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domenica 25 settembre 2011

Ti posso stickerare? Cronaca di un meeting molto mammesco e abbastanza marketing.

24 settembre, Milano. 
Il MomCamp è un raduno nazionale di mamme blogger, ma è anche una festa, una fiera, una scampagnata, un ritrovo pieno di colore e di energie positive. 
Il mio divertimento inizia durante il viaggio, condiviso con Chiara ed Enrica tra mille chiacchiere e qualche gossip.



TETTE & STICKERS
Le Camper Moms arrivano alla spicciolata e subito dopo la registrazione iniziano a scrutare le tette delle altre alla ricerca di nomi noti.
Si perché qui il badge è sostituito da uno sticker identificativo che la quasi totalità delle mamme presenti si è attaccata al petto.
E non fai in tempo a salutare Chiara, la mitica Wonderland di Machedavvero, che ti chiede dolcemente: "Che ti posso stickerare?",
attaccandoti sulla spalla l'adesivo promozionale di Mums up, il nuovissimo sito di recensioni mammesche, la sua nuova avventura imprenditoriale.
Ma Chiara è in buona compagnia: oltre agli sponsor che presentano i loro prodotti, numerose sono le donne che hanno approfittato dell'occasione per promuovere blog, iniziative, corsi, libri. E così, già all'arrivo, le due bellissime shopper omaggio si riempiono di flyer, volantini, adesivi, cartoline, gadget. Menzione speciale meritano i deliziosi segnalibri pubblicitari per ChiaradinomeThe Queen Father!




CARRAMBA!
- Ma sei Stefania!!! Ciaaaaaaooooo!
- Eccovi quaaaa, cercavo la bionda e la mora...
Ad ogni angolo ci sono donne che si riconoscono, si abbracciano, iniziano a parlare e ridere.
Il primo obiettivo della camper-mom, in modo particolare se neofita, è collegare le facce ad un nome. 
Le amicizie in rete non sono affatto "virtuali", semplicemente non sono "fisiche".
Di una blogger che segui o con cui discuti su facebook, puoi conoscere anche dettagli molto intimi, ma non necessariamente sai che 
faccia ha. E questo è un altro aspetto rivoluzionario della rete.
Nel web c'è spazio per tutte: belle e bruttine, giovani e stagionate, magre e robuste. 
Quel che conta sono le idee, il carisma, la voglia di fare, non le misure.
E scusate se è poco in questi tempi di escort, mignottocrazia, e donne sempre più ridotte ad oggetto nelle gerarchie sociali, aziendali e culturali.


MULTIMEDIA E MULTITASKING
Durante gli speech le mamme presenti ascoltano, prendono appunti sull'iPad, chiacchierano, allattano, twittano con le altre a due file di distanza, gestiscono le famiglie a distanza. 
Sì, perché alcune sono cui con figli e mariti, impegnati in uno strepitoso programma di attività sportive e ludiche. Altre, invece, vengono tempestate di chiamate a distanza dai mariti: "La bimba non riesce a fare la cacca e piange da un'ora? Ti faccio portare un clisterino...".  
Conforta sapere che presto sarà pronta SaveTheMom, una app che promette di condividere con i babbi il know how e la pianificazione materne, il vero viatico per la parità. Scherzando con l'ideatrice del progetto e la sua project manager, le bresciane Sara e Milo, butto lì che il pay off perfetto per il prodotto potrebbe essere "basta alibi: i mariti non potranno più dire di non sapere".
Per fortuna che a "Vivere semplice" ci insegna Sabrina, che, con tre figli ed un lavoro ha deciso che scegliere le priorità è meglio che cercare di fare tutto. Sicuramente la seguirò con attenzione sul blog e sulle pagine di Kids.




OLTRE ALLA CACCA C'E' DI PIU'.
Vi ricordate la canzone? "Siamo donne, oltre le gambe c'è di più".
Ora, leggenda vuole che le mamme tra loro parlino solo di cacche e pannolini. 
Ma quando mai? Se escludiamo le comunicazioni di ordine tecnico-logistico con le famiglie, io ho sentito parlare di progetti, di lancio di start up, di piani editoriali, di eventi, di app, di formazione, di piani editoriali. 
Quelle che il Corriere  dipinge un pò come sfigate ex-precarie, padroneggiano le tecnologie dell'informazione e le lingue straniere, twittano alla velocità della luce, dissertano delle differenze tra facebook e google+, hanno idee lucidissime sul mercato e sulla politica.
Le aziende, i media, gli sponsor ancora faticano ad afferrare il fenomeno. 
Per non dire che non hanno capito niente.

Le aziende guidate da vecchi obsoleti che non saprebbero sostenere mezza conversazione con queste giovani donne agguerrite. E però le hanno sbattute fuori dal mondo del lavoro, tenendosi magari degli incapaci con i testicoli, per evitare i costi delle maternità (e senza avere idea di  quanto questo costerà a loro e a noi tutti).
I media che, nel ridicolo tentativo di riaffermare il primato di TV e carta stampata, non perdono occasione per ridicolizzare chi in rete
vive, impara, conosce, lavora, ama, cresce. E non sa più che farsene dei mass media, perché i social media sono molto meglio.
Gli sponsor, che pur avendo fiutato con interesse questo target di opinion leader al femminile, fanno fatica a passare dal monologo al dialogo.
Un esempio? La prima delle presentazioni è proprio a cura dello sponsor, una nuova crema dolce spalmabile. La relatrice è capace, ma sbaglia completamente il taglio: che c'entra la merenda con il futuro delle mamme on-line? E chissenefrega della merenda, oggi?



WEB ADDICTED
E infatti la relatrice successiva, in arte Mammafelice, viene accolta con un'ovazione al suo esordio: "Mi chiamo Barbara, ho 35 anni e da 1,5 ore non mi collego a internet". 
Già, perché la rete da dipendenza.
Molte ammettono di essere drogate di Internet, ma nessuna intende disintossicarsi. Tutte le relatrici descrivono il web come uno strumento di incontro, di acquisizione di competenze, di realizzazione. Emblematica, ad esempio, la storia di Serena, di Genitoricrescono,
ricercatore di fisica disoccupato che, in Svezia, si è reinventata come esperta di web communication.
Certo, alla ventesima relazione, la storia "dopo il parto mi sentivo disperata e il web...bla bla" esce un pò dagli occhi. 
Vero, verissimo, lo abbiamo provato praticamente tutte, però non tutti gli interventi brillavano per idee straordinarie ed originali.
E allora niente di meglio che aspettare la merenda al desk di accoglienza parlando con Francesca, vecchia amicizia AEGEE, adesso esperta di comunicazione e di social media.
Si è fatto tardi, ma come resistere alle crepes ripiene della famosa crema di formaggio cioccolatoso? 


Non c'è malinconia nel salutare le nuove e vecchie amiche: perché ci saranno altre occasioni, e, soprattutto, sappiamo bene che la rete annulla le distanze.
E a volte, paradossalmente, si condivide più quotidianità con chi ti fa compagnia sul monitor che con gli amici "reali", così difficili da sentire e frequentare nei sincopati ritmi attuali.

Ma torno a casa arricchita di mille spunti, sorrisi, idee, indirizzi di siti e blog da scoprire.
In attesa del prossimo MomCamp!



PS A Iolanda va un enorme ringraziamento per essere stata l'anima della festa, e per l'eccellente organizzazione!

domenica 10 luglio 2011

Bambini di campagna

Sono stata una bambina di città.
Non ho mai desiderato vivere in campagna perché la mia vita era quella lì e a me piacevano anche i giardinetti in mezzo al traffico, le panchine di cemento, i cortili pieni di ragazzini.
E poi appena possibile i miei genitori ci portavano al lago.

Oggi è stata una domenica rovente, di quelle segnalate dai telegiornali con "emergenza caldo".
Ma i miei bambini non se ne sono accorti.
Appena svegli sono stati presi da un evento che per me sarebbe stato scioccante e che loro hanno già visto molte volte: un uccellino morto da osservare e salutare.


Il resto della giornata è trascorso tra bagni, tuffi, giochi in giardino, scivolate, raduni di barchette, esperimenti di giardinaggio, sessioni di spruzzino e di altalena.
Corse infinite, ghiaccioli da sgocciolare nell'erba, pipì nel vasino da sciacquare con la canna, gatti in fuga da rincorrere.



I miei bambini vivono nel verde, a piedi nudi, in mutande o in costume.
Spesso mangiano frutta e verdura che che hanno raccolto loro stessi.
Vanno a salutare le mucche col cui latte sono fatti i formaggi che mangiano.
Hanno visto un vitello o un puledro nati da pochi minuti.
Sanno cosa vuol dire raccogliere le uova ancora calde.

Ci sarà un giorno in cui ci chiederanno un motorino per evadere da questo paradiso
e riunirsi con dei coetanei brufolosi e scazzati, lo so.

Ma adesso sono felici.
Selvaggi e felici.
E nulla mi rende più felice della loro felicità.

domenica 5 giugno 2011

Ode al paesello

Fra pochi giorni saranno quattro anni che vivo al Paesello.
E quattro anni che, pur adorando la mia casa, me ne lamento.

I commercianti maleducati.
Gli amministratori rozzi.
Le poche iniziative culturali.
La scarsità di servizi.
La lontananza (relativa) da alcune persone care...

Spesso si capisce davvero quanto si tiene a una cosa solo quando si rischia di perderla.

A me è successo ai primi di maggio, durante ia fioritura delle acacie.



Quando ho iniziato ad impegnarmi seriamente per lottare contro la costruzione di uno schifoso inceneritore di pollina
che deturperebbe l'aria e il paesaggio del Paesello.

Mentre costeggiavo il paese in macchina mi sono guardata intorno, ho osservato il tripudio di 
acacie lussureggianti e punteggiate di fiori color crema...e, all'improvviso, il Paesello mi è sembrato bellissimo.
E mi sono resa conto che, in fondo, amo vivere qui.
Non solo per il privilegio di avere un resort estivo privato.

Amo l'assenza di traffico e le strade in mezzo al verde.
Fermarmi a vedere le mucche mentre porto la Polpetta al suo asilo.
Andare in cascina a fare la spesa biologica.
Scoprire che ci sono tante persone aperte e di buon cuore e persino di cultura anche trai "Roncaì"(*)
(*) soprannome degli abitanti del paesello
Portare i figli non in una palestra ma in questa meravigliosa fattoria didattica




Percorrere pochi metri e trovare questo.

e questo fiume
e questo bosco



e, infine, una stupenda pista ciclabile sulla quale in teoria potrei correre o pedalare fino al lago di Garda. 




In pratica non lo faccio mai. 
Ma solo il fatto di vederla dalla finestra mi fa sentire molto meglio.
(quasi come se fossi io a farci jogging all'alba :-)

Ebbene sì, nonostante tutto sono contenta di poter crescere qui i miei figli, 
e mi batterò come una iena perché questo posto non venga deturpato dalla schifosa ciminiera
e dall'andirivieni di merda di pollo...