venerdì 11 febbraio 2011

Se non ora quando? Chi è stufo alzi la mano.



"Scendere in piazza" è una parola che mi ha sempre fatto venire l'orticaria. 
Fin da quando assistevo, al liceo, ai cortei dei miei coetanei, che si facevano strumentalizzare da movimenti politici e marciavano compatti e uniti per saltare il compito di matematica.

Ma domenica scenderò in piazza.
Senza vessilli, senza partito. Da cittadina onesta, da donna, da madre.

Per dire:
- basta al potere politico in cambio dei favori sessuali/personali
- basta alla mignottocrazia difesa sguainando il sacro diritto alla privacy

- basta ad una Italia dove le donne non hanno voce, non hanno lavoro, non hanno rispetto.
(a iniziare dalle mura di casa, visto il dilagare della violenza domestica impunita, dato il numero di denunce insabbiate dalla polizia che dice: Signora faccia pace con suo marito! Cosa c'entra? C'entra tantissimo, con 
questa cultura del "in fondo se la sono cercata". Non è certo un caso se negli altri paesi europei la violenza sulle donne è sanzionata MOLTO PIU' SEVERAMENTE che da noi!)

- basta a questo degrado NAUSEANTE che ci fa perdere di vista il paese che perde colpi, il debito pubblico che si ingigantisce, il futuro che fa paura
- basta all'immagine triste e svilente del nostro paese nel mondo.
- basta al sistematico vilipendio alla nostra Costituzione, alla politica di mezzucci e marchette, anziché scelte coraggiose.

Per citare alcune donne che stimo molto:
"Non andrò a manifestare contro Berlusconi, bensì contro un sistema che di certo lui ha contribuito a creare e a diffondere in Italia, ma che nessuno dei suoi avversari ha mai cercato seriamente di cambiare.
Scenderò in piazza perché vedo un Paese che non mi piace, dove non si investe sul futuro, dove le donne sono considerate alla stregua di oggetti, dove essere intelligente e preparato spesso serve a poco, perché la meritocrazia non conta niente." Stefania 

"Le cronache pruriginose degli ultimi giorni ci insegnano non che Berlusconi è un porco, ma che questo SISTEMA deve cambiare, che la rappresentazione politica (e quindi di chi ci rappresenta agli occhi del mondo) dell’Italia è triste e svilente." Francesca - Panzallaria

"Il mio auspicio è che il significato dell'evento venga ben compreso da tutti, anche da chi non ha ricevuto adeguate informazioni, da chi pensa che sia una manifestazione "femminista", da chi pensa che sia contro Berlusconi o le prostitute." Chiara


"Cosa chiedono oggi le donne italiane? Paradossalmente, in un Paese che si definisce libero, chiedono, 
proprio come i ragazzi tunisini ed egiziani, libertà di parola, di pensiero, maggiore democrazia, guerra alla
corruzione, accesso alle professioni. In uno dei Paesi più sviluppati del mondo, nel disinteresse generale,
stiamo assistendo a una crescente svalutazione del pensiero e della volontà femminile, a una spinta per il
ritorno a casa, a una perdita costante di lavoro e di prestigio. Il nostro è il Paese d'Europa dove le donne
lavorano meno fuori casa, e dove, nonostante alcuni casi eclatanti, la rappresentanza nelle istituzioni e nei
luoghi del potere si riduce ogni anno." (Dacia Maraini)




In tanti paesi i giovani si stanno ribellando al dominio dei vecchi dittatori, si sottraggono alla TV rincoglionente, e si organizzano via web per lottare per la democrazia.
Per noi è giunto il momento di sottrarci al torpore dell'indifferenza, del qualunquismo, del "tanto non serve a niente", e iniziare, almeno, a dire BASTA!

Venite anche voi, domenica?

2 commenti:

Mammabradipo ha detto...

Io ci sarò ed in cuor mio spero che saremo in tante!!!!

Stefania Boleso ha detto...

Io sono sicura che saremo in tante. Anzi, in tanti, perché parteciperanno anche tanti uomini.