M. è giovane, bella, impegnata in mille attività, artista e ambientalista.
Qualche mese fa ha accolto, inattesa, la vita.
Poi la vita si è presa gioco di lei.
Aveva già il pancione ma ha dovuto dare alla luce una creatura senza vita.
Ma dal dolore e dal sangue possono nascere creatività, poesia, persino speranza.
M. mi ha reso partecipe delle sue emozioni e di una sua struggente poesia,
tanto bella che merita di essere condivisa.
E a lei fa piacere che lo sia.
Per ricordarci quanto sottile è il confine tra amore, vita e morte.
CHI ASPETTERA'
Chi aspetterà
il mio ventre vuoto,
sparso nel nulla,
di nuovo a lasciar spazio
al mio lamento solo,
ad abbracciarlo
tenendolo caldo,
lontano dai rumori,
saccheggiato dal tempo
che non muta e mai ferma
la lancetta della vita,
sempre in movimento.
Fra le lenzuola,
nuove saranno le carezze,
con baci risucchio d'amore
mentre lacrime vagheranno
disperse,
in gocce vapore
nelle stanze del pianto
a riemergere dall'affogamento
in un bagno d'ospedale fermo,
a guaire di paura e vedere la morte,
scendere fra le cosce in sangue,
dichiarando d'amare
e baciando l'esistere..
2 commenti:
Non ho parole ma mando un grande abbraccio a M.!
Le parole non sono importanti quanto il suono del silenzio che si sente nell'abbraccio solidale, in uno sguardo o solamente nel silenzio stesso..
Quando non ci sono parole il rimedio migliore e parlare con il cuore, attraverso i sensi e non la testa..
Grazie a P. per aver postato la mia poesia e grazie a te, che l'hai letta..
Marusca..
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