lunedì 28 dicembre 2009
Sulla strada- Riflessioni su parcheggi, senso civico e dintorni.
Una piovosa mattina di inizio 2009, nei pressi della Scuola d'Infanzia.
Sto accompagnando a scuola il mio bambino che, con entrambe le manine tiene saldo il suo ombrellino e avanza lento. Affaticata dal mio pancione e dal mal di schiena, cerco di coprirmi con il mio ombrello e, allo stesso tempo, di proteggere lui dalle automobili.
Con sgomento guardo l'orologio: si è fatto davvero tardi, e ancora 15 km di code mi separano dall'ufficio.
Il cantiere per il nuovo parcheggio costringe gli automobilisti a girare intorno alla scuola, nel tentativo di posteggiare
non troppo lontano. Vicino all'ingresso, diverse auto in seconda fila spingono i pedoni in arrivo a camminare in mezzo alla strada. Ce n'è una piazzata proprio di fronte al cancello: al volante un nonno attende la sua signora al caldo, con il motore acceso: per entrare a scuola i bambini (soprattutto i piccoli nei passeggini) sono costretti a respirare le esalazioni del suo tubo di scappamento, o a fare complesse gimkane tra le pozzanghere.
Una piovosa mattina di fine 2009, nei pressi della Scuola d'Infanzia.
Il nuovo parcheggio dovrebbe aver migliorato le cose, ma, negli orari di punta e sotto la pioggia
tutti i posti auto supplementari sono presi d'assalto.
Non ho più il pancione, ma le cose si sono complicate: ora c'è un passeggino da montare, una neonata da trasbordare cercando di proteggerla dall'acqua, oltre al solito bimbo barcollante sotto il suo ombrellino. Per qualche strano arcano, la viabilità intorno al parcheggio prevede diverse barriere architettoniche, e, uno dei pochi marciapiedi ribassati è occupato da un'auto, costringendomi ad allungare il giro, e mettendo a rischio la sicurezza dei miei e di altri bambini.
Nell'uscire dalla scuola assisto a nervosi strombazzamenti di clacson tra automobilisti in lotta per il posto auto più vicino.
Che begli esempi che diamo ai nostri bambini, penso.
Noi italiani siamo sempre pronti a puntare il dito contro "gli altri": opportunisti, individualisti, maleducati.
Ma ad ogni indice puntato corrispondono tre dita verso noi stessi.
Sulla strada abbiamo l'opportunità di insegnare ai nostri bambini che "gli altri" siamo noi.
E' facile essere un pò prepotenti e frettolosi dall'alto della nostra bella monovolume riscaldata: ma quando siamo noi (o i nostri cari) inermi in mezzo ad una strada, sotto la pioggia...come ci sentiamo?
I miei bambini non sono più delicati o più preziosi degli altri, e se voglio essere rispettata posso iniziare, nel mio piccolo, a rispettare gli altri, a maggior ragione se sono più deboli o indifesi.
Se la maleducazione e l'arroganza altrui ci fanno iniziare male la giornata, l'antidoto è dare noi il buon esempio.
Il sorriso della vecchina che lasciamo attraversare (anche se non è esattamente sulle strisce!), il gesto di ringraziamento della mamma a cui lasciamo la precedenza (un secondo che non peserà poi molto sul nostro ritardo!)...ci aiuteranno a migliorare impercettibilmente l'umore della giornata, e, forse, invoglieranno "gli altri" a comportarsi meglio. Provare per credere!
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