Avete mai provato a convincere una duenne in piena crisi isterica che proprio in QUEL momento lei deve allacciarsi le cinture di sicurezza?
Sotto lo sguardo inflessibile di una stronza hostess ungherese che continua a ripetere "Madam, you HAVE to fasten the seatbea..."
- "YES, I KNOW!" (tu vattene, cazzo, che noi la risolviamo!).
Finché il vicino di posto bergamasco, mosso a compassione, ti aiuta a immobilizzare l'indemoniata, schivando gli spruzzi di bava alla bocca.
La hostess figadilegno si leva dalle scatole, l'aereo può finalmente iniziare l'atterraggio e tu puoi mettere a tacere la satanassa con un abbraccio consolatorio e con il sciuscio (=ciuccio).
E, una volta tranquillizzata, la tenera creatura decide che, sì, adesso le va di mettersi le cinture di sicurezza.
Ovviamente da sola, quindi si mette a studiare tutta assorta
come chiuderle. Cling clang clong. Peccato che l'aereo sia ormai atterrato da un pezzo, e che la folla dei turisti prema per arrivare tempestivamente al nastro bagagli (dove attenderà quaranta minuti con quaranta gradi. Ma questa è un'altra storia).
Si è conclusa così la nostra avventura praghese, un piccolo viaggio per me storico.
Per la prima volta dopo forse vent'anni insieme ai miei genitori e a mio fratello.
Primo viaggio aereo di Valentina e prima volta in una grande città.
Viaggiare con i piccoli è eroico e masochistico.
- Mamma ho fame.
- Mamma ho freddo/caldo.
- Mamma sono stanco.
- Mamma non riesco a dormire se non c'è buio.
- Mamma quando arriviamo?
- Mamma questo non mi piace.
- Mamma in batto (=in braccio).
- Mammaaaaa sbing bong sbang ahhhhhhh è ftato luiiiiii - Nooooo è stata leiii....
- Vojo stare quiiiii (quando bisogna andare).
- Vojo andare a zocareee (quando bisogna stare).
- Voglio andare in tram! (quando bisogna camminare).
- Voglio andare in metropolitana! (quando si prende il tram).
Praga è maestosa, magica, poetica, viva, incredibilmente brulicante di arte, cultura, concerti, eventi, musica, shopping.
Fiumi di giovani, fiumi di turisti, fiumi di birra.
Ma, ovviamente, non mi sono potuta dedicare a mostre, aperitivi, visite culturali.
Un pò perché quando conosci una città così bene ami anche startene in disparte e annusarla lontano dalla folla.
Un pò perché, a parte il giorno dedicato al funerale e alla famiglia allargata, ho avuto altri programmi.
Il parco.
L'altro parco, nell'isola dei bambini.
Il parco dei dinosauri.
Il parco sulla collina.
Il labirinto degli specchi.
Il plastico ferroviario.
Il castello.
La funicolare.
Il negozio di giochi.
Il ristorante con l'angolo giochi.
Grazie alla sovrabbondanza di adulti accompagnanti, tuttavia, mi sono concessa anche alcuni piccoli privilegi.
Una fruttuosa mattinata di shopping con mia mamma tra il centro e il più spettacolare shopping center mai visto.
Una serata al teatro Nazionale per lo spettacolo di Lanterna Magika dedicato ai miti dell'antica Praga.
Una passeggiatina pomeridiana per il centro con mio marito.
Alcune ore di sonnellini pomeridiani in cui ho anche letto un intero romanzo e mezzo Vanity Fair (!).
Un giro notturno con il termometro intorno ai 10° (25 meno che in Italia).
Abbiamo quasi sempre mangiato in ristoranti céchi (facendo esercitare i figli nella nobile arte dell'adattarsi),
scolandoci fantastici boccali di birra ben fredda.
Alla fine è stato bello. Persino rilassante. Infinitamente più godibile di qualsiasi hotel con animazione (dove ti manca ogni libertà e il rispetto di alcuni fondamentali diritti umani).
E mi ha lasciato addosso una gran voglia di tornare a viaggiare.
Ma anche di andare a teatro, di ascoltare musica, di assaggiare nuovi cibi, di leggere (leggere seriamente, intendo), di tornare a ballare e a sciare.
Non posso tornare giovane. Però, dopo alcuni anni di sopravvivenza...posso tornare a vivere.
E l'autunno è il periodo perfetto per ricominciare a vivere.
Un corso di ZUMBA FITNESS (sottotitolo "più sexy a ritmo di musica")?
Un corso di Tango Argentino?
O di fotografia?
O....
La madre degenere che c'è in me inizia a fremere di propositi e a sbavare all'idea di poter grattare qualche ora per sé tra il lavoro e l'uscita da scuola.
Il primo viaggio è pindarico.
E' scattato il conto alla rovescia: meno 12 alla riapertura dello zo...ehm delle scuole!!
2 commenti:
Magnifico :) Buona continuazione di giornata. Cris
La scena dell'aereo e in particolare il bergamasco mi hanno fatto morire!
Bello tutto il racconto e il viaggio, la famiglia unita, la città (peccato l'occasione non fosse felicissima ma l'avete resa gioiosa, mi piace!)... Anch'io vorrei fare un giretto, magari a Parigi, con la truppa, ma già è difficile andare in pizzeria, non so se ricordi ;-)
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