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giovedì 7 aprile 2011

La gioia





Che emozione provi più frequentemente? 
Che emozioni esprimi più frequentemente?


Queste sono solo due delle molte, scomode domande che ci ha rivolto la psicoterapeuta ieri sera.
Uno fa un corso dal titolo "Navigando nelle relazioni primarie" per diventare un genitore perfetto,
e si trova rivoltato come un calzino, incoraggiato a ravanare tra le sue emozioni sopite, negate e malgestite.


Se non sai gestire le tue emozioni come credi di poter insegnare a tuo figlio a gestire le sue?
Vaaaaaaaaaaaaaa bene!
La mia prima risposta è stata "La rabbia".


Ho pensato a tutto ciò che mi fa arrabbiare.
Lo stress.
Gli imprevisti.
Le ciabatte in giro.
Alcune discariche abusive in casa mia.
Alcuni rapporti familiari.
Le ingiustizie.
Le discriminazioni ai danni delle donne.
La stupidità di molte donne (quelle che anziché far fronte comune passano la vita a scannarsi tra di loro,
a competere ossessivamente per il nulla).
La stupidità di molti uomini (quelli che pensano solo a farla franca e a fottere a destra e manca).
La violenza. Il nucleare. Il turismo italiano. L'Italia. Il Gov.... Grr Grr Grr

Poi, però, ho scritto, d'istinto, anche "La gioia". E oggi è stata una giornata piena di gioia.

Il sole sfrontato di aprile.
Una sferzata inattesa di estate che spazza via il grigiore e ti entra nelle ossa.
Salire le scale di casa mia e sentire il profumo del sole che traspira dal legno, dalle lenzuola e dalle tende.
Il mio giardino incolto, un tripudio di erbacce e fiori di campo selvaggi.
Vanity Fair consegnato dalle mani di un postino sorridente e gentile, che fa il suo lavoro con amore.
(E in copertina George Clooney, scusate se è poco).

L'ultimo giorno di un corso. Anzi DEL corso. Una sfida raccolta e vinta.
Tornare a parlare di web marketing dopo due anni in cui il web si è trasformato.
Ad un pubblico di persone che il web marketing lo masticano tutti i giorni: gli albergatori.
(Gente appassionata, che fa il suo lavoro con dedizione, scontrandosi con la mancanza di aiuti di uno
Stato che dovrebbe portarli come il fiore all'occhiello e, invece, li penalizza e li abbandona a loro stessi).
Ho sudato sette camicie. Mi sono ripresa in mano tutto, ho seguito un corso on-line nottetempo,
ho preparato centinaia di esempi. Tra una malattia e l'altra dei figli.
E il mio impegno è stato ripagato con il loro entusiasmo, i loro complimenti, il loro calore.
C'è qualcosa che dà più gioia di fare il proprio lavoro con amore ed essere apprezzati e ringraziati?

Sì. 
Tornare a casa e trovare i bambini finalmente sani, sporchi, felici,
con le mani affondate nella sabbia o intenti a rincorrere bolle di sapone.

Stare lì a guardarli finché si accorgono di te, lanciano un urlo e ti corrono incontro,
con le loro mani lerce e il moccolo, e gli occhi che brillano di gioia e di amore.

Aspettare insieme il loro papà, e poi festeggiare (finalmente!) insieme il suo compleanno,
soffiando le candeline su una torta fatta con amore da una persona cara.

Progettare qualche ora finalmente sottratta a lavoro e figli e dedicata alla casa,
a un pò di shopping, un parrucchiere volante.

E, rinvigorita da tutta questa gioia, mi appresto ad abbandonare le mie stanche e gioiose membra
tra le braccia di Morfeo (magari prima un occhiatina a Clooney gliela diamo, ok).

Ho gestito bene la mia emozione, prof?

venerdì 1 aprile 2011

The power of love

Vigilia di un corso super importante.
Sono in ritardo su tutte le mie tabelle di marcia a causa dei giorni persi per precedente malattia nanesca.
Stanchezza arretrata.
Corsa con il tempo per preparare il corso in mezzo a mille impegni.
Salti mortali per gestire il nano a casa con la seconda febbre in un mese.

Prima giornata del corso. Venti in aula, preparati ed esigenti.
Tutto bene. Ma all'uscita mi rendo conto che ho 18 ore per arrivare preparata alla seconda puntata.
Entro in casa e vengo assalita dai figli.
Il padre ha gli occhi fuori dalle orbite. La nana piange ed è in modalità cozza.

Riesco a leggere la posta sciroppandomi, in contemporanea, un Babbapapà (Barbapapà) e un Tottolino (Topolino) dietro l'altro su YouTube. Fortuna che ho un monitor 22 pollici.

Messaggio dell'amica del cuore dalle Seychelles. 
Mi scrive di giochi con le onde, aperitivi con biretta e lime, branchi di delfini, stelle cadenti,  reef.
Quasi quasi sentirei lo scium scium delle onde e invece...
Tella bella! No, Tella butta! Tella be-lla! No, tu butta! AAAAAAHHHHH 
Mammmmaaaaa ho fatto la cacca mi pulisciiiii?
(Un uomo di sei anni è comunque un uomo. Un giorno di febbre lo fa sentire autorizzato ad essere servito e riverito e smerdato per una settimana. Oppure finché la mamma gli dice no. Ma dire no a volte costa energie preziose).
Driiiin
Telefonata dall'altra amica. Dopo sofferta singletudine, sembra aver trovato il principe azzurro! 
Mollo la cozza piangente al padre e riesco a cogliere, tra gli urli, solo qualche dettaglio irresistibile, tipo il primo incontro (Uéééééé) come si chiama, come è (Vojo a mammaaaa) e cosa f....Hai finitooooooooo? Il padre mi rimolla la cozza che mi sbava addosso una scia di catarro e lacrime.
Lo intravvedo scappare con Autosprint sotto il braccio e poi sento la chiave del cesso. 
Clic clac.

Le tazze della colazione che sbroccano dal lavandino.
(Un padre che molla il lavoro per stare con i figli malati è un bravo papà e un marito collaborativo.
Ma è sempre un uomo. Non gli si può chiedere di essere una donna).
La casa è nel caos, causa assenza della signora delle pulizie da una settimana.
C'è una valanga di bucato da smerdare e svomitare.  Fazzoletti smoccolati e trenini in ogni dove.


Eppure non vorrei essere alle Seychelles. Andrebbe bene anche una cantina. Insonorizzata.

Ore 21. Dopo una giornata massacrante ho messo a nanna i pupi.
Ore 1.20. Ho lavorato altre 6 ore e piombo nel letto.
Ore 2. Svegliata da un urlo e vomito della piccola, che ha la febbre. Olé. 
Non poteva scegliere giorno peggiore in tutto l'anno.
Tra le 2 e le 4 svegliata 4 volte. Latte, coccoina, ancoa coccoina.
Sei una santa. Mugugna il marito, sotto le coperte.
Dalle 4 alle 6.30 un abbondante e ristoratore sonno (!). 

Ore 7 di un nuovo giorno. Di nuovo al pc, con 2 figli piagnulenti, un provvidenziale marito baby sitter che si alterna trai moccoli, SuperMario e il portatile.
Per contenere lo stress si è messo i tappi per le orecchie, perché dice che il rumore lede la sua mucosa gastrica. Se gli chiedo qualcosa strizza gli occhi e urla EHHHH ricordandomi la Luisa, vecchietta rimbambita che si sposò mio nonno tanti anni fa.

Ore 14. Sole splendente.
Abbandonata la tuta smoccolata, mi sono truccata, vestita e entro nella sala conferenze del bellissimo albergo. Fuori c'è una lussuosa targa su cui campeggia il titolo del corso e il mio nome.
In aula ci sono tutti, sono tornati a sentire me. Un bel respiro e via.
All'improvviso non sento più la stanchezza, solo adrenalina nelle vene 
e voglia di fare quello che sto facendo.

"Trova un lavoro che ami e non dovrai lavorare un solo giorno".
Forse questo motto cinese è un pò esagerato.

Però l'amore è la più potente energia del mondo. 
L'amore per i figli, per un uomo, anche per il lavoro, sì.

Tornando a casa, in macchina, penso che se il mondo fosse governato dall'amore
invece che dalla brama di potere, di petrolio e di figa...sarebbe un mondo migliore.
Un mondo governato dall'amore materno, magari.
Un mondo governato da madri. Invece che da figli (di puttana).

A volte l'assenza di sonno fa fare sogni potenti.