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martedì 11 novembre 2014
Cara figlia adottiva pelosa
Cara figlia adottiva pelosa.
Non so ancora come ti chiamerai.
Lo decideranno i tuoi fratellini umani quando ti conosceranno.
Loro nemmeno sanno che arriverai.
Sarà una sorpresa, fra pochi giorni. Da mesi mi pressano per averti.
Recentemente avevano deciso di aggirare il diniego genitoriale inoltrando la richiesta a Santa Lucia, che, si sa, è di più ampie vedute.
E, siccome raramente li ho visti desiderare tanto intensamente qualcosa,
abbiamo deciso che poteva essere una buona opportunità.
Per regalarci la gioia di un cucciolo. Per responsabilizzare i bambini, che dovranno rispettarti e contribuire alle tue cure.
Non so molto di te.
So che sei stata trovata in un cespuglio sotto la pioggia.
So che sei spaventata e timida ma dolce e affettuosa.
E così ho superato la mia reticenza ad accollarmi un altro impegno, un'altra creatura con dei bisogni da soddisfare.
Per di più un gatto, io che non ho mai amato i gatti, che non li conosco.
E ho già tanti argomenti su Facebook, mica mi mancavano le foto del gattino da condividere :-)
Ci organizzeremo, impareremo a prenderci cura di te.
Siamo un pò caotici e rumorosi e forse all'inizio ti faremo rimpiangere la quiete del gattile.
Ma poi starai bene, con noi, ne sono sicura.
A presto, allora.
sabato 23 agosto 2014
Carpe diem
Non c'è figlio che non sia mio figlio
Nè ferita di cui non sento il dolore
Non c'è terra che non sia la mia terra
E non c'è vita che non meriti amore
Hanno scritto che ti chiami Laura. Nè ferita di cui non sento il dolore
Non c'è terra che non sia la mia terra
E non c'è vita che non meriti amore
Io ti chiedo scusa, Laura, se non riesco a staccare gli occhi dalla foto dei tuoi bambini,
che i giornali hanno diffuso.
La loro privacy non è più tutelata.
Non sono più soggetti di diritto.
Solo soggetti di amore, di dolore, di nostalgia feroce.
Un po' me ne vergogno, lo ammetto.
Ho sempre detestato la morbosità che si appiccica intorno ai fatti di cronaca nera.
Quasi tutti i fatti di cronaca sono tristi e angoscianti.
Ma alcune notizie sbucano all'improvviso da un titolo, ti colpiscono come un pugno e poi ti restano attanagliati in gola.
Quei nomi di sconosciuti diventano all'improvviso familiari, il loro volto un'icona.
Avevo otto anni quando l'Italia si fermò per Alfredino Rampi, ma ricordo benissimo ogni istante di quell'attesa spasmodica e assolutamente "social": lo yogurt con il cucchiaino, la mano scivolosa del vigile del fuoco, il Presidente Pertini. Io ero in campeggio, al lago, e nelle verande delle roulotte chi aveva una piccola tv portatile accoglieva capannelli di persone col fiato sospeso. E poi quel senso incredulo di smarrimento, di dolore sordo. Poteva essere mio fratello, potevo essere io. Perché?
Quando a pochi metri da casa mia venne ritrovato il corpo del piccolo Cristian Lorandi, 10 anni, strozzato col fil di ferro e abbandonato nei boschi, avevo tredici anni.
I miei genitori stavano per partire per una vacanza e ci avrebbero lasciato con i nonni, e ricordo le raccomandazioni ossessive di mia mamma, le telefonate terroristiche della sua amica Jarka. All'improvviso qualsiasi individuo si avvicinasse a noi bambini era un potenziale mostro.
Ero già mamma quando rapirono e trucidarono orrendamente Tommaso Onofri, 17 mesi, coetaneo allora di mio figlio.
Rimasi assai turbata da quel caso così come da quello del papà che si tuffò dal quarto piano, sempre a Brescia, dopo aver buttato i suoi piccoli. Eppure, tutti questi casi (e tanti altri) erano estremi, improbabili, eccezionali. Dopo un pò ti scrolli di dosso l'orrore, e torni a pensare alla tua vita.
Ma Matteo e Greta, nella foto, sembrano felici, con il vestito della festa, i capelli pettinati.
Greta sorride, con lo sguardo luminoso di chi ha davanti a sé un albero di Natale o la torta dei suoi 5 anni.
Matteo la abbraccia protettivo, affettuoso, con una grande dolcezza fraterna.
Non conoscevo i tuoi bambini, Laura, ma hanno le stesse espressioni dei miei bambini, dei loro amici.
Quella foto potrebbe uscire da uno dei miei album.
Davanti a loro, da qualche parte nascosta dietro alla foto che immortala un momento felice,
devi esserci tu, mamma Laura.
Tu che hai avuto il pancione più o meno nello stesso periodo in cui l'avevo io.
Tu che sicuramente hai una casa piena di giochi, libri, ricordi.
Forse i compiti delle vacanze in un angolo, il kit dell'asilo già pronto.
I loro vestiti e le loro lenzuola ancora impregnati del loro odore.
Tu che adesso sei una mamma senza figli ed è talmente contro natura che non esiste una parola per definirti: non vedova, non orfana, come si fa a spiegare cosa è rimasto di te?
Quello che ti è accaduto è la più grande crudeltà che l'essere vivente possa concepire.
Io non li conoscevo i tuoi bambini, ma non ho dubbi sul fatto che senza di loro, e senza il loro futuro, il mondo farà ancora più schifo.
Un mondo in cui i bambini muoiono e noi non sappiamo proteggerli fa schifo.
E quello che ti è accaduto può accadere a me, a chiunque.
Domani, fra un mese, in qualsiasi momento.
E' un attimo: un incidente, una malattia.
Un albero che cade nel posto sbagliato.
Un guidatore che si distrae.
Io ti chiedo scusa, Laura, se, dopo mesi, sento il bisogno di scrivere proprio ora.
Se oso immedesimarmi in te tanto da sentire addosso una forte tristezza, io che non ti conosco, che non posso nemmeno immaginare.
Io che nemmeno capisco come potrei sopravvivere nelle tue condizioni. Scusa.
Questa sera avrei dovuto uscire, ma a causa di un lieve malessere, sono rimasta a casa.
Un film sul divano, tutti e quattro, la copertina.
Li ho stretti, li ho annusati, ho riso con loro.
Ho sentito chiaro e forte il richiamo del "Carpe Diem".
"Carpe Diem", da sempre un concetto astratto per me, sempre così impegnata a catalogare il passato e a programmare il futuro.
Ma ogni tanto ci vuole un pugno in faccia per ricordarmelo.
Che basta un niente per perdere tutto.
martedì 29 aprile 2014
Amori bestiali
Ci siamo lasciati alle spalle anche il compleanno della principessa.
"Una cosa semplice e intima" è diventata una festa al parco con mille bambini urlanti e un gonfiabile ma fa niente.
In fondo c'è tanto da festeggiare nel suo uscire dall'età grumosa dei capricci, delle scenatacce, dell'irrazionalità.
Ed è sbocciata, in effetti.
E' solare, vivace, allegra, furba come una faina. Colora compulsivamente, ritaglia miliardi di farfalline, con la costanza di un monaco certosino,
fa e disfa puzzle, si cimenta con la lettoscrittura (con un paio di anni di anticipo rispetto al fratello), gioca alla Wii, e smanetta con scioltezza su PC, tablet, smartphone. Ma ha anche iniziato a pedalare in bicicletta procurandosi le prime gloriose sbucciature e meritandosi il rito solenne di medicazioni e cerotti.
La osservo intenerita mentre gioca con i suoi pupazzetti.
Mi compiaccio tra me e me che sembri immune al fascino delle winx, delle violette e del troiame assortito che le sue coetanee adorano.
Ma nemmeno principi e principesse o spose e bambolotti sono in cima ai suoi pensieri.
Finalmente una generazione di bambine indipendenti con orizzonti più vari rispetto al "vissero felici e contenti!"
Gioca con gli animali della fattoria, fa le vocine. Si interrompe vedendomi arrivare.
- Mi racconti il tuo gioco?
Sorriso malizioso.
- Il cavallo si era innamorato della mucca....
..................................................
- Ah. E poi? Cosa accadeva?
- Eh, poi si fposavano.
"Una cosa semplice e intima" è diventata una festa al parco con mille bambini urlanti e un gonfiabile ma fa niente.
In fondo c'è tanto da festeggiare nel suo uscire dall'età grumosa dei capricci, delle scenatacce, dell'irrazionalità.
Ed è sbocciata, in effetti.
E' solare, vivace, allegra, furba come una faina. Colora compulsivamente, ritaglia miliardi di farfalline, con la costanza di un monaco certosino,
fa e disfa puzzle, si cimenta con la lettoscrittura (con un paio di anni di anticipo rispetto al fratello), gioca alla Wii, e smanetta con scioltezza su PC, tablet, smartphone. Ma ha anche iniziato a pedalare in bicicletta procurandosi le prime gloriose sbucciature e meritandosi il rito solenne di medicazioni e cerotti.
La osservo intenerita mentre gioca con i suoi pupazzetti.
Mi compiaccio tra me e me che sembri immune al fascino delle winx, delle violette e del troiame assortito che le sue coetanee adorano.
Ma nemmeno principi e principesse o spose e bambolotti sono in cima ai suoi pensieri.
Finalmente una generazione di bambine indipendenti con orizzonti più vari rispetto al "vissero felici e contenti!"
Gioca con gli animali della fattoria, fa le vocine. Si interrompe vedendomi arrivare.
- Mi racconti il tuo gioco?
Sorriso malizioso.
- Il cavallo si era innamorato della mucca....
..................................................
- Ah. E poi? Cosa accadeva?
- Eh, poi si fposavano.
domenica 20 aprile 2014
Stagion lieta è cotesta.
Un'altra primavera.
Un'altra campagna elettorale. (Questa volta la candidata in famiglia sono io).
Un'altra stagione di impegni fittissimi, di stress.
Un anno più vecchia e il tempo che vola.
Ho appena rimesso via l'albero di Natale ed è già Pasqua.
Anche per una miscredente come me Pasqua è un rito di benvenuto alla primavera, alla rinascita della natura e della vita.
E delle vite a cui ho dato vita.
Ora quelle lacrime furtive e agrodolci le capisco, perché sono il mio stesso nodo in gola.
Contemplo il presente, mi godo l'attimo, grata per la loro salute e spensieratezza, il dono in assoluto più prezioso.
Ma, allo stesso tempo, non posso fare a meno di pensare che per lui è la decima primavera, per lei la sesta.
Per quanto tempo ancora si sveglieranno eccitati all'alba impazienti di consumare questo piccolo rito?
Per quanto ancora la sopresa di un uovo di cioccolato, o la corsa matta a frugare ogni angolo della casa per accaparrarsi anche l'ultimo, minuscolo pulcino di zucchero
potrà suscitare un acuto di meraviglia?
Saprò smettere di nascondere coniglietti di cioccolato avvolti nella stagnola prima che un'annoiata commiserazione si dipinga sui loro volti?
O forse avrò la fortuna di crescere quei pochi adolescenti che non si vergognano di restare un pò bambini prima di correre alla conquista del loro mondo?
Chi vivrà vedrà.
(...)
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
(Giacomo Leopardi)
Buona Pasqua!
Un'altra campagna elettorale. (Questa volta la candidata in famiglia sono io).
Un'altra stagione di impegni fittissimi, di stress.
Un anno più vecchia e il tempo che vola.
Ho appena rimesso via l'albero di Natale ed è già Pasqua.
Anche per una miscredente come me Pasqua è un rito di benvenuto alla primavera, alla rinascita della natura e della vita.
E delle vite a cui ho dato vita.
Nella loro eccitazione mattiniera e rumorosa rivivo l'emozione delle mie caccie alle uova da bambina, e mi tornano alla mente i sorrisi dei miei genitori, le lacrime dei miei nonni.
Non riuscivo mai a capire perché i nonni piangessero mentre noi eravamo così felici, ma non avevo mai troppo tempo per soffermarmi su quel dettaglio, troppi giochi e troppe sorprese mi attendevano.
E adesso che
sono nel secondo tempo della mia vita, li guardo correre quà e là a
celebrare questo piccolo rito giocoso, li spio, li inseguo con la
macchina fotografica, cercando di carpire ogni grido, ogni sorriso.
Ora quelle lacrime furtive e agrodolci le capisco, perché sono il mio stesso nodo in gola.
Contemplo il presente, mi godo l'attimo, grata per la loro salute e spensieratezza, il dono in assoluto più prezioso.
Ma, allo stesso tempo, non posso fare a meno di pensare che per lui è la decima primavera, per lei la sesta.
Per quanto tempo ancora si sveglieranno eccitati all'alba impazienti di consumare questo piccolo rito?
Per quanto ancora la sopresa di un uovo di cioccolato, o la corsa matta a frugare ogni angolo della casa per accaparrarsi anche l'ultimo, minuscolo pulcino di zucchero
potrà suscitare un acuto di meraviglia?
Saprò smettere di nascondere coniglietti di cioccolato avvolti nella stagnola prima che un'annoiata commiserazione si dipinga sui loro volti?
O forse avrò la fortuna di crescere quei pochi adolescenti che non si vergognano di restare un pò bambini prima di correre alla conquista del loro mondo?
Chi vivrà vedrà.
(...)
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
(Giacomo Leopardi)
Buona Pasqua!
giovedì 20 giugno 2013
Volpina dentro
Oggi mi è arrivato il giornalino della Scuola d'Infanzia.
Uno degli articoli è mio.
Mi piace copia-incollarlo qui, un pò per riempire il vuoto di questo blog trascurato,
un pò perché a pochi giorni dalla fine dell'anno scolastico questo articolo è più che mai attuale.
C’era una volta un bambino che aveva un universo caldo e accogliente tutto suo, fatto di ombra e di silenzio. Ma un giorno fu costretto a lasciarlo per abitare un mondo non più soltanto suo, fatto di colori e di suoni, di strani oggetti di non facile utilizzo, di codici per capirsi vari e impegnativi. Sulle strade di questo nuovo mondo il bambino sentì la paura e conobbe la sua fragilità. Ma accadde che, mentre se ne stava rannicchiato su se stesso, vide luccicare qualcosa sotto un sasso. Ne fu attratto e decise di guardare meglio. Si trovò così tra le mani un filo che aveva i colori dell’arcobaleno e si perdeva oltre l’orizzonte. Decise di seguirlo e mentre camminava si stupì di vedere con chiarezza ciò che prima gli sembrava incomprensibile, di saper sciogliere il senso di molti linguaggi e capì la bellezza di ciò che gli stava intorno. Non sappiamo dirvi dove quel bambino arrivò, ma possiamo dirvi di aver fatto un tratto di strada con lui.
Riconoscete questo testo?
Lo trovate nel sito web www.angelavolpi.it. E' una piccola favola che descrive, poeticamente, la missione della nostra scuola: accompagnare i nostri piccoli nel loro primo viaggio fuori dalle mura domestiche, una esperienza formativa magica che lascerà un segno profondo. Sui bambini? Certo, ma anche sui genitori!
"C'era una volta una mamma che viveva con il suo bambino in un mondo caldo e accogliente, tutto loro..."
Quando sono entrata a far parte della piccola comunità della Angela Volpi, ero una mamma alle prime armi. Pur vivendo con serenità l'inserimento del mio primogenito, ricordo bene le ansie dei primi giorni. Avrebbe avuto nostalgia? Si sarebbe abituato facilmente alla routine quotidiana? La neo-mamme, si sa, hanno spesso la presunzione che il loro tesoruccio non possa stare bene senza la loro amorevole supervisione…
Ma sono bastate poche settimane per apprendere la prima lezione "volpina": la fiducia. Fiducia nelle educatrici, nel metodo di lavoro, ma anche fiducia nel mio bambino e nella sua straordinaria capacità di adattarsi e di succhiare come linfa vitale il bello di ogni nuova esperienza.
In poco tempo ho iniziato a sentirmi partecipe e coinvolta nelle attività della scuola. Colloqui, incontri, feste, recite, corsi di formazione e le fantastiche giornate di "Scuola aperta" mi hanno trasmesso l'importanza della partecipazione.
Le educatrici della Angela Volpi si impegnano sempre a coinvolgere i genitori. E, così, ho imparato a partecipare al percorso di mio figlio pur dal mio posto: accogliendo i racconti spontanei, raccogliendo ogni prezioso dettaglio che mi è consentito portarmi a casa dell'esperienza di mio figlio. E accettando serenamente il fatto che il percorso è suo, mentre il mio posto è dietro alle quinte.
Nei tre anni in cui sono stata rappresentante dei genitori, ho imparato la terza lezione: la gioia dell'impegno attivo. Perché è molto più gratificante dare il proprio piccolo contributo alla comunità scolastica che trincerarsi nell'atteggiamento di passiva fruizione di un servizio. E, in questo caso, non sono cresciuta solo come mamma, ma anche come cittadina.
Ho scoperto quanto sia difficile la gestione un ente educativo paritario in uno stato sempre più avaro di risorse e di regole chiare. La Angela Volpi non sopravvivrebbe senza una immane opera di volontariato da parte degli amministratori, delle educatrici (che si prodigano ben oltre l'orario di lavoro!) e di molti altri sostenitori.
Ho potuto ammirare da vicino il lavoro discreto e solerte di tante persone, e ne sono stata ispirata in un modo che mi ha cambiato, e che resterà per sempre parte di me.
Volere è volare. Ecco il quarto insegnamento per cui sono profondamente grata alla Scuola. Avete presente quei momenti in cui una mamma pensa di non poter sopravvivere ai due o tre marmocchi? Ebbene, pur lavorando in condizioni difficili, con spazi risicati la bellezza di 29 alunni per insegnante, le educatrici riescono a seguire i nostri bambini in modo personalizzato, grazie ad un grande gioco di squadra, che consente di incrociare più sguardi su ogni bambino e di offrire a piccoli gruppi di bambini proposte e stimoli mirati. E come far fronte alla scarsità di fondi? Con grande creatività e impegno di tutta la squadra per realizzare foto, video, collette e pesche di beneficenza...
La passione e l'abnegazione che il personale (docente e non!) della Volpi mette nel suo lavoro sono preziosi, e per niente scontati. E io mi auguro davvero che le gratificazioni umane e professionali possano compensare la loro fatica.
Dai miei primi passi come "mamma volpina" sono passati ben sei anni: poco dopo la commovente cerimonia di "diploma" del mio primogenito, sono ritornata ai blocchi di partenza per accompagnare la sua sorellina al Nido e poi alla Scuola d'Infanzia. E' stato un lungo percorso di crescita, costellato di fatiche e di emozioni.
Ancora poche settimane e dovrò recidere il cordone ombelicale affettivo che mi lega a questa scuola, alle persone che mi hanno dato tanto e che sono state un punto di riferimento straordinario per i miei figli.
Ma, nonostante l'inevitabile groppo in gola, vivo questo piccolo "lutto" da separazione con una certa serenità. Perché le esperienze, le energie, l'affetto e gli insegnamenti non scivolano via, diventano parte di noi.
Il mio primogenito ha affrontato la scuola primaria forte di un impagabile bagaglio di amicizie, conoscenze e valori. Così sarà per sua sorella.
E anche per me, che farò tesoro delle preziose lezioni apprese e continuerò ad essere una mamma "volpina" nel cuore.
"Non sappiamo dirvi dove quella mamma arriverà, ma possiamo dirvi che non dimenticherà mai il tratto di strada percorso insieme a voi."
Patrizia
mamma di Alessandro e Valentina
"Non sappiamo dirvi dove quella mamma arriverà, ma possiamo dirvi che non dimenticherà mai il tratto di strada percorso insieme a voi."
Patrizia
mamma di Alessandro e Valentina
domenica 3 febbraio 2013
My little pony
Io non ho pregiudizi.
Io non ho pregiudizi.
Io non ho pregiudizi.
Io sono aperta di vedute.
Ecco, a dire il vero, ho solo qualche PICCOLISSIMA preclusione verso alcune proposte televisive per bambini.
Come gli orridi e lobotomizzati Teletubbies, prodotto confezionato per rimbambire i toddlers e prepararli a un futuro di teledipendenti.
Come l'orsetto bulimico e pigro Winnie the Pooh e i suoi amici diversamente intelligenti del bosco dei 100 acri.
Come il violento Ben10 e la sua sfilza di mostri da combattere.
Ma come potrei non essere tollerante nei confronti dei cartoni?
Io non ho pregiudizi.
Io non ho pregiudizi.
Io sono aperta di vedute.
Ecco, a dire il vero, ho solo qualche PICCOLISSIMA preclusione verso alcune proposte televisive per bambini.
Come gli orridi e lobotomizzati Teletubbies, prodotto confezionato per rimbambire i toddlers e prepararli a un futuro di teledipendenti.
Come l'orsetto bulimico e pigro Winnie the Pooh e i suoi amici diversamente intelligenti del bosco dei 100 acri.
Come il violento Ben10 e la sua sfilza di mostri da combattere.
Ma come potrei non essere tollerante nei confronti dei cartoni?
In fondo, sono cresciuta a pane e eroine transgender della rivoluzione francese.
Le mie prime pulsioni erotiche sono state per Capitan Harlock, e ho pianto fiumi di lacrime per le tragiche vicende di orfanelle assortite: da Heidi a Candy, passando per Annadaicapellirossi.
Quindi ho sopportato stoicamente Thomas il Trenino e i suoi incidenti.
Quei rompipalle saccenti dei Little Einstein.
Le angoscianti avventure di Conan (serie vintage preferita a suo tempo dal marito A.M. e proposta ad Ale a soli 4 anni, e da lui soprannominata "Conad" come la catena dei supermercati).
La saga infinita di Harry Potter.
Persino i guerrieri Ninjago della Lego.
Ma c'è un cartone che proprio non posso tollerare.
Un cartone la cui scala cromatica va dal rosa pallido al viola.
Protagoniste: un branco di intriganti e starnazzanti pony femmine dotate di fluenti capigliature fucsia e pervinca, dedite all'arte dell'intrallazzo, del pettegolezzo e di violenze psicologiche assortite.
Un prodotto perverso, costruito per vendere una collezione infinita di stupidi personaggi dai nomi improbabili come "RainbowDash" (Rembolasc, per Valentina) o "Princess Celestia" (Prinseseleftia). Già non concepisco la ghettizzazione dei giocattoli rosa, figuriamoci se posso accettare un intero cartone pink.
Quindi ho sopportato stoicamente Thomas il Trenino e i suoi incidenti.
Quei rompipalle saccenti dei Little Einstein.
Le angoscianti avventure di Conan (serie vintage preferita a suo tempo dal marito A.M. e proposta ad Ale a soli 4 anni, e da lui soprannominata "Conad" come la catena dei supermercati).
La saga infinita di Harry Potter.
Persino i guerrieri Ninjago della Lego.
Ma c'è un cartone che proprio non posso tollerare.
Un cartone la cui scala cromatica va dal rosa pallido al viola.
Protagoniste: un branco di intriganti e starnazzanti pony femmine dotate di fluenti capigliature fucsia e pervinca, dedite all'arte dell'intrallazzo, del pettegolezzo e di violenze psicologiche assortite.
Un prodotto perverso, costruito per vendere una collezione infinita di stupidi personaggi dai nomi improbabili come "RainbowDash" (Rembolasc, per Valentina) o "Princess Celestia" (Prinseseleftia). Già non concepisco la ghettizzazione dei giocattoli rosa, figuriamoci se posso accettare un intero cartone pink.
Titolo: MyLittlePony (già "Mio mini pony")
Sottotitolo: L'amicizia è magica.
Descrizione: è una serie animata dedicata ad una linea di pony colorati giocattolo indirizzati ad un target di bambini molto piccoli e prodotti dalla Hasbro.
In teoria.
In pratica devo ripetere il mantra:
Io. Non. Ho. Pregiudizi.
Non importa.
Se.
MyLittleCazzodiPony.
E'.
Il.
Nuovo.
Cartone.
Preferito.....
Da Wikipedia: Trama
La serie segue le avventure di un unicorno di nome Twilight Sparkle, allieva prediletta di Princess Celestia, sovrana di Equestria. Twilight, temendo l'avverarsi di un'antica profezia, cerca di avvertire la principessa, ma quest'ultima, preoccupata piuttosto per la poca socialità e l'eccessiva reclusione dimostrate dall'allieva, ignora la minaccia e invia Twilight e il suo draghetto assistente Spike alla cittadina di Ponyville con il compito di stringere nuove amicizie; qui, Twilight conoscerà i pony di terra Applejack e Pinkie Pie, i pegasi Fluttershy e Rainbow Dash e l'unicorno Rarity. Durante la ricerca degli Elementi dell'armonia, gli unici artefatti in grado di contrastare il profetizzato ritorno della malvagia Nightmare Moon, Twilight scopre il valore dell'amicizia e decide di restare a Ponyville per approfondire questo sentimento.
Rendo l'idea?
Un Beautiful in salsa equestre!
Come dicevo, sono una persona tollerante, aperta, e che cerca di alleggerirsi dei propri pregiudizi. Un Beautiful in salsa equestre!
In teoria.
In pratica devo ripetere il mantra:
Io. Non. Ho. Pregiudizi.
Non importa.
Se.
MyLittleCazzodiPony.
E'.
Il.
Nuovo.
Cartone.
Preferito.....
....
...di Alessandro.
...di Alessandro.
giovedì 13 dicembre 2012
Una strana Santa Lucia
I preparativi, i regali, le emozioni non sono stati diversi.
Anzi, quest'anno è venuta anche la nonna Dana a fare i biscotti con noi, e, ovviamente,
non ha resistito alla tentazione di caratterizzare sessualmente i gingerbread.
Sì, insomma, si divertiva ad attaccare cazzetti e tettine ai pandizenzero piangendo dal ridere insieme ai bambini...
Santa Lucia è stata più precisa ed efficiente che mai: tutti i regali richiesti sono arrivati.
Le richieste erano ragionevoli, e sono state evase con largo anticipo, prevalentemente via web.
E senza nemmeno carbone dolce minatorio. Alessandro è bravissimo, e anche la piccola ienetta, finalmente, ha diradato i capricci e ammorbidito l'atteggiamento "tutto intorno a me".
E' più ragionevole, sempre più sveglia e divertente, e ci stupisce con le sue attenzioni e mostrandosi spesso dolce ed affettuosa...
Insomma, non dico che non ho qualche ansia al pensiero di 18 giorni di vacanza natalizia, ma diciamo che il periodo più faticoso dell'accudimento, dei pianti e e dei capricci sembra allontanarsi, e cosa posso dire?
Li adoro, sono felice e fortunata perché ho due figli splendidi, e non c'è giorno in cui io non mi baci i gomiti per come stanno crescendo e per il dono immenso della loro salute.
E allora cosa c'è di strano in questa S.Lucia?
Beh, questa notte, anche noi grandi avremo la nostra sorpresa di S.Lucia, e sapremo se il marito A.M. è candidato per le elezioni regionali o se sarà stato preferito qualcun altro.
Cosa spero?
Bah. Sotto la sua candidatura ho scritto:
"Da moglie preferirei di gran lunga che venisse scelto qualcun altro.
E lo scrivo nell'ennesima domenica in cui sono da sola con i bambini.
Ma proprio perché ti conosco molto bene so che sei una persona preparata, profondamente onesta e capace di spendersi con grande generosità. Ecco, da cittadina vorrei essere rappresentata da persone come te."
E lo scrivo nell'ennesima domenica in cui sono da sola con i bambini.
Ma proprio perché ti conosco molto bene so che sei una persona preparata, profondamente onesta e capace di spendersi con grande generosità. Ecco, da cittadina vorrei essere rappresentata da persone come te."
La candidatura o meno non cambierà il nostro impegno, il nostro supporto a quella che non solo ci sembra l'unica strada per salvare il paese, ma che si è anche rivelata un'avventura umanamente arricchente e persino piena di gioia ed entusiasmo.
Nel Movimento 5 Stelle il candidato non è l'uomo della provvidenza, ma un semplice portavoce dei cittadini attivi e del programma dal loro costruito.
Ma, se stanotte Marito A.M. risulterà trai candidati ...beh qualcosa cambia, eccome.
La pressione sulla nostra famiglia, la visibilità mediatica, la responsabilità anche di riuscire a raccogliere sufficienti voti per portare la nostra voce al Pirellone: da domani potrebbe cambiare tutto...senza contare che la remota possibilità di una elezione, invece, non cambierebbe, ma stravolgerebbe ritmi e spazi di tutti noi.
Nel frattempo lo scenario politico è degno della profezia dei Maya che si celebra fra pochi giorni.
Tante, troppe famiglie, faticano ad arrivare a fine mese.
Siamo in balia delle banche, dello spread, della recessione.
E di una casta politica immonda, piena di gentaglia disgustosa, interessata solo a salvare la poltrona o la propria immunità rispetto ai molti reati commessi.
Per fare questo non esitano a mettere in atto qualsiasi lercio espediente per impedire ai cittadini del Movimento di portare la loro carica di onestà e voglia di fare nelle istituzioni.
Una legge elettorale anti-M5S non gli riuscirà, probabilmente, ma mentre noi ci geleremo nelle piazze per cercare disperatamente di raccogliere sufficienti firme gli attuali politici ne saranno dispensati.
Nel frattempo, le pressioni interne ed esterne sul M5S crescono.
Grillo si è irrigidito contro chiunque faccia di testa sua e tradisca il senso del gruppo e le poche regole che il M5S si è dato.
Certo che le sue "esplusioni" dal blog non suonano democratiche, e i media ci sguazzano, con questa storia della democrazia interna del movimento.
Ma è anche vero che la democrazia richiede senso civico e rispetto delle regole.
Doti che in Italia sono scarsamente diffuse.
Ognuno vuol fare come gli pare, in nome della democrazia.
Se ci siamo dati delle regole e tu di testa tua le trasgredisci e ci danneggi, è più democratico lasciare correre e lasciare che ognuno faccia quel cavolo che vuole, o, data anche la gravità del momento, è lecito pensare che sia più democratico far rispettare le regole, persino con tolleranza zero?
Ma chi ha tempo ed energie per fare filosofia?
Forse giusto i giornalisti.
E i detrattori, quelli che, per motivi diversi, devono distruggerci per tornare a occupare le solite poltrone.
E comunque ieri sera mi sono un pò depressa.
Dopo l'ennesimo sfogo di Grillo, la cacciata di Favia e della Salsi.
Che un minuto dopo era dalla Gruber in TV a esprimere la sua libertà di andare ai talk show (sic).
Ma basta!! Non abbiamo bisogno di tensioni, il paese cola a picco come la Costa Concordia,
la strada per portare un pò di pulizia nelle istituzioni è già abbastanza impervia e dura.
E poi ho letto questo articolo. Che, fatte salve alcune imprecisioni (tra appoggiare Casa Pound e condannare la violenza c'è una bella differenza, ad esempio), condivido.
E ho pensato che non c'è tempo per le seghe mentali.
I consiglieri del M5S stanno facendo un buon lavoro nelle istituzioni,
e questo nessuno è riuscito a negarlo.
Non c'è alcun motivo per smettere di lottare per portare la voce dei cittadini nelle istituzioni, dove oggi ad essere ascoltati sono solo le lobbies di potere, il Vaticano, gli amichetti vari e la mafia.
E quindi avanti tutta.
Sarà quel che sarà. Comunque si concluderanno questa S.Lucia e la settimana più delirante dell'anno, andremo avanti.
Finche la profezia Maya non ci separi. :-)
domenica 22 luglio 2012
Di rientri dalle ferie geneticamente immodificabili.
Il rientro dalle ferie visto da lui: Toglie le bici da porta pacchi.
Estrae i bagagli dall'auto (e li pianta lì).
Si gingilla mezz'ora nell'arduo dilemma: tagliare il prato o no? (Appena decide che ce la può fare inizia a piovere).
Si gingilla mezz'ora nell'arduo dilemma: tagliare il prato o no? (Appena decide che ce la può fare inizia a piovere).
Si fa un bel bagno rilassante.
Scavalca una valigia per non inciampare.
Si prepara e si beve un bel caffè.
Sceglie un paio di film per il bambino.
Appena la figlia si sveglia la parcheggia dalla nonna.
Mette nel suo cassetto un paio di mutande e quattro calzini puliti.
Scarica tutte le fotografie delle vacanze sul PC.
Apre la corrispondenza e abbandona le buste sventrate sul tavolo.
Si prepara e si beve un bel caffè.
Sceglie un paio di film per il bambino.
Appena la figlia si sveglia la parcheggia dalla nonna.
Mette nel suo cassetto un paio di mutande e quattro calzini puliti.
Scarica tutte le fotografie delle vacanze sul PC.
Apre la corrispondenza e abbandona le buste sventrate sul tavolo.
Aiuta a portare su la spesa e poi si dilegua.
Trascorre quarantacinque minuti a costruire una torre con i legnetti Kapla insieme al primogenito
Inizia guardare "Cast Away" in inglese con il figlio, con traduzione simultanea (tanto ci sono dieci minuti di dialoghi in tutto il film) spiegazione dei passaggi difficili.
Viene a cena canticchiando felice: è bello essere nuovamente a casa!!
Il rientro dalle ferie visto da lei:
Apre i bagagli ed effettua una raccolta differenziata deirifiuti vestiti: da smerdare lavaggio intensivo, mediamente puzzolenti lavaggio delicato, passabili da riporre nell'armadio (anzi in quattro diversi armadi in quattro diverse stanze).
Trascorre quarantacinque minuti a costruire una torre con i legnetti Kapla insieme al primogenito
Inizia guardare "Cast Away" in inglese con il figlio, con traduzione simultanea (tanto ci sono dieci minuti di dialoghi in tutto il film) spiegazione dei passaggi difficili.
Viene a cena canticchiando felice: è bello essere nuovamente a casa!!
Il rientro dalle ferie visto da lei:
Apre i bagagli ed effettua una raccolta differenziata dei
Fa partire la prima lavatrice e constata che restano ancora 4 metri cubi di biancheria di lavare e stirare: occhio e croce ne avrà per dieci giorni, e potrà fare una lavatrice per ogni colore dell'arcobaleno senza paura di non raggiungere il pieno carico. Che casalinga fortunata, potrà anche risparmiare sui foglietti acchiappa-colore!
Svuota borse, borsine, borsette e ripone 275 oggetti nei loro posti.
Fa il bagno alla figlia.
Mette a dormire la figlia.
Mette a dormire la figlia.
Interrompe tre volte una doccia furtiva per accorrere ai capricci della suddetta figlia.
Si infila il primo straccio che trova, arriva all'ipermercato e procura una tonnellata di spesa (e riesce anche a comprarsi una gonna ai saldi).
Mette a posto una tonnellata di spesa (nel frattempo, per unire l'utile al dilettevole, telefonata fiume con la mamma e aggiornamento gossip).
Mette a posto una tonnellata di spesa (nel frattempo, per unire l'utile al dilettevole, telefonata fiume con la mamma e aggiornamento gossip).
Stende la prima lavatrice e fa partire la seconda.
Approfittando di un attimo di pace in casa accende il PC, fa capolino su Facebook, processa 450 email e risponde alle più urgenti.
Inizia mentalmente a comporre l'incastro di emergenza: eh, sì, perché nelle prossime due settimane
dovrà lavorare tantissimo per chiudere due progetti, ma questo non la solleverà dal management domestico, inclusi gli extra post- rientro e le due tenere creature in vacanza ancora per uhm...cinquanta giorni?
dovrà lavorare tantissimo per chiudere due progetti, ma questo non la solleverà dal management domestico, inclusi gli extra post- rientro e le due tenere creature in vacanza ancora per uhm...cinquanta giorni?
Aiuta la piccola a tirare fuori i suoi giocattoli, e un minuto di distrazione è fatale per constatare che TUTTI i giocattoli sono stati gioiosamente disposti sul pavimento.
Stende la seconda lavatrice (non prima di aver tolto i primi panni già asciutti), constata che il carico di roba da lavare è giù aumentato. Smadonnna e carica la terza lavatrice.
Ripensa languidamente ai lunghi bagni in mare e ai lussi della vacanza, come le ore di lettura solitaria in pineta, in cui ha divorato quattro romanzi, cinque riviste e due racconti.
Ripone i panni già asciutti.
Va a vedere la torre Kapla del primogenito complimentandosi vivamente per la bellissima opera.
Prepara la cena sana, dieteticamente bilanciata e differenziata in due menù (menù 1: "in crescita e schizzinosi" e menù 2 "ciccioni e neo-salutisti").
Scarica la terza lavatrice e constata che non sa dove stendere la quarta, ma la fa partire lo stesso.
Apparecchia, pensando che stasera dovrà iniziare a lavorare.
Serve la cena pensando che è già stanca e che non vede l'ora di non sa bene cosa, dato che la prossima vacanza è una meta troppo lontana.
Inizia a sparecchiare e ricorda che, secondo il dott. Grey, autore di "Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere" le donne devono condividere le proprie frustrazioni emozioni per produrre ossitocina e ridurre lo stress.
Scrive il suo post di getto producendo un sacco di ossitocina nonostante la piccola sulle ginocchia che guarda "Pingu" sullo stesso monitor e, in contemporanea, si toglie le mutande e spaciuga con un burro cacao trovato in giro (precoci segnali di multitasking compulsivo).
E, infine, maledice il suo patrimonio genetico che la rende schiava (di senso del dovere, responsabilità e abilità multiple e contemporanee) e invidia la semplicità strutturale del suo compagno, geneticamente predisposto ad affrontare, con molta calma, un solo problema alla volta.
O anche nessuno.
giovedì 14 giugno 2012
Yes, we can!
Tredici mesi di lotta, culminati con una grande delusione.
Il tempo di piangersi un pò addosso e poi, via, ripartenza.
In due settimane abbiamo organizzato tre manifestazioni, coinvolgendo migliaia di cittadini, giornali, amministrazioni. Giovani e vecchi, bambini e ragazzi.
Tutti uniti, per una volta. Non dal tifo calcistico, ma dalla consapevolezza: non si può continuare ad ammalarci così, ad accettare continue nuove fonti di pericolo e di inquinamento, magari finanziate con i nostri soldi, magari frutto di lucro per pochi imprenditori e politici.
Se questo paese è allo sbando dove sono i cittadini?
Eccoci!!
13 giugno 2012. Ultima conferenza di servizi.
Il tempo di piangersi un pò addosso e poi, via, ripartenza.
In due settimane abbiamo organizzato tre manifestazioni, coinvolgendo migliaia di cittadini, giornali, amministrazioni. Giovani e vecchi, bambini e ragazzi.
Tutti uniti, per una volta. Non dal tifo calcistico, ma dalla consapevolezza: non si può continuare ad ammalarci così, ad accettare continue nuove fonti di pericolo e di inquinamento, magari finanziate con i nostri soldi, magari frutto di lucro per pochi imprenditori e politici.
Se questo paese è allo sbando dove sono i cittadini?
Eccoci!!
13 giugno 2012. Ultima conferenza di servizi.
Una manifestazione vivace e rumorosa più che mai, ma pacifica, piena di bambini, di musica, di gente.
Piena di speranza nonostante la tensione e le intimidazioni e le minacce.
(Eh, sì, noi "rivoluzionari reazionari" siamo stati filmati uno ad uno dalla Digos, e c'è stata qualche tensione con poliziotti in borghese...Per non parlare dell'aggressività rabbiosa degli imprenditori proponenti...)
E, alla fine, arriva la notizia, ormai quasi insperata.
La Provincia ha rifiutato l’autorizzazione al gassificatore di pollina!
Ho pianto in preda ad una gioia dirompente.
Un delirio di telefonate, abbracci, emozioni condivise.
(E, come spesso capita nella vita, ti guardi in parte e vedi che a trepidare con te c'è magari un estraneo e non quelli che, in teoria, dovrebbero essere tra le persone a te più vicine. Pazienza. Non si smette mai di crescere).
13 giugno 2012. Non dimenticherò mai questa data.
Grazie ai miei colleghi del direttivo.
Non è stata una passeggiata, abbiamo fatto tanti errori e ci siamo parecchio sbeccati tra di noi, ma fino alla fine sulle antipatie e le ripicche dell'asilo ha prevalso la collaborazione.
Grazie a chiunque si è informato, si è preoccupato, ha firmato, è venuto alle riunioni o alle manifestazioni, grazie a chi ha fotocopiato, volantinato o parlato con la gente, grazie per chi non ha smesso di dare il suo contributo, anche se piccolo.
Grazie a chi ha esposto una bandiera (a proposito, le bandiere costavano 10 euro eh!),
grazie a chi ha dato la sua offerta (il Comitato non prendeva finanziamenti europei, giuro. Tutto di tasca nostra).
Grazie anche a chi non veniva ma da Facebook ci dava le istruzioni: "Dovete fare così, avreste dovuto fare cosà. Dobbiamo fare casino!! Ah io non posso venire, però".
Perché l'interessamento è una prima forma di partecipazione.
(Se poi un centesimo di tutti i cittadini attivi di Facebook muovessero il sedere e facessero qualcosa il mondo sarebbe un posto migliore, ma un passo alla volta, OK!).
La mobilitazione popolare è stata la grande ragione dietro al NO.
Questa vittoria è dedicata a chi crede "che non serve a nulla".
A chi aveva il documento in macchina e non aveva tempo per firmare.
E anche a E. che ci ha scritto:
"Bravi Bravi Bravi a tutti! Io sono un individualista cinico di natura e sono contento oggi di vergognarmi del mio modo di essere!
Sarà difficile spiegarlo a mio figlio ma deve capire, si deve riabituare ai valori che molti di noi hanno perso compreso suo padre, deve capire quanto conti la condivisione di un obiettivo per un bene comune, quanto bene possa dare sia al singolo che alla collettività un risultato di questo genere ottenuto con un lavoro di grande unione di intenti, deve capire che la partecipazione è la più grande delle libertà e l'unica forza da poter dare alle proprie idee!
Un forte abbraccio a tutti da uno che non ci credeva..."
Un forte abbraccio a tutti da uno che non ci credeva..."
A chi fuori dai banchetti ci diceva "no, grazie" con la faccia "non compro nulla".
A chi pensa che la politica debbano farla gli altri, e che lo Stato siano gli altri e che il cancro tanto a loro non verrà.
A chi crede che tutto possa essere sacrificato ai soldi. E, infine, dedico questa vittoria a tutti quelli che, nelle loro famiglie, hanno già pagato un tributo pesante all'inquinamento, attraverso la malattia.
Signor Imprenditore Proponente del Progetto, non se la prenda tanto, si concentri sulla sua salute e si rallegri perché la malattia (che, a quanto pare ha anche lei) può essere risparmiata magari a qualche bambino.
13 giugno 2012. Non si può tornare indietro.
Bisogna andare avanti, cioé dobbiamo tornare indietro.
A uno sviluppo solo se compatibile e rispettoso.
A meno benessere ma più condiviso.
A meno sviluppo, meno rifiuti, meno industrializzazione, meno consumismo selvaggio, meno globalizzazione scriteriata, meno strapotere della finanza e delle multinazionali, meno auto, meno ciminiere, meno finanziamenti faraonici per opere assurde...
Nel mio piccolo da qualche giorno ho aggiunto un piccolo tassello alla mia famiglia sostenibile:
un composter in giardino. Siamo riusciti a liberarlo dal sequestro ludico dei nanetti e ora potremo compostiare un terzo dei nostri rifiuti domestici.
Se a qualcuno serve un pò di humus per l'orticello si accettano prenotazioni!
lunedì 21 maggio 2012
Prega per noi peccatori
Avrei potuto aspettarmi qualsiasi domanda. Sul sesso, sull'origine del mondo, sui massimi sistemi.
Cosa ho risposto a mio figlio? Mi sono prestata.
Mi sono anche trattenuta dal commentare che pregare con la clessidra dei tre minuti attivata mi sembra proprio una gran cagata. "Cos'é, una gara di scioglilingua?" ho pensato. Ma lui ci teneva, un pò come dopo il corso di igiene orale ci teneva a spazzolarsi i denti per almeno due minuti. Di clessidra, ovviamente.
Ha insistito per iniziare con l'Ave Maria. Prega per noi peccatori...
- Ma tu lo sai cosa sono i peccatori?
- Sì, quelli che fanno i peccati.
- E lo sai quali sono i tuoi peccati?
- Beh, ad esempio quando salto sul divano o non mi metto le ciabatte.
Oh povero piccolo chissà chi gli avrà inculcato QUESTI sensi di colpa!?! Hihihihi!
Ma non: "Mamma preghiamo insieme questa sera?".
E io credevo che spedirlo a catechismo con il suo papà fosse un'idea geniale.
Sono rimasta senza parole.
Poi mi sono ricordata che da bambina mi piaceva pregare.
Poi mi sono ricordata che da bambina mi piaceva pregare.
Mi rassicurava e mi faceva sentire a posto con la coscienza.
Non solo perché quel poco di catechismo e di chiesa cattolica che avevo frequentato mi avevano inculcato le prime forme di senso di colpa. Il fatto è che pregare era un pò come scrivere la lettera di S.Lucia: emozionante. Sarei stata ascoltata? Avrebbe funzionato?
Ma ero di sicuro troppo pudica e troppo adultina per chiedere ai miei genitori di pregare insieme. Mia mamma mi avrebbe probabilmente riso in faccia, mio papà forse si sarebbe prestato, ma con imbarazzo.
Ma ero di sicuro troppo pudica e troppo adultina per chiedere ai miei genitori di pregare insieme. Mia mamma mi avrebbe probabilmente riso in faccia, mio papà forse si sarebbe prestato, ma con imbarazzo.
(D'altra parte i miei non mi hanno mai fatto pesare i mille accompagnamenti notturni dell'adolescenza tanto quanto la loro presenza al ritiro di preparazione alla mia Comunione.
Sacramento che avevo deciso di voler ricevere per mia iniziativa. Mia mamma la chiamava la mia "crisi mistica").
Cosa ho risposto a mio figlio? Mi sono prestata.
Mi sono anche trattenuta dal commentare che pregare con la clessidra dei tre minuti attivata mi sembra proprio una gran cagata. "Cos'é, una gara di scioglilingua?" ho pensato. Ma lui ci teneva, un pò come dopo il corso di igiene orale ci teneva a spazzolarsi i denti per almeno due minuti. Di clessidra, ovviamente.
Ha insistito per iniziare con l'Ave Maria. Prega per noi peccatori...
- Ma tu lo sai cosa sono i peccatori?
- Sì, quelli che fanno i peccati.
- E lo sai quali sono i tuoi peccati?
- Beh, ad esempio quando salto sul divano o non mi metto le ciabatte.
Oh povero piccolo chissà chi gli avrà inculcato QUESTI sensi di colpa!?! Hihihihi!
Poi l'ho convinto che una preghiera con parole nostre sarebbe stata ugualmente apprezzata ai piani alti.
Lui ha voluto chiedere salute per tutta la famiglia (la mia mamma, il mio papà, la mia sorellina e i miei nonni). Ha chiesto esattamente quello che io desidero di più al mondo.
Poi è toccato a me.
Mi sono balenati in mente i genitori di Brindisi, per la nipotina undicenne di A. che è in coma per un aneurisma, e le sei vittime del terremoto di stanotte. Ma poi ho chiesto che la preghiera di Ale venisse esaudita, e ho chiesto scusa per tutte le volte in cui smadonno dico parolacce e per quando ho poca pazienza con i miei bambini.
Pensate che mio figlio si sia addormentato soddisfatto?
Ovviamente no. Prima mi ha dovuto infilzare con LA domanda delle domande.
No, "non come nascono i bambini?" (tema già affrontato con successo).
Nemmeno "tu credi in Dio?" (bisogna essere sinceri con i bambini e lo sarei stata).
Oh, no.
Mi ha chiesto: "Ma Dio esiste?"
Quando parli in pubblico e dal pubblico qualcuno ti fa una domanda stronza bisogna sorridere con finta naturalezza, ringraziare per la domanda, e, velocemente, pensare a come aggirare l'ostacolo.
Ma quando un figlio fa una domanda come "Ma Dio esiste" a una madre che è più atea che agnostica?
Con il poco di lucidità rimasta dopo un week end di ozio e di vizi, ho pensato velocemente che non mi aveva chiesto cosa credevo io. Mi stava chiedendo una verità calata dall'alto.
- Beh, Dio esiste per tutti quelli che ci credono.
E lui, prontissimo:
- Io credo in Dio, e anche in Gesù e anche in Santa Lucia! E ci crederò per sempre!!
BINGO! La risposta era quella giusta!
Bene, ora penserete che, a questo punto, il settenne soddisfatto dalla sua nuova certezza
mi abbia lasciato andare in pace a studiare il saggio di tango con suo padre?.
Ma nemmeno per sogno. Ha rincarato la dose dei domandoni.
- Mamma ma tu quando hai smesso di credere in Santa Lucia?
- Beh, sai, dei bambini a scuola dicevano che non esiste, e io mi sono fidata di loro e ho smesso di crederci.
- E poi cosa è successo?
- Non è più venuta.
- Ma ora ci credi?
Grazie per la domanda, figlio!
(Dopo cosa caz caspita mi chiederai, in che posizione sei stato concepito?)
- Ora ho visto che viene per voi bambini, quindi non ho più alcun dubbio.
- Però non è più venuta per te?
- Per me è troppo tardi perché non sono più bambina.
- Meno male che io sono ancora bambino.
Già, amore mio. Meno male. E ora buona notte, però, eh!
venerdì 18 maggio 2012
La gita scolastica
Tempo di saggi, recite, pizzate, incontri, feste di fine anno. E di gite scolastiche.
Ricordo perfettamente la mia prima gita, in prima elementare.
Trentadue anni fa.
E me ne ricordo un numero sconcertante di dettagli insignificanti.
La maestra Clelia con i capelli a pagoda indossava la gonna a pieghe e
delle decolleté blu traforate con la zeppa.
Io sempre attaccata alle mie amichette, le gemelle Luisa e Giovanna con i pullover rosa confetto fatti a mano dalla loro mamma Palma. E anche la Daniela, con gli occhiali e un pò taciturna.
La mamma accompagnante che parlava sempre e non si faceva mai gli affari suoi.
Le tepa sport azzurre con la striscia bianca, il k-way a polpetta attaccato in vita.
I panini che sapevano di mamma, il succo di frutta nel brick.
E, soprattutto, la mia prima macchina fotografica, consegnatami con solennità da mio padre.
Pesante come un vocabolario, con una custodia di cuoio marrone durissimo.
E un rullino kodak a colori, con dodici scatti, da centellinare con cura.
100 ISO ("che va sempre bene con qualunque tempo").
La meta? La certosa di Pavia.
Chissà perché visto che nei successivi 30 anni non l'ho mai nemmeno una volta sentita nominare come meta turistica. E non ci hanno nemmeno ambientato un romanzo polpettone (come alla certosa di Parma). Forse volevano spiegarci che la certosa non è solo un formaggio e cosa sono i certosini.
Comunque c'era un negozio di souvenir pieno zeppo di oggetti inutili, come le certosedipavia sotto la neve e un sacco di statuette meteo con i glitter che diventavano azzurri in caso di bel tempo e rosa in caso di maltempo. Cosa vi ridete, mica potevi consultarti ilmeteo.it dal cellulare!
Forse ne ho comprato uno (di sicuro ne avevo più di uno a casa) , con certezza ho comprato un piccolo libriccino di foto della certosadipavia per farle vedere a casa. Questo vuol dire che avevo i miei soldini (quindi ero pure un passo più autonoma di mio figlio). E comunque tante ore fuori da casa e nemmeno un pò di nostalgia, anzi un sacco di voglia di crescere e diventare indipendente.
Perché guardare il mondo dall'alto di un pullman granturismo ti fa sentire grande, veloce e libera. Anche se hai solo sette anni.
Ed eccoci qua, 32 anni dopo.
Il pullman parte per una gita piccola piccola, ma per loro tanto speciale.
Gli zainetti sono equipaggiati per una spedizione (anche se vanno solo in una fattoria didattica).
Cappellino (che non metterà), k-way senza polpetta (che non servirà), panini (che aprirà alla ricerca di una figlia di insalata da eliminare), fazzoletti (che non userà perché si pulirà il naso nella manica), la felpa (non rossa perché potrebbe dar fastidio al toro!), scarpe comode (come recitava l'avviso, ma tanto mica marceranno, raccoglieranno fiori e faranno i biscotti).
E una digitale compatta Coolpix di ultima generazione, con cui fare un numero illimitato di scatti.
Ciao ciaoooo!
Mamme e papà si sbracciano commossi.
Le gite sono "di istruzione" anche per i genitori.
Che imparano a lasciarli volare dal nido, così piccoli ma già così grandi.
Ricordo perfettamente la mia prima gita, in prima elementare.
Trentadue anni fa.
E me ne ricordo un numero sconcertante di dettagli insignificanti.
La maestra Clelia con i capelli a pagoda indossava la gonna a pieghe e
delle decolleté blu traforate con la zeppa.
Io sempre attaccata alle mie amichette, le gemelle Luisa e Giovanna con i pullover rosa confetto fatti a mano dalla loro mamma Palma. E anche la Daniela, con gli occhiali e un pò taciturna.
La mamma accompagnante che parlava sempre e non si faceva mai gli affari suoi.
Le tepa sport azzurre con la striscia bianca, il k-way a polpetta attaccato in vita.

I panini che sapevano di mamma, il succo di frutta nel brick.
E, soprattutto, la mia prima macchina fotografica, consegnatami con solennità da mio padre.
Pesante come un vocabolario, con una custodia di cuoio marrone durissimo.
E un rullino kodak a colori, con dodici scatti, da centellinare con cura.
100 ISO ("che va sempre bene con qualunque tempo").
La meta? La certosa di Pavia.
Chissà perché visto che nei successivi 30 anni non l'ho mai nemmeno una volta sentita nominare come meta turistica. E non ci hanno nemmeno ambientato un romanzo polpettone (come alla certosa di Parma). Forse volevano spiegarci che la certosa non è solo un formaggio e cosa sono i certosini.
Comunque c'era un negozio di souvenir pieno zeppo di oggetti inutili, come le certosedipavia sotto la neve e un sacco di statuette meteo con i glitter che diventavano azzurri in caso di bel tempo e rosa in caso di maltempo. Cosa vi ridete, mica potevi consultarti ilmeteo.it dal cellulare!
Forse ne ho comprato uno (di sicuro ne avevo più di uno a casa) , con certezza ho comprato un piccolo libriccino di foto della certosadipavia per farle vedere a casa. Questo vuol dire che avevo i miei soldini (quindi ero pure un passo più autonoma di mio figlio). E comunque tante ore fuori da casa e nemmeno un pò di nostalgia, anzi un sacco di voglia di crescere e diventare indipendente.
Perché guardare il mondo dall'alto di un pullman granturismo ti fa sentire grande, veloce e libera. Anche se hai solo sette anni.
foto scattata dal marito A.M. questa mattina |
Il pullman parte per una gita piccola piccola, ma per loro tanto speciale.
Gli zainetti sono equipaggiati per una spedizione (anche se vanno solo in una fattoria didattica).
Cappellino (che non metterà), k-way senza polpetta (che non servirà), panini (che aprirà alla ricerca di una figlia di insalata da eliminare), fazzoletti (che non userà perché si pulirà il naso nella manica), la felpa (non rossa perché potrebbe dar fastidio al toro!), scarpe comode (come recitava l'avviso, ma tanto mica marceranno, raccoglieranno fiori e faranno i biscotti).
E una digitale compatta Coolpix di ultima generazione, con cui fare un numero illimitato di scatti.
Ciao ciaoooo!
Mamme e papà si sbracciano commossi.
Le gite sono "di istruzione" anche per i genitori.
Che imparano a lasciarli volare dal nido, così piccoli ma già così grandi.
domenica 18 marzo 2012
Di progetti matrimoniali ed altre ambizioni
Tina:- Ale, cofa è Nina?
Ale:- Nina è la mia fidanzata.
Tina:- Cofa è una fidansata?
Ale:- Vuol dire che quando saremo grandi forse ci sposeremo.
Tina:- Ante io mi fpoferò, quando fono glande.
Pamen: Con chi?
Tina:- Con Ale!
Ale:- Ma Tina, non possiamo sposarci, noi siamo fratelli!
Tina:- Allola mi fpofelò un plinsipe. Quando tu salai diventato un plinsipe noi si sposelemo.
Ale:- Nina è la mia fidanzata.
Tina:- Cofa è una fidansata?
Ale:- Vuol dire che quando saremo grandi forse ci sposeremo.
Tina:- Ante io mi fpoferò, quando fono glande.
Pamen: Con chi?
Tina:- Con Ale!
Ale:- Ma Tina, non possiamo sposarci, noi siamo fratelli!
Tina:- Allola mi fpofelò un plinsipe. Quando tu salai diventato un plinsipe noi si sposelemo.
Evitare i giocattoli rosa.
Evitare gli stereotipi di genere ("non fare la femminuccia").
Evitare i giochi di genere (= ferro da stiro rosa, aspirapolvere, ecc.)
Evitare cartoni e libri con smelense principesse, soprattutto se rimbambite e/o addormentate.
Tutto inutile.
La mia bambina femmina si vanta tutta se per caso è vestita di rosa o indossa una gonna.
Adora le mollette.
Adora le scarpe (come non capirla).
Adora i pennelli per il trucco (miei).
Adora le mie tollane.
Adora nutrire e accudire trenini, ruspe, persino i personaggi di Super Mario.
Adora pulire in giro (mai quanto sporcare, invero).
Adora nutrire e accudire trenini, ruspe, persino i personaggi di Super Mario.
Adora pulire in giro (mai quanto sporcare, invero).
E non vuole fare il magistrato, il pompiere, l'astronauta, il ministro, il dottore, la maestra.
No.
Lei vuole sposale il plinsipe.
Come no. Ognuno ha le sue ambizioni.
Come no. Ognuno ha le sue ambizioni.
Non devo concentrare solo sul maschio le aspettative
che desideri fare qualcosa di interessante nella vita, vero?
che desideri fare qualcosa di interessante nella vita, vero?
Come dite? Ah....non devo avere aspettative su cosa faranno perché tanto aranno quello che ne hanno voglia.
Va bene.
D'altra parte i miei genitori non mi hanno mai incoraggiato a manifestare...
e guardate come è finita.
e guardate come è finita.
lunedì 9 gennaio 2012
Carpe (primum scholae) diem.
Prima delle vacanze avrei scommesso che oggi, primo giorno di scuola del nuovo anno, sarei stata giuliva come la MOM della vignetta.
E invece non solo le vacanze non sono state così pesanti come temevo, ma me le sono proprio godute.
Piano piano mi sono abituata alla mancanza di silenzio, agli spazi invasi e ai tempi dilatati, all'anarchia dei ritmi e delle regole.
Non mi sono certo riposata o potuta dedicare molto ai miei interessi.
Ma ho staccato con il lavoro e con gli impegni sociali.
Mi sono disintossicata dalla crisi, dalla cronaca, da Monti, dalla casta.
Sono stata molto a-social (salvo qualche piccola, insoddisfacente, incursione in twitter. Eh sì, per un pò ho preferito vivere che correre a raccontare la vita).
Mi sono goduta la casa, la famiglia, gli amici, i bambini.
E li ho visti rifiorire sotto i miei occhi.
Giorno dopo giorno sono diminuiti i capricci, le litigate, i nervosismi.
Una cura naturale fatta di calma, giochi, coccole, furti di dolcetti, dormite mattutine.
Ore e ore a spostare i personaggi del presepio ("Oggi è 'a Befana e puindi è arrivato un ReMagico!").
Una piacevole alternanza di ozio ed esperienze emozionanti:
le cene in famiglia, l'attesa di Babbo Natale, la montagna e le mille discese sulla neve con i gommoni, il planetario, il museo delle Alpi, il circo, persino Gardaland...
Questa mattina sono andati a scuola carichi come molle e felici.
Il grande con i battente di uno xilofono nello zaino (è la sua bacchetta magica, quella che
il piccolo emulo di Harry Potter ci punta continuamente addosso al grido di improbabili formule magiche come "Wingardium Leviosa!" o di "Expelliarmus!").
La piccola assistente sociale, invece, con una mucca e il suo vitellino, per inscenare continui ricongiungimenti familiari o per sfogare i suoi istinti di accudimento nel nutrire e far dormire i personaggi dei suoi giochi (mammiferi, treni o ruspe che siano).
Garzoncello scherzoso
cotesta età fiorita
è come un giorno di allegrezza pieno.
Giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
E io sono felice di tornare ai miei progetti e al mio lavoro.
Sarà un anno di sfide, di cambiamenti e di incertezze.
E allora meglio mettere in pratica fin da subito il mio unico vero proponimento (beh, a parte vincere i mondiali di Tango Argentino, chiaro): Carpe Diem.
Non voglio più vivere proiettata in avanti.
Non c'è più nulla di prevedibile, di programmabile.
Del futuro si può solo ipotizzare che ci porterà la caduta di diverse tegole sulla testa.
Riuscirò a godermi il bello di ogni giorno, di ogni momento?
Godi fanciullo mio, stato soave.
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'. Ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
lunedì 26 dicembre 2011
Un periodo interessante e simpatico.
E' Natale e tutti sono più buoni.
Eccezion fatta per la bionda creatura che durante il suo battesimo urlò con la bava alla bocca come una indemoniata durante un esorcismo.
- Buongiorno, Valentina, è arrivato Babbo Natale.
- No vojooooooooo!!! Vai viaaaaaaa! Vattene!!!
Dieci minuti dopo, in cucina.
-Valentina, staccati dalla scatola dei biscotti, vieni a vedere cosa ti ha portato Babbo Natale!
- No, io adeffo manzo, veno dopo.
- Valentina, eccoci arrivati dalla nonna D, sarai contenta, sono due giorni che mi chiedi quando veniamo! Ohhhh guarda quanti regali!!
- Io vojo andare a tasa mia! (sguardo torvissimo, seguito da capriccio di 6 minuti con lacrime che sgorgano copiose).
Pomeriggio. L'ora della nanna.
La nonna tenta di farla addormentare leggendole i nuovi libri, coccolandola nel lettone. La creatura sbadiglia e barcolla, ma non molla.
Alla nonna crolla la palpebra e lei, con un sussurro:
- Nonna, fai tome un MAIALE!
Sobbalzo della nonna:-Cosa Vale?
- Tosì: orf orf (=grugnito).
(E comunque non si addormenta manco a morire).
Ora di cena.
- Eccoti i tuoi tortellini. Sarai contenta, ieri non volevi la pasta e hai chiesto
i tortellini.
- No i vojo. Vojo folo profutto cludo.
E, approfittando della distrazione materna si sbafa da sola 1 etto di crudo.
Ora della nanna.
Dopo quattro capricci (1. No vojo etto pizama 2. No vojo lavae i dentini 3.No, tu non mi puli il nasino! 4.No vojo andae a nanna),
riesco a calmarla sottostando solo ad un paio di ricattini (1. no vojo dormire ton il gatto, vojo dormire con il tannotiale di Ale 2. Ho fete. Nooo no vojo apua, vojo folo il latte).
Finalmente cala il silenzio. Mi sento addosso la stanchezza di Babbo Natale. Eppure ho condiviso il dolce fardello, ed è stata una giornata calma e piacevole....
Ahhhhh!!! Finalmente inizia il mio Natale...come posso godermi la serat....
- Mammmmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!mi lezzi antoa un libino?
Cullati dal mar, sotto la luna e i suoi raggi
Dormono i pesci il sonno dei saggi.
Ancora un libro ti leggo, ma devi giurare
Che poi subito a nanna e basta scassare.
(Cfr. Fai 'sta ca...o di nanna, di A. Mansbach- Mondadori 2011.
Libro cult delle madri devote italiane)
Ore 21.15. Mi ha intortato ancora una volta.
Mi sa che mi butto sul letto. Sono talmente stanca che anche leggere un pò andrà benissim...
- Mammmmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!! Ho feteeeeeee!!!
Sotto un cielo di stelle il bosco riposa
E calda la coltre del buio si posa.
Che tu abbia sete è una enorme stronzata
Fai ’sta caXXo di nanna, mia creatura adorata.
(Ibidem)
Poverina, con tutto il crudo che ha mangiato avrà davvero sete.
Dopo due bicchierini e mezzo di acqua (che si sommano al mezzo biberon di latte di prima):
- Vieni, andiamo a fare la pipì, tesorino.
- Nooooooooooooooooooooooooooooooooooo!! Non mi fcappaaaaa!!
(segue capriccio di 12 minuti, al termine del quale la ripongo dolcemente nel suo lettino per non annegarla nel water sprecare ulteriori energie facendomi venire l'ulcera).
Occhio e croce ha in pancia 400 ml di liquidi. 'Fanculo. Buona notte, tesoro.
La mattina dopo. Una di quelle mattine in cui si potrebbe dormir...
- AAAAAAAAAAHHHH....mi sono fatta 'a pipì addoffo!!
Il letto era ovviamente cambiato di fresco.
Acchiappo il primo, inutile, manuale di puericultura che mi capita sotto mano, alla disperata ricerca di verità calate dall'altro, di pillole di saggezza, di profondissime considerazioni che mi aiuteranno a recuperare la calma zen (che non ho mai avuto) e tornare a sentirmi pervasa da un profondo istinto di amorevole dedizione.
Lucia Rizzi, "Fate i bravi 0-3 anni".
Capitolo 29. "Dai 2 ai 3 anni, un'età che è una splendida avventura". (per chi?)
"Molti genitori definiscono terribile l'anno dai 2 ai 3, io invece lo trovo veramente interessante e simpatico".
.....mmmmm
.........
MMMMM..........
Mmmma vaffan....., Tata Lucia!
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