domenica 31 ottobre 2010

Il tempo delle mele

Premessa
Da quando ho osservato che non si può passare del tempo con un bambino solo per condividere videogames e lotta greco-romana sul lettone,
i momenti che il mio primogenito e il suo papà passano insieme hanno preso una
connotazione cultural-storico-scientifica.
L'ultimo momento prima del bacio della buona notte è sancito dalle "tre domande" (che spaziano dal "perché esistono le giraffe" al "come funziona la lampadina"). E, di tanto in tanto, il cucciolo è accompagnato nella visione di un cartone animato sulla Bibbia, che lui ha ribattezzato "La storia di Gesù",
 che prende il via dalla creazione e dalla cacciata dal Paradiso Terrestre.

Esterno giorno. 
Di fronte al camion del "signore delle arance" (inquietante fruttivendolo ambulante siculo, con unghia del mignolo lunga e sguardo da picciotto).
"Mamma è proprio meglio che io non mangi più mele".
"Perché, amore?".
"Beh, quando mangi una mela succede sempre qualche guaio".
"Guarda che la mela avvelenata di Biancaneve era solo una favola. Se mangi una mela mica muori!".
"Non muori, ma Dio si arrabbia e ti caccia via."

Non dico che le favole dei fratelli Grimm non siano dense di messaggi terrificanti.
Ma, come ho sempre sostenuto, proporre la Bibbia a soggetti facilmente impressionabili
può avere conseguenze pericolose. Quanto meno per la loro alimentazione.

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