giovedì 1 dicembre 2011

Come t'ammazzo il mito. Tata Lucia e la Nutella.

La mia -pur felice- infanzia è stata caratterizzata da alcuni limiti talebani imposti con fermezza -per Il Mio Bene- dalla mia mamma (sì, la stessa che ora vizia spudoratamente i nipoti).
Le scarpine alla bebé di vernice? Scivoleresti con la suola di cuoio.
Le espadrillas? Non sostengono la caviglia.
I pattini? Pericolosi.
La danza classica? Sei troppo grassa, al massimo atletica o ginnastica artistica.
Il ghiacciolo? Non nutre.
La bambola Candy Candy originale? Il tarocco va benissimo.
Kinderbrioss, Girellamotta e Nutella? Porcherie.

Non ho sviluppato particolari turbe in seguito a questi divieti, se non per il fatto che, da  adulta ho spesso
reagito allo stress compensando il ventennio di golosità repressa.
Ovvero accrescendo il fatturato della Ferrero. E l'indotto.
Avete presente, no?

Da ragazza ho pianto dal ridere con il libello Nutella- Nutellae (e quelle risate probabilmente rappresentavano anche lo sfogo per essermi fatta per cinque anni il mazzo per imparare il latino senza la ben che minima utilità pratica nella mia vita. Se escludiamo il pronunciare MEDIA e non MIDIA).
Ho organizzato qualche Nutella Party.

Da giovane docente universitaria ho alleggerito le noiose lezioni di marketing raccontando agli studenti la storia della Nutella, più che un prodotto un mito. Mi sono autoassolta poiché si trattava di "energia per fare e per pensare", e ho sempre concordato con il celebre claim: "Che mondo sarebbe senza Nutella?".

In alcuni seminari di marketing avanzato ho raccontato come la campagna di Greenpeace
ha spinto la Ferrero ad aderire alla moratoria sull'espansione delle coltivazioni di palma da olio che distruggono le foreste del Sud-Est asiatico, sviluppando dei sistemi di tracciabilità per il disgustoso e anti-ecologico ingrediente. (Sì, disgustoso, come tutti gli ingredienti della Nutella. Ne sono convinta da quando compro, di tanto in tanto, la Delizia di nocciole dell'azienda agricola sotto casa. Ingredienti: nocciole 90%, zucchero di canna, stop. Grammi 170 per nemmeno 4 euro).
Ma tutto ciò non mi ha impedito di considerare la Nutella come la regina delle tentazioni.

L'anno scorso mi sono fatta abbindolare dalla bufala mediatica dell'abolizione della Nutella,
un caso ben più interessante di distorsione delle informazioni da parte del produttore-lobbysta.
Chi mi frequenta teme le mie filippiche sul marketing non etico delle multinazionali,
ma con la Ferrero non potevo non essere indulgente.
Per cui mi sono sicuramente iscritta almeno a quattro gruppi Facebook contro l'abolizione della Nutella.

Salvo poi desiderarne l'effettiva scomparsa dal mercato quando il mio dolce primogenito mi ha rinfacciato il saccheggio bulimico del suo barattolo, lanciandomi la fatwa delle coscione cellulitiche


Ma  la Nutella non è stata abolita.
Anzi. Due volte a settimana mi ammicca seduttiva dagli scaffali del supermercato,
ultimamente in quella geniale forma mignon da 30 g che allude alla più masochista delle perversioni: affondare il cucchiaino e svuotare il barattolino in una sola mossa. Due in uno. 
Alla modica cifra di 60€ al kg.

Ma oggi la mia vita è cambiata.
Dopo aver visto questo.


Eh no.
NON ESISTE.
La Tata Lucia che consiglia di mangiare la Nutella??
E' un bestemmia!
Sarebbe come...
...la mamma che ti suggerisca di provare una canna...
...il papà che ti incoraggi a trombare di nascosto col morosino...
...il funzionario RAI che ti proponga di eludere il canone.
...il professore che lasci copiare impunemente (frustrando ogni creatività nei bigliettini).
...il marito che ti proponga di flirtrare con...che ne so...il maestro di basket di tuo figlio.

La castrazione di ogni tentazione.
La dimostrazione dell'efficacia dell'antiabolizionismo.
La fine di un mito.


Che gusto c'è a sottrarsi clandestinamente alla famiglia del Mulino Bianco se mentre affondi il cucchiaino
non pensi a 9 settimane e 1/2 ma alla Tata Lucia che mette tutti intorno a un tavolo a mangiare la Nutella?
Ma che due maroni!!
La Nutella mi diventa sexy come un omogeneizzato Plasmon.
Stuzzicante come il brodo Liebig.
Goduriosa come gli All Bran (che faranno pure superare la prova costume ma fanno proprio...cagare. Ecco, l'ho detto).

Questa campagna (insieme all'albero di Natale traboccante di fottute sorpresine natalizie UNA-SU-TRE, che a conti fatti, oltre a fare schifo, costano come un set di decorazioni in vetro soffiato e Swarovsky decorate a mano) mi ha decisamente e tardivamente persuaso a ...boicottare la Ferrero.

Mi restano solo due consolazioni.
un nuovo caso di marketing da manuale per intrattenere i partecipanti ai miei corsi,
e...
il vino novello.
Salute!!

5 commenti:

Unknown ha detto...

Questo non l'avevo ancora visto. Pensavo che nel marketing ci fossero dei prodotti fluttuanti nell'universo degli intoccabili. E invece. Eh si... l'"e invece" è sempre in agguato. Pure se cammini con le spalle al muro.
E questo, Tata Lucia, non lo doveva fare. Ora mi sta ancora di più sulle palle. Ecco, l'ho detto pure io!
Divertentissimo post :D

Stefania Boleso ha detto...

A quanto so, il novello fa male quanto la Nutella... Oddio, forse non così tanto, però fossi in te mi darei direttamente allo champagne. O al Franciacorta, visto che sei in zona :)

M di MS ha detto...

Sì, avevo notato questa pubblicità. Ma devi capire che Tata Lucia ci ha un'età, l'euro è incerto e bisogna pagare le spese del condominio...

PAMEN ha detto...

@grazie, Bis!

@Stefi...NOOOOOOO ma allora mi do alle slot machine! Oggi al bar c'era una tizia sui 50 che avrà dilapidato 40 euro in 1 ora, sotto gli occhi vogliosi di mio figlio...

@Mdi MS io la Tata Lucia la odio da quando ha dato consigli pessimi e scorretti sull'allattamento facendoli passare per scienza infusa...

Mammabradipo ha detto...

Io mi strafogo della crema al cioccolato Solidal della Coop, tra le tarocche è la più somigliante in assoluto alla vera Nutella e la Tata Lucia sono sicura che la snobberebbe!!! ;)