domenica 11 settembre 2011

10 anni di follia.

In quel momento ero in una riunione di lavoro con mio padre e dei manager di Storo, in Trentino.
Non avevamo smartphone dai quali seguire in diretta video la tragedia, ma le parole bastarono a sconvolgerci.
Ricordo nettamente cosa pensai quando arrivò la  notizia dell'attacco agli USA.

Pensai che era finita un'era, quella delle illusioni di pace e di benessere.
E pensai che per sempre avrei ricordato quel momento, e come me tutto il resto del mondo.
Almeno il mondo occidentale, quello che, fino ad allora, si era sentito immotivatamente al sicuro.

Ricordo che appena possibile ci siamo riuniti, i miei familiari, il mio allora fidanzato (futuro marito A.M).
Siamo rimasti inebetiti così per ore, davanti al monitor, davanti all'orrore in diretta.
Le stesse immagini terrificanti in un loop angoscioso.

L'11 settembre 2001 si è chiusa la prima parte della mia vita,
quella fatta di spensieratezza, leggerezza, poche responsabilità, nessuna preoccupazione per il futuro.
Poco più di un anno dopo sarei scampata per poche ore all'attentato di Bali (l'ultima cena del viaggio di nozze fu proprio nella via in cui una bomba si portò via 200 turisti).

Oggi il mio pensiero non va solo alle vittime di quel giorno,
ma a tutti i morti per i successivi attentati, e a tutte le persone sconvolte dalle guerre che ne sono seguite in  Afghanistan e in Iraq, e si parla di 250.000 vite.
La religione e il fanatismo c'entrano solo apparentemente: tutto gira intorno al potere e alle risorse economiche.


Come scrisse Tiziano Terzani  "Perché non studiamo davvero, come avremmo potuto già fare da una ventina d’anni, tutte le possibili fonti alternative di energia? Ci eviteremmo così d’essere coinvolti nel Golfo con regimi non meno repressivi ed odiosi dei talebani; ci eviteremmo i sempre più disastrosi «contraccolpi» che ci verranno sferrati dagli oppositori a quei regimi, e potremmo comunque contribuire a mantenere un migliore equilibrio ecologico sul pianeta."

Le risorse sono sempre più scarse e all'uomo,  creatura immensamente miope e avida, non resta che scannarsi con i suoi simili, nell'illusione di "vincere la guerra".
Quanti altri 11 settembre dovremo conoscere di qui ai prossimi 10 anni?

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