Sapevo che era bene godersi fino in fondo la gioia spensierata del tango argentino.
L'effetto è durato un giorno, il tempo di far sgonfiare gli avampiedi provati da troppe ore di prove sui tacchi.
Poi ha tremato la terra, distruggendo l'esistenza di 20.000 persone o forse più.
Da due giorni ho le traveggole e mi sembra di avvertire il terremoto ogni mezz'ora. Chissà loro.
Poi è scattata la cazzo di accisa sul carburante, e voglio vedere con che celerità il gettito di decine di milioni verrà devoluto all'Emilia terremotata.
Tutto è pronto per la ridicola parata: non riesco a trovare un solo buon motivo per festeggiare questa repubblica.
Nel frattempo non cessa la assurda scia di omicidi e suicidi e ancora non riesco a non pensare a Elena che
la settimana scorsa ha seppellito marito e due bambini nella mia città natia.
E, infine, la chicca.
Arpa e ASL hanno dato parere favorevole all'assurdo gassificatore di pollina che vogliono costruire a pochi metri da casa mia.
Un anno di assemblee, manifestazioni, volantinaggio, riunioni, ore e ore di lavoro in cui non avevo mai perso la speranza.
Ecco, oggi ho iniziato a perdere la speranza.
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