Visualizzazione post con etichetta strategia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta strategia. Mostra tutti i post

venerdì 7 ottobre 2011

Steve Jobs: un mito contemporaneo





Un imprenditore viene venerato come una divinità.
Il suo brand ispira non solo fiducia ma fede. 
Perché hanno saputo fornire soluzioni, idee, risposte. 
Spesso anticipando le domande.

Uso i prodotti Apple tutti i giorni, e ogni giorno ne benedico la capacità di migliorare la qualità della mia vita e del mio lavoro.

Lavoro con gli imprenditori tutti i giorni, e vorrei tanto che, da Steve Jobs potessero imparare...
- che lavorare per passione produce risultati migliori che lavorare per i soldi,
- che orientarsi ai bisogni dell'interlocutore è la strada per soddisfare i nostri,
- che si può essere fighi e autorevoli anche col maglioncino sfigato invece del vestito firmato, 
- che non c'è leadership senza gioco di squadra,
- che la strada per il successo è lastricata di insuccessi,
- che sulla strada per il successo non deve necessariamente esserci la gnocca (ogni riferimento al nostro presidente del consiglio è puramente voluto),
- che aver fatto qualcosa di meraviglioso è più importante che essere l'uomo più ricco del cimitero.





Non è vero che "non ce l'ha fatta".
Ce l'ha fatta, eccome. 

Thank you, mr. Jobs. 
May your spirit live in all your fans all over the world.




venerdì 12 febbraio 2010

Le imprese bresciane e il marcheting

Mi chiama il marketing manager di una famosa impresa industriale. Deve fare la brochure.
Gli chiedo quali sono i loro obiettivi strategici. Risposta confusa. 
I loro principali mercati? Risposta vaga.
Il fatturato per mercati? E' un dato riservato. Quindi non glielo hanno detto, ammette imbarazzato.
Le esigenze della clientela? Qualità, servizio, prezzo...bla bla...Ma va?
Perché non fate una bella indagine sulla soddisfazione della clientela per capire dove migliorarvi? 
Ma...non so...è già stata fatta.... non serve...
Una bella analisi della concorrenza? Non c'è tempo, non è il momento, prima bisogna fare la brochure.
E rifare invece il sito, che è aggiornabile e non diventa obsoleto in 2 mesi?
No, quello lo abbiamo appena rifatto quindi si tiene così.
Dopo 2 ore di colloquio inconcludente arriva il titolare, risponde a tutte le domande in 5 minuti (il brochure-manager prende appunti) ha già tutte le risposte, e una certezza granitica: la priorità ce l'ha la brochure.
Che messaggi dare? Vedete voi, ma deve essere in cinque lingue e pronta domani.

Della serie: non so dove vado, né perché, ma so come voglio andarci. E ci vado spedito.


Prestigiosa azienda distributiva.
Deve fare la campagna pubblicitaria. Ha messo in gara un pò di agenzie, con un brief che è il trionfo della vaghezza. "Vogliamo rafforzare il brand". Vabbeh...meno male che non chiedono di "vendere di più", è già qualcosa.
ll target? Uomini e donne dai 17 ai 40 anni. Uhm, molto definito, come target. Che tipo di persone sono, che esigenze hanno, perché dovrebbero scegliervi?
"Se sapessi dire io perché dovrebbero scegliermi, credo farei la campagna da sola!".



I negozi sono un disastro comunicativo, dall'insegna alle vetrine al personale. Loro lo sanno benissimo e assicurano che è previsto un cambiamento.  Perché, allora,  non cambiate prima la sostanza e poi la comunicazione? Così rischiate di innalzare eccessivamente le aspettative rispetto ad una shopping experience che sarà deludente e anonima!
Perché dobbiamo far capire che siamo meglio degli altri.

Ma la chicca è questa. Quale è la vostra strategia di marketing, giusto per capire in che direzione deve andare la campagna? Ma la strategia di marketing ce la dovete dire voi! Cosa dobbiamo fare e come per raggiungere gli obiettivi!

Ovviamente la strategia la vogliono regalata, come tutto il resto. 
Con la scusa della gara, si ciuleranno le idee migliori e le realizzeranno probabilmente alla cazzo di cane, in sequenza nasometrica, senza alcuna coerenza logica. Quando si stuferanno dell'agenzia prescelta, faranno un'altra gara e ricominiceranno da capo, senza alcuna continuità.
E se andranno male la colpa sarà 1. del mercato che non li ha capiti. 2. della concorrenza, che li ha copiati e quindi è stata facilitata nel fare meglio. 3. della crisi.