martedì 31 agosto 2010

So' ragazzi....

SBOOOONG PAM Aiaaaaaa BUM Fermati, maledetto! Adesso devi arrenderti! 
BENG SBANG POOOOOOPI POPI Corri Federico, ora la sconfiggiamo, tua sorella!
Ma uffaaaaaaa ma loro non mi fanno giocare!! SBANG Aiaaaa Ueeeeehhhh Ma lui mi ha fatto maleeeeee!!! NOOOOOO BANG Lui mi ha tirato i capelli!! No è stata lei che ha iniziato!!! BUUUUUUM Lasciatemi entrare nella casetta!! Mammmaaaaaaaaa!!! 


Esterno giorno.
Tiepido pomeriggio di fine estate.
Sotto il portico di casa mia quattro nani trai 5 e i 7 anni, tra cui il mio primogenito, si stanno ricorrendo,
prendendo a mazzuolate, tirando oggetti e stanno producendo 100 decibel di inquinamento acustico
tra trombette, urla acutissime, sbattimenti di oggetti.

No, i quattro non si odiano. Anzi, chiedono spesso di poter giocare insieme.

A poca distanza, la mia secondogenita, dopo aver spazzolato avanzi di patatine dai piattini di carta,
decide di muovere i suoi tenerissimi e barcollanti primi passi (cammina da pochi giorni)
in mezzo alla guerriglia, tra ruspe che volano e rastrelli usati a 'mo di spada.
Un suo quasi coetaneo identico a JackJack degli Incredibili sta nel prato e si ciuccia palline impolverate
dalla cesta dei giochi.

Nonostante il caos (e i vicini che chiudono le persiane in modo sospetto) è per me un bel momento.
I 4 nani extra sono, infatti, accompagnati dalle loro mamme, con le quali condivido una surreale
ma piacevole conversazione.
Si salta di palo in frasca, tra continue interruzioni e sporadici interventi per
sedare la sommossa. Ci si confronta, si scambiano esperienze, ricette, commenti sui reciproci vestiti,
informazioni sul lavoro, sugli eventi mondani del paese (come, ad esempio, l'imminente inaugurazione del nuovo supermercato, con ricchi premi e cotillon). Qualche pettegolezzo di quelli soft.
Si asciugano moccoli, si mettono cerotti, si raccolgono mutande e patatine, e intanto si organizzano incontri, si pianificano ritorni in piscina, si dibatte di attualità, e si avanzano proposte (te lo presto io quel libro, ti do un pò di omogeneizzati che io non uso più) che poi finiranno dimenticate, tra un urlo e un altro.

Ovviamente l'incontro non ha nulla a che vedere con i piacevolissimi meeting "sole donne"(altrimenti noti come "le cene delle galline"), poiché ha, come obiettivo primario "far giocare insieme i bambini".
Ma l'obiettivo secondario ("scambiare due parole tra di noi e sottrarci alla infinita noia degli infiniti pomeriggi delle infinite estati con i bambini") è pienamente raggiunto.
La solidarietà mammesca funziona.
La condivisione rinfranca. Rallegra. Alleggerisce. Fa viaggiare veloce la lancetta dell'orologio.

Quando le mamme sono anche persone carine come le mie amiche,
i giocattoli tornano magicamente nei cestoni e la merenda viene sparecchiata in un battibaleno.
Quando il cancello si chiude, cala il silenzio,
e mi ritrovo rintronata, ma più felice. Meno sola.
I miei nani continuano a giocare.




"Mi puoi spiegare una cosa" chiedo al mio primogenito.
"Ti trovi bene con i tuoi amici? Sei contento se vengono qua?"
"Certo, mamma!" fa lui, sgranando gli occhioni.
"Ma allora perché vi pestate tutto il tempo e vi fate mille dispetti?"
"Perché siamo dei bambini, mamma!" sospira lui, probabilmente pensando "Mi sembra ovvio.
Ti devo spiegare proprio tutto eh!".

Eh già....chettelochiedoafare!

domenica 29 agosto 2010

L'Assistente Civico

Ho la fortuna di vivere nel verde, con un grande giardino, a due passi dalla piscina dei suoceri, dai loro animali, dall'orto, dal fiume, dal bosco, dalla pista ciclabile e a pochi chilometri dal lago.
Ma anche in paradiso ci si annoia, senza buona compagnia.
E, dato il mio animo fondamentalmente metropolitano,
subisco il fascino dei parchi pubblici cittadini.
Come quello dove abbiamo portato i nani oggi pomeriggio, in una delle rare occasioni in cui andiamo in città durante il fine settimana.

Io sono cresciuta in un parco pubblico, anche se era brutto, spoglio e privo di giochi.
Ma bastava scendere "giù ai giardinetti" e trovavi qualcuno con cui giocare.
Ore e ore a rincorrerci dietro i cespugli, a saltare tra le panchine di cemento,
mentre le mamme si stordivano di chiacchiere femminili e lenivano le rispettive solitudini.

Successivamente, ho frequentato i parchi pubblici
con i compagni di scuola, con gli amici, con qualche moroso. A volte per studiare e più spesso per giocare a palla, ascoltare la musica nel walkman, intessere grovigli sentimentali e amicali, pomiciare dietro ad un albero, respirare scampoli di libertà (soprattutto nelle mattine in cui si "bruciava la scuola".  No, mai stata piromane, è solo il modo locale per indicare l'atto di saltare deliberatamente le lezioni!).

Adesso, qualche rara volta, ai parchi cittadini ci porto i miei bambini.
Al parco puoi mangiare il gelato al chiosco  (e sembra più buono di quello tirato fuori dal freezer a casa).
Giocare a nascondino tra gli alberi. Sbirciare l'interazione trai nani e i loro pari-grado.
Scambiare due parole con altri genitori. Incontrare dei vecchi compagni di università (per stupirti della loro barba ingrigita). Lasciare che i nani si sfiniscano sui loro giochi preferiti e si bagnino tutti alla fontanella. Buttare un occhio distratto alle papere e alle tartarughe nello stagno.



Ma la mia attività preferita al parco è respirare l'atmosfera rilassata e giocosa, 
e godermi lo spettacolo della varia umanità che lo anima.

I vecchietti in ciabatte che giocano a carte sul tavolo da pic nic di legno sputando e urlando tra di loro.
La sciuretta bene, bella abbronzata che porta a spasso un microcane griffato e i suoi molti brilli.
Gli innamorati pazzi "che vivono il più bello degli amori, gli occhi traboccanti" (cfr. Baglioni).
La famiglia di pachistani che bivacca su un plaid di 4 metri quadrati mangiando riso al curry per merenda.
I padroni dei cani che si incontrano e fanno benchmarking (il suo quanto ha? che razza è? come si chiama? No, Fufi, lascia stare Gastone!).

I padroni dei bambini che si incontrano e fanno benchmarking (il suo quanto ha? quanti denti ha? dorme la notte? No, JESSICA, non mordere BRAIAN !).
Giovani uomini che corrono a torso nudo, col pelo del petto sudato e intrecciato al cardiofrequenzimetro oregonscientific e alle cuffie dell'iPod.
Giovani donne culone che corrono in coppia con l'amica ansimando come suine senza smettere un secondo di spettegolare.
I ragazzini con l'orecchino al naso e le mutande che escono dai bermuda che si cimentano con lo skateboard.
Le ragazzine con i brufoli e le unghie multicolor che sbetonegano fitto fitto.
I nonni che danno da mangiare alle papere mentre i nipotini, approfittando della distrazione,  
si mangiano i sassi.
E poi frotte di bambini di tutti i colori, di tutte le razze, di tutte le griffe, di tutte le età.
Mio figlio che dondola sul cestone con bambine di tre etnie diverse (e sta un pò lontano perché sono femmine, mica per altro).




Nel paese dove vivo tutta questa fauna in movimento non c'è.
Non esistono punti di aggregazione vivi, aperti, colorati, multiculturali.
E non c'è nemmeno un parco pubblico decente.

Oggi, però, al parco pubblico, mi ha colpito una nuova categoria umana. 
Signorotti di una certa età, a spasso per il parco, in coppia (come i carabinieri), con la casacca blu e una vistosa scritta fluorescente, "Assistente Civico".
Ce ne erano parecchi, e avevano l'aria di divertirsi un mondo in missione per il parco.
Appena ho avuto Google sotto mano, ho scoperto che si tratta di una brillante trovata della giunta di destra per garantire la sicurezza dei cittadini. 
Leggo, sul sito del Comune:
 Si tratta di cittadini in pensione, per lo più precedentemente impiegati nelle forze dell’ordine e nei corpi di polizia che, su base volontaria, pattugliano e controllano le aree verdi. 
La presenza degli Assistenti Civici è preordinata all’esercizio di una funzione di presidio, di deterrenza e di controllo che si concretizza nell’invito al rispetto delle norme che regolano la serena fruizione degli spazi pubblici, nella segnalazione di presunti illeciti e di situazioni di emergenza.

Attenzione, nonnini! Non barate alle carte: se se ne accorge l'Assistente Civico?
Bambino, c'ero prima io sullo scivolo, ora dico all'Assistente Civico, dopo ti meno.
Signora, il suo cane ha appena pisciato sulla mia Luis Vuitton. La denuncio all'Assistente Civico.
Quello lì ha l'aria sospetta. Si, quello nero che passeggia sul ponticello. Meglio fare una segnalazione all'Assistente Civico. 
Hei piccione, hai rubato il biscotto che avevo portato per la paperella. Adesso ti faccio tirare il collo dall'Assistente Civico.

Dopo gli Ausiliari del TRAFFICO, l'Assistente Civico. 
Il paladino dei bambini buoni (con permesso di soggiorno), delle anatre, e delle persone perbene che hanno votato a destra per essere "più sicure".

Sarà. Ma io al parco non ho mai avuto paura.
Sono altri i posti dove mi sento poco sicura, come in stazione e nel centro storico.
E, tra gli spacciatori e i mullah, preferirei vedere delle forze dell'ordine serie
più che un baldanzoso Assistente Civico.

Poi mi è balenata un'idea. E se si trattasse di una iniziativa per diminuire la depressione e il senso di inutilità dei poliziotti pensionati?


giovedì 26 agosto 2010

Esaurita

Il sole finalmente fuori dai piedi dietro alla montagna.
L'afa cala.
I nani finiscono di consumare le duracell allagando il bagno.
Fra pochi minuti li metteremo a ricaricare le batterie per qualche ora di riposo notturno 
(sempre troppo poche!).
L'ultimo sforzo e poi inizia la mia giornata. 
Se qualcuno mi raccoglie col cucchiaino e mi rovescia sul divano potrei anche guardarmi 
una puntata di Californication da 45'. 
Ma forse mi addormenterò alla sigla.
Ma forse sul più bello qualcuno mi sveglierà.


Forza, mi dico, per far fronte allo sfinimento, solo meno 11 giorni all'inizio della scuola. 
Mi è sempre piaciuto l'inizio della scuola, ma quest'anno LO ADORO! 
Quasi quasi per festeggiare mi compro un diario! 

lunedì 23 agosto 2010

Un passo avanti e uno indietro

Fine della cena.
- Valentina vuoi la mela?
La pupa (16 mesi, 10 denti, 4 parole e 10 passi all'attivo)
si illumina e, sorridendo, esclama: "Lela!".
- BRAVAAAAA!!! MEE-LAAAA!!
E lei, tutta concentrata, spremendosi come un limone: "TTE-TTA!!"

Mia figlia è un genio della lampada!

Lo so.
NON DEVO fare i confronti con suo fratello.
NON DEVO pensare che lui a 10 mesi parlava, a 12 camminava e a 24 distingueva la luna calante da quella crescente (io non sono ancora capace).
NON DEVO osservare che le cose che mia figlia fa benissimo sono sculettare a tempo di musica
e abbuffarsi di qualsiasi cosa commestibile che le passi sotto il naso.
NON DEVO ipotizzare che la attenda un futuro da aspirante velina, da bulimica o da obesotta gaudente.

E comunque, i fisici nucleari sono tutti a spasso.
Invece parrucchiere e veline, soprattutto se bionde, carine e  munite di laurea in scienze della comunicazione o affini,  in questo paese hanno il futuro assicurato.

domenica 22 agosto 2010

Zè la panna cotta, il budino al zoccolato...

- Zè la panna cotta, il budino al zoccolato, crème caramel ol zelato.
 - Ah, grazie. Io salto.

La natura umana è proprio bizzarra.
Sei in vacanza nella splendida cornice delle Dolomiti di Brenta. Dopo una bella mattina a spasso per i
monti hai trovato la tavola apparecchiata.
Hai potuto dedicarti solo a contenere i danni prodotti dai tuoi nani a tavola perché non hai dovuto né
cucinare né servire al tavolo: c'è chi l'ha fatto per te.
E anziché godere a pieno dell'immensa goduria vacanziera...sospiri perché ogni due bocconi
uno ti va di traverso a causa dei nani, e riesci a lamentarti persino perché ogni giorno ci sono gli
stessi dolci!!
 Poi torni nell'afa e nel piattume e non resta che rivivere, in ordine sparso,  le istantanee di una bella vacanza.

-
The weather man che poi sarei io. Non so perché, ma quando divulgo io le previsioni del tempo
fallisco sempre miseramente. Stavolta le previsioni erano così funeste che ero pronta a cancellare la
vacanza o a munire l'intera famiglia di stivali, giacconi, tute da palombaro. Sono partita equipaggiata
per piogge monsoniche, ma fortunatamente l'ombrello è quasi sempre rimasto chiuso.

-
500 fotografie, 40 video, un unico tema. I monti e i verdi prati? Macché!
 I nani al parco, i nani mangiano, i nani nel lettone, i nani guardano Pooh sul mio portatile, i nani in
 funivia, i nani nel bosco, i nani al minigolf, i nani nel prato, i nani spingono il passeggino, i nani
 soffiano la candela ("bravaaaa!"), i nani al baby club, i nani col cane. Genitori e nonni?
 Attori non protagonisti e a volte comparse di una vacanza -tanto per cambiare- centrata sui bambini.

 -
La bellezza. In Trentino la natura regala scenari mozzafiato, ma l'uomo ci mette di suo.
 Dai fitti frutteti ai rifugi, dagli hotel agli impianti sportivi: tutto è curato, pulito, organizzato, ben
 presentato. Ogni davanzale è abbellito da fiori colorati, ogni finestra decorata con tendine in stile,
 ogni stanza arredata con cura, con armonia, con amore per i dettagli.

 -
I cimiteri. In Trentino anche i cimiteri sono belli e pittoreschi, soprattutto quelli accanto a deliziose chiesette affrescate e appoggiate con eleganza su dirupi scoscesi, come a segnalare il sottile confine
 tra l'oggi siamo qua e il domani chissà. "Se sapessi di poter essere sepolta in un cimitero così bello" ha annunciato la nonna D. "accetterei anche di rinunciare alla mia volontà di essere cremata".
 "Puoi sempre farti spargere in un posto così" ho puntualizzato io.
 "
Se vuoi ti spargiamo subito!" ha proposto il nonno P. guardando sorridendo la chiesina sul burrone.


 -
La cameriera Martina, detta Mortina per la "a" chiusa come una "o", e soprattutto per l'aspetto da
 scheletrino. "Da che paese viene, signorina?" le ha chiesto la nonna D. con sguardo complice della serie "solidarietà tra noi ragazze dell'Est". "Da Mezzolombordo" è stata la laconica risposta.

 -
La tecnologia. Tra noi e i nonni disponevamo di due fotocamere digitali, due cellulari, due smartphone, una console DS, tre notebook, e, fondamentale, TRE navigatori satellitari. Di quelli che alla curva a gomito ti sussurrano "Vai dritto!", e che a mezz'ora dall'arrivo, sotto un diluvio da non leggere quasi i cartelli, impazziscono e ti lasciano in preda alle vecchie, care discussioni tra pilota e navigatore: Ti dico che è di qui! Secondo me no! Chiediamo!! A chi caxxo chiediamo ora? Porca paletta, avessimo almeno una mappa...
 - Niente sesso, siamo genitori.  In vacanza con me c'erano i bambini, i miei genitori e il padre dei miei figli.
 Non ho praticamente mai incontrato mio marito. Dopo tre giorni "tutti insieme appassionatamente" ho elaborato il piano perfetto per concederci un momento di relax coniugale. Durante il sonnellino della nana, abbiamo narcotizzato il nano davanti al DS e trasferito la patria potestà nelle mani dei nonni. Ci siamo poi recati nel tanto decantato centro benessere locale, pregustandoci qualche ora di sane sudate con luci soffuse e musica new age, come antidoto alla baby dance e alle chiacchiere del pupo e della nonna logorroici.
Il programma è crollato miseramente quando il Marito Pudico ha rifiutato di accettare il Regime di Nudo Totale Integrale imposto dalla spa. Programmi romantici alternativi: nessuno.  Il resto del pomeriggio è trascorso tra minigolf, gonfiabili, e altalena, insomma il massimo del  romanticismo di coppia.

 
- I primi - per per ora ultimi- passi. La polpetta ha scelto il corridoio tappetoso dell'hotel per muovere i suoi primi passi in autonomia...Quattro, cinque passi per poi fermarsi a battersi le mani tra gridolini entusiasti... La cosa si è ripetuta tante volte, per circa mezzora. Ma il giorno dopo, esortata a ripetere la performance, ha scosso la testa e si è dedicata al suo nuovo passatempo: spingere il passeggino.
To be continued (forse).





sabato 14 agosto 2010

Invasioni naniche (astenersi donne incinte e soggetti impressionabili)

La maternità è un viaggio ricco di sfaccettature multicolori e ambivalenti.
Grandi gioie, certo.
Ma anche alcuni disagi.

Per esempio tutte le volte in cui verifichi che la tua creatura non si accontenta del dono della vita -la sua, ma reclama come diritto inalienabile il dono di un'altra vita: la tua.
Il tuo sonno, il tuo tempo, le tue energie, il tuo conto in banca, il tuo letto, il tuo telefonino, il tuo computer e via dicendo.
Ciò che è suo è suo, ciò che è (era) tuo è suo. E se per caso non lo è, lo diventerà (come l'automobile, ad esempio).

Da persona dinamica e indipendente, una delle forme di invasione di cui maggiormente patisco sono le invasioni fisiche,  ovvero varie forme di appropriazione del corpo materno, 
che, nel tempo, subiscono la seguente evoluzione:

1. ALIEN (la gravidanza). L'alieno ti invade dall'interno, dapprima con un commovente e quasi impercettibile fruscio "ali di farfalla", poi in modo via via più pesante e ingombrante a seconda dell'indole e del peso della creatura stessa.
Svantaggi: respiro mozzato, incontinenza, calcioni al tuo fegato, mal di schiena, (eventuali) emorroidi, gonfiore delle estremità, insonnia, impossibilità a dormire nelle tue posizioni preferite, impossibilità di vestirti decentemente, limitata gamma di posizioni sessuali, ma potrei proseguire a lungo.
Vantaggi: a. puoi comunque più o meno disporre del tuo corpo, anche se alla fine gli spostamenti richiedono forte motivazione e/o la gru.
b. Dopo al massimo 10 mesi ti sgravi (e, se sei al primo parto, ti illudi che sia finalmente finita.
Se sei al secondo figlio, invece, sai bene che è appena iniziata).

2. LA SANGUISUGA. O meglio la tettisuga (l'allattamento esclusivo).
La piccola idrovora trae nella suzione del tuo povero, martoriato capezzolo, la soddisfazione di una larga gamma di bisogni.
Svantaggi: dipendono moltissimo dalla psiche,  dalla preparazione della mamma sul tema e dalla sua percezione della situazione. Per dire, col primo figlio temevo di mettere radici sul divano,
con la seconda ho trasformato la poppante in una marsupiale e non ho rinunciato a vivere la mia vita.
Vantaggi: infiniti per la mamma e per la creatura. Da un punto di vista meramente legato alla libertà d'azione della mamma, l'allattamento del neonato è un'attività non necessariamente abbinabile solo con la
contemplazione estatica dello stesso (e/o con singhiozzi da baby blues). Allattando un piccolo di pochi kg puoi leggere, telefonare, girare il sugo, stare al pc ma, riponendo la creatura in una comoda fascia, puoi anche andare all'aperitivo, a fare shopping (beh se non vuoi provarti i costumi, almeno) e stendere il bucato.

3. IL PANTETTISMO (l'allattamento prolungato. Ad oltranza.)
La creatura ormai ampiamente divezza ma ancora allattata, pretende di decidere autonomamente quando e come accedere all'erogatore di latte, non importa se questo comporta strapparti la maglietta
o avventarsi rapacemente sul reggiseno del bikini. E non importa se sei al supermercato, in mezzo alla strada o circondata da persone che rimarrebbero sconvolte  dalla scena dando il via al solito, insopportabile interrogatorio: ("Ma ancora? Ma quanto ha? Ma non ha i denti? Ma esce ancora latte?
Ma non è acqua? Ma non ti morde? Ma non la vizi troppo? " MMAPERCHENONTIFAICAZZITUOI?)
La tetta perde via via valenza alimentare
(anche se il latte materno si abbina benissimo alla carbonara e alla pizza), e resta soprattutto momentaneo sollazzo, gioco, consolazione per bue e delusioni della vita, carillon rilassante per riassopirsi dopo i risvegli notturni, e, a volte, segno di possesso e di controllo. Mia figlia  si avventa prepotentemente sul mio seno anche per "marcare il territorio", ristabilire il contatto e ribadire chi comanda, dopo un temporaneo allontanamento.
Svantaggi: dopo 16 mesi la madre può iniziare a provare qualcosa che si allontana dall'estasi e si avvicina ad un vago fastidio nell'accollarsi il fagottone scalciante, spesso sporco, sudato e appicicaticcio.
Soprattutto se il fagottone, contemporaneamente pizzica l'altro seno, strappa la collana, fa yoga,  tira calci.  O se reagisce al diniego del suo gingillo con una scena isterica.
Vantaggi: è un rituale che risolve brillantemente molte situazioni di crisi. Se il fagottone ciuccia per più di 3 minuti può anche consentire di finire di scrivere l'e-mail al cliente. Se il fagottone mugola soddisfatto, ti guarda sghignazzando e/o canticchia durante la suzione può ancora essere un momento divertente e tenero.

4. L'ABBRACCIO BAVOSO (presa in braccio di toddler =creatura in età pre-asilo).
Dai 7-8 mesi in poi molte delle volte in cui prendi in braccio il tuo bambino si verificano una o più delle seguenti situazioni:  il bambino piange. Il bambino si dimena. Il bambino ti smoccola. o ti rigurgita sulla spalla. Il bambino ti si avvinghia fino a quasi soffocarti. Il bambino ti afferra per i capelli. Il bambino ti morde, per gioco o per dispetto. Il bambino pesa e tenerlo su ti spezza la schiena o ti fa scricchiolare il ginocchio malandato.
Svantaggi: insofferenza, fastidio, stizza, indolenzimento, dolore fisico, senso di sopraffazione, senso di soffocamento, senso di disperazione.
Vantaggi:  prima di soccombere puoi sempre riporlo in terra, nel letto o consegnarlo al suo caro papà
che non è mai nervoso e che sa come consolarlo.

5. LA PALLA AL PIEDE
Alcuni toddler, pur ormai in grado di salire e scendere le scale, ballare la lap dance avvinghiati alla palestrina, stare in piedi davanti allo stereo e cambiare le canzoni del CD, si ostinano a non voler camminare autonomamente anche se più vicini al secondo compleanno che al primo.

Se la madre può permettersi il lusso di rotolarsi con loro sul tappeto o accompagnarli su e giù per LE LALE (=le scale) per ore, nessun problema.
Se la madre deve momentaneamente sottrarsi alle attività ludiche per lavarsi i denti, affettare i pomodori,
riempire la lavatrice o rispondere al telefono possono verificarsi le seguenti situazioni.
a) la creatura continua tranquillamente a giocare, rassicurata dalla voce della madre che continua a cantare per loro. Questo avviene nei sogni della madre. O nella paterna visione idilliaca della scenetta ("beata te, sei stata tutto il giorno a casa con i bambini!").
 b) la creatura indispettita gattona alla velocità della luce nella tua direzione, raggiunge i tuoi piedi, e si avvinghia ai tuoi polpacci nella pretesa intransigente di assumere immediatamente la posizione numero 4 (abbraccio bavoso). Qualche volta il suddetto gesto è accompagnato da urla o pianto convulso. In alcuni casi l'aggancio del polpaccio avviene a tradimento durante la materna deambulazione dal lavello al frigorifero. In questo caso può seguire una pestata involontaria (con conseguente acutizzazione del pianto) e/o eroica manovra materna per impedire lo schianto a terra (con conseguente torsione del legamento crociato anteriore, per chi ne ha ancora uno intero). L'imprecazione è un optional. 

Svantaggi: dubbi esistenziali sul motivo esatto per cui, ad un certo momento, hai optato per la riproduzione anziché proseguire comodamente la tua interessante e gaudente vita fatta di integrità fisica e di sconfinate e mai abbastanza apprezzate libertà personali. 
Vantaggi:  prima o poi la palla al piede cesserà di essere fisica. Resterà metaforica. 
E un domani, più o meno lontano, potrai più o meno consapevolmente vendicarti diventando la SUA palla al piede.





domenica 8 agosto 2010

webless

Un post scritto di getto giovedì scorso!



Stamattina il mio cucciolo grande è partito per il mare con i nonni.
Lasciandomi in una casa grande e silenziosa, alle prese con la sua dispotica sorellina.
Sono felice per lui, ma ho un terribile magone.


Come distrarmi? 


Piove a catinelle da stamattina, quindi niente giardino, niente piscina, niente passeggiate. 
L'amica che doveva venire a trovarmi ha tirato il pacco.
Ho un ginocchio super incriccato e il dolore continua ad aumentare nonostante gli antinfiammatori.
Ho appena saputo che la mia Oksana, fantastico supporto familiare e domestico, mi lascerà.


Ma c'è una cosa peggio di tutte.
Sono senza connessione web da stamattina.


Il che significa che:
- non ho potuto mandare le fatture che ho finalmente concluso;
- non posso seguire e chiudere gli ultimi lavori in sospeso che quindi ritarderanno la chiusura;
- non posso guardare le previsioni del meteo e fare programmi per i prossimi giorni;
- non posso leggere la mail della mia migliore amica;
- non posso lamentarmi su facebook;
- non posso distrarre Valentina mostrandole i video della baby TV;
- non posso controllare che dicono le mie blogger preferite;
- non posso studiarmi i suggerimenti di libri che ho raccolto nella chat di ieri sera;
- non posso cercare da cosa può dipendere l'infiammazione del mio ginocchio;
- non posso caricare le foto del mare che ho finalmente spulciato;
- non posso inventare programmi alternativi in caso di pioggia per la settimana di montagna.


Capisci davvero il valore delle comodità della vita solo quando vengono a mancare.

giovedì 5 agosto 2010

I giochi delle donne

Più o meno tutte le donne che conosco si lamentano perché i loro uomini:
- guardano il calcio
- giocano a calcio
- giocano a calcetto all'oratorio
- giocano a fantacalcio
- guardano la formula1
- giocano al simulatore della formula1
- si sfiancano con la PS/il DS/la WII
(Poi magari qualcuna si lamenta perché vanno al bar, a giocare a carte, a pesca, a caccia, a trans, però io non le conosco. Però mia mamma si lamentava del biliardino, adesso si lamenta dei francobolli. Una delle mie blogger preferite ha il marito che per divertimento legge saggi marxisti, e non mi fate dire niente sui mariti che per sport fanno paracadutismo, vah!).

Gli uomini, poverini, giocano.
Simulano violenza, competizione, sudano, bestemmiano, si sfogano e si divertono.
Una volta mio marito è andato a giocare a nonsocosa con un amico da poco diventato papà.
"Come sta la moglie?" faccio io.
"Non so".
"Come non sai?"
"Ci siamo trovati per giocare, mica per chiacchierare".


Più o meno tutte le donne che conosco hanno il LORO vizietto.
Chiaccherano.
Si scambiano emozioni, idee, suggerimenti, lamentele.

Le donne chiacchererebbero con la commessa, la mamma, la vicina, le amiche.
Per ore.
Ieri sera, ad esempio, mi sono dedicata alla nobile arte della chiacchera
durante uno dei miei sublimi incontri con le mie stupende amiche galline.
Tra risate convulse, sfoghi, pettegolezzi al vetriolo, si sono fatte le 22, poi le 23.
"Ragazze è tardissimo".
Poi tutte lì davanti al mio cancello, le coglionazze, come delle adolescenti,
per altri 10 minuti, 20, mezz'ora lì a salutarci e aggiungere chicche, "le ultimissime poi basta eh!".


Ma la vita odierna è avara di occasioni per le chiacchere.

Con la mamma molti incontri sono un "ragguaglio veloce" alla E.R. mentre si trasporta un qualche nipotino dalla casa dei nonni alla macchina. Una cosa tipo:
"Bambina, 1 anno, è stata dalla nonna mentre la mamma lavorava. Ha mangiato? Ha dormito? UAAAAAAA, La stiamo perdendo, è meglio andare, ti chiamo domani cia-cia-ciaoooo"

Con le commesse bando a ciance. "Mi passi tutti i vestiti in saldo che avete della mia taglia. Veloce, che devo comprimere in mezz'ora lo shopping represso di 3 mesi!".

Con le vicine si può fare Napoli cinque minuti mentre una stende il bucato sul balcone,
ma non è di grande soddisfazione.

Con le amiche vere, porca zozza, abbiamo più puntate arretrate che riprendere Beautiful dopo 7 stagioni di interruzione. E' sempre e comunque un coitus interruptus sul più bello.

Ma la donna moderna, compressa da ritmi sincopati, stanca, stressata, più o meno depressa,
ha un fantastico alleato. 
Internet.
Per fare shopping, decidere le vacanze, farsi i caxxi degli altri su Facebook, per dichiarare a tutto il mondo quanti libri ha letto su Anobi, per cinguettare messaggi criptici su Twitter. 
Ma, soprattutto, per incontrare altre donne e simulare la nobile arte della tessitura di relazioni sociali.
Poi non dite che noi non giochiamo.

Io ho iniziato nel lontano 1997. 
In principio furono le chat IRC, con i colleghi dell'associazione studentesca internazionale.
Si partiva "very focused" e poi si finiva alle 3 di notte a cazzeggiare come fossimo al pub. 

Poi arrivò ICQ, e, in contemporanea, C6 (=ci sei?), la chat della TIM con cui potevi simulare il rimorchio più sfrenato. Bastava dichiararsi donna in un'epoca in cui le donne sul web erano una rarità e WHHHHOOM in men che non si dica, pesci di tutte le razze abboccavano. 
Prevalentemente pescecani e  plancton. E, ovviamente, qualche esperimento di incontro dal vivo si faceva pure. Qualcuno ha trovato l'amore. Io trovavo solo buoni amici con problemi endocrinologici e apprendisti serial stalkers.

L'amore lo trovai ad una festa, e fu affascinato dallo scoprirmi amministratore di mailing list (ma secondo me più dalla mia minigonna). Manco a dirlo, ci scambiammo l'e-mail.
La prima e-mail fu un di lui marpionesco check del tipo "volevo solo verificare che mi avessi dato una casella e-mail esistente".
Il secondo incontro fu letteralmente virtuale: mi chiese di uscire in chat. 
Posso dire che da un inizio così non potevano che nascere due autentici nativi digitali quali sono i nostri figli.

E, di lì a poco, eccomi a ravanare in lungo e in largo un web acerbo e vuoto di contenuti, alla spasmodica ricerca di tutte le dritte per organizzare un matrimonio. 
MSM = matrimonio-sposarsi-matrimonio era diventata la mia fissa. 
Qualcosa di cui non POTEVO parlare con lui. Non più di tanto.
Se avesse saputo che avevo fissato la data delle nozze con la mia migliore amica un anno prima che con lui...non ci sarebbe stato alcun matrimonio.
E poi con chi disquisire di preparativi, di bomboniere, di viaggi di nozze e di tutto il mondo di emozioni, timori, avvenimenti eccitanti di quel periodo?
Ma con le RAGAZZE DEL FORUM, ovvio! 
Un forum di future sposine divenne la mia seconda casa.
A tutte le ore mi collegavo e chiacchieravo virtualmente con quelle che, giorno dopo giorno, erano amiche sempre meno virtuali e sempre più quotidiane, reali, concrete.
Sono passati 10 anni, ma con quasi tutte loro siamo ancora in contatto,  dopo innumerevoli forum meeting alcune sono ancora amiche, chi su facebook, chi nella vita reale. 

Ma, nel frattempo, non chiacchieriamo più di matrimoni, 
e ci siamo disperse nel web, alla ricerca di consigli e poi spalle per condividere le successive esperienze della vita. Chi il divorzio. Chi la singletudine di ritorno. Chi l'infertilità. 
La maggior parte di noi la maternità.
Ed è nel 2004, a test di gravidanza ancora caldo, che mi sono proiettata nell'ormai sfaccettato universo
dei forum di mamme. Forum strutturati, organizzatissimi, con schede profilo, nickname, maschere di ricerca e i post rigorosamente divisi per topic.
Alla ricerca della cicogna, gravidanza, parto, allattamento, le mamme mese per mese, ecc.
Un mondo diverso. Affollatissimo. Caotico. Dove trovi mamme che la pensano come te 
e mamme che si scannano per far valere le loro idee su parto, allattamento etc.
Un luogo di momenti leggeri (pochi), ma, soprattutto, di raccolta di informazioni. Esperienze, consigli, links, documenti. Non c'è tempo per grandi chiaccherate, c'è molta solidarietà, ma la maggior parte delle ore si dibatte, si discute, si cerca di venire a capo del metodo Estivill per la nanna o di capire se è rigurgito o solo riflusso. Sono forum di reciproco sostegno, di informazione. Un distillato di SoS Tata in diretta e interattivo.

2008, seconda gravidanza.  A parte l'intensissima partecipazione al forum Parto Naturale, 
a cui devo l'ispirazione per aver cercato e ottenuto un VBAC, il modo di vivere il web è cambiato.
Ci sono i blog. 
Non più chiaccherare al mercato o alla stazione centrale in mezzo a centinaia di galline in un brusio infermale. Non più o non solo.
Ora ci sono questi speakers'corners. Dove alcune mamme speciali sintetizzano le loro emozioni, le loro esperienze. Mamme normalissime, ma speciali solo perché il loro diario lo pubblicano e lo condividono. Speciali perché si ritagliano nella scrittura creativa un momento per loro.
Il fenomeno del mom-blogging. (Mom-blogging è il mio filone preferito, ma in realtà ci sono blog di cucina, di fumetti, di qualsiasi cosa).
Giri per la rete e, pian piano, ti crei un network di blogger preferite (Si, preferite, perché le donne bloggano molto di più degli uomini! E se mi chiedete perché rileggetevi la prima parte del post). 
E impari a conoscere il loro stile, i caxxi loro, e il loro giro di fans, di cui leggi i commenti e le discussioni. 

Alcune blogger hanno trasformato il loro diario in un supermercato con un'esibizione di brand, sponsor, persino con le slot machines: se ti lanci nei famigerati "Candy" puoi essere estratta per ricevere un premio. (Io non vinco mai una mazza, però). 
Se ti cimenti col raccontare qualche spiritosaggine puoi essere notata dalla marca di pannolini 
e cooptata per qualche iniziativa di marketing.
Un marketing drammaticamente one-to-one, incredibilmente nuovo, sottilmente intrusivo
perché allude e ammicca con le sembianze del consiglio disinteressato dell'amica.
E' il tempo del social networking, del social blogging, del social tutto.

Non  usciamo, non guardiamo la tele, non trombiamo, ma stiamo ore con i culoni sulla sedia a socializzare virtualmente, e a scambiarci una serie esagerata di informazioni, link, video, immagini, pensieri, cazzate, vita.

Ed eccomi qua. Da 4 ore in procinto di farmi una doccia e andare a dormire, sono finita sul sito di una delle mie blogger preferite, dove era in corso una chat tra le partecipanti.
Sì, perché un blog, è un'universo vivo, pieno di dialogo, di dibattito.
Perché il blogger è fondamentalmente narcisista, altrimenti scriverebbe su un file word o sul diario segreto.
Invece il blogger non scrive solo per sé, perché non solo ama scrivere ma anche esternare. Picconare. Stuzzicare. Si compiace della sua spiritosaggine, trae godimento dai consensi, sopporta stoicamente le critiche, perché in fondo così tanta attenzione non te la davano nemmeno i nonni quando recitavi la poesia di Natale. (Come faccio a saperlo? eh....sapeste!).
Ricevi e dai attenzione, stimoli, idee. 
Non è solo chiaccherare. E' simulare la relazione, è vivere una relazione dei nostri tempi.
Comoda. Veloce. Digitale. In remoto. Globale. On Demand. 
Un gioco perfetto per le donne del 2010.

P.S. La chat è stata uno spasso. Un delirio, proprio come una chiaccherata vera tra donne. 
Un parlarsi addosso, ascoltarsi, rincorrersi, passare di palo in frasca. 
Bambini, sesso, il posto più strano, come siete vestite, come cambia la vita dopo, che libro state leggendo. Il tutto veloce, sincopato, nevrotico ma anche empatico (Stai male? mi dispiace! Piange il bambino? Vai, ti capisco!). 
Al centro di tutto una splendida padrona di casa, che ha accolto tutte, ha tenuto le fila del delirio con abilità. E che stasera ha cessato di essere per me un lontano broadcast (il libro, gli aneddoti succosissimi, le fotografie stupende da ammirare da lontano) ma è stata, per un pò, l'amica della porta accanto. 
E con lei le sue amiche, già sparite nella loro Matrix quando stavo appena familiarizzando.
Ma che diamine, c'é il blog, c'é facebook, ci saranno mille occasioni per incontrarsi e chiaccherare, e per poi perdersi di nuovo.
Non è una droga meravigliosa il web?