho già tanti argomenti su Facebook, mica mi mancavano le foto del gattino da condividere :-)

Ci organizzeremo, impareremo a prenderci cura di te.
Siamo un pò caotici e rumorosi e  forse all'inizio ti faremo rimpiangere la quiete del gattile.
Ma poi starai bene, con noi, ne sono sicura.


A presto, allora.

mercoledì 27 novembre 2013

[recensione] Stirare-OH OH


[Sono stata selezionata come tester del nuovo ferro da stiro Perfect Care Pure di Philips. Ecco la mia esperienza]

Sono cresciuta sentendo mia madre definire lo stiro come la peggiore delle torture per una casalinga.
Una volta adulta, fu per me una vera sorpresa scoprire quale effetto distensivo abbia per me stirare. Ebbene sì, devo confessarlo (quasi come se fosse una perversione, invece che una bizzarra terapia): amo lisciare le pieghe, mi piace l’odore del vapore, e trovo rilassante trasformare un groviglio stropicciato in un capo ordinato e pronto per essere riposto nell’armadio.
Ovviamente mi capita di lamentarmi per la pila di abiti da stirare, ma perché
qualsiasi attività diventa noiosa se obbligatoria e ripetitiva, no?
Soprattutto senza lo strumento giusto.

Ecco,
 io con i ferri da stiro non sono mai stata molto fortunata. 

Il mio primo ferro da stiro fu un fiammante Rowenta con caldaia incorporata, top di gamma. Pesante, ma potente. Peccato che, pochi mesi dopo averlo ricevuto come regalo di nozze, mi cadde in terra. Benché sbeccato e difettoso (perdeva acqua e sbuffava in modo anomalo) non ebbi il cuore di sostituirlo (inconsapevolmente già fan della teoria “rifiuti zero”), e mi adattai a stirare con una specie di macchina a vapore del ‘700.
Finché un giorno,  approfittando di una promozione, mi regalai una delle più celebri
marche di ferri da stiro a caldaia, che si rivelò subito una delusione.
Pesante, ingombrante, scomodo, complicato da riempire, lento ad entrare in funzione dopo l’accensione: una vera tortura, tanto che finii per delegare lo stiro il più possibile.

Ecco perché
 ho accettato volentieri di testare l’ultimo modello di ferro da stiro della Philips:
ho sempre apprezzato la marca, soprattutto dalla svolta “sense and simplicity”, difficilmente mi sarei trovata peggio che con il mio catorcio. Ho solo sperato che il nuovo ferro non avesse magagne, poiché, volendo scrivere una recensione sincera e autentica, mi sarebbe dispiaciuto dover stroncare il prodotto.

Ma quello che proprio 
non mi aspettavo è che il Perfect Care diventasse il mio elettrodomestico preferito, soprattutto considerando che gli elettrodomestici non mi hanno mai appassionato.
E’ stato amore a prima vista, fin da quando il fiammante aggeggio ha fatto capolino dalla sua confezione.


Perché Perfect Care Pure è il migliore ferro che io abbia mai provato? 
E’ bello. Ha un design elegante e tecnologico, quasi spaziale: persino le spie blu hanno una funzione estetica oltre che pratica. Giudicate voi: in confronto al mio vecchio rudere  il Perfect Care richiama la fantascientifica robottina Eve del film Wall-E.

  • E’ compatto. A differenza di altri ferri con caldaia, la base sta comoda del ripiano dell’asse da stiro, minimizzando il rischio di caduta accidentale. 
  • E’ pronto in un battibaleno: due minuti dopo l’accensione è già pronto per l’uso e ammicca con le sue luci blu elettrico.


  • E’ facile da riempire! Niente dure valvole da svitare, niente imbutino (che quando serve non si trova mai, risucchiato trai giochi dei figli), niente rischio di venire investiti da un’ondata di vapore incandescente. Si apre un comodo sportellino in qualsiasi momento, anche durante la stiratura, e si rabbocca il livello dell’acqua (demineralizzata, ma per chi non vuole comprarsela al super si può utilizzare la comoda brocca demineralizzante)
  • E' facilissimo da usare! Come diceva il mio vecchio professione di matematica gli aggeggi dovrebbero avere due soli tasti: (H)ON-inziato- (H)OFF-finito. Ebbene, il Perfect Care non ha alcun tasto per regolare l'intensità del vapore o per scegliere il tipo di tessuto:  esiste un’unica impostazione che genera la perfetta combinazione di vapore e temperatura. 
  • Ma, dulcis in fundo, Perfect Care non delude neppure sulla più importante delle sue caratteristiche: stira benissimo!! Puoi stirare su tutti i tessuti stirabili contro tutti i tipi di pieghe:  niente bruciature, niente perdite di acqua, niente aloni lucidi. Ma, benché la temperatura sia mantenuta costante, la stiratura è impeccabile grazie all'elevata pressione del vapore, al numero di fori e alla forma ergonomica. Sì perché mentre negli altri ferri stirava bene solo la punta, qui stira benissimo anche il retro, con il risultato incredibile che basta una passata e le pieghe si distendono.  E quindi anche i miei nervi. 
    Conclusione? Che stirare vi piaccia o vi faccia schifo, Perfect Care è un ottimo acquisto, o, se proprio siete per i regali utili, un regalo che si farà apprezzare. 

    domenica 11 marzo 2012

    Preludio di primavera

    Non importa se tre settimane fa nevicava e sto ancora lavando le tute da sci e i costumi di carnevale.
    Non importa se la notte ci crogioliamo ancora sotto il piumone.
    Non importa se l'aria è più frizzante che tiepida.

    Il primo sole di marzo richiama irresistibilmente all'abbandono del letargo.

    E così quel vecchio nerd del Marito A.M. si è staccato dal computer, e, di sua spontanea volontà, si è recato al garden center e ha compiuto il primo passo verso l'autosostentamento della famiglia: l'acquisto e la messa a dimora tre arbusti di lamponi, vegetali buonissimi e dalle note proprietà AntiCancro*.

    I bambini hanno partecipato con entusiasmo all'operazione, splendida occasione per armeggiare con palette e rastrelli, sbroffare acqua ovunque e riempirsi di terra.
    L'idea di coltivare qualcosa nel nostro giardino li ha riempiti di primitiva eccitazione.
    " Io vojo piantale i pomodoli, le flagole e ante il salame!" ha sentenziato la nanetta golosa. 

    Si sono dilettati nel mozzare raccogliere margherite, spostare sassi e e foglie e lanciare sguardi languidi alla sabbiera, temporaneamente interdetta  in attesa della manutenzione e della rimozione di ragni e vermi invernali.



    E poi le possenti braccia rubate all'agricoltura dell'ingegnere hanno impugnato gli attrezzi e montato 
    il canestro, ultimo acquisto del parco giochi familiare. 
    Il mio modesto contributo è stato "tenere dritto il bastone lungo e duro del canestro" mentre veniva
    fissato alla base, come da gentile richiesta. Ognuno si rende utile come può.

    Il profumo del sole mi ha fatto dimenticare l'odore acre dei concimi nei campi, 
    e l'idea minacciosa dell'invisibile inquinamento. 
    La luce si è trasformata in energia, e una sottile euforia mi ha pervaso
    nell'osservare le gemme rigonfie della forsizia. 


    Ancora una manciata di giorni e una esplosione di fiori gialli annuncerà la rinascita,
    il trionfo della vita e della natura che ci sbatterà sotto il naso la sua prepotente bellezza, 
    in un tripudio di verde, di pollini e di profumi. 
    Come si fa a non amare la primavera?
    Beh, almeno se non sei allergico....


    (* da quando siamo entrati nel tunnel bio-salutistico-ambientalista, culminato nella recente sottoscrizione del servizio CortoBio e nella lettura del libro AntiCancro,
    gli approvvigionamenti alimentari della famiglia si sono orientati con decisione verso tutti gli alimenti dalle provate virtù antitumorali, dai semi di lino ai frutti rossi).



    lunedì 26 dicembre 2011

    Un periodo interessante e simpatico.

    E' Natale e tutti sono più buoni.
    Eccezion fatta per la bionda creatura che durante il suo battesimo urlò con la bava alla bocca come una indemoniata durante un esorcismo.

    - Buongiorno, Valentina, è arrivato Babbo Natale.
    - No vojooooooooo!!! Vai viaaaaaaa! Vattene!!!

    Dieci minuti dopo, in cucina.
    -Valentina, staccati dalla scatola dei biscotti, vieni a vedere cosa ti ha portato Babbo Natale! 
    - No, io adeffo manzo, veno dopo.


    - Valentina, eccoci arrivati dalla nonna D, sarai contenta, sono due giorni che mi chiedi quando veniamo! Ohhhh guarda quanti regali!!
    Io vojo andare a tasa mia! (sguardo torvissimo, seguito da capriccio di 6 minuti con lacrime che sgorgano copiose).

    Pomeriggio. L'ora della nanna.
    La nonna tenta di farla addormentare leggendole i nuovi libri, coccolandola nel lettone. La creatura sbadiglia e barcolla, ma non molla.
    Alla nonna crolla la palpebra e lei, con un sussurro:
    - Nonna, fai tome un MAIALE!
    Sobbalzo della nonna:-Cosa Vale?
    - Tosì:  orf orf (=grugnito). 
    (E comunque non si addormenta manco a morire).

    Ora di cena.
    Eccoti i tuoi tortellini. Sarai contenta, ieri non volevi la pasta e hai chiesto
    i tortellini.
    - No i vojo. Vojo folo profutto cludo.
    E, approfittando della distrazione materna si sbafa da sola 1 etto di crudo.

    Ora della nanna.
    Dopo quattro capricci (1. No vojo etto pizama 2. No vojo lavae i dentini 3.No, tu non mi puli il nasino! 4.No vojo andae a nanna)
    riesco a calmarla sottostando solo ad un paio di ricattini (1. no vojo dormire ton il gatto, vojo dormire con il tannotiale di Ale  2. Ho fete. Nooo no vojo apua, vojo folo il latte).

    Finalmente cala il silenzio. Mi sento addosso la stanchezza di Babbo Natale.                   Eppure ho condiviso il dolce fardello, ed è stata una giornata calma e piacevole....
    Ahhhhh!!! Finalmente inizia il mio Natale...come posso godermi la serat....

    - Mammmmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!mi lezzi antoa un libino?

    Cullati dal mar, sotto la luna e i suoi raggi 

    Dormono i pesci il sonno dei saggi. 
    Ancora un libro ti leggo, ma devi giurare 
    Che poi subito a nanna e basta scassare.

    (Cfr. Fai 'sta ca...o di nanna, di A. Mansbach- Mondadori 2011. 
    Libro cult delle madri devote italiane)


    Ore 21.15. Mi ha intortato ancora una volta.
    Mi sa che mi butto sul letto. Sono talmente stanca che anche leggere un pò andrà benissim...

    - Mammmmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!! Ho feteeeeeee!!!

    Sotto un cielo di stelle il bosco riposa 

    E calda la coltre del buio si posa. 
    Che tu abbia sete è una enorme stronzata 
    Fai ’sta caXXo di nanna, mia creatura adorata.
                                                                              (Ibidem)


    Poverina, con tutto il crudo che ha mangiato avrà davvero sete.

    Dopo due bicchierini e mezzo di acqua (che si sommano al mezzo biberon di latte di prima): 
    - Vieni, andiamo a fare la pipì, tesorino.
    - Nooooooooooooooooooooooooooooooooooo!! Non mi fcappaaaaa!!
    (segue capriccio di 12 minuti, al termine del quale la ripongo dolcemente nel suo lettino per non annegarla nel water sprecare ulteriori energie facendomi venire l'ulcera).
    Occhio e croce ha in pancia 400 ml di liquidi. 'Fanculo. Buona notte, tesoro.

    La mattina dopo. Una di quelle mattine in cui si potrebbe dormir...
    - AAAAAAAAAAHHHH....mi sono fatta 'a pipì addoffo!!
    Il letto era ovviamente cambiato di fresco.

    Acchiappo il primo, inutile, manuale di puericultura che mi capita sotto mano, alla disperata ricerca di verità calate dall'altro, di pillole di saggezza, di profondissime considerazioni che mi aiuteranno a recuperare la calma zen (che non ho mai avuto) e tornare a sentirmi pervasa da un profondo istinto di amorevole dedizione. 
    Lucia Rizzi, "Fate i bravi 0-3 anni".
    Capitolo 29. "Dai 2 ai 3 anni, un'età che è una splendida avventura". (per chi?)

    "Molti genitori definiscono terribile l'anno dai 2 ai 3, io invece lo trovo veramente interessante e simpatico".

    .....mmmmm

    .........

    MMMMM..........

    Mmmma vaffan....., Tata Lucia!

    lunedì 19 dicembre 2011

    La vaccinazione

    La telefonata con la mamma? uccisa dalle urla.
    Rispondere alla mail del cliente? non se ne parla neppure.
    Mi hanno reclamato violentemente. 


    - Costruiamo la casetta Duplo?
    - Facciamo un treno con le formine?
    - Facciamo la lotta sul tappeto?
    - Mamma guardiamo insieme i miei quaderni?
    - Ante io ho il puaderno, guadda io!
    - Guardiamo harrypotter?
    - Novojo ellitottel, mi metti la calica di centouno?
    - Giochiamo con il presepio.
    - Ma cosa è 'sta puzza, Gesù Bambino ha fatto la cacca?
    - Alloa jii vado a tambiare i pannolino. Etto fatto!
    - Ma chi è il papà di Gesù? La mamma si capisce, ma qui dentro ci sono un sacco di uomini...
    BING. SBANG. BENG
    - Ho fameeee
    - Mamma ma la Tella mi picchia!
    - Non è velo!
    - E invece siiiiiii.
    BING. SBANG. BENG
    - Devo fare la pipiiiii
    - Adesso devo fare la tattaaaaa!
    Bbing sbeng.
    - Mamma cusiniamo insieme?
    - E' prontooooo.
    - Un attimooooo.
    - Ciao a tutti!!
    - Papà!!!!

    E' appena trascorso un pomeriggio di allenamento.
    Una preparazione psicofisica.
    Anzi, una vera e propria VACCINAZIONE.
    Assumere il principio patogeno a piccole dosi stimola la risposta immunitaria dell'organismo, no?
    E allora io sto seguendo una PROFILASSI, per poter sopravvivere all'imminente
    PANDEMIA che sconvolgerà il mio precario equilibrio mentale:
    LE VACANZE DI NATALE.

    Che bello finalmente arrivano le vacanze. Così ci si riposa un pò.

    Ci sono giorni in cui temo che il concetto di RIPOSO troverà spazio nella mia vita
    solo quando sarò in CASA DI RIPOSO.
    Beh se non schiatterò prima, ovviamente.

    Auguri, comunque, eh!

    giovedì 8 dicembre 2011

    La cura

    Sto guidando.
    Mentre in sottofondo una delle radio pre-impostate da mio marito gracida notizie preoccupanti, sono immersa nei miei pensieri.

    Ancora sole. Le polveri sottili alle stelle e nessuno fa niente.
    Moriremo tutti di malattie atroci. 
    Vorrei organizzare una conferenza con dei medici che ci spieghino cosa rischiamo con tutto questo inquinamento.
    Forse potrebbe aiutare la gente a scuotersi dal loro torpore, a capire che se non ci prendiamo in mano il futuro siamo fottuti.
    Uffa, tutti questi addobbi di Natale. Ma cosa c'è da festeggiare? 
    Il diesel a 1,7 Euro. Praticamente raddoppiato in pochi anni. Ma perché avere un'auto elettrica è praticamente impossibile in Italia?
    Che domande. Perché il guadagno di pochi viene sempre prima. Del benessere di tutti, del buonsenso.
    Ci ridurremo in povertà. Rispetto a quando ho iniziato devo lavorare il doppio per guadagnare lo stesso.
    Devo studiare una soluzione per la pensione. E anche finalmente stare a sentire il marito A.M.: come possiamo proteggerci dal fallimento delle banche?
    Ma si, fallissero tutte, un bel default che spazzi via tutto. E ricominciamo dal baratto, dalle cose semplici. Pulizia totale.
    Ma poi chissenefrega del benessere materiale. Poi ti ammali e puff. 
    Come la ragazza del mio paese che sta morendo di mucca pazza, nel silenzio.
    Come il papà di M., che finalmente riposa in pace. 
    Vorrei avere il coraggio di far fagotto e scappare, ma non ce la faccio. Sono figlia di sradicati, ho bisogno di radici.
    Ma se i miei figli fuggiranno da questo paese senza futuro li sosterrò.
    Azz...mi sta tornando il mal di schiena. Da quanti mesi sto lavorando tutte le sere? Anche l'8 che è festa mi toccherà lavorare.
    Da quante settimane non passo una sera con il marito A.M.?

    All'improvviso l'abitacolo si riempie di una musica celestiale, i virtuosismi degli archi mi distolgono dalla mia meditazione angosciata.
    Dalla radio risuonano le note di una bellissima canzone, che mi toglie il fiato.
    E resto incantata ad ascoltare.


    Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
    dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
    Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
    dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
    Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
    dalle ossessioni delle tue manie.
    Supererò le correnti gravitazionali,
    lo spazio e la luce
    per non farti invecchiare.

    I miei occhi si riempiono di lacrime. 
    La tensione compressa di settimane e di mesi si scioglie.
    E piangendo inizio a sentirmi più leggera.
    Passo la vita a pensare come salvare la mia famiglia, la nostra salute, il mondo.
    Cosa posso fare, nel mio piccolo, per sentirmi meno impotente?
    Chi proteggerà me da tutto questo? 

    E guarirai da tutte le malattie,
    perché sei un essere speciale,
    ed io, avrò cura di te.
    Vagavo per i campi del Tennessee
    (come vi ero arrivato, chissà).
    Non hai fiori bianchi per me?
    Più veloci di aquile i miei sogni
    attraversano il mare.
    Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
    Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
    I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
    la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
    Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
    Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
    Supererò le correnti gravitazionali,
    lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

    Io mi posso salvare.
    Io posso trovare il tempo per ascoltarmi e per trovare la serenità.
    Per apprezzare tutto quello che ho.
    Per concentrarmi sui miei amori, sui miei progetti.
    Per essere più paziente, meno impulsiva, meno rabbiosa.

    Che bel sole. 
    Inutile tormentarsi pensando al fatto che potremmo ammalarci.
    Meglio godere di ogni giorno di salute. 
    Finalmente arriva Natale. Ci costringerà a stare insieme, a rallentare.
    I bambini sono già in fermento. 
    Cosa c'è di più emozionante della loro attesa, della loro gioia?
    Sabato vorrei fare   farò con loro un'altra torta. Oppure dei biscotti.
    Il diesel a 1,7 Euro. Devo fare farò meno trasferte e più teleconferenze.
    Per fortuna non devo pendolare tutti i giorni.
    Se riusciamo a risparmiare ci prenderemo un'auto ibrida, oppure una a Gpl.
    Mi è dispiaciuto non esserci al funerale. 
    Per M. e la sua famiglia sarà un Natale doloroso, ma forse anche un pò sollevato. 
    Come sono fortunata, noi abbiamo ancora tutti i genitori. 
    Non stanno così male e i bambini li adorano.
    Non scapperemo da qui, ce li godremo finché ci sarà concesso.
    Il lavoro va bene, sono pronta per grandi cambiamenti. 
    Riprendendo a pianificare posso riuscire a fare tutto. 
    Tutto ciò che riesco.
    Ma stasera non lavoro. Voglio passare una sera con il marito A.M.

    TI salverò da ogni malinconia,
    perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
    io sì, che avrò cura di te.

    lunedì 3 ottobre 2011

    Parla come manga

    - Aviamo una miffione! ( = abbiamo una missione!)

    - DANNAZIONE, ce la devo fare!

    - Fossa, fossa, poffiamo faccela (= forza, forza possiamo farcela!)

    - Non AVREI VOLUTO arrivare a QUESTO, ma NON MI LASCI SCELTA.

    - OH, guadda! Ha pussionato! Ebiva! (= Oh, guarda, ha funzionato, evviva!)


    - Missione COMPIUTA!

    Ascoltando i dialoghi dei miei figli mentre giocano
    si potrebbe immaginare che passino la giornata di fronte alla televisione.
    Giuro che non è vero. 
    La televisione la vedono solo dai nonni,
    e a casa solo qualche cartone da noi selezionato.

    Saranno le loro maestre che parlano così?










    PS (anzi, PP, cioé post postum)
    Dopo aver letto alcuni commenti devo ammettere che a me i famigerati Little Eistein non dispiacciono. Sono saccenti (come me) ma anche curiosi, volenterosi, pieni di entusiasmo (mal risposto)...
    Insomma anche io sono un Little Einstein...E adesso che ho fatto outing ODIATEMI :-)

    mercoledì 7 settembre 2011

    Punti di vista

    - Si, nano, papà dorme fuori casa stanotte. Ma non sognarti di piombarmi nel letto, OK?
    L'altra volta non ho chiuso occhio contro il tuo mucchietto di ossa pungenti.
    E lui, serio:
    - Anche io non riuscivo a dormire contro il tuo morbido.

    venerdì 10 giugno 2011

    De gustibus

    - Etto formaggio FA CHIFO.
    - Valentina, non si dice FA SCHIFO. Puoi dire: questo formaggio A ME non piace.
    Momento di riflessione e poi:
    - Etto formaggio A ME FA CHIFO.

    Due anni e un mese.
    Sei mesi fa a malapena diceva il suo nome e adesso canta le canzoni a memoria.
    E ce le canta.
    Non so se mi spiego.
    Ho come l'impressione che ne vedremo delle belle.

    domenica 5 giugno 2011

    Conversazioni splatter

    Violentina.
    Questo è l'appellativo che la Polpetta ha meritato fin dalla più tenera età per aver precocemente manifestato un'indole manesca e prevaricatrice.

    Dall'inizio della bella stagione la dolce fanciulla si è accanita con grande impegno su formiche e mosche.
    Sulle prime si scaglia più che altro per esercitare un pò di infantile onnipotenza: le insegue, le schiaccia col piedino e poi sospira "Etto fatto!" con l'aria soddisfatta delle casalinghe della pubblicità.

    Le mosche, invece, dapprima le incutevano terrore per il ronzio sordo e l'aspetto sgradevole. Il terrore si è trasformato in rabbioso fastidio verificata la loro ostinazione a auto-invitarsi nel suo piatto e assodato che la mamma, su richiesta ("Mammaaaa la uzzidi?") poteva sbarazzarsene brandendo il famigerato "Tatta-mocche" (=schiacciamosche).




    Constatato poi che la mamma non era sempre disposta a interrompere il suo pasto per improvvisare 
    un safari sul tavolo di cucina, la piccola donna d'azione ha stabilito che "chi fa da se fa per tre", si è impossessata del Tatta-mocche e ha provato a scagliarsi contro una piccola improvvida mosca che riposava ignara sul divano.
    Splat! Successo! 
    Da allora la Caccia alle Mocche è diventata una delle attività di maggiore soddisfazione per lei, insieme
    alla distruzione di torri, allo smembramento di ferrovie, e alla sottrazione indebita di collane materne e bolle fraterne.
    Il rito si conclude di solito con l'urlo liberatorio ("Etto! è motta!") e con un rapido funerale nel più vicino water.


    Ieri pomeriggio stavo cercando di spiegarle la pericolosità della finestra, ricorrendo al paragone con il terrificante volo dalla torre
    della strega di Rapunzel. 
    Non inorridite. Non vanno dette le bugie ai bambini. 
    E poi un pò di sano terrore va benissimo se incoraggia un pò di prudenza.
    L'aver mostrato a un Alessandro duenne un riccio spiaccicato raccontando la tristissima storia del riccio che 
    non ascolta la sua mamma ha funzionato, fino ad oggi, rendendolo assai circospetto sull'asfalto.

    - Allora. Hai capito? Cosa succede se Valentina cade dalla finestra?
    - More. Anche 'a ftrega è motta.
    - Esatto! Muore stecchita! E poi la raccogliamo come una mosca morta! 
    Attimo di riflessione.
    - E poi 'a buttiamo al water? 
    Interviene il fratello, occhioni sgranati e aria seria:
    - Io preferirei tenerla. Per ricordo!
    - Beh, amore. Non si può tenere il corpo di una persona morta.
    - Perché?
    - Perché dopo un pò il corpo si decompone, fino a trasformarsi in uno scheletro.
    - Beh, allora teniamoci almeno la testa!




    giovedì 5 maggio 2011

    Piccolo scioperatore

    - Adesso basta, Alessandro. Lascia un pò l'altalena anche a tua sorella.
    - No, è solo mia!
    - Ok, allora ti devo punire.
    - Se tu mi punisci io non ti darò mai più il bacio della buonanotte!
    E smetterò di preparare il lavoretto per la festa della mamma!

    venerdì 1 aprile 2011

    The power of love

    Vigilia di un corso super importante.
    Sono in ritardo su tutte le mie tabelle di marcia a causa dei giorni persi per precedente malattia nanesca.
    Stanchezza arretrata.
    Corsa con il tempo per preparare il corso in mezzo a mille impegni.
    Salti mortali per gestire il nano a casa con la seconda febbre in un mese.

    Prima giornata del corso. Venti in aula, preparati ed esigenti.
    Tutto bene. Ma all'uscita mi rendo conto che ho 18 ore per arrivare preparata alla seconda puntata.
    Entro in casa e vengo assalita dai figli.
    Il padre ha gli occhi fuori dalle orbite. La nana piange ed è in modalità cozza.

    Riesco a leggere la posta sciroppandomi, in contemporanea, un Babbapapà (Barbapapà) e un Tottolino (Topolino) dietro l'altro su YouTube. Fortuna che ho un monitor 22 pollici.

    Messaggio dell'amica del cuore dalle Seychelles. 
    Mi scrive di giochi con le onde, aperitivi con biretta e lime, branchi di delfini, stelle cadenti,  reef.
    Quasi quasi sentirei lo scium scium delle onde e invece...
    Tella bella! No, Tella butta! Tella be-lla! No, tu butta! AAAAAAHHHHH 
    Mammmmaaaaa ho fatto la cacca mi pulisciiiii?
    (Un uomo di sei anni è comunque un uomo. Un giorno di febbre lo fa sentire autorizzato ad essere servito e riverito e smerdato per una settimana. Oppure finché la mamma gli dice no. Ma dire no a volte costa energie preziose).
    Driiiin
    Telefonata dall'altra amica. Dopo sofferta singletudine, sembra aver trovato il principe azzurro! 
    Mollo la cozza piangente al padre e riesco a cogliere, tra gli urli, solo qualche dettaglio irresistibile, tipo il primo incontro (Uéééééé) come si chiama, come è (Vojo a mammaaaa) e cosa f....Hai finitooooooooo? Il padre mi rimolla la cozza che mi sbava addosso una scia di catarro e lacrime.
    Lo intravvedo scappare con Autosprint sotto il braccio e poi sento la chiave del cesso. 
    Clic clac.

    Le tazze della colazione che sbroccano dal lavandino.
    (Un padre che molla il lavoro per stare con i figli malati è un bravo papà e un marito collaborativo.
    Ma è sempre un uomo. Non gli si può chiedere di essere una donna).
    La casa è nel caos, causa assenza della signora delle pulizie da una settimana.
    C'è una valanga di bucato da smerdare e svomitare.  Fazzoletti smoccolati e trenini in ogni dove.


    Eppure non vorrei essere alle Seychelles. Andrebbe bene anche una cantina. Insonorizzata.

    Ore 21. Dopo una giornata massacrante ho messo a nanna i pupi.
    Ore 1.20. Ho lavorato altre 6 ore e piombo nel letto.
    Ore 2. Svegliata da un urlo e vomito della piccola, che ha la febbre. Olé. 
    Non poteva scegliere giorno peggiore in tutto l'anno.
    Tra le 2 e le 4 svegliata 4 volte. Latte, coccoina, ancoa coccoina.
    Sei una santa. Mugugna il marito, sotto le coperte.
    Dalle 4 alle 6.30 un abbondante e ristoratore sonno (!). 

    Ore 7 di un nuovo giorno. Di nuovo al pc, con 2 figli piagnulenti, un provvidenziale marito baby sitter che si alterna trai moccoli, SuperMario e il portatile.
    Per contenere lo stress si è messo i tappi per le orecchie, perché dice che il rumore lede la sua mucosa gastrica. Se gli chiedo qualcosa strizza gli occhi e urla EHHHH ricordandomi la Luisa, vecchietta rimbambita che si sposò mio nonno tanti anni fa.

    Ore 14. Sole splendente.
    Abbandonata la tuta smoccolata, mi sono truccata, vestita e entro nella sala conferenze del bellissimo albergo. Fuori c'è una lussuosa targa su cui campeggia il titolo del corso e il mio nome.
    In aula ci sono tutti, sono tornati a sentire me. Un bel respiro e via.
    All'improvviso non sento più la stanchezza, solo adrenalina nelle vene 
    e voglia di fare quello che sto facendo.

    "Trova un lavoro che ami e non dovrai lavorare un solo giorno".
    Forse questo motto cinese è un pò esagerato.

    Però l'amore è la più potente energia del mondo. 
    L'amore per i figli, per un uomo, anche per il lavoro, sì.

    Tornando a casa, in macchina, penso che se il mondo fosse governato dall'amore
    invece che dalla brama di potere, di petrolio e di figa...sarebbe un mondo migliore.
    Un mondo governato dall'amore materno, magari.
    Un mondo governato da madri. Invece che da figli (di puttana).

    A volte l'assenza di sonno fa fare sogni potenti.

    sabato 26 marzo 2011

    Piccoli momenti di insperata felicità

    Sfilarsi il tailleur e accomodarsi nei vecchi jeans 
    Accantonare il pensiero di Libia, Giappone, lavoro e politica 
    Portare i bambini a mangiare il gelato e al parco
    Rincorrere le bolle di sapone sul prato
    Riuscire a farsi un lungo bagno
    Scoprire che il nipotino in arrivo sarà maschio, per la gioia del cugino grande
    Iniziare a riporre piumini e maglioni pesanti
    Annusare il profumo del bucato steso al sole
    Andare a scegliere i giochi da giardino pregustando la gioia dei destinatari
    Tirare fuori le biciclette...
    Rubare il tempo per un pranzetto last minute al ristorante col marito
    Pianificare le migliorie alla casa a lungo rimandate
    Guardare l'ultima puntata di Grey's Anatomy abbracciati sul divano
    Ricevere un messaggio euforico da una persona cara che si trova alle Seychelles 
    Progettare le gite di primavera e i viaggetti dell'estate
    Stirare cantando vecchie canzoni di Baglioni (sottraendomi per una preziosa mezz'ora al monopolio insopportabile delle canzoncine per bambini)

    In primavera un fine settimana senza impegni sociali può riservare tanti piccoli momenti di insperata felicità.


    venerdì 11 marzo 2011

    Colpo di coda dell'inverno

    Questa settimana mi sono compiaciuta della salute di ferro dei miei figli.
    E quindi un virus influenzale mi ha punito, tramortendo il grande con vomito febbre fino a 39.5. Ovviamente in contemporanea a una valanga di lavoro da sbrigare per me e il marito in trasferta.
    Bilancio:
    Due giornate di lavoro compromesse.
    Un appuntamento trasformato in teleconferenza.
    Una festa di compleanno e un pomeriggio alle giostre saltati.
    Salti mortali per portare e riportare la piccola al nido.
    Collaboratrice domestica a casa per non disturbare i sonni diurni del malato.
    Pulizie da fare.
    Lavoro da recuperare in notturna.
    Vomito da pulire.
    Pianti da consolare.

    Ma anche...

    Due giornate da sola con il mio bambino grande.
    La sua prima volta a casa da solo, sia pure per 15 minuti.
    Insperati momenti di coccola e di accudimento.
    La reazione della piccola (Ale ha la bua. -Metti cerotto!) 
    Riso in bianco e latte caldo.
    La super-nonna che si precipita in soccorso, portando generi di conforto e supporto logistico.
    Le favole della mia infanzia "A mille ce n'èèèèèèè"
    Ore sul tappeto a costruire un plastico con Lego Duplo appena riesumato dalla cantina.
    Il tempo di scovare giocattoli dimenticati dagli angoli più nascosti della casa.
    La gioia di vederlo godere intensamente del riposo ripigliando ora dopo ora energie e voglia di giocare...

    Tappati in casa, in tuta e pigiama tutto il giorno, abbiamo assaporato una strana atmosfera da vacanze di Natale.
    Tempismo perfetto, visto che anziché arrivare la primavera si annunciano due settimane di diluvio novembrino...

    giovedì 13 gennaio 2011

    Primi dialoghi

    - Ma che puzza! Hai fatto la cacca?
    - Gno! Tatta gno! (sdegnata)
    - Allora hai fatto una puzzetta?
    - Ti! Hihihihihiihihihi (fumetto: mi hai beccata!)


    - Mamma! Api? (= apri, indicandomi una arancia).
    - Prendo il coltello.
    - Mamma cotejo. Cotejo taja. Noooooooooo!


    - Chi vuole l'ovetto Kinder?
    Ale: - Iooooooo
    Vale: - Oetto AMMMME!!!
    - Eccoti l'ovetto. Come si dice?
    - Atje (=grazie)


    - Papà? (=dove è il mio genitore maschio?)
    - Papà è al lavoro.
    - Papà lao-o. Papà via. Ta-tao papà (=ciao ciao a papà)

    Alla fine di una poppata.
    - Tetta via. Atta tetta! 
    (=riponi questa mammella e agevolami l'altra, per cortesia).

    - Cosa sei tu?
    - Totta! (=panzerotta)
    - E come ti chiami?
    - Tella (=Valentina)
    - E sei bella o brutta?
    - Beja! 
    - E Ale come è?
    - Ale butto! (provocatoria)
    - Ma povero Ale!
    - No butto, Ale bejo! (per gentile concessione, con sorrisetto seduttivo).

    Di fronte al terrificante (!) video di Happy Pippo
    - Noooo! Popo pauja! Popo via! Puh! Papapà!  
    (= mamma, togli questo orribile ippopotamo che mi intimorisce e mettimi qualcosa che mi piace, come Winnie the Pooh, o Barbapapà).

    - Chi è stato?
    Alessandro: -Tina!
    Valentina: -Ale!