giovedì 14 giugno 2012

Yes, we can!

Tredici mesi di lotta, culminati con una grande delusione.
Il tempo di piangersi un pò addosso e poi, via, ripartenza.
In due settimane abbiamo organizzato tre manifestazioni, coinvolgendo migliaia di cittadini, giornali, amministrazioni. Giovani e vecchi, bambini e ragazzi.
Tutti uniti, per una volta. Non dal tifo calcistico, ma dalla consapevolezza: non si può continuare ad ammalarci così, ad accettare continue nuove fonti di pericolo e di inquinamento, magari finanziate con i nostri soldi, magari frutto di lucro per pochi imprenditori e politici.
Se questo paese è allo sbando dove sono i cittadini?
Eccoci!!

13 giugno 2012. Ultima conferenza di servizi. 
Una manifestazione vivace e rumorosa più che mai, ma pacifica, piena di bambini, di musica, di gente.
Piena di speranza nonostante la tensione e le intimidazioni e le minacce. 
(Eh, sì, noi "rivoluzionari reazionari" siamo stati filmati uno ad uno dalla Digos, e c'è stata qualche tensione con poliziotti in borghese...Per non parlare dell'aggressività rabbiosa degli imprenditori proponenti...)




E, alla fine, arriva la notizia, ormai quasi insperata.
La Provincia ha rifiutato l’autorizzazione al gassificatore di pollina!
Ho pianto in preda ad una gioia dirompente. 
Un delirio di telefonate, abbracci, emozioni condivise.
(E, come spesso capita nella vita, ti guardi in parte e vedi che a trepidare con te c'è magari un estraneo e non quelli che, in teoria, dovrebbero essere tra le persone a te più vicine. Pazienza. Non si smette mai di crescere). 

13 giugno 2012. Non dimenticherò mai questa data.

Grazie ai miei colleghi del direttivo. 
Non è stata una passeggiata, abbiamo fatto tanti errori e ci siamo parecchio sbeccati tra di noi, ma fino alla fine sulle antipatie  e le ripicche dell'asilo ha prevalso la collaborazione.

Grazie a chiunque si è informato, si è preoccupato, ha firmato, è venuto alle riunioni o alle manifestazioni, grazie a chi ha fotocopiato, volantinato o parlato con la gente, grazie per chi non ha smesso di dare il suo contributo, anche se piccolo. 

Grazie a chi ha esposto una bandiera (a proposito, le bandiere costavano 10 euro eh!), 
grazie a chi ha dato la sua offerta (il Comitato non prendeva finanziamenti europei, giuro. Tutto di tasca nostra). 

Grazie anche a chi non veniva ma da Facebook ci dava le istruzioni: "Dovete fare così, avreste dovuto fare cosà. Dobbiamo fare casino!! Ah io non posso venire, però". 
Perché l'interessamento è una prima forma di partecipazione. 
(Se poi un centesimo di tutti i cittadini attivi di Facebook muovessero il sedere e facessero qualcosa il mondo sarebbe un posto migliore, ma un passo alla volta, OK!). 

La mobilitazione popolare è stata la grande ragione dietro al NO. 

Questa vittoria è dedicata a chi crede "che non serve a nulla".
A chi aveva il documento in macchina e non aveva tempo per firmare. 
E anche a E. che ci ha scritto: 
"Bravi Bravi Bravi a tutti! Io sono un individualista cinico di natura e sono contento oggi di vergognarmi del mio modo di essere! 
Sarà difficile spiegarlo a mio figlio ma deve capire, si deve riabituare ai valori che molti di noi hanno perso compreso suo padre, deve capire quanto conti la condivisione di un obiettivo per un bene comune, quanto bene possa dare sia al singolo che alla collettività un risultato di questo genere ottenuto con un lavoro di grande unione di intenti, deve capire che la partecipazione è la più grande delle libertà e l'unica forza da poter dare alle proprie idee!
Un forte abbraccio a tutti da uno che non ci credeva..."

A chi fuori dai banchetti ci diceva "no, grazie" con la faccia "non compro nulla". 
A chi pensa che la politica debbano farla gli altri, e che lo Stato siano gli altri e che il cancro tanto a loro non verrà. 
A chi crede che tutto possa essere sacrificato ai soldi. E, infine, dedico questa vittoria a tutti quelli che, nelle loro famiglie, hanno già pagato un tributo pesante all'inquinamento, attraverso la malattia. 
Signor Imprenditore Proponente del Progetto, non se la prenda tanto, si concentri sulla sua salute e si rallegri perché la malattia (che, a quanto pare ha anche lei) può essere risparmiata magari a qualche bambino. 

13 giugno 2012. Non si  può tornare indietro.
Bisogna andare avanti, cioé dobbiamo tornare indietro. 
A uno sviluppo solo se compatibile e rispettoso. 
A meno benessere ma più condiviso.
A meno sviluppo, meno rifiuti, meno industrializzazione, meno consumismo selvaggio, meno globalizzazione scriteriata, meno strapotere della finanza e delle multinazionali, meno auto, meno ciminiere, meno finanziamenti faraonici per opere assurde...

Nel mio piccolo da qualche giorno ho aggiunto un piccolo tassello alla mia famiglia sostenibile:
un composter in giardino. Siamo riusciti a liberarlo dal sequestro ludico dei nanetti e ora potremo compostiare un terzo dei nostri rifiuti domestici. 


Se a qualcuno serve un pò di humus per l'orticello si accettano prenotazioni!

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